tag:blogger.com,1999:blog-5078428822437921022024-03-05T08:41:14.433+01:00PD AstiIl blog del PD di Asti e provinciaUnknownnoreply@blogger.comBlogger249125tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-36348666542303314662021-01-20T22:39:00.000+01:002021-01-20T22:39:13.253+01:00INTERVENTO DEL PARTITO DEMOCRATICO DI ASTI<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUG7o02Oy4F08rh3x1uHbt96jc_h8M7Oy36eAg5qRbpcpH-0brUnz9O8VmFANJaptIkqKx7xMTyn3sOqHxzmYXUxYhWGWoaIIfBNDwBMF11-OecL1EJxxNWmbvpomreS1RbwAr0HVNfGY/s225/pdasti.png" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="225" data-original-width="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUG7o02Oy4F08rh3x1uHbt96jc_h8M7Oy36eAg5qRbpcpH-0brUnz9O8VmFANJaptIkqKx7xMTyn3sOqHxzmYXUxYhWGWoaIIfBNDwBMF11-OecL1EJxxNWmbvpomreS1RbwAr0HVNfGY/s320/pdasti.png"/></a></div>
➡️POLITICA LOCALE PER LA CITTÀ DI ASTI
🟥E’ tempo di bilanci anche per noi.
🟩Abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni di fine anno del Sindaco Rasero: lui e la sua
Giunta ci consentiranno di svolgere il nostro compito e fare qualche considerazione in
merito.
🟥Il 2020 è stato indubbiamente un anno drammatico per Asti, come per tutta la nostra
Nazione. Il primo pensiero è pertanto rivolto alle vittime della pandemia e al dolore dei loro
cari, poi va il nostro ringraziamento ai medici, paramedici, assistenti, volontari e tutti coloro
che hanno prestato la loro preziosa opera a beneficio dei malati e di chi si è trovato in
difficoltà sociale ed economica.
🟩Considerando la straordinarietà della situazione diamo atto al Sindaco di aver gestito
adeguatamente la crisi sanitaria, fatte salve alcune discutibili dichiarazioni ed un eccesso di
protagonismo.
🟥Detto ciò dobbiamo , anche quest'anno, confermare il nostro giudizio negativo e
l'inconcludenza di questa Giunta e della maggioranza tutta, impegnati, in questi tre anni di
amministrazione della città solo alla gestione del quotidiano, del facile consenso, e
dell’occupazione politica di tutti i posti di potere.
🟩Se ripercorriamo il famoso “Libro delle realtà”, cosi chiamò suo programma Rasero, ben
poco vediamo di realizzato; il 2021 inizia o con una nuova lista di promesse.
🟥Ma andiamo per ordine cominciando dal lavoro e economia: il Sindaco parla di retro -porto di
Genova e di grandi player potenzialmente interessati a fare investimenti, siamo andati a
curiosare sul sito della Fondazione SLALA- Sistema Logistico del Nord Ovest D’Italia (alla
quale aderisce Asti) ma non abbiamo trovato alcun progetto che si riferisca ad Asti; ci
chiediamo quanto ci sia di consistente nelle sue dichiarazioni, se non si tratti solo di un
sogno che non fa altro che favorire false aspettative.
🟩Siamo consapevoli che il comune ha a disposizione ben poche armi per incidere sullo
sviluppo economico; ma la Giunta si è distinta per il nulla: poche idee, nessun programma
nessuna azione degna di nota per “creare le condizioni favorevoli” .
Creare le condizioni favorevoli, questo può e deve fare una Amministrazione Comunale
consapevole e competente, perchè il lavoro e lo sviluppo devono essere al primo posto.
📣🔝🔝🔝
Questo a nostro modo di vedere può essere fatto attraverso:
1) una visione quanto più chiara possibile del futuro, e questo è possibile se si coinvolgono
seriamente le migliori competenze della città e le associazioni datoriali e sindacali
2) favorendo indirizzi scolastici dedicati (in questo senso condividiamo le attività intraprese
dell’Unione Industriali nel favorire l’avvio di corsi professionalizzanti sia per le scuole
superiori che per l’Università)
3) un serio e rapido processo di digitalizzazione, riorganizzazione e snellimento della
macchina burocratica comunale.
Infrastrutture e grandi opere: nessuna novità, immobilismo totale.
📣I nodi cittadini restano irrisolti da anni, vengono continuamente procrastinati gli avvii delle
opere più importanti le cui soluzioni sono divenute ormai vetuste e le stesse promesse sono
ripetute ogni anno.
📣Se ci sono iniziative private con investitori e un progetto per il vecchio Ospedale perchè
insistere sulla permuta? 📣Perchè non si portano queste nuove soluzioni all’attenzione della
Regione e dei cittadini per una consultazione?
📣Perchè questi ritardi sul palazzetto quando i fondi sono interamente disponibili da oltre tre
anni?
📣Che fine a fatto il progetto vino e cultura?
La ferita del vecchio Casermone rimane aperta e “sanguinante”e l’occasione per completare
la riqualificazione di un quartiere storico della città è ormai definitivamente persa: si aspetta
solo il crollo della struttura.
📣Quanto poi alla presunta svolta green non abbiamo ancora capito se si tratta di vera volontà
oppure solo un’azione tesa ad ingraziarsi i movimenti ambientalisti.
📣I cento nuovi alberi, così ampiamente sbandierati, sostituiscono sostanzialmente quelli
abbattuti; i progetti di ampliamento della zona pedonale e della ZTL, l’incentivazione per la
mobilità elettrica sono tutti bloccati mentre la qualità della vita della città peggiora
notevolmente di anno in anno.
📣Chissà se almeno potremo vedere il completamento delle
piste ciclabili come annunciato in più occasioni ( il finanziamento messo di recente a
disposizione dalla regione portano le risorse disponibili per il progetto a oltre 800 milioni,
sulle cui modalità di spesa vigileremo attentamente)
📣In ultimo non possiamo non citare lo stato del decoro urbano e di pulizia della città tutta,
centro e periferia. Era stata promessa una citta pulita, con ingressi accoglienti: il risultato
vede invece una pulizia approssimativa in evidente peggioramento dal centro verso la
periferia, parchi abbandonati, non una rotonda rinnovata ed alcune sempre più
abbandonate. Tanto per portare un esempio citiamo quella all’uscita del Casello
Autostradale Asti Est, lungo uno dei principali ingressi alla città.
📣CONCLUSIONI📣
Concludendo, purtroppo, l’apparenza dei fatti visibile a tutti i cittadini dimostra che i primi tre
anni di amministrazione Rasero non hanno prodotto un reale miglioramento della città sotto
nessun profilo:
sociale, economico, infrastrutturale, dell’ambiente, della salute, dei servizi della sicurezza, della cultura.
In sostanza la qualità della vita, come hanno riportato i più
importanti quotidiani nazionali, è molto peggiorata. Prova ne è che la popolazione di Asti è in
continua diminuzione, aumenta la criminalità, e i posti di lavoro diminuiscono.
Mario Mortara Coordinatore del Circolo di Asti del Partito Democratico
Partito Democratico PiemonteLa redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-1897871630436391302021-01-20T22:37:00.001+01:002021-01-20T22:37:28.353+01:00OSSERVATORIO 2 GENNAIO 2021 <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s620/osservatorio-780028.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="400" data-original-width="620" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s320/osservatorio-780028.jpg"/></a></div>
L’OSSERVATORIO (2/1/2021)
Il motivo per cui Renzi sta cercando di affossare il governo sta soprattutto nella gestione dei Servizi, la cui delega Conte avoca a sé e non vuole cedere. Perché infatti, venuta meno l’ipotesi almeno rispetto al progetto iniziale, della task force per il controllo dei fondi della Next Generation Eu, uno dei punti più controversi, il “senatore di Rignano” insiste minacciando la crisi? Bisogna ritornare, secondo coloro che han seguito la vicenda, allo scandalo Russiagate, vale a dire a quelle sospette collusioni tra lo staff di Trump, all’epoca della sua campagna elettorale nel 2016, e la Russia di Putin al fine di inquinarne l’esito, screditando Hillary Clinton, candidata democratica. Il personaggio chiave sarebbe un professore maltese che ha abitato anche a Roma, da tempo le cui tracce sono scomparse, Joseph Mifsud, che è stato docente alla Link University (la stessa da cui i 5 Stelle attingono figure da spendere poi sullo scenario della politica, anche come candidati) e di cui è fondatore Vincenzo Scotti, già democristiano doc e ministro degli Interni. Per farla breve, Trump aveva cercato (o sta ancora cercando) di trasformare una possibile accusa verso di lui, in un atto “contro” di lui, un complotto cioè ordito dai democratici di Obama con la collaborazione di Renzi, nel 2016 ancora Presidente del Consiglio. Fu nell’agosto 2019 che il P.G. americano Barr, emissario di Trump, arriva in Italia, nel pieno della crisi che avrebbe poi portato al Conte 2, per incontrare i vertici dei Servizi italiani. Secondo la versione di un suo collaboratore, che fu intervistato dal quotidiano “La Verità”, Renzi “fu usato da Obama per colpire Trump” (e pare che Renzi abbia poi querelato la persona). Ora, la venuta in Italia di Barr aveva lo scopo di riannodare i fili del presunto complotto ai danni di Trump e di capire se la nostra “intelligence” avesse dato copertura a Mifsud. Ma come disse il procuratore Spataro non c’entra nulla questo Russiagate con le competenze dei nostri Servizi; tutt’al più Barr avrebbe dovuto rivolgersi all’Autorità giudiziaria. In sostanza, pur non entrando per nulla in un affare del genere, pare sia stato messo però a disposizione dell’amministrazione americana il lavoro della nostra intelligence, riguardanti gli anni “2016-17 (governi Renzi e Gentiloni). Risalirebbe ad allora il famoso “Giuseppi” di Trump, suonato come una legittimazione a guidare il governo che poi sarebbe nato. Resterebbe da capire il motivo di tale comportamento, come hanno sottolineato coloro che a livello di informazione han seguito la vicenda..Forse per accreditarsi presso l’amministrazione americana?
Se la storia, molto sommariamente esposta, è questa si capisce come Renzi voglia colpire Conte su questo punto più che su altro..Non so ovviamente se in qualche modo possano entrare le vicende giudiziarie del padre, nel senso che passando la delega dei Servizi ad una persona “terza”, in qualche modo si potrebbe procedere, in una specie di domino, ad un rimpasto (o riequilibrio) anche del Copasir, alla cui presidenza c’è il leghista Volpi e che Renzi, non ora che è comunque nella maggioranza, avrebbe affidato alla Boschi o a Lotti; si comprende bene perché la crisi di governo può essere davvero ad un passo.
L’avvio della campagna vaccinale è senz’altro positiva; speriamo che l’organizzazione sul territorio funzioni. E’ già stato spiegato come il vaccino non significhi “liberi tutti”; perché si crei un’immunità stabile (per quanto ancora non è chiaro, ma almeno un anno) è necessario completare tutto il ciclo vaccinale (2 somministrazioni) e all’incirca dopo due settimane si può essere protetti. Non ci può essere spazio per negazionisti o no-vax, nel senso che se tali posizioni sono “democraticamente” possibili non lo sono altrettanto sul piano della correttezza scientifica e su quello dell’impatto nella società (Mattarella ha parlato di obbligo morale). Poiché nel nostro Paese tutto viene buttato in politica (intesa come interesse elettorale) bisogna vigilare su possibili uscite o battute sub-liminali, circa l’efficacia dei vaccini e la loro sicurezza, dei rappresentanti dei partiti (specie di opposizione, ma non solo…) che evidentemente, presi dalla logica del loro tornaconto a breve (con buona pace di Mattarella, senza dimenticare che fra pochi mesi ci sarà un’importante tornata amministrativa) non tarderanno a cogliere ogni minimo effetto collaterale o reazione avversa, per non dire dei possibili intralci che vi saranno nell’erogazione dei vaccini stessi, per avanzare critiche al governo e per ricavarne un dividendo elettorale, quasi che il Centrodestra abbia sempre brillato per la difesa della Sanità pubblica e per il potenziamento dei servizi territoriali! Ma su questo (e su altro) il Pd deve piantare la sua bandierina; troppi rospi sono stati ingoiati finora, sin dall’inizio dell’attuale maggioranza, da quando è stato costretto ad accettare l’imposizione pentastellata del taglio dei parlamentari; è ora che non solo sul tema della salute il partito si faccia sentire. Finora ad esempio non si han tracce di riforme elettorali e di riequilibri istituzionali, a cominciare dal numero dei delegati regionali per l’elezione del capo dello Stato. Mattia Feltri, direttore del nuovo quotidiano “Domani” ha recentemente notato come, mantenendo l’attuale Rosatellum come legge elettorale, il centrodestra unito stravincerebbe. Forse Salvini e la Meloni non hanno proprio voglia di riforme al momento!
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-33949482169367015692020-12-29T10:55:00.000+01:002020-12-29T10:55:20.607+01:00OSSERVATORIO DICEMBRE 2020<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjBUZjQiG_3GxjVh-CXHtu3CD-9t1S5Fiy5Z37MgcourJpw0S1DahjWJc1Ji30HNFd3yqRSoymEqHhPmsF6ljwBDTah5966q9cYo6e7elqTxnk-Ot_Xi6U59haVZDbDv4iP7AiwwnawMM/s620/osservatorio.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="400" data-original-width="620" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjBUZjQiG_3GxjVh-CXHtu3CD-9t1S5Fiy5Z37MgcourJpw0S1DahjWJc1Ji30HNFd3yqRSoymEqHhPmsF6ljwBDTah5966q9cYo6e7elqTxnk-Ot_Xi6U59haVZDbDv4iP7AiwwnawMM/s320/osservatorio.jpg"/></a></div>
L’OSSERVATORIO (20/12/2020)
L’assoluzione in appello di Virginia Raggi spegne definitivamente ogni ipotesi di alleanza col Movimento 5 Stelle a Roma per le prossime amministrative del 2021, complicandone però la prospettiva probabilmente anche per le altre città coinvolte (Milano, Napoli, Torino, Bologna..). Intendiamoci: non sto insinuando un personale dispiacere per l’esito giudiziario, ma solo ribadire che la candidatura della sindaca (che comunque si sarebbe ripresentata anche in caso di condanna, come aveva già a suo tempo dichiarato) “obbligherà” i Cinquestelle a sostenerla, al contrario del Pd per il quale la Raggi era ed è indifendibile per quanto ha fatto o non ha fatto per Roma. E’ ancora presto per trarne conclusioni definitive, ma è possibile che il venir meno dell’alleanza auspicata per la capitale innescherà una reazione a catena che porterà il Movimento ad alzare il prezzo di ogni altro eventuale patto elettorale col Pd. L’assoluzione della sindaca è senz’altro notizia sgradita per buona parte dei Pentastellati, ma per loro è una sorta di nemesi, in quanto hanno fatto del tema “giustizia” una specie di patente di purezza (in sé non una cosa sbagliata), il lasciapassare indiscutibile per ogni candidatura o attività politica, quando invece deve prevalere un giudizio sull’operato concreto (poi certo ci sono reati e reati evidentemente…). In altri termini, quando nella logica pentastellata una giustizia funziona se “produce colpevoli”, per cui le assoluzioni (quelle degli altri) sono frutto di intrighi e sotterfugi, nel caso della Raggi questo si traduce in un appoggio “a prescindere”, nonostante il risultato ottenuto dalla sua sindacatura sia, a detta di tanti romani e non, assolutamente deludente. Se fossero un vero partito, quantomeno una forza politica aperta naturalmente ad un dibattito interno senza la finzione di una piattaforma e di una presunta alterità rispetto ad altri, potrebbero anche scegliere liberamente di cambiare candidato o comunque di accettarne uno all’interno di un’alleanza politica (come vorrebbe Zingaretti); ma non lo faranno perché sarebbe davvero la loro fine politica, il prendere atto di una scissione non più ricomponibile. Vedremo come finirà (con la Raggi a Roma nessuna alleanza coi Cinquestelle, questo è chiaro, sempreché il Pd romano non voglia suicidarsi; per le altre città non saprei, ma non sarei troppo ottimista).
Matteo Renzi sta alzando il prezzo per il suo stare nella maggioranza. Dove arriverà? Decifrare l’ex-segretario piddino è sempre un’impresa anche se il merito di alcune questioni può essere condivisibile. Io spero come tutti che il governo sia in grado di gestire sapientemente i fondi del Next Generation Eu per un serio rilancio del Paese, che è ciò che conta davvero. La vera ragione per cui Conte sembra accentrare a sé alcune scelte non sta tanto o non solo nella instabilità della maggioranza, sempre segnata dalle tensioni dei Pentastellati ed ora dalle intemperanze di Renzi, quanto nel fatto che non avendo un vero partito alle spalle, in genere motivo di debolezza politica (è stato sì nominato dal M5S, ma è ormai adottato come punto di equilibrio del centrosinistra), l’accentramento di alcune importanti deleghe, quella sui Servizi ad esempio, diventa il suo punto di forza perché in tal modo può “dare lui le carte” di ogni eventuale rimpasto o redistribuzioni di compiti, nell’assenza di alternative parlamentari. Forse è la naturale evoluzione di una maggioranza messa su per evitare che il sovranismo portasse l’Italia sulle orme dell’Ungheria e della Polonia, ma che appare lontana da una visione ampia e condivisa del Paese; la questione Mes per la Sanità ne è l’esempio più eclatante, frutto com’è di una concezione della politica quale campo su cui piantare bandierine o di alleanze da interpretare come uno spartirsi di reciproci interessi elettorali (il “contratto” del governo Conte 1).
Tutti hanno apprezzato la franchezza della Merkel nel riconoscere l’inefficacia delle misure di parziale lockdown che non hanno limitato la diffusione del coronavirus in Germania. Il passaggio ad un blocco totale è avvenuto a quanto pare senza polemiche da parte dell’opposizione. Qui in Italia l’ossessione elettorale, in questo anno disgraziato, del Centrodestra a trazione sovranista ha contribuito non poco nel guastare quel clima comunque di condivisione e solidarietà che all’inizio della pandemia aveva caratterizzato il nostro Paese. Quel cavalcare il comprensibile risentimento delle categorie produttive più penalizzate, le continue polemiche specie da parte dei Presidenti di Regione del centrodestra sin da marzo sui provvedimenti restrittivi (la revisione del titolo V’ s’impone urgentemente), per non dire successivamente delle polemiche idiote sull’uso delle mascherine, l’aver lasciato prosperare in quella parte del Paese più “destrorsa” idee quasi vicine al negazionismo, di cui scontiamo ora gli effetti, tutta questa continua critica e fibrillazione (ora Salvini parla del Natale come un “diritto” e che lui si autodenuncerebbe volendo violare come dice le norme circa gli spostamenti) non ha coinciso con un atteggiamento costruttivo, quanto invece con un continuo cercare la messa in crisi del Governo, il vero obiettivo perseguito in questa situazione. Al netto delle incertezze, dei continui ripensamenti circa le misure da prendere da parte del governo e delle suddette tensioni nella maggioranza, c’è da dire che il panorama politico italiano non è per nulla incoraggiante; perché quando in una pandemia siffatta si cerca comunque un consenso elettorale prima ancora della “messa in sicurezza” del Paese di fronte al diffondersi del virus (mostrando di trascurarne le misure preventive) vuol dire che per l’Italia ci vorrebbe davvero un “recovery plan” delle forze politiche…
Buon Natale a tutti!!
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-29760462899162258652020-11-22T20:25:00.002+01:002020-11-22T20:25:29.217+01:00OSSERVATORIO SPECIALE PANDEMIA<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-nWDT_lZoJNlKDjm1KRbJN5ShhhLZBRyy6HNKe6Kr3FR7ZPKKllrPyFY6Ekfc0wMQpKFYmYUqqpTqVvREEl1aon92k1ONUtEaHxpGw1OYARRPl12zBYpoxM08byPlCyQP3srGR6ADBYA/s620/osservatorio.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="400" data-original-width="620" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-nWDT_lZoJNlKDjm1KRbJN5ShhhLZBRyy6HNKe6Kr3FR7ZPKKllrPyFY6Ekfc0wMQpKFYmYUqqpTqVvREEl1aon92k1ONUtEaHxpGw1OYARRPl12zBYpoxM08byPlCyQP3srGR6ADBYA/s320/osservatorio.jpg"/></a></div>
L’Italia multicolore, frutto della diffusione virale a livello regionale, ci richiama tutti indistintamente alla responsabilità dei comportamenti, che la prospettiva imminente dei vaccini (e degli anticorpi monoclonali) dovrebbe rendere più motivata e positiva. Non sappiamo ancora quando se ne potrà usufruire (probabilmente da gennaio), anche se sarà ovvio che i primi destinatari saranno il Personale Sanitario insieme, credo, alle forze dell’ordine ed agli anziani. E’ giusto ribadire che l’arrivo del vaccino non significherà automaticamente la fine della pandemia, e quindi un rilassamento dei comportamenti, ma certamente darà pian piano progressivo respiro all’economia ed alle nostre attività. Le difficoltà attuali nel controllo della diffusione del coronavirus sono dovute all’impossibilità ormai del tracciamento dei contatti (contact tracing) per l’incremento esponenziale dei contagi; restano peraltro assai comprensibili i problemi di tanti genitori di fronte alle frequenti tipiche manifestazioni da raffreddamento dei loro bambini, per i quali i protocolli anti-pandemia richiedono tamponi negativi per un possibile rientro a scuola. Si spera che presto potrà essere disponibile il tampone salivare, da fare anche a domicilio, messo a punto da quattro ricercatrici dell’università di Milano, che richiede certo il successivo trasporto presso un laboratorio accreditato, ma in grado di fornire risposta in meno di 24 ore. Insomma, se oggi dobbiam fare dei sacrifici (probabilmente anche per il Natale, sicuramente diverso dai “soliti”), il domani ci appare meno buio. Resta pertanto del tutto appropriato e condivisibile l’intervento odierno (17/11) del Presidente della Repubblica al convegno on line dell’ANCI, richiamando come ha fatto tutte le figure istituzionali, a partire dai Sindaci, a remare concordi nella stessa direzione, evitando basse polemiche di parte, perché la pandemia è questione seria ed ha bisogno anche di un quadro politico maturo e credibile, pur nella diversità dei ruoli.
M5S ed il suo…Travaglio
Pensare che gli Stati Generali, testè celebrati, potessero definire fin da subito l’immagine nuova del Movimento era piuttosto ottimistico; qualcosa certamente si muove (il rapporto con la Casaleggio Associati ad esempio), ma si è ancora a livello di belle intenzioni, di slogan più calibrati, espressione sempre di quell’ humus da cui provengono, e soprattutto di rifiuto a sottoporsi ad autocritica (come pure qualche delegato ha sottolineato) che avrebbe dovuto rendere ragione della costante emorragia dei consensi, indice della perdita di credibilità da parte dell’elettorato. Ma vorrei far notare, se mi si permette, l’ipocrisia che accompagna i commenti di alcuni dei protagonisti della kermesse pentastellata. Di Maio, tanto per cambiare, ha detto, a beneficio degli iscritti alla piattaforma, che il mantenimento del limite ai 2 mandati è sacrosanto, quando è evidente da tempo che le sue mire sono opposte; figuriamoci se lui ha intenzione davvero di uscire un giorno dalla politica, non solo per comprensibili motivi economici, ma anche perché ambizioso com’è non rinuncerebbe mai a diventare l’ago della bilancia in Parlamento, aspirando anche alla Presidenza della Repubblica (magari nel 2029). D’altra parte, a 2 anni dalle prossime elezioni nazionali, cosa gli costa fare affermazioni del genere? Nulla. Bisognerà sentire cosa dirà nell’approssimarsi di quella scadenza invece…! Poco fa l’Ansa ha riportato una sua dichiarazione nella quale ha ribadito che “…non esistono cose di destra o di sinistra. Esiste il Paese e dunque misure giuste o sbagliate, in relazione agli interessi e alle esigenze dei cittadini. Ad esempio il lavoro, il fisco, la sicurezza e i flussi migratori, i diritti”. E a seguire un invito a tenere in alto i cuori, ricordando di essere la forza più numerosa in Parlamento. E’, come si vede, l’espressione del grillismo allo stato puro. Invece esistono cose di destra e di sinistra, caro Di Maio; dipende da come si leggono i fatti e come si cerca di risolvere i problemi, e non è differenza da poco (e il Pd al riguardo deve dare sempre segnali inequivoci nelle sue scelte politiche; far capire sempre da che parte sta)!..Ma è questa ambiguità che costituisce il DNA dei Cinquestelle, per i quali i problemi vanno affrontati o meno in quanto “funzionali” alla causa del consenso (l’immigrazione ad esempio o l’anti-europeismo iniziale, quando pensavano fosse più “utile” per loro cavalcare il risentimento di tanti verso l’Unione, al punto da portarli a sostenere i Gilet Gialli, mentre oggi parlano di sintonia a Strasburgo coi macroniani!!). Dall’altra parte troviamo Di Battista che ha smorzato un pò i suoi toni, ma ha posto 6 condizioni per impegnarsi attivamente nel Movimento. In particolare ne voglio sottolineare tre: la revoca della concessione di Autostrade ai Benetton, una presa di posizione chiara sul tema dei conflitti di interesse e l’istituzione di una commissione di garanzia cui parteciperanno iscritti e portavoce, ma non membri di governo, che scriva regole chiare e trasparenti su tutte le nomine in tutti i ministeri e le partecipate di Stato. Premesso che sono problemi interni loro, pure qualche considerazione và fatta. 1) I Benetton: lungi da me l’idea di prenderne le difese, ma “Dibba” ignora (o finge di ignorare) che se lo Stato ha tutto il diritto di revocare la concessione di un proprio bene è altrettanto vero che atti del genere hanno costi esosi (quindi per la comunità), tanto più che c’è una Magistratura che sta indagando e che stabilirà i livelli di responsabilità penali e relative adeguate conseguenze. Ci sono sempre però l’istinto dello scalpo da esibire, tipico della logica pentastellata, e l’immagine dei giustizieri venuti a purificare la politica a venir fuori in posizioni del genere. 2-3) Conflitti di interesse e norme circa le nomine (che vanno a braccetto): al Paese certo manca da tempo una seria legge al riguardo, anche per responsabilità della sinistra. Ma se è strano che Dibba non abbia detto una parola sulla recente norma governativa che protegge Mediaset dalla scalata di Vivendi, lo è ancor più che proprio lui, sempre particolarmente attento al problema, abbia improvvisamente taciuto (dopo essersi scagliato poco prima contro la conferma di De Scalzi quale a.d. all’ENI) sulla nomina di Lucia Calvosa alla presidenza del medesimo Ente! Lucia Calvosa è professoressa ordinaria di diritto commerciale all’università di Pisa; ha ricoperto e ricopre vari incarichi quali consigliera indipendente di TIM e altrettanto al MPS. Persona sicuramente capace, di valore e di spessore, che siede (o sedeva credo) anche nel board de “Il Fatto Quotidiano” (non c’è ombra di conflitto d’interessi in questo caso?), il cui direttore è Travaglio, lo stesso che ha finanziato i viaggi di Dibba, consentendogli di saltare una legislatura (quella in corso, in modo da rientrare nella prossima da capo politico, fidando nell’applicazione del limite ai mandati parlamentari) e garantendogli comunque introiti consistenti, mancandogli gli stipendi da parlamentare...L’istituzione poi di un comitato di controllo sulle nomine, al di fuori dal perimetro dei ministri e sottosegretari, sembra più che altro un attacco indiretto a Di Maio, il quale, per garantirsi un ruolo di rilievo nel caso di una imprevista uscita dalla politica (non si sa mai nella vita, con la storia del doppio mandato!), ha nominato da tempo 70 fedelissimi ai vertici di società partecipate e consorziate, come ricordava qualche mese fa L’Espresso, magari con l’obiettivo di ritrovarsi alla guida o nei consigli di amministrazione di qualche azienda statale..Insomma, un clima ovattato ma da guerriglia strisciante. I nostri principali alleati di governo certamente vorranno portare avanti la Legislatura, anche ingoiando il sostegno di Berlusconi se fosse necessario. Ma restano in piedi tutti le questioni laceranti per un Movimento che comincia a “parlare” il linguaggio dei partiti, contro cui si erano sempre scagliati, dichiarando però soddisfatti che “stanno crescendo”!
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-69858005760143617452020-11-15T22:01:00.000+01:002020-11-15T22:01:01.604+01:00OSSERVATORIO NOVEMBRE 2020<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrTmio9bouhuB0REMMe0wcl6s-qrLT5dur_DsjYkbDnM-rmICh1mAl4kU_rMl-h-qzRiMezoFzDm6dJ6ukyXdtTAYhyphenhyphenBA_SNW2dLRyOaDsbKSXcB_gQ7Biy025oSxCojYszjLqd4tl5sk/s620/osservatorio.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="400" data-original-width="620" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrTmio9bouhuB0REMMe0wcl6s-qrLT5dur_DsjYkbDnM-rmICh1mAl4kU_rMl-h-qzRiMezoFzDm6dJ6ukyXdtTAYhyphenhyphenBA_SNW2dLRyOaDsbKSXcB_gQ7Biy025oSxCojYszjLqd4tl5sk/s320/osservatorio.jpg"/></a></div>
L’OSSERVATORIO (7/11/2020)
Mentre scrivo arriva la notizia ufficiale della vittoria di Joe Biden alla Presidenza degli States, dopo l’esito dello scrutinio in Arizona, Pennsylvania e Georgia, avendo raggiunto la fatidica quota di 270 Grandi Elettori, superata poi nettamente; ma è evidente che gli USA sono spaccati a metà e che Trump, che non vuole accettare la sconfitta, asserragliandosi nella Casa Bianca dopo aver aizzato manifestazioni di piazza in varie città a difesa del “voto legale” (come se quello per posta, da sempre permesso ed utilizzato dagli elettori, tanto più ora in tempi di Covid, non lo sia) ed agitando lo spettro di brogli, sta giocando alla destabilizzazione. Sul voto americano bisognerà comunque fare qualche riflessione, in quanto non c’è stata l’ “onda blu” (negli USA gli stati ad appannaggio dei “democrat” sono indicati col blu, quelli dei repubblicani col rosso) prevista dai sondaggi ed il “trumpismo”, quella commistione cioè di nazionalismo economico fin quasi al protezionismo, suprematismo bianco, identitarismo, che ha portato alla costruzione di un muro lungo il confine col Messico, è tuttora vivo e vegeto, anche se temporaneamente sconfitto. Tutto ciò non porrà solo problemi a Biden, che avrà il compito di pacificare una nazione estesa come gli Stati Uniti, ma anche alle democrazie europee che, per quanto rinfrancate dal cambio di gestione politica d’oltreoceano per il conseguente ridimensionamento dei sovranisti, privati come sono della decisiva sponda di Trump, si troveranno però ad affrontarne la rivalsa perchè i vari Salvini, Orban, Kaczynski tenteranno ormai il tutto per tutto per rialzare la testa. Non è un caso al riguardo che il succitato leader leghista sia stato l’unico in Italia a sposare la linea dei brogli elettorali, durante lo spoglio delle schede ancora in corso! E’ che nella logica di certa destra il “machismo” in politica (l’uomo tutto d’un pezzo che sa parlare alla pancia del Paese e che pensa di piacere alle donne) non può tollerare la sconfitta; il capo può essere ferito, ma non può morire (politicamente s’intende). Certo, nel caso di Trump pare entrino anche altre motivazioni (debiti consistenti, se ho ben compreso, verso lo Stato) che per essere silenziate ed emendate hanno bisogno del controllo diretto del Potere, ma che possono giustificare da par suo questi comportamenti così divisivi, come pure qualche esponente repubblicano comincia timidamente a dirgli. Sembra di ritrovarsi per certi versi davanti ad un film già visto in Italia: un imprenditore miliardario indebitato scende nell’agone della politica dopo aver perso i suoi referenti politici (Dc e Psi), diventa capo del governo e quando si accorge che il proprio consenso, creato anche con la potenza di fuoco di un impero televisivo, sta rischiando di venir meno (come nel 2005-06) cambia in corsa le regole del gioco alla soglia delle elezioni politiche (donde il Porcellum), senza coinvolgimento dell’opposizione, al solo scopo di non consentire la piena vittoria degli avversari. E quando questi son riusciti lo stesso a vincere per un soffio, ecco il richiamo a brogli elettorali! Senza fare del semplicismo di comodo è evidente però che soprattutto dalla destra c’è l’emergere di determinati personaggi, i quali fanno dell’adorazione della propria persona un puntello politico fondamentale. Vien da sé, come dicevo, che la sconfitta per costoro non è ammissibile, perché un capo idolatrato dalle folle non solo si ritiene per questo “legibus solutus”, comunque insofferente a leggi e norme, ma se perde è a causa di brogli elettorali o di un complotto internazionale (un mantra questo ripetuto per anni dal centrodestra per giustificare la crisi del governo Berlusconi nel 2011, che stava portando l’Italia sull’orlo dell’abisso economico).
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In Italia il salvinismo, come scrissi in precedenti Osservatori, rappresenta la “fase suprema del berlusconismo”, perfettamente in linea con la politica di Trump; la richiesta di pieni poteri fatta dalla spiaggia dell’ormai famoso Papeete non era altro che questo: la trasformazione di una democrazia parlamentare, dunque rappresentativa, in una da uomo solo al comando (una “democratura”, molto difficile peraltro negli States, anche in quanto confederazione di Stati), o se non altro in una democrazia “oligarchica”, nella quale il capo ed i suoi fedelissimi decidono, dando poi modo ai mezzi di informazione, ovviamente tutti controllati o quasi, di fornire notizie ben edulcorate alle folle plaudenti. Il primo passaggio (o assaggio) di ciò sarebbe stata la prossima elezione del Presidente della Repubblica, con la nomina di un probabile “portavoce” del Capitano (questo il disegno). Non so se uno scenario del genere si sarebbe davvero potuto verificare (o potrebbe mai verificarsi) in Italia; il governo Conte bis è nato anche per impedire una simile eventualità. La sconfitta di Trump sia chiaro non basta a raffreddare i propositi sovranisti, tant’è che ogni appuntamento elettorale (e nella primavera 2021 ci saranno le elezioni per i sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino…), attraverso toni sempre molto accesi favoriti anche da talk show televisivi sempre più a ruota libera, diventerà motivo per dare una spallata al premier. In questo contesto però la sinistra, ed in particolare il Pd, deve tornare a parlare con la gente; non vuol essere la solita frase teorica tante volte pronunciata, ma rimasta spesso lettera morta. Ovvio che non si sta chiedendo al partito di usare il linguaggio di Trump (e di Salvini), quanto invece di saper cogliere gli umori “dai territori” (o periferie se si vuole) ed offrire un proposta che miri alla saldatura tra i disagi di tanti, aggravati dalla pandemia, e la prospettiva di un’economia non solo “ verde” (l’ambiente è un’altra emergenza), ma anche equa che porti cioè ad una vera redistribuzione della ricchezza e che consenta il rilancio della scuola e dell’università, vale a dire la formazione e la valorizzazione delle capacità di ognuno. Perché non restino parole è necessario tornare davanti alle fabbriche, specie se in crisi, ed alle scuole, non per fare gli agitatori ma per presentare idee, fattive solidarietà, capacità di ascolto, apertura concreta al mondo giovanile. Fare poi dei nostri circoli luoghi e momenti di incontro anche per non iscritti, organizzando incontri su temi politici e sociali (ripenso ad esempio a quelli sul tema della Costituzione su iniziativa dell’allora Comitato dei Garanti cui il sottoscritto faceva parte insieme con Francesco Porcellana e all’ex senatore Giovanni Saracco), creando magari gruppi di studio allargati…Il Pd in generale deve diventare sempre più il riferimento di chi rischia di venire emarginato o travolto dalla crisi economica creata dalla pandemia; ma anche, a pandemia finita, dalle distorsioni di un sistema produttivo dominato dalla globalizzazione e di un welfare che sta andando in sofferenza.
Per quanto riguarda i nostri principali alleati di governo (i Cinquestelle) stavolta non spenderò troppe parole. Vivono un periodo di grande incertezza che probabilmente li porterà a scindersi. Ma il loro grande problema sta nella struttura verticistica ed assoluta che si son dati. Il gruppo europeo dei Verdi, cui i Pentastellati stan guardando con interesse per farne parte, hanno già posto infatti la questione Casaleggio e della sua piattaforma Rousseau che pone seri problemi circa la democrazia interna; ma rompere con il figlio del fondatore vuol dire disgregare il Movimento che diventerà così tutt’altra cosa. Se i grillini avranno la capacità di riflettere seriamente sul perché del loro continuo crollo di consensi (cosa per ora improponibile per loro) e se esamineranno seriamente che senso ha nel Movimento il concetto di trasparenza, non solo riguardo la gestione dei dati personali degli iscritti, ma le scelte concrete della politica, molto spesso ondivaghe (come ora sui “confini del mare”) e cambiate in corsa, allora è possibile per loro arrivare ad una sorta di “catarsi” diventando una forza spendibile all’interno di una precisa scelta di campo, altrimenti (come temo) faranno di tutto per non rompere dietro una unanimità di facciata; proprio come quei partiti cui pure dicono di non voler mai somigliare.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-69058183568988878522020-10-20T18:34:00.001+02:002020-10-20T18:34:31.649+02:00OSSERVATORIO OTTOBRE 2020<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjBUZjQiG_3GxjVh-CXHtu3CD-9t1S5Fiy5Z37MgcourJpw0S1DahjWJc1Ji30HNFd3yqRSoymEqHhPmsF6ljwBDTah5966q9cYo6e7elqTxnk-Ot_Xi6U59haVZDbDv4iP7AiwwnawMM/s620/osservatorio.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="400" data-original-width="620" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjBUZjQiG_3GxjVh-CXHtu3CD-9t1S5Fiy5Z37MgcourJpw0S1DahjWJc1Ji30HNFd3yqRSoymEqHhPmsF6ljwBDTah5966q9cYo6e7elqTxnk-Ot_Xi6U59haVZDbDv4iP7AiwwnawMM/s320/osservatorio.jpg"/></a></div>
L'OSSERVATORIO (ottobre 2020).
Su questa ripresa pandemica che rischia di mettere in ginocchio il Paese vanno fatte alcune considerazioni, perchè se è vero che il governo ha le sue responsabilità lo è altrettanto che l'opposizione ne ha di proprie. E questo non per un senso di spartizione salomonica quanto per il motivo che, come si vede, una pertinace resistenza ad adottare appieno le misure preventive raccomandate ha trovato da tempo, e trova tuttora, un humus ed una giustificazione soprattutto nell'area politico-culturale del centrodestra. Già dall'inizio dell'estate infatti il prof. Zangrillo (il medico di Berlusconi) aveva iniziato a parlare di un rallentamento della pandemia, di un indebolimento del virus, quasi a dare una copertura “scientifica” a quell'insofferenza verso alcune restrizioni ancora in vigore che diversi esponenti del centrodestra andavano manifestando quotidianamente. Si è arrivati al dunque, anche fra gli “esperti”, a dividersi non certo sul piano scientifico, vale a dire sul virus, le sue caratteristiche, la diagnosi e la terapia, quanto sulle “quantità” e “qualità” delle misure di prevenzione, in primis la mascherina e l'interpretazione dei numeri del contagio. Tenere la mascherina è ormai diventato “di sinistra”, non metterla di “destra”; dire che il virus si è attenuato (non è vero) è dell' “opposizione”, che si stia scivolando verso mini lockdown per l'irresponsabilità di tanti è invece “governativo”. La politica da tempo in Italia si è trasformata in scontro tra tifoserie da stadio, con insulti, urla, delegittimazioni reciproche che trovano nei social un terreno quanto mai fertile, frutto malato del personalismo esasperato e della perdita di significato di parole quali “destra” e “sinistra”, per cui tutto spesso viene messo in un calderone indistinto dove vince chi la spara più forte, assumendo toni da condottiero, finalmente arrivato per sistemare le cose. Per guardare però al merito dei problemi che la pandemia sta creando, và detto che dal maggio scorso, appena usciti dal lockdown totale, ad oggi sono soprattutto due i problemi principali: il mancato potenziamento della medicina del territorio e la questione della scuola (e dei trasporti). Certo, esiste ancora il grave problema del mondo dello spettacolo (teatri, cinema..) e del turismo (che coinvolge i settori del commercio e dell'artigianato); d'altra parte, vien da dire, se ci troviamo con una pandemia da virus a trasmissione respiratoria (diverso ad esempio dall'Hiv), che pertanto richiede un distanziamento “fisico”, una protezione delle vie respiratorie ed una continua disinfezione delle mani, cosa possiamo farci? E anche chi si lamenta, quale soluzioni propone? In attesa di un vaccino e/o degli anticorpi monoclonali però le lunghe file ai “drive in” non sono certo una bella cosa; ma se i fondi del Mes non possono essere utilizzati, come Conte ha ribadito, in che modo finanziare la sanità? E' una delle “fisse” dei Cinquestelle, ormai sull'orlo di una crisi di nervi! Non so se dopo gli Stati Generali di novembre (se non saranno ulteriormente spostati in avanti) la parte filo-governativa del Movimento virerà sull'accettazione del Mes, ma se ciò accadesse vorrà dire che si sarà spaccato. In questo momento i Pentastellati sembrano trovare un accordo solo sul sostegno alla ministra Azzolina, cui pure certe lentezze ed indecisioni vanno ascritte. Certo, bisognava riaprire la scuola dopo 6 mesi di lockdown, con tutti i problemi creati anche in termini di apprendimento degli studenti, ma continuano a persistere, nonostante i proclami, le molte cattedre non ancora occupate, l'arredamento delle classi (i famosi banchi monoposto a rotelle), il problema del “sostegno”, tanto per citarne qualcuno. Sul tema dei trasporti poi bisogna poter distinguere quali responsabilità delle Regioni e quali dello stato centrale. A chi spettava ad esempio chiedere l'utilizzo di autobus privati per decongestionare i servizi pubblici, specie nelle ore di punta, per scuole ed uffici? Certo, le Regioni hanno tutte o quasi problemi di bilancio, per cui anche il potenziamento in termini di mezzi e di personale sarebbe per tante al fuori delle possibilità. Ma non lo si sapeva già da marzo-aprile? E comunque, sin dall'inizio della pandemia, lo scontro Stato-Regioni è stato un evidente problema istituzionale, spesso ridotto a reciproco scaricabarile, fra lo sconcerto di tanti. Ricordiamo tutti la questione delle mascherine e dei camici, quella dei tamponi, con evidenti disparità tra regioni e regioni..Si è presa coscienza dell'urgenza di una revisione ed un ridisegno delle competenze tra centro e periferia? E il Pd che ha da dire? E più in generale qual è il livello di consapevolezza al riguardo da parte delle forze politiche?
Circa le tensioni presenti nel Movimento non si prevede nulla di buono, ammenocchè tutto non si concluderà “a tarallucci e vino”, nel senso che tutto si limiterà a dire, adeguatamente pompato dai tg, che ci sono sì posizioni divergenti, come in tutti i partiti, ma che esiste una sostanziale unità sui temi fondanti. Del resto, chi si assumerebbe la responsabilità di una rottura definitiva, le cui premesse ahiloro ci sono tutte? Di Battista? Per trovarsi con un manipolo di irriducibili? Di Maio? Ma non scherziamo! Giggino, che sprizza astuzia ed ambizione smodata da tutti i pori, ha trovato nella politica, come altri in Parlamento peraltro, la gallina dalle uova d'oro e non ha certo l'intenzione di uscirne. Lui vuole diventare il nuovo Richelieu (o il nuovo Andreotti, che però aveva ben altre visioni) della politica (qualcuno ipotizza che aspiri alla Presidenza della Repubblica), ponendosi al centro degli schieramenti, in modo da essere l'ago della bilancia per la formazione di ogni governo. Per far questo ha bisogno di un Movimento numericamente forte e coeso, per cui l'obiettivo immediato è isolare Di Battista e Casaleggio (che hanno il “torto” di insistere con la scadenza del doppio mandato!), chiedendo a quest'ultimo di poter gestire finalmente gestire i soldi del Movimento (la politica costa), finora gelosamente custoditi dal figlio di Gianroberto, indebolendolo di fatto. Ai fini della stabilità dell'attuale governo, la cui eventuale crisi coinvolgerebbe un Pd sicuramente più rinfrancato, ma comunque inevitabilmente esposto alla bufera politica conseguente, una crisi radicale dei Pentastellati non potrà non avere una pesante ricaduta negativa; ma fino a che punto si potrà tollerare un no al Mes, una politica estera ondivaga e assai poco incisiva, o ancora la voglia di rimarcare sui territori una “alterità” dagli altri partiti (come la candidatura della Raggi a Roma potrebbe far deflagrare) per non farsi omologare in uno schieramento, peraltro mai amato, il tutto solo per non irritarli? Per il “bene” della politica italiana, che ha anche tanti altri problemi, un chiarimento vero però tra i grillini si impone, che non potrà che portare ad una loro scissione. Non so, temo che si continuerà per un po' a galleggiare, e Conte per primo..Staremo a vedere.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-43854773223243368572020-08-26T19:25:00.000+02:002020-08-26T19:25:00.473+02:00INCONTRO PER APPROFONDIRE IL QUESITO REFERENDARIO<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUG7o02Oy4F08rh3x1uHbt96jc_h8M7Oy36eAg5qRbpcpH-0brUnz9O8VmFANJaptIkqKx7xMTyn3sOqHxzmYXUxYhWGWoaIIfBNDwBMF11-OecL1EJxxNWmbvpomreS1RbwAr0HVNfGY/s225/pdasti.png" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="225" data-original-width="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUG7o02Oy4F08rh3x1uHbt96jc_h8M7Oy36eAg5qRbpcpH-0brUnz9O8VmFANJaptIkqKx7xMTyn3sOqHxzmYXUxYhWGWoaIIfBNDwBMF11-OecL1EJxxNWmbvpomreS1RbwAr0HVNfGY/s320/pdasti.png"/></a></div>
🌈🔝Votare SI o NO?
🔴Un incontro per approfondire il quesito costituzionale su cui i cittadini saranno chiamati a esprimersi con il voto del 20 e 21 settembre.
Cosa comporterà il taglio dei parlamentari? 🔴Cambierà gli equilibri tra gli elettori e i loro rappresentanti?
E come bilanciare questa modifica con una nuova legge elettorale?
🔴Ne parleremo sabato 5 settembre alle 10 nel cortile del Circolo Way Assauto in Corso Pietro Chiesa 20 ad Asti insieme ad
❌Anna Mastromarino, docente di Diritto Pubblico all'Università di Torino, e
❌Paolo Furia, segretario PD Piemonte.
Invitiamo il pubblico a mantenere le distanze minime di sicurezza e a presentarsi indossando la mascherina.La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-41451015618781381222020-08-26T19:22:00.001+02:002020-08-26T19:22:34.293+02:00OSSERVATORIO LUGLIO 2020<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s620/osservatorio-780028.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="400" data-original-width="620" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s320/osservatorio-780028.jpg"/></a></div>
L'OSSERVATORIO (7/7/2020)
La notizia riportata giorni fa dal quotidiano “Il Giornale” circa l'ipotesi di Di Maio premier al posto di Conte (forse non solo una boutade), per consentire ai “5 Stelle” di compattarsi attorno al governo, prima che ridere ha fatto pensare alle difficoltà attuali dell'Esecutivo, condizionato sempre più dalla spaccatura in seno ai grillini, L'approvazione “salvo intese” (ma che vuol dire questa formula?) del “decreto Semplificazione” dovrebbe aver posto fine a tali illazioni; è davvero difficile credere che il Pd possa aver auspicato ed auspicare, anche quale “extrema ratio”, una soluzione del genere. Franceschini del resto ha recentemente ribadito che “Conte non è in discussione”. Il problema del Governo sta dunque nell'assoluta incertezza circa un possibile salto di qualità del Movimento nella sua azione politica e nel persistere della logica di “bandierine da piantare”, che sta provocando colpevoli ritardi in alcune decisioni fondamentali, prima fra tutti l'utilizzo del MES; a tal riguardo l'intervista a Repubblica del vice-presidente grillino del Parlamento europeo Castaldo ha mostrato una rigidità di pensiero senza alcuna revisione francamente incredibile, come se dell'Europa, sui temi economici, non vi sia mai da fidarsi. Resta il fatto che ogni importante questione (ILVA, Autostrade, Scuola..) diventa fonte di divisione dei Pentastellati, vittime dei loro stessi slogan e dell'incapacità di vedere la politica per quel che è (o dovrebbe essere), vale a dire il dover fare delle scelte nell'interesse generale, cercando se occorre un compromesso “alto”, il che sottende capacità di ascolto e messa in discussione di ogni posizione dogmatica. E' purtroppo vero però che il prezzo più alto della stasi dell'azione di governo lo pagherà il Pd; d'altra parte è difficile spingere come fà Zingaretti nel prendere decisioni, sapendo che l'Esecutivo può cadere il giorno dopo, per la fuoruscita di tanti grillini che farebbero mancare i numeri al Senato. Come se ne esce? Attendere settembre (ad elezioni regionali concluse, guardacaso...) per non scegliere ora il MES, magari a favore del Recovery Fund, può essere tardivo e deleterio per l'economia del Paese! Le contraddizioni del Movimento stanno arrivando al pettine: il non aver mai scelto se essere “di destra o di sinistra”, per poter prendere voti da tutti, contando sulla rabbia della gente verso la politica, sta producendo solo inazione e attaccamento al potere, e non sarà certo l'eventuale nomina di Di Battista a capo politico a placare le acque. I grillini devono capire che la scissione per quanto dolorosa sarà inevitabile perchè le differenze di visione tra loro sono profonde; del resto come mai tanti fuorusciti si sono trasferiti nella Lega? E quale legame può esserci stato tra costoro e persone come il presidente della Camera Fico (tanto per fare un esempio e per capirci)? Vien da sé che se il collante iniziale era appunto la rabbia delle gente, e dunque l'idea di un Movimento in grado di creare una sorta di palingenesi della politica, nel momento delle scelte concrete ognuno và dove politicamente “lo porta il cuore”: ecco perciò i fuorusciti, in maggioranza tornati a destra. E comunque i Cinquestelle devono dare risposte su tante questioni cruciali: rafforzamento della democrazia parlamentare (quindi anche il tema della rappresentanza, acuito dal prossimo referendum sul taglio dei parlamentari) o ancora il “mito” della democrazia diretta con un click, dove grazie a “poche centinaia di voti on line” ci si può ritrovare presidente della Camera o ministro? Quale politica estera, dallo scacchiere del Mediterraneo, con Turchi e Russi ad aver preso dominio, alla Cina, all'equidistanza tra Stati Uniti e Russia, dopo aver quivi cercato contatti con le varie piattaforme che pare abbiano avuto ruoli importanti nel condizionare le campagne elettorali di altri Paesi? E quale posizione sull'Europa, dopo essere passati dal “no” al “ni” (campagna elettorale del 2018) e poi al “si”, ma con la richiesta, una volta vinte le elezioni, di impeachment per Mattarella, reo di aver posto il veto alla nomina a ministro di Paolo Savona, fautore (pare) di un piano B per uscire dall'euro (quindi quel “sì” non era sincero)? E poi ancora: quali politiche del Lavoro, specie ora dopo il semi-fallimento (non sono io a dirlo) del reddito di cittadinanza e dei “navigator”? I grillini non si divideranno, non subito almeno; peraltro che rapporto ci sarà con la Casaleggio Associati se il Movimento si frantumasse in diversi rivoli? E poi: a qual titolo Davide Casaleggio ha appena incontrato il presidente del Consiglio? Come capo di un partito o come “sponsor” politico? Non esiste allora un conflitto di interessi (vero Di Battista?)? Una forza politica seria non può mai prescindere da un'autocritica su ciò che non si è realizzato e su ciò che l'elettorato non ha capito (finora non si è udita una sola parola al riguardo nei Cinquestelle!). Resta comprensibile allora la difficoltà del Pd ad accettare le contraddizioni del suo attuale principale partner di governo e i ricatti, pena la rottura dell'alleanza di governo, di un Movimento che non può, non sa o non vuole prendere decisioni su questioni importanti (ad esempio: la cancellazione dei decreti sicurezza che loro hanno sottoscritto nel precedente governo con Salvini), sia per non scoprirsi a destra, sia perchè l'incombenza di una divisione viene percepita immediatamente ogni volta che vengono toccati determinati temi. Voglio fare in conclusione alcune riflessioni sul tema referendario: io personalmente credo che voterò contro il taglio dei parlamentari; un tema del genere non può essere affrontato come una “punizione” da parte dei “giusti” chiamati dal popolo a perseguire i “ cattivi”. Perchè di questo si tratta; il tutto nasce appunto dall'idea, in buona parte ahimè comunque meritata, della politica come “cosa sporca” a prescindere, autoreferenziale, per cui meritevole di essere severamente castigata.
I Cinquestelle non ha mai pensato minimamente al problema del ridisegno dei collegi elettorali e del rischio di una riduzione della rappresentanza che penalizzerebbe le regioni più piccole. Il Pd nella prospettiva di un'alleanza col Movimento ha posto (e per questo ha sottoscritto l'accordo di governo) determinate condizioni che però sono lungi dall'essere realizzate. Questo referendum poi non avrà bisogno di quorum, per cui se anche andassero a votare 10 persone sarebbe valido, basta avere un voto in più degli altri! Proprio su misura dei Cinquestelle dunque che temevano l'astensionismo, ma ”dovevano” ad ogni costo vincerlo per segnare in modo indelebile, insieme al taglio dei vitalizi, la politica italiana e sventolarne lo scalpo ai propri elettori. Io voterò contro la riduzione dei parlamentari perchè un tema del genere, non nuovo peraltro, avrebbe meritato un confronto sereno e maturo sulla natura delle nostre istituzioni e quindi su come far crescere la qualità della nostra democrazia; anche il discorso sui risparmi e quindi sulle restituzioni ai cittadini (come amano dire i grillini come un mantra) regge solo come slogan accattivante. I risparmi sarebbero comunque minimi; ma allora, dato che sono così sensibili sul tema dei soldi, come mai nel precedente governo hanno avallato vergognosamente la dilazione ad 89 anni per la restituzione allo stato dei 49 milioni della Lega di Salvini? Non erano soldi per i cittadini quelli? O in nome del potere si accetta tutto? E Di Battista, “grillino, ma non stupido”, dov'era? Distratto dai reportage dal Centro America?...Capisco che sollevare ora una questione del genere da parte del Pd significherebbe la fine del governo Conte, ma a livello di base, di semplici cittadini, nelle discussioni di politica che si hanno con amici, colleghi, parenti, al bar, al lavoro, a casa, tale riferimento, anche per rinfrescare la memoria corta di tanta gente, andrebbe fatto. Il Pd però dovrebbe raccomandare ai Pentastellati di tenere comunque i toni bassi se dovessero vincere il referendum; non più piazzate o affacci dal balcone gridando “onestà, onestà”. Ma col calo dei consensi che stanno avendo, i grillini cercheranno di capitalizzare mediaticamente la faccenda, magari per coprire la loro probabile sconfitta alle Regionali, visto che al momento preferiscano andar da soli piuttosto che in alleanza col Pd; col ringraziamento di Salvini e Meloni...Chissà..con loro (per i Cinquestelle) un domani si vedrà!
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-13949098928381686822020-06-15T20:10:00.003+02:002020-06-15T20:10:43.445+02:00OSSERVATORIO GIUGNO 2020<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s1600/osservatorio-780028.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s320/osservatorio-780028.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO (7/6/2020)
Ce n'è di carne al fuoco nel quadro politico odierno! Dalle tensioni nella maggioranza, specie tra il Pd ed il premier, per la convocazione degli Stati Generali dell'Economia, fatta a quanto pare da Conte all'insaputa del titolare dello specifico dicastero (Gualtieri), alla persistente agitazione nel mondo pentastellato, acuita dalla paventata candidatura a capo politico di Di Battista; dalla scelta sul ricorso o meno al MES, in attesa del “bazooka” della Bce, rilanciato ulteriormente dalla Lagarde, e del Recovery Fund alla notizia dei circa 5000 esuberi dell'Ilva di Taranto, essendo venuti meno evidentemente gli accordi stipulati col governo da ArcelorMittal prima della pandemia, fino ad arrivare alle manifestazioni di piazza che la Destra italiana, in tutte le sue declinazioni, ha organizzato in chiave anti-governativa (e non solo) nel giro di pochi giorni.
Circa gli Stati Generali sull'Economia qualcuno ha ricordato il Re Luigi XVI che prese un'iniziativa del genere per curare i problemi della Francia dell'epoca, sfociati tre anni dopo però nella Rivoluzione con la presa della Bastiglia (1789); senza scomodare la storia c'è da dire che se l'idea in sé può essere condivisibile, il modo di averla proposta (senza un confronto coi partner di Governo) lascia diverse peplessità. Perchè Conte ha agito così? Probabilmente il premier, che potrebbe candidarsi alle suppletive per il Senato nel collegio di Sassari, reso vacante dalla prematura scomparsa della pentastellata Vittoria Bogo Deledda (ed anche su questa ipotesi vi sarebbe qualche fibrillazione nel Pd), sta cercando di ritagliarsi sempre più un ruolo se non autonomo sicuramente più netto, più decisionista, consapevole che i contrasti tra Cinquestelle e Pd rischiano di arrivare ad un punto di non ritorno tale da impedire l'attività dell'Esecutivo, e proprio in un momento come l'attuale; poi perchè (chissà) potrebbe creare una lista personale che qualche sondaggio accredita ora intorno al 14%. D'altra parte, se “si appoggiasse” di più al Pd, a motivo di quella storia ed esperienza da cui proviene, verrebbe tacciato di opportunismo da coloro che lo proposero come Primo Ministro, aumentando quindi le tensioni all'interno della maggioranza che, ricordo, si basa sui numeri scaturiti dalle elezioni politiche del 2018. Pare comunque che, previsti inizialmente per lunedì 8 giugno, gli Stati Generali si terranno giovedì 11, in modo da presentarsi al tavolo dell'incontro con proposte meglio definite e circostanziate. Ciò che conta è che si prendano al più presto misure in grado di sostenere le attività economiche di coloro che la pandemia ha messo in ginocchio, da subito, senza aspettare settembre quando potrebbero partire numerosi licenziamenti, come si sa bloccati fino ad agosto. La rapidità nell' ottenere i fondi stanziati è fondamentale; certo è doveroso segnalare che anche agli autonomi (fatto storico) viene riconosciuta per la prima volta la Cig, ma ciò non basta, se poi il denaro non arriva ora! Al di là di tutto, il Pd deve essere protagonista di questa fase politica, per incisività e radicalità di proposte e capacità di portarle avanti. Apparire come partito europeista và benissimo, tanto più che le misure previste da Bce e Commissione stanno togliendo argomenti alla destra sovranista, specie a quella parte di essa che sogna ancora il ritorno alla lira, ma proprio per “storia ed esperienza” (il Pd) non può essere percepito distante dai ceti popolari più colpiti dalla crisi, già presente peraltro prima della pandemia, a partire dalle periferie. Non dovrà essere più il “partito delle Ztl”! Purtroppo il governo dà l'idea di scricchiolare sempre più a causa anche, come già detto, della balcanizzazione attuale dei Cinquestelle. A tal proposito nella recente intervista rilasciata all'Huffington Post Di Battista, il principale candidato alla direzione del Movimento, dopo gli apprezzamenti a Conte per la gestione della crisi sanitaria, ha dichiarato che “essendo grillino, non stupido” non mira alla caduta dell'Esecutivo, anzi ha auspicato per i Cinquestelle sulla base dei numeri in Parlamento una maggiore consistenza di posti di rilievo, considerando che al Pd son toccati i ministeri economici. Ma alla domanda su come considerasse la probabile fine del divieto alle candidature dopo due mandati, ha risposto “molto diplomaticamente”, di chiederlo agli altri non a lui che ne ha vissuto uno solo. Di Battista, con molta astuzia direi, fiutando il rischio di dover poi chiudere l'esperienza parlamentare se si fosse ricandidato nel 2018, ha “preferito” di girare il mondo grazie all'aiuto consistente di Marco Travaglio, direttore de “Il Fatto Quotidiano”, che ne ha finanziato i reportage prima dal Centro-America, poi dall'Iran. Quanto abbia avuto come riconoscimento economico non è dato da sapere, ma la redazione del quotidiano pare abbia avuto all'epoca un confronto molto franco col direttore, verosimilmente proprio sull'entità della cifra. D'altra parte Travaglio può ora vantare di aver ottenuto di fatto (non è cosa da poco ed è preoccupante a mio avviso) tramite interposta persona (Lucia Calvosa passata dal cda del quotidiano alla presidenza dell'ENI) un ruolo di rilievo dentro gli ingranaggi del governo, che nel frattempo ha confermato De Scalzi quale Amministratore Delegato, persona contro cui Di Battista ha combattuto perchè venisse rimosso (a motivo di un avviso di garanzia nel 2014) fino a poco fa; polemica rientrata infatti dopo la nomina della Calvosa! Fin qui potremo dire “tutto normale” (o quasi!), solo che l'anno di assenza di “Dibba” da Montecitorio lo pone adesso nella migliore posizione per guidare il Movimento, anche perchè una parte della base dura e pura non vedrà di buon occhio la fine del divieto del doppio mandato. Ed è qui che il discorso si fà opaco; è vero: anche loro hanno in programma gli Stati Generali, rimandati per la pandemia, dove ne definiranno il nuovo profilo (con relativi incarichi di vertice), ma qualcosa, pur se non detta, si intravede. Di Maio vuole tornare ad essere leader indiscusso ed in nome di ciò sta muovendosi in modo felpato ma molto mirato. Già detto dei 70 fedelissimi collocati in enti, società partecipate, banche; pare esista anche un disegno, che và dall'inizio del semestre bianco alla prossima legislatura nel 2023, per il quale si riconoscerebbe al Pd la scelta della candidatura alla presidenza della Repubblica, una volta terminato l'incarico di Mattarella, dato che i Cinquestelle per loro esplicita ammissione non hanno figure “adeguate” per quel ruolo, mentre Di Maio, in cambio, diventerebbe Presidente del Consiglio (o tutt'al più vice-Presidente). In tal modo chiunque sarà il capo politico dei grillini dovrà tenerne conto e sarà davvero interessante vedere Di Battista come vivrà il suo incarico (ammesso che lo avrà davvero), lui movimentista doc, alle prese con un gruppo parlamentare verosimilmente “governativo” ed ormai “casta” a tutti gli effetti! Di Maio non ha mai amato questa alleanza col Pd, ma oggi con la pandemia ed i suoi effetti capisce che Conte può durare fino al termine della legislatura; difficile per Giggino pensare a quel punto ad un riavvicinamento a Salvini (iniziale obiettivo) per cui, amando molto il “potere”, prova a disegnare sin d'ora una prospettiva per arrivare a patti col Pd. Ma al di là di ogni cosa quel che manca a Di Battista, come a Di Maio e agli altri, è la capacità di autocritica: che vuol dire oggi, dopo una legislatura di governo, essere “grillino”? E perchè Di Battista, sempre in quell'intervista sopra citata, accennando alle sconfitte elettorali in serie, dopo il trionfo del 2018, non ha avanzato un'ipotesi di spiegazione che sia una? Sì, certo, parlerà probabilmente durante i prossimi stati generali pentastellati, ma per come si sta collocando (molto vicino a Paragone, ex-leghista non lontano da Salvini) e per come viene visto da tanti parlamentari, che apertamente dissentono dai suoi toni e modi, quali prospettive darebbe al Movimento se non il ritorno agli slogan ed alle parole d'ordine con cui sono arriavti al 32%? E quale sarà il rapporto con la Casaleggio Associati, lui che parla sempre di lotta ai conflitti d'interesse? Non è cosa tutto ciò che non riguardi molto il Pd! Non solo per le fibrillazioni pentastellate che fan traballare il governo, ma anche perchè è possibile che il Movimento si spacchi davvero. Qui si dovrebbe aprire allora una riflessione sul sistema elettorale (un po' troppo messa da parte) perchè se i voti che Salvini sta perdendo (secondo i sondaggi) vanno in grossa parte alla Meloni si rimane sempre in ambito del centrodestra; ma se il Pd, dato intorno al 21-22%, non riesce ad ampliare la sua base elettorale con chi mai potrà governare? Tra I.V. e il movimento di Calenda se n'è andato dal partito un 4-5%, mentre LeU rimane sul 3-3.5% che sommato al 21-22% (in caso di ritorno dei transfughi) darebbe un 25-26%. Potremmo comunque dire che in Italia esiste complesivamente un'area di centrosinistra che si riconosce in quei partiti intorno al 30%, potenzialmente di più. E' vitale per il Pd allora recuperare parte di quell'elettorato che gli ha voltato le spalle per andare dai Cinquestelle (o nell'astensione); difficilmente coloro che dal Pd han votato Salvini possano “ri-entrare” a breve. Per questo, accanto ad un sistema elettorale in parte maggioritario, in parte proporzionale (il Mattarellum per intenderci: il proporzionale è inadeguato ormai!), ci vuole un'azione chiara ed inequivoca che identifichi il partito come il baluardo comunque degli interessi più “deboli”, che sappia proporre politiche serie per l'ambiente con l'obiettivo di incanalare il movimento nato intorno a Greta verso un convinto consenso, che sostenga lo stato sociale, che tuteli la sanità pubblica incrementando la qualità dei servizi, il numero degli operatori sanitari con remunerazioni adeguate; che rilanci la scuola pubblica, ridefinendo programmi scolastici (ancor oggi escono dai nostri Licei giovani che non hanno la benchè minima cognizione di come è organizzato lo Stato...e sono in età di voto!), riqualificando gli Insegnanti non solo sul piano stipendiale, rivedendo dunque l'impostazione aziendalistica (problema enorme che và però affrontato al più presto)...In un certo senso “togliere ossigeno alle posizioni politiche dei Cinquestelle”, smascherandone il populismo che spesso le sottende e le contraddizioni che al di là di roboanti proclami le innervano (pensiamo al fisco..ai condoni..alla Giustizia..alle Istituzioni: Parlamento sì Parlamento no...tanto per dirne qualcuna). Ma un partito così comincia ad essere tale dalla base, dai circoli locali, dalla capacità sui territori di essere inclusivi, la possibilità cioè di coinvolgere anche al di là degli schemi di stretta appartenenza tutti coloro che vogliono adoperarsi per progetto di ampio respiro..Si inizia a giocare una grossa partita; speriamo di non riscoprirci impreparati!
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-53787717364719837012020-05-18T21:27:00.003+02:002020-05-18T21:27:33.512+02:00OSSERVATORIO MAGGIO 2020<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoh0FhX2ULMBanZYsQvo9fxIpQCNJwClnnqFwtIUKnrgqL76B2gxpuE7lEengZqe18kFsvLRMrJFaxU_r4Seb8KXlPMtWHM_LNLvo2guBk-LnNKHuuAGl-MHs1hPb8HdNieW0dIxBHphM/s1600/osservatorio-750559.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoh0FhX2ULMBanZYsQvo9fxIpQCNJwClnnqFwtIUKnrgqL76B2gxpuE7lEengZqe18kFsvLRMrJFaxU_r4Seb8KXlPMtWHM_LNLvo2guBk-LnNKHuuAGl-MHs1hPb8HdNieW0dIxBHphM/s320/osservatorio-750559.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO (16/5/2020)
Le difficoltà in cui si dibatte il Governo, in questa II° fase della pandemia, confermano la sostanziale precarietà della maggioranza, acuita dalle impuntature dei 5Stelle, come si è visto per la questione della regolazione dei braccianti, i quali presi dalla logica che governare significhi “bandierine da piantare” stanno di fatto diventando i veri frenatori dell'azione di governo, già di per sé in difficoltà dopo l'allentamento del lockdown e i ritardi nell'erogazione dei finanziamenti ai lavoratori ed imprenditori in grave difficoltà. Il varo del Decreto Rilancio (già Decreto Aprile) è stata la dimostrazione lampante delle lacerazioni che tagliano in più parti i Cinquestelle, attirati ora dall'odore “del sangue” del calo dei consensi della Lega e quindi dal desiderio di recuperare parte di quell'elettorato orfano di Salvini, convinti che il tornare alle loro radici (vale a dire al populismo “un po' di destra un po' di sinistra”) sia produttivo in termini elettorali, sicuramente però non in termini di efficienza governativa. E' il nostro partito a rischiare di più se l'azione dell'Esecutivo dovesse imballarsi, come pure certi segnali al momento fanno temere! D'altra parte il prossimo appuntamento delle Regionali, tra settembre e novembre, è prospettiva ghiottissima per un regolamento di conti elettorale, dopo il test dell'Emilia -Romagna, e nessuno dei contendenti politici intende rinunciare alla propria identità. Pensare che i grillini si “convertano” ad un'alleanza di Governo (non ad un contratto), andando al di là delle proprie visioni settoriali, è pura speranza; magari ci saranno ammorbidimenti nei toni, ma loro sono troppo divisi al loro interno. Di Maio si è dimesso da capo politico, ma di fatto esercita lo stesso la sua leadership ed è sicuramente teso a rioccupare il suo ruolo, soffrendo però al momento il credito politico acquistato da Conte. D'altra parte le giravolte di Giggino ormai sono ben note, per cui il passare dal “sì” alla regolarizzazione dei migranti al successivo “no” del giorno dopo, per bocca del capo provvisorio Crimi (“dimaiano” dalla testa ai piedi), non costituisce problema alcuno, anzi può essere utile a suo avviso a far guadagnare consensi. Ora che le restrizioni imposte dalla pandemia si stanno un poco allentando ed è stato approvato il Decreto Rilancio, emergeranno tutte le spaccature che già si stavano delineando prima del lockdown. Esiste un'ala governativa, una “fichiana” (che ha criticato la continua altalena sui decreto per i migranti), comunque aperta al governo col pd, i “dimaiani” che sognano il ritorno con Salvini da posizioni di forza e la parte movimentista di Di Battista e Paragone. Un coacervo di posizioni e soprattutto di personalismi cui manca il riferimento ad un leader, per ora piuttosto latitante (Beppe Grillo), che forse comincia a rendersi conto che il Movimento così come si sta configurando non avrà vita lunga e probabilmente si frantumerà in diversi rivoli. Anche il ruolo di Casaleggio comincia ad essere messo in discussione; insomma un partito vicino allo sbando! Adesso c'è di mezzo anche la vicenda della Link Campus University (il cui presidente, o “rettore”, è Vincenzo Scotti, ex- pezzo da novanta della nomenclatura democristiana e per un certo tempo anche Ministro dell'Interno), fucina della classe dirigente (?) dei grillini, a causa di esami falsificati...Ovvio che il premier Conte, finora piuttosto accondiscendente verso coloro che pur lo hanno proposto Primo Ministro sin dal governo giallo-verde, cominci, almeno a parole, a mostrare una certa insofferenza verso il loro atteggiamento ondivago e, pressato al riguardo dalla componente piddina, abbia dichiarato che le decisioni, in caso di contrasti in sede di Consiglio dei Ministri, le prenderà lui in prima persona, scaricando nei fatti chi rema contro. Staremo a vedere; resta il fatto che l'azione di governo si sta inceppando ed in un momento come l'attuale la rapidità e l'incisività delle decisioni sono fondamentali. Si ipotizza un rimpasto, ma sarà sufficiente? Il M5S rimane comunque il più grande equivoco della politica italiana: il non essere “nè di destra né di sinistra”, come dichiaravano agli inizi della loro travolgente entrata nella scena parlamentare, ormai è un abito che non calza più; la politica è fatta di scelte strategiche, non di bandierine da piantare per sperare di prendere voti tra i tanti disillusi che sfogano la loro rabbia sul web. Oggi di fronte al crescere delle disuguaglianze e delle emarginazioni sociali, spesso coincidenti con “razziali”, l'essere “nè carne né pesce”, o se vogliamo “un po' qua, un po' là” non è più sufficiente! Ci saranno sicuramente altre tensioni nella maggioranza tra Mes, questione Bonafede, Rai (dove c'è stato, pare, un accordo sulle direzioni dei Tg)... Perchè ormai i Cinquestelle sono diventati una casta che si autoprotegge e si autoalimenta; Di Maio ad esempio, come ricorda L'Espresso, in pochi mesi ha sistemato una settantina di persone a lui vicine tra ministeri, banche, società partecipate, enti pubblici...Niente male per un (ex) capo politico di un movimento che ha fatto della lotta all'occupazione dei posti nella politica una bandiera! Ma a mio avviso il fatto vero è che, allo scadere della legislatura, a moltissimi tra i parlamentari grillini scadrà il doppio mandato, vale a dire che “dopo 2 legislature” devono lasciare il Parlamento, come da loro statuto. Ora, credo che nessuno scommetta un soldo sul fatto che gente come appunto Di Maio, Fico, la Taverna, Crimi, la Lezzi, Bonafede ed altri se ne torneranno davvero tranquillamente a casa, alle loro precedenti occupazioni, lasciando la politica... Inventeranno qualche gabola, magari ratificata dalla piattaforma Rousseau (vuoi mettere!), per eliminare questa norma; oppure, com'è più probabile, tanti di loro (Giggino in primis) si ricicleranno presso qualche ente di Stato o qualche consiglio di amministrazione... Altrimenti a che serve nominare 70 fedelissimi in tanti posti chiave? Questi sono oggi i nostri principali alleati di Governo! Per quanto riguarda il Pd è, come detto, il più esposto in caso di eventuali crisi di governo o di rallentamenti dell'azione riformatrice dell'Esecutivo. Fare il possibile per non consentire l'implosione dei Cinquestelle è sicuramente opportuno, ma non si può rischiare un appannamento complessivo dell'immagine del partito. Il ministro Gualtieri è certamente capace e competente (due virtù non sempre presenti in politica ultimamente), ma “non scalda i cuori“ anche quando spiega il piano da 55 miliardi per rilanciare l'economia. E' necessario che il Pd sappia prendere per mano il Paese, incoraggiarlo (non con pacche sulle spalle) con misure di ampio respiro, in previsione del fatto che questo stanziamento “monstre” è solo una prima parte buona per dare robusto ossigeno alle imprese, famiglie e lavoratori, ma che sarà necessario ridisegnare una nuova politica economica, sin da settembre, quando i 55 miliardi non basteranno più e dovrebbero essere disponibili (si spera) tutti i soldi del Mes (forse) e del recovery fund. E sarà sicuramente un bello scontro che si prevede quello tra il neo-presidente di Confindustria, il lombardo Bonomi, e i sindacati, Cgil in primis!..Questa è la missione del Pd: ridisegnare una nuova economia, green, considerando che diverse attività, piegate dalla pandemia, faranno fatica a riprendersi e chiuderanno. Vedremo.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-58127823698018328092020-05-15T18:44:00.002+02:002020-05-18T21:31:33.997+02:00PD: Costruiamo un'Italia giusta, semplice, competitiva<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH9sHqs0NW932GsbkYHkPiDZMGWVBsKXO5KZ2K9WBoqlxJdmrLcIrvHWakJP90UFSRqMqhnHyPCKHhom3TIm3lA2tHrPjGipDGhEtK7N_wLIvQuvWuNsUyf0jH7Za0D1wflgOUy9yt-ac/s1600/dlitalia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH9sHqs0NW932GsbkYHkPiDZMGWVBsKXO5KZ2K9WBoqlxJdmrLcIrvHWakJP90UFSRqMqhnHyPCKHhom3TIm3lA2tHrPjGipDGhEtK7N_wLIvQuvWuNsUyf0jH7Za0D1wflgOUy9yt-ac/s320/dlitalia.jpg" width="320" height="320" data-original-width="1600" data-original-height="1600" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-OgTattzBBjcz5LNoDwCPQrNc2XvurreB6MwYnkShJhkZIOe-HlBo9u67zdOWp8FSIYTQSTMQo5YWA0-7I0WnKP82-P49uk5AvRQfeZwSnoILE3v__kbqnIN3u2UNBdS77oiT_UiyUKE/s1600/dlrilancia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-OgTattzBBjcz5LNoDwCPQrNc2XvurreB6MwYnkShJhkZIOe-HlBo9u67zdOWp8FSIYTQSTMQo5YWA0-7I0WnKP82-P49uk5AvRQfeZwSnoILE3v__kbqnIN3u2UNBdS77oiT_UiyUKE/s320/dlrilancia.jpg" width="320" height="320" data-original-width="1600" data-original-height="1600" /></a></div>La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-523856916581366332020-05-06T18:18:00.001+02:002020-05-06T18:19:39.157+02:00Le Proposte del PD: Asti Rinasce<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCbV8PsqAnysIVzD1v40cLBZ-FcCY-s1n-IvwgoMfE27mEmKpQs0aNlu8VGclbz2DAQwUGbeNUL-xTAMA8z2GYQqV8RF69aWNj285mLJ8xWF4Dv2isxIWOzGS4F0_EI-dKAAAnppAtNHU/s1600/pdasti-775878.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCbV8PsqAnysIVzD1v40cLBZ-FcCY-s1n-IvwgoMfE27mEmKpQs0aNlu8VGclbz2DAQwUGbeNUL-xTAMA8z2GYQqV8RF69aWNj285mLJ8xWF4Dv2isxIWOzGS4F0_EI-dKAAAnppAtNHU/s320/pdasti-775878.png" width="320" height="320" data-original-width="225" data-original-height="225" /></a></div>
Piano “Asti-Rinasce” Le proposte del Partito Democratico per la ripartenza Asti e l’Astigiano stanno pagando un prezzo altissimo a causa dell’emergenza sanitaria, anzitutto di vite umane e di sofferenze soprattutto tra le fasce di popolazione più vulnerabili. Dovremo convivere con questa paura ancora a lungo, almeno fino a quando non verrà scoperto e diffuso il vaccino. Nel frattempo, abbiamo l’urgenza di fissare degli obiettivi e di avanzare idee che possano permettere di re-invitare il futuro di Asti e degli Astigiani. Con questo spirito, il Partito Democratico e il suo Gruppo in Consiglio Comunale di Asti fin dal manifestarsi dei primi casi di contagio da coronavirus, ha assunto un atteggiamento responsabile nei confronti dell’Amministrazione comunale, consapevoli che una tale emergenza deve essere affrontata senza alcun distinzione di parte politica tra maggioranza e minoranza, ma con spirito collaborativo. Il PD, in tale ottica, ha formulato proposte e idee per fronteggiare la prima fase del contagio, mettendole a disposizione del Sindaco e di tutta la cittadinanza, oltra ad essersi attivato con i propri rappresentanti in Parlamento e al Governo per avanzare proposte e modifiche ai vari decreti e atti normativi approvati in queste settimane. Ora sta per iniziare la FASE 2, quella della riapertura delle attività commerciali ed economiche, e il Gruppo consigliare del PD ha chiesto insistentemente al Sindaco di conoscere quali misure questa amministrazione ha e sta predisponendo per avviare tale fase, in quanto si ritiene urgente e doveroso che il Comune dia corpo da subito a progetti di investimento strategici e di pronta realizzazione e di immediato impatto sul tessuto economico per consentire una veloce ripresa di tutte le attività presenti sul territorio della città di Asti. In attesa di conoscere ancora l'elaborazione strategica dell’Amministrazione comunale a guida Rasero, il Partito Democratico ed il Gruppo Consiliare hanno avviato una serie di ulteriori approfondimenti partendo dalle precedenti proposte ed acquisendo i pareri e le impressioni di parte degli stakeholders astigiani. È emerso che: l’impatto negativo della pandemia sulle economie anche locali è ancora difficilmente quantificabile nella sua dimensione reale: a soffrirne di più saranno i sistemi ad alta incidenza turistica rispetto quelli a trazione industriale più convenzionale. “L’orizzonte della cosiddetta Fase 2 (graduale ripartenza) e di quelle successive si preannuncia inedito per il tessuto socioeconomico astigiano e per le sue imprese e aziende. Per questo occorre pensare a forme di sostegno e di accompagnamento alla ripresa economica fuori dai classici schemi, strettamente connesse alle modalità di riapertura dei pubblici esercizi imposte dalle norme governative, presumibilmente basate sul mantenimento del distanziamento fisico.
Sulla base delle suesposte considerazioni e riflessioni, il Gruppo consiliare e il Partito Democratico ritengono urgente un “cambio di passo”, capace di dare corpo sia a progetti di pronta realizzazione e di immediato impatto sia a progetti di investimento strategici. È dunque necessario che tutti gli attori economici, pubblici e privati, condividano una strategia, unendo risorse e obiettivi. Nessuno si salva da solo. Non esistono, tra gli amministratori pubblici di nessun livello, supereroi in grado, da soli, di “salvarci” da questa crisi. Per questo sarebbe quanto mai necessario che la nostra città si apra nuovamente alla costruzione di un Piano Strategico che individui i nuovi assi di sviluppo e le relative azioni per raggiungerli. Le proposte che qui formuliamo nel “Piano Asti-Rinasce” si dividono pertanto tra breve periodo (realizzabili entro 100 giorni) e di medio-lungo periodo (realizzabili nei mesi successivi, con maggior pianificazione).
Il Piano Asti-Rinasce si basa dunque su due pilastri:
INNOVAZIONE, perché occorre trovare risposte nuove a scenari inediti e CONDIVISIONE, perché gli enti locali devono agire in sinergia. Le proposte riguardano 7 campi d’intervento: • MOBILITÁ & SPAZI COMMERCIALI; • CULTURA, SPORT, MANIFESTAZIONI & TURISMO; • BAMBINI, GIOVANI & SCUOLA; • ANZIANI & TERZA ETA’; • TRIBUTI LOCALI, BUROCRAZIA & INNOVAZIONE; • OPERE PUBBLICHE; • RUOLO FONDAZIONE E ISTITUTI DI CREDITO. Chiaramente si tratta di proposte che devono integrarsi con quelle che il Governo e la Regione metterà in campo. Chi le paga? Molte di queste proposte sono “a costo zero” e non richiedono esborsi straordinari da parte della Pubblica amministrazione. Altre sono invece proposte “onerose” e il Partito Democratico propone anche possibili coperture economiche per la loro realizzazione. Ci auguriamo che Sindaco e Amministratori siano all’altezza della sfida. Le 7 proposte del Partito Democratico per la ripartenza MOBILITÁ & SPAZI COMMERCIALI Il trasporto pubblico è tra i settori che subirà, più di altri, le trasformazioni dettate dall’esigenza di contenere la trasmissione del virus. Sarà necessario cambiare modo di utilizzo e limitare il numero di persone che utilizzano i mezzi pubblici. Ma non si può dimenticare che Asti rimane tra i capoluoghi più inquinati d’Italia e che, proprio la presenza di polveri sottili e dell’inquinamento atmosferico, potrebbero essere uno dei fattori che ha favorito la pandemia.
Le nostre proposte nel breve periodo: • Asti “a passo d’uomo”: allargare la zona pedonale di almeno il 50% la superficie attuale, anche per incentivare il commercio astigiano e realizzare finalmente “il centro commerciale naturale” • Asti-pedala 1: agevolare accordi commerciali e misure amministrative con società private per attivare anche ad Asti servizi di bike sharing e di noleggio di monopattini elettrici. • Asti-pedala 2: realizzare –anche provvisoriamente- piste ciclabili esclusive in tutti i viali e corsi di accesso al centro cittadino, almeno fino a raggiungere, in sicurezza la zona pedonale. Aumentare rastrelliere e aree di parcheggio riservate per bici e monopattini. • Nuovo suolo pubblico: più spazio ai pubblici esercizi, dando ai clienti la possibilità di tornare agli incontri e all’utilizzo della città in totale sicurezza. Messa a disposizione, gratuitamente, di più metratura per occupazioni suolo pubblico in tutta la città, dal centro storico alle aree periferiche. Tale misura sarebbe certamente una importante opportunità di rilancio per le aree più conosciute (piazza San Secondo, piazza Alfieri, piazza della Cattedrale) e in generale per tutte le aree diffuse in corrispondenza dei locali e dei negozi di vicinato. Si potrà partire con sperimentazioni ampliando gli spazi per vetrine, negozi, passeggiate, anche rimodulando temporaneamente assi stradali. In definitiva, si tratta di una sorta di Tosap 2, completamente gratuita, a favore delle imprese e a beneficio di residenti e turisti, pensando altresì ad una esenzione totale dalla Tosap previa valutazione delle coperture finanziarie. Le nostre proposte nel lungo periodo: • Asti in bus: tra gli effetti collaterali della pandemia ci sarà quello di un minor utilizzo dei mezzi pubblici sia per le disposizioni relative al distanziamento sia per i comprensibili timori degli utenti per la propria sicurezza personale. Ciò non deve fare rallentare il programma di investimento nel rinnovamento del parco bus (rimodulato sulle nuove esigenze di sicurezza), utilizzando appieno le recenti risorse messe a disposizione dal Ministero dei Trasporti e già destinate al Comune di Asti. Siamo assolutamente convinti che i bus dovranno avere sempre più un ruolo di preminenza nei trasporti cittadini, e ciò richiede una costante programmazione nel tempo. CULTURA, SPORT, MANIFESTAZIONI & TURISMO Il settore cultura è stato tra quelli più in crescita, capace di attrarre ad Asti risorse e persone. Le mostre, le manifestazioni, la musica, il teatro non possono essere considerati un optional di cui la città può fare a meno. Le nostre proposte nel breve periodo: • Tavolo cultura & manifestazioni: la Commissione Cultura del Consiglio comunale si trasformi in un tavolo di confronto permanente che coinvolga gli operatori e le realtà che lavorano nel settore culturale, in modo da verificare la fattibilità in sicurezza delle manifestazioni dell’Estate-Autunno 2020 e fissarne il calendario nel giro di poche settimane. • Asti Teatro e Musica: Su Asti Teatro l’amministrazione comunale si impegni, se sarà possibile in base alle disposizioni in materia, a realizzare gli spettacoli in calendario in luoghi aperti garantendo il rispetto delle distanze e delle norme sanitarie. Qualora emergesse l’impossibilità di svolgere Asti Teatro, l’amministrazione si impegni a coprire totalmente o almeno in parte, gli impegni economici già presi con i lavoratori dello spettacolo, compagnie, organizzatori, maestranze e professionalità coinvolte dal festival, per venir incontro ad un settore particolarmente in difficoltà.
Non spegniamo la musica: l'amministrazione si attivi da subito, pur nei rigori dei dettati della legge, a valutare la realizzazione di rassegne in spazi all'aperto garantendo la massima sicurezza di pubblico, artisti e personale, combinando un sistema di ingresso a turni, posti disegnati a terra distanziati, la disponibilità per tutti di mascherine e gel igienizzanti per le mani. • Biblioteca all’aria aperta: si collochi una tensostruttura attrezzata (con tavoli, sedie, wifi) nel cortile della Biblioteca Astense “Giorgio Faletti”, che possa servire da sala studio e lettura, mantenendo il distanziamento sociale e ampliando gli spazi interni a disposizione degli utenti della biblioteca. • Cinema: raddoppiare gli spazi per proiezioni all’aperto di Cinema-Cinema, in accordo con gli esercenti delle sale cinematografiche astigiane, sfruttando giardini pubblici e cortili, anche nelle periferie. • Sport: consentire a palestre e società sportive di usufruire degli spazi verdi pubblici, concordando in cambio programmi di sport e attività ludiche gratuite aperte alla cittadinanza (e non solo agli iscritti e tesserati). Le nostre proposte nel lungo periodo: • Musei: Proporre a tutti gli Astigiani e i turisti, la tessera Asti-Musei al prezzo simbolico di 5 euro per tutto il 2021. • Welcome-Kit: proporre un’integrazione dell’offerta turistica a chiunque sceglierà l’Astigiano come meta delle sue vacanze o dei suo week end. Offerta di una visita guidata alla città oppure di una degustazione di prodotti tipici a tutti coloro che trascorreranno in città almeno una notte in una struttura alberghiera o Bed&Breakfast del territorio. Favorire un accordo tra albergatori e commercianti per proporre “carta sconto” per i turisti che facciano acquisti in città. BAMBINI, GIOVANI & SCUOLA I bambini e i ragazzi sono tra coloro che hanno più duramente subito le conseguenze del lockdown. Senza scuola, se non “virtuale”, lontani da nonni e amici. Il ritorno al lavoro dei genitori, essendo le scuole ancora chiuse, è un problema non secondario, purtroppo sottovalutato nella Fase 2. Ci preoccupa un aumento fenomeno della dispersione scolastica, che come sappiamo colpisce i giovani delle fasce più deboli della città. Le nostre proposte nel breve periodo: • Asti Open Space. Piano straordinario delle aree verdi: i parchi e gli spazi all’aperto saranno il luogo da cui “ricominciare” la vita sociale in sicurezza. Il comune attivi un “Piano straordinario delle aree verdi” che ripristini e aumenti le attrezzature delle aree gioco, ne garantisca la pulizia e il decoro, coinvolga i volontari per garantire la corretta fruizione e il rispetto degli spazi. È importante aumentare il numero di spazi a disposizione, per evitare assembramenti: occorre dunque verificare la possibilità di rendere accessibili i cortili delle scuole cittadine, trasformandoli per l’estate 2020, in “parchi di quartiere”, da utilizzare anche alla sera come luogo di esibizioni, piccoli concerti, spettacoli teatrali o proiezioni di film; • Free WI-Fi e “aule studio”: la scuola “online” ha purtroppo il difetto di “escludere” tutti coloro che non hanno connessione a internet efficienti o non hanno computer o tablet per accedervi. D’accordo con l’Ufficio scolastico provinciale, si faccia una ricognizione delle problematiche ricorrenti e si individuano spazi (biblioteche, sale di edifici pubblici) da
adattare, temporaneamente, a spazi per lo studio e la fruizione di lezioni online, fornendo connessione Wi-Fi gratuita e mettendo a disposizione computer e tablet. • Estate di volontariato: rilanciare programma di volontariato per tutti i giovani astigiani dai 14 ai 21 anni, proponendo loro di “mettersi al servizio della città” e delle associazioni di volontariato cittadine per svolgere attività di supporto nella fase 2 (ad es. consegna dei pasti a casa, animazione aree gioco). Ai giovani verrà riconosciuta la possibilità di fruire gratuitamente delle manifestazioni culturali della città. • Micro-nidi per l’estate: in accordo con realtà e associazioni che si occupano di animazione e servizi per l’infanzia e insieme ai servizi per l’infanzia comunali, attivare una proposta di micro-nidi estivi, adattando spazi pubblici e privati, rivolti principalmente alle famiglie di genitori lavoratori. Il servizio potrebbe essere pagato in parte con i bonus baby-sitting e bonus-nido messi a disposizione dal Governo. • Blocco rette di asili nido: Occorre confermare la sospensione del pagamento delle rette degli asili nido, finché i servizi non saranno pienamente ripresi. Le nostre proposte nel lungo periodo: • Una nuova scuola per gli Astigiani: Il coronavirus ha reso palese l’inadeguatezza dell’edilizia scolastica. E’ tempo che Asti investa sulla costruzione della “scuola del futuro”. Sfruttando o edifici già esistenti o pensando a nuovi insediamenti. Un grande complesso scolastico bello, sicuro, tecnologicamente avanzato. Un vero investimento sul futuro della nostra città, che possa diventare esempio virtuoso a livello nazionale ed europeo. ANZIANI e TERZA ETA’ Insieme ai bambini, gli anziani sono tra coloro che più hanno “subito” gli effetti del lock-down. La Città non può dimenticarsi di loro occupandosi dei loro bisogni non solo legati alla salute. Le nostre proposte nel breve periodo: • Centri anziani diffusi: così come dovranno essere pensati micro-nidi per i bambini durante l’estate, anche gli anziani dovranno avere luoghi di aggregazione e assistenza, nel pieno rispetto delle misure sanitare. In accordo con realtà e associazioni della Città, si rendano “diffusi” i centri-anziani, almeno uno per quartiere. Le nostre proposte nel lungo periodo: • Potenziamento dei servizi domiciliari: se la mobilità dovrà continuare a subire restrizioni è necessario che i “servizi” comunali si adattino a questa nuova realtà, integrando le risorse umane ed economiche che si occupano di assistenza domiciliare. TRIBUTI LOCALI, BUROCRAZIA E INNOVAZIONE Le modalità di supporto e sostegno più canoniche, quali ad esempio il prolungamento della sospensione del pagamento dei tributi principali oppure l’esonero per alcuni tributi (imposte che gravano sulle insegne, tassa di soggiorno per agevolare la ripresa dei flussi turistici), occorre pensare a nuovi strumenti e misure tributarie e fiscali.
Le nostre proposte nel breve periodo: • No tax area IMU: per i proprietari che concederanno ai conduttori una riduzione del canone di locazione dal 20% al 30%, modulata sulla percentuale di riduzione che verrà concessa. Detti provvedimenti potrebbero trovare la loro copertura finanziaria nel risparmio delle uscite derivante dall’impossibilità già, purtroppo, preannunciata di svolgere eventi e manifestazioni oppure dalle risorse che auspicabilmente saranno trasferite dallo Stato. • 5 per mille: Oggi più che mai, occorre avviare una campagna di informazione nei confronti dei cittadini, volta ad ottenere la destinazione del 5 per mille dei redditi indicati nelle dichiarazioni fiscali in favore dei servizi sociali del Comune di Asti. Necessita sensibilizzare la popolazione circa l’importanza di dette entrate che agevolerebbe il sostegno delle fasce più deboli della città incrementatesi sensibilmente a seguito della pandemia. L’entrata per il Comune derivante dalla scelta del 5 per mille da parte dei cittadini, altresì, consentirebbe al bilancio di liberare risorse per altre necessità. La Campagna di informazione potrebbe essere condotta congiuntamente alle associazioni astigiane che già si sono avvalsi della predetta misura fiscale, in modo da creare comunque, quale che sia la scelta, una ricaduta sul territorio comunale dalle risorse proveniente da questa opzione. • Asti Digitale: l’esigenza di digitalizzare il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione è diventata improcrastinabile. Asti aderisca alle APP disponibili per servizi digitali (tipo IO) ed attivi i servizi di pagamento on line per tutti i tributi comunali. Le nostre proposte nel lungo periodo: • Burocrazia-Zero: Interventi decisi per abbattere la burocrazia comunale anche, qualora occorrente, chiedendo l’intervento legislativo della Regione Piemonte. Dematerializzazione di tutte le procedure amministrative, implementazione servizi online. attraverso l’utilizzo delle piattaforme già disponibili per gli Enti locali. Previsione di un adeguato programma di formazione di dirigenti e funzionari ma anche di tutto il personale adibito a tali servizi. OPERE PUBBLICHE Le nostre proposte nel breve periodo: • Programma triennale opere pubbliche: accelerazione di tutte le procedure (progettuali ed amministrative) per consentire l’avvio immediato di tutte le opere contenute nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche. Le nostre proposte nel lungo periodo • Opere strategiche e CoronaBoc: La città ha una serie di nodi irrisolti da molti anni (ex caserma Colli di Felizzano ed area università, Casermone di via Scarampi, ex Enofila ed area ferrovie, ex Ospedale, Maternità). Crediamo che sia questa una grande occasione, per dare alla città un volto nuovo e dotarla di strutture moderne che ne facciano veramente un luogo attrattivo; pensiamo ad una vera cittadella Universitaria, alla scuola del futuro come indicato sopra e ad un centro congressi polifunzionale. Avviamo subito un lavoro propedeutico di dibattito e studio, aperto alla città ed alle sue rappresentanze, che può essere svolto subito senza necessità di finanziamenti. Prepariamoci bene ad un prevedibile post - epidemia che pensiamo sarà caratterizzato da forti investimenti statali in opere pubbliche, che tuttavia arriveranno solo se la Città avrà idee chiare da proporre. Valutiamo la possibilità di emettere
dei CoronaBOC per raccogliere risparmio degli astigiani, da destinare a una o più opere ritenute di particolare importanza. RUOLO FONDAZIONI BANCARIE E ISTITUTI DI CREDITO In una prospettiva di rilancio delle opere, quale motore di sviluppo dell’economia locale, la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti potrebbe privilegiare progetti di ampio respiro, sanitari, culturali o legati all’istruzione. La stessa Fondazione, unitamente alle banche del territorio potrebbero promuovere la nascita di un Fondo di Private equity che investa unicamente nelle piccole medie imprese astigiane ed in particolare in quelle che operano nel settore turistico e agroalimentare. Fondazione ed istituti di credito potrebbero, altresì, affiancare il Comune nella costruzione e sottoscrizione di eventuali CoronaBoc.La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-21414945262588478102020-05-06T18:14:00.004+02:002020-05-06T18:14:45.404+02:00OSSERVATORIO N2 APRILE 2020<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoh0FhX2ULMBanZYsQvo9fxIpQCNJwClnnqFwtIUKnrgqL76B2gxpuE7lEengZqe18kFsvLRMrJFaxU_r4Seb8KXlPMtWHM_LNLvo2guBk-LnNKHuuAGl-MHs1hPb8HdNieW0dIxBHphM/s1600/osservatorio-750559.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoh0FhX2ULMBanZYsQvo9fxIpQCNJwClnnqFwtIUKnrgqL76B2gxpuE7lEengZqe18kFsvLRMrJFaxU_r4Seb8KXlPMtWHM_LNLvo2guBk-LnNKHuuAGl-MHs1hPb8HdNieW0dIxBHphM/s320/osservatorio-750559.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO (29/4/2020)
Non ci voleva molto per capire come l'avvio della cosiddetta “fase 2” avrebbe segnato l'inizio “ufficioso” di una estenuante campagna elettorale; l'obiettivo sono le prossime elezioni regionali tra settembre e dicembre. Perchè di questo si tratta; non è un caso infatti, come all'inizio della pandemia, che siano nuovamente i governatori del Nord (in particolare proprio quelli che guidano le regioni più compromesse sul piano dei contagi) a contrapporsi alle disposizioni governative, manifestando chiaramente l'intenzione di forzare le limitazioni alle aperture indicate da Conte. L'obiettivo è chiaro: approfittare del profondo disagio del mondo del commercio, dell'artigianato, delle imprese per alzare il livello dello scontro, additando il governo quale responsabile della crisi che si và delineando. Non è un problema di poco conto, questo della fase 2, perchè si tratta di conciliare l'esigenza dell'economia con quella della salute; voglio ricordare però come il drammatico focolaio bergamasco (per fare un esempio) sia esploso proprio perchè si è scelto di dare la precedenza alla produzione invece che procedere saggiamente a chiusure doverose, quantomeno ad un ponderato rallentamento delle attività. E' stato detto e ripetuto dai virologi, dagli epidemiologi, e la stessa OMS lo và ribadendo, che potrebbe essere possibile una seconda ondata e che sprecare quanto fatto finora per circoscrivere la pandemia con il lockdown potrebbe avere conseguenze devastanti. Chi si dovrebbe assumere la responsabilità di un allentamento quasi totale? La prudenza è d'obbligo; è comprensibile che chi ha un'impresa commerciale o artigiana, o sia una “partita IVA”, subendo sulla propria pelle i danni che il coronavirus sta provocando, invochi la ripresa dell'attività, ma questo rovescio della medaglia avrebbe prezzi salatissimi. Qual è la soluzione di Salvini e dei corifei del centrodestra? L'apertura indiscriminata? Non dimentichiamo che in Germania, che ha “aperto” già diverse attività, i contagi paiono in risalita, e come in Francia si stia tornando indietro rispetto all'ipotesi della riapertura le scuole; sono dati su cui è il caso di riflettere. Ma la domanda cruciale è: saranno in grado le regioni, una volta “riaperto” tutto o quasi, di bloccare e circoscrivere sul nascere eventuali nuovi focolai? Quelle regioni (del Nord) che più stan premendo quali garanzie danno al riguardo, se non son riuscite a farlo finora, nella fase 1 (perchè, al di là della rapidità di diffusione del virus e della sua drammatica virulenza, errori ne sono stati commessi)? Ci saranno poi tamponi sufficienti? Certo, qui nello specifico entra anche la responsabilità del “centro”, ma le regioni (e il Veneto lo ha dimostrato) hanno in questo poteri non secondari, o no? E' facile cavalcare la sofferenza di ampi strati sociali, in crisi di liquidità e dare addosso al governo, ma la risposta a queste domande vanno date immediatamente! Le due settimane (tanto è il periodo d'incubazione dell'infezione) dal 4 al 18 maggio saranno decisive, credo, al fine di un anticipo per altre riaperture (bar, ristoranti, barbieri, parrucchieri, estetisti e chiese per la celebrazione dei riti...), come auspicato da Zingaretti, da avviare probabilmente e ragionevolmente a partire dalle regioni meno coinvolte epidemiologicamente dalla pandemia. A mio avviso comunque i punti più critici dell'ultimo Dpcm sono due: il tema dei “congiunti” da poter andare a trovare e la gestione dei bambini, in vista del ritorno al lavoro di tanti genitori. Sul primo punto si è aperta una generale polemica circa il significato della parola, poi “precisata” come “affetti stabili”. A parte le ironie sulla rete, poteva essere uno scivolone da evitare; è chiaro che Conte intendesse che finalmente, e nei limiti comunque stabiliti, si riapriva la possibilità di rivedere familiari che il lockdown ha costretto a tenere lontani, ma era ovvio che qualsiasi termine (anche “familiari” appunto) si sarebbe prestato ad ogni interpretazione. C'era la necessità di ribadire che esistono ancora limiti stringenti per simili incontri (quindi che non si può andare a trovare chiunque), però alla fin fine il risultato è stato creare ulteriore incertezza. Sul tema dei bambini, delicatissimo, non è stata detta una parola, anche se si sta lavorando ad alcune soluzioni, come quelle suggerite da De Caro, sindaco pd di Bari in qualità di presidente dell'ANCI e dallo stesso Dario Nardella, sindaco di Firenze. I bambini rimandano al problema della scuola, alla possibilità cioè di aprire gli istituti per accoglierne gruppi diversi distinti e distanti, in numero di 4-5, accompagnati da un animatore; dovrebbe essere inoltre possibile usufruire dei parchi pubblici con ingressi contingentati. Ma su questo tema era necessario dire qualcosa prima del Dpcm stesso, in quanto le famiglie erano già in allarme, col risultato che senza una soluzione, la quale difficilmente partirà dal 4 maggio (!), le donne saranno le sacrificate a rimanere in casa, anche perchè, nonni a parte, chi si assumerebbe la responsabilità di una baby sitter, comunque all'inizio sconosciuta, cui magari andrebbe richiesto un tampone o un test? Questo problema andava affrontato per tempo! Se a mio avviso è giusto aprire con prudenza, pur se la cosa non è gradita, è fondamentale che il governo faccia però il possibile perchè comincino ad arrivare i fondi consistenti di cui necessitano le categorie e le persone in crisi! Ritardi non possono essere consentiti, altrimenti esplode la rabbia sociale; soprattutto è inammissibile che alcuni istituti bancari chiedano 19 certificati per poter accedere ad un prestito (come ricordava il neo-presidente di Confindustria Bonomi dalla Annunziata)! Speriamo pertanto che le promesse contenute nel Decreto Aprile siano più che una buona boccata di ossigeno!...Circa poi il problema sollevato da più parti della sospensione di alcune libertà personali, iniziata col lockdown, credo che il passaggio alla fase post-emergenziale comporterà necessariamente il ritorno ad una normalità istituzionale. A tal proposito l'intervento della presidentessa della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, richiamandosi appunto alla Carta che richiede in situazioni d'emergenza “la leale collaborazione” tra Regioni, Parlamento e Governo, sottolinea (a mio avviso) la responsabilità di ogni attore istituzionale, ognuno secondo le proprie competenze. Se il centrodestra lamenta il “decisionismo solitario” di Conte come interpretare allora la volontà mai negata di quei governatori di muoversi sin dall'inizio per proprio conto? Chi si richiama alla Costituzione deve intanto interpretarne lo spirito “sempre”, non solo quando è più conveniente! Sarà importante per concludere, in questa fase 2, in attesa del vaccino, un capillare presidio sanitario del territorio per tamponi e test rapidi validati. anche e non solo per quel che riguarda il turismo; la possibilità di poter usufruire ovunque di un tale servizio per chi ne avesse bisogno, oltre al poter iniziare eventualmente una terapia se necessario, potrà forse contribuire a spingere le persone ad andare in vacanza (nel rispetto delle norme del distanziamento sociale). A tal riguardo alcuni dei farmaci attualmente utilizzati nel trattamento dell'infezione sono già noti per la cura di altre patologie infettive, ma sembrano mostrare un'efficacia circa la neutralizzazione del coronavirus, specie nelle sue fasi iniziali, e dei suoi effetti. Occorrebbe una sperimentazione controllata, ma in questo caso di pandemia i soggetti “sperimentatori” sono i malati stessi. Una speranza sta anche nell'uso degli anticorpi neutralizzanti dei soggetti guariti: c'è al riguardo uno studio tra l'ospedale “Spallanzani” di Roma e la regione Toscana. Speriamo; ma ciò non esime tutti noi dalla responsabilità dei nostri comportamenti.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-82446397177134432020-04-05T21:30:00.001+02:002020-04-05T21:30:21.922+02:00OSSERVATORIO APRILE 2020<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv8jib46aEmxXwEwEtQ83tQKUtaxFK1kVPsuUW3cv-fXieXiD-EklIMHCH7HCkc6LKn_smzOUNwn6EPOtuQGsxqUSVqvuy5xXX_6QJ1hMoIOPBXktoZfVtKkRLQhexI6semr-CklYWxpA/s1600/osservatorio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv8jib46aEmxXwEwEtQ83tQKUtaxFK1kVPsuUW3cv-fXieXiD-EklIMHCH7HCkc6LKn_smzOUNwn6EPOtuQGsxqUSVqvuy5xXX_6QJ1hMoIOPBXktoZfVtKkRLQhexI6semr-CklYWxpA/s320/osservatorio.jpg" width="320" height="206" data-original-width="320" data-original-height="206" /></a></div>
L'OSSERVATORIO (2/4/2020)
E' netta ormai l'evidenza di come l'attuale emergenza sanitaria sia diventata il pretesto per una nuova, lunga e snervante campagna elettorale. Fra 4-5 mesi come si sà (data spostata per l'epidemia di coronavirus) si voterà per i Consigli Regionali di ben 6 regioni: Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia; come lasciarsi scappare un'occasione così per guadagnare consensi? Non si spiegherebbe altrimenti, come ho già sottolineato negli ultimi Osservatori, l'atteggiamento puntuale di contrapposizione ai decreti governativi, sia riguardo la gestione epidemiologico-sanitaria, sia riguardo la manovra economico-finanziaria che dovrà “rianimare” il Paese, in particolare da parte della “Lega per Salvini Presidente”. Sin dall'inizio dell'epidemia infatti furono proprio i quattro Presidenti di Regione del Nord (Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte) tutti leghisti a parte Cirio, a proporre la quarantena per i cinesi che arrivavano da noi (e non agli italiani che ritornavano dalla Cina!), sempre quindi con quella punta di discriminazione razziale, evidentemente gradita a quegli elettorati. Ci sono state poi le forti polemiche, al limite della rottura istituzionale, per la frase del premier Conte sul paziente 1 di Codogno, considerata dal presidente Fontana come un'offesa alla sanità lombarda (quando giorni prima il prof. Galli di Milano aveva espresso sostanzialmente lo stesso concetto, cioè di una gestione imperfetta di quella particolare situazione). Tutte cose, scusate, che avevamo già detto, che però è utile ora riassumere. Ma poi di nuovo: i continui rimbalzi di responsabilità, dalle mascherine mancanti alle chiusure delle attività produttive, caldeggiate (o fatto credere di aver caldeggiato) dal presidente lombardo che avrebbe trovato a suo dire poco ascolto dal Governo, poi le critiche alle attuali proposte economiche, ritenute insufficienti da tutto il Centrodestra (che però dimentica il grave debito pubblico del nostro Paese, cui anche i loro governi hanno contribuito non poco ad accrescere e che non consente stanziamenti più cospicui); e ancora: la scelta di Bertolaso (auguri di pronta guarigione!) imposta al Governo quale commissario per la Lombardia, in alternativa a Borrelli della Protezione Civile. E che dire inoltre dei toni usati dall'assessore alla Sanità lombarda Gallera circa il decreto della Ministra dell'Interno, sulla possibilità di poter far uscire i bambini con un adulto per brevi passeggiate? A parte le dichiarazioni allarmate, ma comunque “civili” di De Luca, governatore della Campania, per possibili fraintendimenti da parte della popolazione, non pare vi siano stati parole e accenti altrettanto polemici da parte di Presidenti di Regioni o altri assessori alla Sanità, anche di centrodestra...Ma quel che pare più pericoloso e più subdolo è il voler insinuare, da parte dei cantori del salvinismo (i vari Senaldi, Sallusti, Maglie..), l'idea di un'inadeguatezza del Governo nella gestione complessiva dell'emergenza, e quindi indirettamente della sua responsabilità delle morti che il coronavirus ha provocato. Su questo, che sarà il tema delle prosime campagne elettorali, bisognerà che le risposte, anche da parte del Pd, siano decise e chiare, in quanto si và a toccare un punto, come tutti ben capiamo, sensibilissimo nella coscienza collettiva del Paese. Del resto basti ascoltare le considerazioni di questi giornalisti nei vari talk show televisivi, di cui sono ospiti fissi, per rendersene conto: l'Italia non può essere ritenuta modello, dicono, per la gestione della pandemia, proprio a causa dell'elevato numero dei decessi, per i quali Salvini, sfruttando per l'ennesima volta in modo indecente la dimensione religiosa, ha recitato la preghiera cristiana de “L'eterno riposo” insieme con la D'Urso in diretta tv!
Il fatto è che questo momento così drammatico per l'Italia sta creando una certa assonanza tra opinione pubblica e Governo, come capita in circostanze del genere; il Centrodestra, in particolare Salvini, non potendo arrivare all'appuntamento elettorale, che potrebbe “di slancio” confermare questo feeling verso il Governo (quantomeno una “non ostilità”), senza un protagonismo come al solito urlato deve trovare ad ogni costo visibilità e centralità. Ogni minimo pretesto allora riguardo il tema dell'emergenza sanitaria andrà “buttato in caciara” (come si dice a Roma), grazie alla stampa “amica”, al fine di intaccare questo crescente consenso verso Conte, mischiando il tutto nel calderone dell'insofferenza delle persone, che potrebbe comunque esplodere specie se l'epidemia durasse troppo, ma soprattutto se l'economia italiana dovesse far fatica a riprendersi, con tutti gli scenari che potranno aprirsi, e nel ricordo dei deceduti (che può fare consenso). E' solo una partita di puro potere quella che sta giocando la Lega, dopo la delusione delle elezioni Emilia-Romagna! Bisognerebbe invece, alla fine del periodo pandemico (che speriamo si stia pian piano avvicinando, alla luce degli ultimi dati) riflettere in maniera matura, seriamente quindi, su come la regionalizzazione della Sanità possa essere ancora proposta come un “modello organizzativo” efficiente o se andrà gradualmente superata, su quali siano con chiarezza le competenze da ridefinire dello Stato e quali delle Regioni, specie in momenti di emergenza sanitaria come la nostra; e ancora: riflettere su chi ha tardato a chiudere le attività economiche non essenziali nelle vallate bergamasche e bresciane, dove il contagio ha assunto proporzioni inusitate o ancora su chi doveva decidere il numero dei tamponi (il Veneto ad esempio ne ha eseguiti di più in proporzione, avendo meno abitanti della Lombardia...), o su chi avrebbe dovuto garantire, il più possibile, la protezione per i medici di famiglia che hanno pagato prezzi assai alti in termini di vite, pure al di là dell'impressionante velocità di diffusione dell'infezione che ha sorpreso tutto il mondo scientifico. Ma poi in ultimo iniziare tutti, maggioranza ed opposizione, una matura riflessione, quindi “seria” non sloganistica, sull'evasione fiscale, alla luce delle enormi difficoltà in cui il Personale degli ospedali, spesso al di sotto degli organici, si è trovato per la carenza dei respiratori e del materiale di protezione. Ora, che in Italia da anni si sia portata avanti una politica di tagli di uomini, posti letto e mezzi nella Sanità lo sappiamo tutti; molti di questi sono stati ritenuti necessari per carenza di fondi statali. Allora: o ci si impegna tutti a definire una riforma fiscale che riduca in modo significativo l'evasione e l'elusione o vorrà dire che anche l'impegno ed il sacrificio di tanti medici ed infermieri (e pazienti) sarà stato vano. Purtroppo ancora una volta, al riguardo, i Cinquestelle si ostinano a proporre il taglio degli stipendi dei parlamentari (e a difendere ora il presidente dell'INPS Tridico, messo lì da Di Maio, nonostante il guasto al sistema informatico dell'Ente...Una volta i grillini avrebbero chiesto le dimissioni spontanee in un caso del genere, ma ora sono una casta e si autodifendono!), con l'intento evidente di riguadagnare qualche consenso; è proprio difficile per loro uscire dallo schema mentale della politica quale “luogo o modo per fare soldi” che pertanto và punita, come se di essa non ne avessimo tutti bisogno (“tutto è politica”, si diceva) e non necessitasse di persone (si spera sempre di elevato livello etico-culturale) che ci si dedichino a tempo pieno, quasi fosse un sacerdozio.
La consapevolezza di una nuova volontà al servizio del bene comune è ciò che ci si attenderebbe da una classe politica seria, alla fine della pandemia, perchè senza una nuova solidarietà sociale il Paese non si risolleverà; sarà fondamentale redistribuire la ricchezza e allargare non restringere lo Stato sociale! Ma sarà possibile un confronto del genere nell'imminenza delle prossime elezioni regionali?
Infine un breve commento su Orban e la sua richiesta di “pieni poteri”, salutala con favore da Salvini. C'è chi, di fronte allo scandalo manifestato in Italia ed in Europa, vorrebbe dimostrare che anche da noi esiste una situazione di fatto simile all'Ungheria, in quanto il Governo, nell'ambito dell'emergenza sanitaria, assume decisioni in solitaria, scavalcando il Parlamento. Ora, è possibile che in un momento dove certe decisioni si tendano ad accentrarsi naturalmente, si dia l'idea di un ruolo marginale delle Camere, ma sia Conte sia i segretari dei partiti della maggioranza non hanno mai chiesto forti ruoli decisionali; inoltre, rispetto ad Orban, non si perseguono né le forze di opposizione né si attenta alla libertà di stampa. Il premier ungherese per di più ha chiesto pieni poteri per un periodo indeterminato, cosa che getta più di un'inquietudine tra le forze democratiche in Europa. Ma poi proprio Salvini e i suoi seguaci si permettono di fare ora un paragone col Parlamento italiano, a loro dire “bypassato, quando fu col governo di Centrodestra con Berlusconi Primo Ministro che si stava di fatto arrivando ad una delegittimazione delle Camere che dovevano essere, secondo la “costituzione berlusconiana”, la cassa di risonanza dell'Esecutivo? Chi non ricorda le sue “uscite” circa l'inutilità della presenza di tanti parlamentari quando sarbbe bastato il voto finale dei solo capogruppi? O l'invito, piuttosto maschilista, rivolto tramite bigliettini alle onorevoli di Forza Italia perchè andassero pure a fare shopping, abbandonando le sedute in corso, tanto a votare sarebbero rimasti gli altri? Non ricordo all'epoca particolari sussulti democratico-parlamentaristi di Salvini e di altri della Lega! Senza dimenticare, per tornare all'oggi, che proprio grazie ai sovranisti che ad esempio il premier olandese Rutte può guidare il Governo; come pensare che la destra anti-europea accetti di parlare di solidarietà tra Stati, visto che la loro idea è quella di uscirne o rifondarla su basi nazionalistiche? E che dire ancora di Orban che si è sempre rifiutato di accettare quote di migranti, danneggiando anche il nostro Paese? Che gioisca pure Salvini dei pieni poteri di Orban; in Italia non credo sarà così facile, ma la guardia deve restare alta, dando alla gente le risposte che servono per restituire dignità al Paese!
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-58566878609863204232020-04-01T21:08:00.000+02:002020-04-01T21:16:44.273+02:00Lutto nel Partito Democratico di Asti e Provincia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCbV8PsqAnysIVzD1v40cLBZ-FcCY-s1n-IvwgoMfE27mEmKpQs0aNlu8VGclbz2DAQwUGbeNUL-xTAMA8z2GYQqV8RF69aWNj285mLJ8xWF4Dv2isxIWOzGS4F0_EI-dKAAAnppAtNHU/s1600/pdasti-775878.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCbV8PsqAnysIVzD1v40cLBZ-FcCY-s1n-IvwgoMfE27mEmKpQs0aNlu8VGclbz2DAQwUGbeNUL-xTAMA8z2GYQqV8RF69aWNj285mLJ8xWF4Dv2isxIWOzGS4F0_EI-dKAAAnppAtNHU/s320/pdasti-775878.png" width="320" /></a></div>
Il partito Democratico di Asti e Provincia si raccoglie attorno alla famiglia di Giovanni Saracco in questo momento di dolore e di lutto.
Giovanni, uomo di grandi valori, appassionato al suo lavoro di architetto, già consigliere provinciale, Sindaco di Villafranca d'Asti fu dall'Aprile del 1996
Senatore dell'Ulivo. Giovanni Saracco sarà ricordato per la sua umanità, per il suo spessore politico ed istituzionale, per essere stato esempio di una
politica raffinata, garbata e sempre aperta al dialogo e al confronto.
Ci mancheranno i suoi contributi puntuali, i suoi sorrisi, i suoi consigli.
Buon viaggio Giovanni.<br />
In ricordo del suo grande impegno riportiamo il link del sua ultima riflessione comparsa sul blog "Spigolature":<br />
<a href="http://giovannisaracco.blogspot.com/" target="_blank">http://giovannisaracco.blogspot.com/</a><br />
<br />
<a href="http://giovannisaracco.blogspot.com/"></a>La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-90456463491627514752020-03-24T18:21:00.001+01:002020-03-24T18:21:36.118+01:00OSSERVATORIO MARZO 2020 NUMERO SPECIALE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoh0FhX2ULMBanZYsQvo9fxIpQCNJwClnnqFwtIUKnrgqL76B2gxpuE7lEengZqe18kFsvLRMrJFaxU_r4Seb8KXlPMtWHM_LNLvo2guBk-LnNKHuuAGl-MHs1hPb8HdNieW0dIxBHphM/s1600/osservatorio-750559.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoh0FhX2ULMBanZYsQvo9fxIpQCNJwClnnqFwtIUKnrgqL76B2gxpuE7lEengZqe18kFsvLRMrJFaxU_r4Seb8KXlPMtWHM_LNLvo2guBk-LnNKHuuAGl-MHs1hPb8HdNieW0dIxBHphM/s320/osservatorio-750559.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO SPECIALE (22 marzo '20)
Cari amici,
in questi periodi di chiusura domestica, dove si uniscono sentimenti di speranza e di tristezza per la drammatica situazione del nostro Paese, è più facile trovare il tempo per scrivere alcune ulteriori riflessioni. Intanto debbo precisare come nel precedente Osservatorio, accennando all'epidemia da coronavirus, avevo indicato una mortalità che sembrava attestarsi sul 2-3%; purtroppo l'andamento dell'infezione è stato così immediatamente esplosivo che ogni parametro è stato stravolto, visto che il tasso di mortalità a tutt'oggi è intorno all'8%. Tale situazione epidemiologica riguarda però esclusivamente la Lombardia; nello stesso Veneto infatti si è sul 2.6-3%. Non è compito di queste righe spiegare le ragioni (più di una) di tale drammatico bilancio; si può ragionevolmente ritenere essere stato dovuto inizialmente alla concomitante presenza di due fattori: un “paziente superinfettante” (così come viene definito un soggetto in grado di contagiare da solo numerose persone), il cosiddetto “paziente 1”, e la sua necessità di doversi recare per 2 volte presso lo stesso P.S. (a Codogno). Ma se ora la cittadina lodigiana non è più zona rossa, lo stanno diventando Bergamo, Brescia e Cremona, una porzione di Lombardia ad altà densità di popolazione e di insediamenti industriali. Ma forse tutto ciò ancora non basta a spiegare l'elevata mortalità (oltre l'anzianità della popolazione): è che nel bergamasco, come ha detto il prof. Garattini, peraltro proprio di quelle parti, direttore dell'Istituto Mario Negri, da sempre riferimento della farmacologia italiana ed europea, si è preferito più “la protezione dell'attività economica rispetto alla tutela della salute” (testuale), quindi un'iniziale sottovalutazione. Poi sarà anche doveroso, come ha sottolineato la virologa Ilaria Capua (quella che, all'epoca in cui sedeva in Parlamento, venne accusata da Di Battista di “traffico di virus” e che, finita sotto processo, venne poi pienamente assolta, senza però le dovute scuse del “Che Guevara” pentastellato), pensare ad un controllo degli impianti di aerazione delle corsie ospedaliere, ricordando che l'epidemia di SARS (da altro coronavirus) a Hong Kong era nata dalla scoperta del microorganismo tra le tubature. Ma non si dimentichi ahimè il recente incontro di calcio tra Atalanta e Valencia, definita “una bomba biologica” e che doveva essere evitato!
Come dissi nel precedente Osservatorio accanto al dramma sanitario c'è però una questione politica che potrebbe esplodere (non subito), nonostante la moral suasion del Capo dello Stato nel trovare e mantenere un clima di massima collaborazione bipartisan. Tutto ha ruotato intorno alla questione delle misure da prendere che il Presidente della Lombardia avrebbe voluto più drastiche (tipo Wuhan), mentre il Governo è sembrato mantenere fino ad ieri (21/3) una linea più tendente alla responsabilizzazione delle persone (non uscire, non stare in gruppo, mantenere il distanziamento sociale ad almeno 1 m.). Ma il Presidente del Consiglio ha appena annunciato in tv misure ancor più restrittive circa le attività produttive, concordate anche con i sindacati, i quali non hanno nascosto la loro iniziale difficoltà nell'accettare chiusure di fabbriche “non dovute ai padroni”, ma ad un'emergenza sanitaria che non ha eguali in passato. Non è stata, non è però una questione riguardante solo l'entità delle disposizioni, quanto in ultima analisi il ruolo delle Regioni e dello Stato in una situazione del tutto nuova in Italia. Qui entra in ballo in sostanza il Titolo V, approvato in un contesto politico nel quale, se non proprio il federalismo quantomeno un regionalismo spinto, sembrava essere la fideistica soluzione (anche per una parte della sinistra) del funzionamento del Paese.
Le Regioni possono comunque decidere di prendere misure ancora più drastiche riguardo al “coronavirus”, o anche lo Stato potrebbe assumersene le responsabilità, ma le Regioni hanno un riconosciuto forte potere di confronto. Si consideri poi che la situazione sanitaria nel Centro-Sud non è al momento la stessa che al Nord (anzi, assistiamo ad un Mezzogiorno che lo sta aiutando, mettando a disposizione posti di terapia intensiva e inviando, come sta avvenendo, medici a sostegno dei propri colleghi lombardi), per cui pretendere un'uniformità di misure che toccano anche le attività economiche rimane un problema di non facile composizione, come peraltro si è già visto, sul versante sanitario, sulla gestione del numero dei tamponi. Allora: perchè Fontana (o Zaia o Cirio) non ha deciso prima per misure ancor più stringenti? Perchè la normativa che regola i rapporti tra Stato e Regioni, in casi del genere, non è chiara e richiederebbe alcune “contorsioni” costituzionali al fine di consentire la “centralizzazione” delle decisioni da parte del Governo? Ma se è così allora come non spiegarlo subito? Una parola più chiara (da tutti) su un tema del genere avrebbe aiutato la comprensione della gente! Tutto ciò fà pensare che qualcuno abbia forse voluto giocare una partita di altra natura (senza per nulla voler insinuare che i Presidenti delle Regioni, pur di fare polemica politica, abbiano scelto deliberatamente di non assumersi certe responsabilità...). E come inquadrare diversamente, in un momento in cui si chiede unità e condivisione, la recente denuncia “urlata”della Meloni circa la situazione nelle Marche (in particolare la provincia di Pesaro-Urbino) se non come il tentativo di alzare continuamente la posta, instillando nella nella testa delle persone l'idea di una costante insufficienza delle misure governative? E le Marche si sa sono una delle Regioni chiamate tra qualche mese alle urne!! Si torna sempre “a bomba”, come si dice! Infatti, poichè i sondaggi, dato il clima nel Paese, sembrano premiare il Governo e che gli stessi mostrano un riavvicinamento tra le varie forze politiche, è ovvio che soprattutto il leader del Centrodestra “soffra” e cerchi un argomento, al di là delle felpe indossate, che lo metta al centro del discorso politico. Ora poi che la Von der Leyen chiede di superare la logica del Patto di Stabilità, attenuandone all'origine la polemica anti-europeista, cosa gli rimane? Forse la perenne, “solita” polemica col Papa; il recente severo monito del Pontefice contro l'evasione fiscale, che non consente di avere le risorse necessarie per sostenere una sanità pubblica ed universale al fine di garantire a tutti adeguata assistenza, ha trovato Salvini pronto a dichiarare, in un video immediatamente successivo, che l'unica strada per l'Italia è la sospensione di ogni tassazione, il rinvio di ogni incombenza fiscale al prossimo anno (e con Berlusconi a riparlare di flat tax), quasi a voler “marcare” il territorio: sulle tasse deve essere sua (e del Centrodestra) ogni ultima parola! Del resto, non c'era stato un terreno preparato ad hoc dall'assurda polemica iniziata da M. Giovanna Maglie (giornalista, vera pasionaria del salvinismo), ripresa poi da Sallusti, circa la “passeggiata” del Papa nel centro di Roma, come risposta alle polemiche di qualche giorno prima scatenate per le foto di Salvini e la sua compagna in giro per la Città Eterna, in tempi di quarantena? Il Pontefice, potremmo dire, si è mosso per “lavoro”: recarsi nella chiesa dov'è situato il crocefisso invocato dai romani durante la peste del '500! E allora: quale il senso di aver voluto sollevare una simile polemica, se non quello per cui il Papa è da tempo nel mirino dei sovranisti non solo italiani, dunque un nemico da delegittimare ad ogni costo (e di questo avevo già parlato in precedenti Osservatori)?
Infine, come uscirà il Paese da questa drammatica vicenda è difficile prevederlo; c'è ora una sostanziale condivisione delle misure e precauzioni prese, ma se la cosa durasse “troppo”, e soprattutto se il quadro economico si rivelasse poi pesantemente devastato, tanta gente presenterà il conto alla Politica. Questo è il timore: lo strappo e la lacerazione del Paese, su cui i sovranisti in salsa locale potrebbero banchettare allegramente.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-69311045417878940422020-03-12T21:29:00.001+01:002020-03-12T21:29:20.341+01:00Proposte per Affrontare l'Emergenza: il PD di Asti scrive al Sindaco.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUG7o02Oy4F08rh3x1uHbt96jc_h8M7Oy36eAg5qRbpcpH-0brUnz9O8VmFANJaptIkqKx7xMTyn3sOqHxzmYXUxYhWGWoaIIfBNDwBMF11-OecL1EJxxNWmbvpomreS1RbwAr0HVNfGY/s1600/pdasti.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUG7o02Oy4F08rh3x1uHbt96jc_h8M7Oy36eAg5qRbpcpH-0brUnz9O8VmFANJaptIkqKx7xMTyn3sOqHxzmYXUxYhWGWoaIIfBNDwBMF11-OecL1EJxxNWmbvpomreS1RbwAr0HVNfGY/s320/pdasti.png" width="320" height="320" data-original-width="225" data-original-height="225" /></a></div>
Egregio Sig.
Sindaco della Città di Asti,
In queste ore difficili per tutti noi, il Partito Democratico, a tutti i livelli, continua a confrontarsi con tutti gli amministratori locali e con le Istituzioni che da giorni gestiscono questa crisi.
Lavoriamo insieme per mettere in campo ogni azione per sconfiggere il virus attenendoci,
prima di tutto, con scrupolo alle norme emanate dal governo e dalle altre autorità, a partire da quelle sanitarie e diffondendole attraverso ogni canale disponibile. Lo facciamo invitando tutti, nelle proprie sfere personali, a farlo con responsabilità e consapevolezza che questo è l’unico modo di contenere il contagio e aiutare il nostro personale sanitario sul territorio.
Il Partito Democratico di Asti e Provincia è consapevole che tanto più scrupolosa sarà la cooperazione dei cittadini, tanto prima potremo superare l’emergenza e, quindi, contenere i danni economici che inevitabilmente questa emergenza sta provocando.
Proprio per i danni economici, che si stanno preannunciando devastanti, nell’ottica di collaborazione con l’amministrazione del Sindaco Maurizio Rasero SOTTOPONIAMO alcune proposte, disponibili a ragionarci seduti ad un tavolo tecnico con tutte le forze politiche e i rappresentanti di categoria e i sindacati.
1) Misure a sostegno delle attività commerciali, bar e ristorazione
Sospensione di tutte le tasse comunali quali ad esempio Tosap, Tares, imposta sulla pubblicità.
Concedere a ristoranti, bar e pizzerie la possibilità di preparare cibo da asporto anche dopo le h 18 ( concessione di competenza della Prefettura )
2) Misure a sostegno del Turismo
Azzeramento per tutto il 2020 della tassa di soggiorno.
3) Misure a sostegno delle Famiglie
Prolungamento della sospensione del pagamento rette asili nido e mense scolastiche. Aumento fondo per cure e assistenza domiciliare
Rimodulazione/congelamento addizionale comunale Irpef
Attivazione di un numero di telefono dedicato all’assistenza delle persone più bisognose e degli anziani soli, per consegna spesa a domicilio e altri servizi
4) Misure a sostegno del settore culturale e artistico
Studio di forme di finanziamento agevolato (tipo Bond a tasso zero, garantiti dall’amministrazione pubblica).
5) Misure Finanziarie
Apertura di un tavolo di lavoro con le Banche locali, in particolare CRAsti e Banca D’Alba, per l’individuazione di misure finanziarie, oltre alla sospensione della rate dei mutui, a sostegno delle imprese con sede nella provincia di Asti.
6) Misure di comunicazione
Predisposizione, in tempi brevissimi, di un manifesto da affiggere per la città, che riporti chiaramente le norme igienico sanitarie da rispettare.
Sappiamo bene che gran parte di queste misure impattano con un bilancio comunale già particolarmente stretto e che necessitano di coperture finanziarie adeguate, per questo prima di tutto ci rimettiamo alla valutazione tecnica del Sindaco e della Giunta ; da parte nostra siamo disponibili a lavorare insieme, perché siamo entrati in una crisi drammatica che ha bisogno di interventi eccezionali e di unità.
Come Partito Democratico ci adopereremo inoltre per riportare ai nostri Organi Nazionali , le difficoltà in cui si trova l’economia del territorio affinché a loro volta si adoperino per aiutare il lavoro degli amministratori locali
Asti, 9 marzo 2020
Gruppo Consiliare PD Asti
Mario Mortara Coordinatore Circolo PD Asti
Riccardo Fassone Segretario Provinciale PD Asti
Michele Miravalle Segreteria Regionale Pd Piemonte
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-14241752736045874082020-03-12T21:20:00.001+01:002020-03-12T21:20:34.617+01:00OSSERVATORIO MARZO 2020<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp_FFiPN0AgZsir-SUkqf1GyVILb6YS-O151V64NvdCndbv64_NQwcVaIywROP9UqzQQ6wwkjzUHn4Avv6cAiiuvdIiHJnnpt24R2y-OplmBI5KDHilgFN51dX_sweoZHQ1OmBJLb1yC4/s1600/osservatorio-703136.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp_FFiPN0AgZsir-SUkqf1GyVILb6YS-O151V64NvdCndbv64_NQwcVaIywROP9UqzQQ6wwkjzUHn4Avv6cAiiuvdIiHJnnpt24R2y-OplmBI5KDHilgFN51dX_sweoZHQ1OmBJLb1yC4/s320/osservatorio-703136.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO
Sfruttare situazioni che toccano la salute delle persone per cercare di ribaltare il quadro politico non è cosa nuova, almeno in Italia. Per chi lo ricorda c'era già stato il caso della terapia anti-cancro del dottor Di Bella (1998-99, governo Prodi con Rosy Bindi ministra della Sanità), quando il centrodestra di Berlusconi, all'epoca all'opposizione, cavalcò e fomentò una reazione popolare per spingere l'utilizzazione di quel trattamento che sembrava aprire prospettive terapeutiche nuove. Ovviamente l'obiettivo era provocare le dimissioni di Rosy Bindi (che proponeva la sperimentazione) e quindi del governo, sotto la spinta della gente, poiché si andava a toccare, come può capire chiunque, una questione fortemente coinvolgente. L'errore, non certo in buona fede, fu che la politica si arrogava in quel momento la facoltà di decidere se un protocollo terapeutico (dunque una questione medica) fosse valido o meno, invece che lasciare una tale valutazione, come accade, al mondo scientifico. Si parlava a sproposito di “libertà di cura”, quasi che un paziente potesse optare per una terapia o per un'altra, come si trattasse di scegliere fra un etto di prosciutto di Parma o uno di San Daniele! La sperimentazione poi effettuata (secondo i criteri riconosciuti e validati) confermò la non validità scientifica di quel metodo, anche a livello internazionale. Pur se oggi il caso è diverso (un'infezione dovuta ad un virus “nuovo”), è sembrato riproporsi un momento politico analogo, il tentativo cioè di far cadere il governo, approfittando del disagio fisico e psicologico delle persone, per accusare il presidente del Consiglio di inadeguatezza ed aprire la strada ad un governissimo” in grado di portare fra 6-8 mesi il Paese alle elezioni. Il problema sembra essersi per ora acquietato per il “no” della Meloni, oltre che per quello del Pd e dei Cinquestelle, ma la cosa è emblematica di come si cerchi di sfruttare l'emotività e le paure delle persone per rovesciare il tavolo. Resta il fatto che la vita del governo sarà tutt'altro che agevole, non solo per l'epidemia in atto. A tal riguardo però, mi sia permesso di dire che, pure al di là di una comunicazione istituzionale non sempre impeccabile, a volte addirittura contraddittoria, l'esplosione dell'epidemia in sé non ha consentito probabilmente una linearità ed una omogeneità di linguaggio, proprio a motivo non solo del suo rapido evolversi ma anche, cosa secondo me di fondamentale peso, della regionalizzazione della Sanità nel nostro Paese che ha contribuito non poco a quelle discrepanze informative e comportamentali succedutesi (ed è tema che andrebbe affrontato seriamente a mente fredda). Certo, il coronavirus è un virus “nuovo” per cui non esiste un'immunità anche parziale nella popolazione, il che lo rende assai diffusivo, ma non particolarmente letale, pure se i decessi, in Italia, si attestano per ora su un 2.5-3% che comunque in Medicina poco non è. Per dare come esempio una stima numerica: se i contagi arrivassero diciamo a 20.000 casi (con l'influenza si arriva anche a 4-5 milioni di casi annui), ciò significherà un numero di decessi tra i 500-600, insostenibili per qualsiasi Paese (anche se fossero molto meno, ovviamente). Da qui si comprende come sia stato necessario prendere misure restrittive nella “zone rossa” (dove si è formato il “cluster”, vale a dire il focolaio), al fine di bloccare il contagio. Per tornare ora al discorso più strettamente politico, lo scontro istituzionale, fin quasi alla rottura, tra il presidente della Lombardia Fontana ed il presidente del Consiglio, reo (secondo i “lumbard”) di aver criticato e dunque posto in discussione l'elevato livello della sanità locale, per aver citato il caso del paziente infetto rimasto in attesa dei controlli al Pronto Soccorso dell'ospedale di Codogno, che avrebbe dato il via alla diffusione in “buona fede” del virus, è stato dovuto solo a questo: il tentativo di far cadere Conte (obiettivo comune ai governatori delle regioni del Nord); si è cercato cioè un pretesto per innescare una polemica ed una reazione a catena che terremotasse il quadro politico. Del resto, non erano stati inizialmente gli stessi presidenti di quelle regioni a chiedere a Conte di tenere in quarantena i cinesi che arrivavano in Italia dal loro Paese, dando quel tocco di “esclusione razziale” (anche gli italiani che provenivano da lì sarebbero dovuti andare in isolamento!) che crea tanto consenso? Giusto o sbagliato che sia stato il tono di Conte, ricordo solo che in precedenza il prof. Massimo Galli, Direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'ospedale “L. Sacco” di Milano, aveva sollevato il caso (del paziente di Codogno), raccogliendo il parere concorde di altri illustri infettivologi in Italia. Allora: come mai il presidente Fontana non si era inalberato dopo le parole del prof. Galli, il quale peraltro non criticava la sanità lombarda, ma segnalava una situazione verificatasi in un momento iniziale in cui si stavano approntando ancora dei protocolli? Risposta: per il semplice motivo che col prof. Galli non c'era una questione politica in ballo, ma con Conte sì; era Conte che doveva cadere, non Galli! Circa poi la critica spesso rivolta, nei vari talk show televisivi, ai virologi ed infettivologi chiamati a dare i loro pareri, al di là del protagonismo eccessivo di qualcuno, devo sottolineare che se da un lato non vi sono visioni opposte circa la natura del virus, la sua diffusività e letalità e le possibilità terapeutiche future, dall'altro vi sono discordanze circa le misure da prendere, specie per quelle regioni ove i casi sono assenti o limitati, ma dove è possibile tracciare il percorso di eventuali isolati contagi. Questo però è soprattutto compito della politica che certo interroga gli esperti e fà tesoro di quei pareri, scontrandosi di fatto, com'è stato, con le realtà locali, proprio per il potere che le Regioni hanno in ambito sanitario, come in questi giorni è capitato per il problema della chiusura delle scuole e non solo. Forse questo è stato (è) il vero punto debole di tutta la situazione; il Governo avrebbe dovuto “imporsi” con una linea chiara ed univoca, in nome di un'emergenza. Ma sarebbe stato davvero possibile, anche per le ragioni che ho cercato di affermare or ora? Non si dimentichi che fra pochi mesi ci sarà un'altra tornata elettorale (Toscana, Liguria, Marche, Campania, Puglia): come non utilizzare in qualche modo la visibilità che un problema del genere offre a presidenti di Regione uscenti, ma con possibilità di ricandidatura? Uno di loro, ancor prima dell'esito di un test di conferma di un soggetto risultato poi effettivamente contagiato, aveva dato già per certo l'isolamento virale, quasi a voler cogliere immediatamente l'occasione per una visibilità da utilizzare nella prossima campagna elettorale! Ovviamente, non sto insinuando che il presidente in questione non attendesse altro (ci mancherebbe), quanto invece, ritenendo evidentemente ineluttabile da par suo la comparsa di contagi nella sua regione, abbia voluto farsi vedere già pronto, “sul pezzo”, quasi a rassicurare i suoi corregionali. Altrimenti, perchè affrettarsi a darne la notizia ancor prima della conferma?
Speriamo poi che le misure che il governo appronterà per dare ossigeno e vitalità all'economia delle zone interessate, e non solo, diano i frutti sperati e siano sufficienti; circa il fatto che tutti riescano a parlare la stessa lingua, maggioranza e opposizione, è difficile sperarci: troppi altri interessi in gioco, che non l'epidemia!
Circa le elezioni regionali prossime si auspica ovviamente che non solo il Pd incrementi il proprio consenso, ma che sia sempre più polo di attrazione per chi non vuol regalare al centrodestra (che oggi vuol dire ancora ”Salvini”) mezzo Paese.
Sul prossimo referendum per il taglio dei parlamentari dico solo che sto personalmente (semmai a qualcuno interessi) ripensando all'idea di votare “no” (contro il taglio): il problema della rappresentanza politica è troppo serio per cedere alle suggestioni, in buona parte smentite, del risparmio di soldi pubblici da restituire ai cittadini (secondo la vulgata pentastellata). Anche se non sono una “sardina” mi sento di condividerne la loro valutazione al riguardo.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-23494417281904373472020-02-16T21:10:00.004+01:002020-02-16T21:10:59.567+01:00OSSERVATORIO FEBBRAIO 2020<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4rBgbxyO4hdvky88f-DhEZgZ8Ata1mEZj2RWe4YrmFPnvTXoQMnnQwv0zU0_NCDzUeYjdu3L8FKqVy3t3MY_xIpsnpu2JnGCAVdOZkJw9VNBO6wxXTVG_VrpNp3uipkcurMbbvVlgzNU/s1600/osservatorio-792757.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4rBgbxyO4hdvky88f-DhEZgZ8Ata1mEZj2RWe4YrmFPnvTXoQMnnQwv0zU0_NCDzUeYjdu3L8FKqVy3t3MY_xIpsnpu2JnGCAVdOZkJw9VNBO6wxXTVG_VrpNp3uipkcurMbbvVlgzNU/s320/osservatorio-792757.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO
L'aver vinto in Emilia-Romagna è stata cosa buona, non solo per il fatto in sé quanto perchè c'è stata una mobilitazione dal basso, una risposta “fisica” (piazze riempite) al sovranismo di Salvini che ha consentito in buona parte al Pd di tornare ad essere il primo partito nella regione. Ciò però non deve illudere perchè resta sempre il problema di un voto che per tanti anni era dato per scontato mentre ora lo si è dovuto sudare non poco (e comunque meritato). Rimane da capire (e dare dunque risposte) chi cercava un cambiamento nonostante l'Emilia-Romagna avesse (ed ha) degli indicatori economici e sociali tra i migliori d'Italia, e se c'è stato un eccesso di sicurezza, fors'anche una diminuzione di interesse, nel rapporto pluridecennale tra la “sinistra” ed il mondo delle cooperative e della gente comune. Ora si dovrebbe ripartire bene per quanto riguarda il nostro partito che, come vuole Zingaretti alla luce dell'esperienza del recente passato e soprattutto delle novità del presente, non potrà non aprirsi a quel mondo della cooperazione, della solidarietà, di chi vuole in sostanza essere in prima fila nell'impegno a superare le disuguaglianze sociali, generatrici a loro volta di disagi e di ingiustizie. Il prossimo congresso sarà decisivo al riguardo e si vedrà se nel Pd l'apertura verso realtà contigue ma non “inquadrate” (tipo Sardine, ma non solo) sarà vera, perchè se prevalesse la linea che “gli esterni vanno bene purchè non turbino gli equilibri interni” non si andrà lontano. Spero prevalga la linea dell'apertura e al contempo il ridefinirsi di una linea politica chiara che ponga il Pd quale riferimento per molti di un riscatto sociale. Non dimentichiamo che la Lega di Salvini (e il centrodestra) governa in parecchie regioni, alcune delle quali erano guidate dalla sinistra. Per cui o il Pd cambia, tornando a stare tra la gente, nelle periferie, aprendo i suoi circoli a chi vuole seriamente al di là delle tessere portare un proprio serio e competente contributo, e smette di essere un partito di notabili (o presunti tali) in cerca di visibilità e di portatori di tessere che si attiva solo in vicinanza delle scadenze elettorali, oppure non sarà più il perno di un cambiamento radicale della politica. Perchè questa è la vera posta in gioco. E' ovvio che l'attuale esperienza di governo sarà decisiva per il partito, purtroppo scontrandosi con la crisi irreversibile dei Cinquestelle. Che il Pd sia in risalita nei sondaggi e quindi nel consenso, al contrario dei grillini, non può indurre all'ottimismo per la sorte del governo, in quanto, proprio perchè in grande difficoltà, quest'ultimi cercheranno in ogni modo di puntellare le loro bandierine per non sparire definitivamente; la prova lampante di ciò è il tema della prescrizione breve. Può sorprendere (ma fino ad un certo punto, se si comprende un poco lo spirito dei Cinquestelle) la rigidità di Bonafede che sembra non offrire sponde per un compromesso. Come può infatti, in quanto ministro della Giustizia, persistere con un testo di riforma che scontenta profondamente sia la magistratura sia l'avvocatura? Né può essere ammissibile che tale esteso dissenso venga interpretato, nella logica settaria dei Pentastellati, come il segno di “stare nel giusto” perchè evidentemente si vanno a toccare (secondo loro) determinati interessi! Il destino prossimo futuro dei grillini si lega inevitabilmente a quello del governo Conte (sarebbe più esatto posporre i termini); la loro crisi è purtroppo destinata a complicarne la vita, in quanto giocheranno il tutto per salvare la loro immagine ormai sbiadita, lasciando pochissimo spazio alle mediazioni, considerate sconfitte “a prescindere”. Nè traggano in inganno le dimissioni di Di Maio: Giggino vuole riprendere la leadership, aspetta solo il momento giusto per reinsediarsi al vertice del partito (pardon: Movimento), nella consapevolezza di non avere per ora avversari per la successione; intanto, come fosse ancora il capo, invita i militanti a scendere in piazza per manifestare contro “il sistema”, reo di voler affossare le riforme più significative, vale a dire quella sui vitalizi dei parlamentari, che si vorrebbero ripristinare, e il reddito di cittadinanza, che qualcuno vuole rimodulare e riformare. L'unico al momento che potrebbe insidiarlo è Di Battista, il quale ha già annunciato il suo rientro nell'agone politico, ribadendo al contempo che il Movimento non si lega né alla destra né alla sinistra, anzi su economia, ambiente ed immigrazione lui porterà avanti proprie posizioni, maturate nei suoi recenti viaggi, e chi ci sta ci sta; una sorta di richiamo della foresta a tornare alle origini, quando i Pentastellati, raccogliendo il dissenso di tanti delusi dalla politica, sparavano a palle incatenate contro il “sistema” (ci risiamo). Solo che essendo da quasi 2 anni al governo, e partecipando in tal veste a disegnare la geografia del potere delle aziende di Stato, come ricordava giorni fa il Presidente della Camera Fico ai militanti in Campania, i Pentastellati sono ormai loro stessi “sistema”! Quello invece cui non danno ancora risposta, come dissi in un recente Osservatorio, è il motivo per cui, nonostante il reddito di cittadinanza, il taglio dei parlamentari, la legge sulla prescrizione ed i vari “restitution days”, hanno di fatto più che dimezzato il consenso elettorale acquisito nel 2018. Il fatto è, ripeto, che l'essere passati da un governo all'altro, l'aver oscillato da posizioni inizialmente anti-euro e poi il contrario, chiedendo però nel frattempo l'impeachment per Mattarella reo di aver posto il veto alla nomina a ministro di Paolo Savona, non certo “filo-Europa”; ed ancora: le norme a favore dei condoni edilizi, in Sicilia (si votava per le Regionali) e successivamente per Ischia, da poco colpita da un pesante terremoto, le indefinite posizioni in politica estera, tutto ciò ha contribuito a dare del Movimento un'immagine ondivaga, ambivalente, sempre pronto a cavalcare temi solo se in grado di portar voti (come sull'immigrazione, problema su cui non si sono mai distinti da Salvini), ma soprattutto senza una idea precisa e definita di Paese. Perchè senza proposte chiare su lavoro, fisco, scuola, università, ambiente (cose che “fanno” un Paese), lo sventolare “gli scalpi” contro la casta ha finito per essere percepito solo come battaglia auto-referenziale poco produttiva, visto i problemi tuttora aperti e non avviati a soluzione (e stando loro sempre al governo). Il destino del M5S sarà probabilmente quello di dividersi in tre raggruppamenti: uno governista col Pd (Fico, Patuanelli..), un altro contrario al governo col Pd ma aperto ad un ritorno con Salvini (Di Maio), un terzo “duro e puro”, che non si alleerà con nessuno (la linea di Di Battista-Paragone). Per tacere ora di ciò che potrebbe accadere alla fine della legislatura quando scatterà per i parlamentari grillini il divieto di candidarsi dopo 2 mandati; riguarderà gente come Di Maio, Fico, la Taverna, Toninelli, Crimi, Morra ed altri.. Che faranno? Usciranno tranquillamnete di scena o come credo Grillo e Casaleggio troveranno qualche cavillo che li faccia riconfermare? O “in articulo mortis” della legislatura ci saranno trasmigrazioni, magari anche verso il Pd?...Si capisce allora quali difficoltà affronterà il nostro partito con un partner così devastato, ma che nell'attuale Parlamento detiene ancora la maggioranza relativa! Il fatto è che si ha però moltissimo da perdere da un'azione di governo scarsamente incisiva, attenta più a salvaguardare un precario equilibrio piuttosto che orientare in modo deciso l'attività dell'Esecutivo stesso.
Dell'attivismo di Renzi invece si è detto e si dice tanto, che trattasi soprattutto di un bisogno di visibilità, stante i sondaggi che riguardano Iv; ma c'è chi ipotizza la caduta di Conte sul tema della prescrizione e la formazione in Parlamento (senza passare da elezioni anticipate) di un governo da affidare a Giorgetti (a Salvini no, anche per le importanti questioni giudiziarie che lo toccano), con un robusto impianto di destra moderata nella sua struttura e con Iv in appoggio. Mattarella, molto tempestivamente (a conferma che la cosa forse non era solo un'ipotesi teorica), ha già detto che in questo Parlamento altre maggioranze, al di là dei numeri, non sono possibili, ammenocchè non si vogliano coalizioni ulteriormente disorganiche e disarmoniche (ma il centrodestra avrà il coraggio di escludere da tale eventualità la Meloni, difficilmente “digeribile” da Iv?). Piuttosto sarà da conoscere l'atteggiamento di Renzi per le imminenti tornate elettorali regionali che riguarderanno Toscana, Marche, Campania, Puglia e Liguria, e in più le comunali a Roma. Quattro di queste regioni sono a guida centro-sinistra, ma già vi sono problemi circa i candidati di Campania (De Luca) e Puglia (Emiliano), per motivi diversi, ma per Renzi difficili da accettare (De Luca magari alla fine sì, Emiliano certo “no”); bisognerà inoltre vedere chi sarà il candidato sindaco della capitale, elezione che a Roma si sommerà a quella suppletiva per la copertura del seggio lasciato vacante da Gentiloni, migrato in Commissione europea. C'è tanta carne al fuoco, come si vede, e per questo il Pd dovrà essere unito, ma nella chiarezza delle sue scelte e strategie: il tempo scorre velocemente in politica e soprattutto non fà sconti. Perdere quest'occasione di rilancio per eventuali beghe interne vorrebbe dire la fine di tutto.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-22606504812767867512020-01-07T22:06:00.004+01:002020-01-07T22:06:45.165+01:00OSSERVATORIO GENNAIO 2020<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s1600/osservatorio-780028.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s320/osservatorio-780028.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO
La proposta di Massimo Cacciari di aprire il prossimo congresso del Pd (dopo le Regionali in Emilia) alle “Sardine” mi pare del tutto condivisibile; è vero che la presenza nelle piazze di tale movimento sta a mostrare plasticamente la crisi della rappresentanza della sinistra (non solo), ma proprio per questo accogliere in piena dignità coloro che han fatto una precisa scelta di campo (l'anti-sovranismo e l'antifascismo), che stanno modificando il linguaggio della politica, rilanciando il rispetto della complessità della stessa e della competenza, soprattutto ri-valorizzando la “presenza fisica” nelle piazze per l'ascolto diretto (superando così il totem della rete) mi sembra un'azione seria e responsabile. Non si tratta di mettere cappello sul movimento quanto invece di assimilarne le domande e le proposte, in una sorta di reciproca fecondazione. Il fatto che buona parte della Direzione sia apparsa finora piuttosto reticente al riguardo (secondo Cacciari) rende l'idea della difficoltà ad accettare una sfida del genere; forse perchè si tratta di dare pieno riconoscimento politico a persone certamente orientate a sinistra, ma non catalogabili nelle categorie classiche in cui i partiti spesso si caratterizzano al loro interno. Zingaretti al contrario pare ben disposto e come segretario potrà giocare al meglio le sue carte. Staremo a vedere. Ora, nell'attesa delle Regionali in Emilia-Romagna ed in Calabria, il Pd deve cercare di rimarcare la sua azione all'interno del Governo, iniziando dal tema della prescrizione. Partita delicata per gli equilibri interni all'Esecutivo perchè da sempre bandiera dei Cinquestelle; ma se si è d'accordo sull'eliminarne l'uso distorto, come si è visto all'epoca del Cavaliere e delle leggi “ad personam”, è difficile accettare il passaggio (quanto costituzionale?) dalla “presunzione d'innocenza”, fondamento dell'esercizio della nostra giurisdizione, alla “presunzione di colpevolezza”. Ma si sà i Pentastellati sono entrati in Parlamento “a scopo punitivo”, per cui il taglio dei parlamentari e appunto la sospensione della prescrizione dopo il I° grado rappresentano quell' humus di anti-politica su cui hanno inizialmente costruito gran parte del loro consenso. Ora che si avvicina un nuovo appuntamento elettorale su certi punti non cederanno (per il momento..).
Il caso Salvini e la tenuta del Governo.
Non si sà ancora se il Parlamento voterà per l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso della Gregoretti (analogo a quello della Diciotti); è indubbio però che sul caso si sta giocando una partita che non potrà non incidere sull'azione del Governo. C'è da notare come tale situazione avvenga in un momento di profonda crisi del M5S che ha già visto tre senatori passare con la Lega, diversi fuorusciti verso il Gruppo Misto, tra i quali l'ex-ministro Fioramonti, ed ora l'espulsione di Paragone...La ragione vera, che nessuno tra i transfughi pentastellati ammetterà mai, è che la crisi di consenso dei grillini, unita alla riduzione del numero dei parlamentari, costerà il posto a tanti di loro che pertanto si affrettano a cambiare bandiera. Forse non sarà l'unico motivo, ma sicuramente ha una parte preponderante. Stare in politica piace, non c'è bisogno di dirlo...e non solo per la visibilità personale che si acquista! Del resto, di cosa dovrebbero vergognarsi coloro che son passati con Salvini? Son stati insieme al governo, lo hanno difeso in nome della collegialità per il caso della nave Diciotti, hanno condiviso, quantomeno non hanno eccepito nulla, l'impianto delle Leggi Sicurezza; per qual motivo ora (questi transfughi grillini) dovrebbero sentire il peso di un disonore per il cambio di casacca? Anche Di Maio non è che abbia brillato per coerenza finora, anzi; le sue giravolte sono ormai note! Lui si muove sempre nell'ottica della convenienza personale identificandola con quella di partito (pardon “Movimento”) che vuole portare di volta in volta su temi in grado di lucrare voti; l'annuncio del “sì” al procedimento verso Salvini è per lui comunque un'arrampicata sugli specchi, in quanto come vice-presidente del Consiglio non poteva ignorare le posizioni del suo corrispettivo leghista. E' che ora Di Maio sente l' ”odore del sangue”, con Salvini in difficoltà, e cerca di prendersi la sua rivincita. Ciò che ho detto per Di Maio, circa il caso della Gregoretti, vale anche per il presidente del Consiglio che Zingaretti ha recentemente lodato, rafforzandone l'immagine. Si può sostenere che Conte, nel precedente governo, è stato soprattutto un notaio, “schiacciato” com'era tra Lega e Cinquestelle che lo avevano indicato Premier. E' dopo l'esito delle Europee, e principalmente dopo la crisi estiva provocata da Salvini, che Conte ha assunto un ruolo più autonomo, mostrando anche diverse doti di mediatore; iscriverlo nel perimetro della sinistra vuol dire obbligare Di Maio ad una scelta di campo, in quanto difficilmente il capo pentastellato potrebbe misconoscerlo, avendolo lui stesso proposto prima a Salvini (Conte 1), dopo al Pd, quale “conditio sine qua non” per la formazione dell'Esecutivo (Conte 2). Ma è una scelta che Giggino comunque non farà, lo ha già detto: il M5S dovrà essere sempre l'ago della bilancia, il che vuol dire stare al Governo o con la Lega o con il Pd, a seconda della convenienza del momento. Ma soprattutto per lui è l'unico modo per rimanere “capo politico”: fare una scelta di campo vorrebbe dire accettare di non essere più il leader in caso di sconfitta dell'alleanza all'interno della quale ci si è schierati; tra l'altro, con un Movimento diviso e lacerato, il rischio che la piattaforma Rousseau possa non confermarlo (presentandogli il conto) sarebbe a quel punto molto alto. Poi certo, è assai probabile che Grillo e Casaleggio troveranno gabole per cui chi ha rivestito ruoli di rilievo verrà escluso dal giudizio della piattaforma stessa, garantendogli la permanenza “a vita” nella politica...Vedremo, ma se sarà così, anche altri parlamentari 5 Stelle importanti reclameranno lo stesso trattamento; si formerà allora una casta di intoccabili, proprio il contrario di quello che i grillini han sempre predicato!
Tornando a Salvini, si noti come abbia forse moderato un po' i toni, ma certamente inizia a soffrire la sua situazione personale. I fondi in nero presi dalla Russia, di cui è accusato, i 49 milioni di Euro spariti, che verranno addebitati alla “bad company” della neonata Lega per Salvini, come sancito dal recente congresso ultrarapido alla vigilia di Natale, vale a dire la “vecchia” Lega Nord, restano tutte spine nel fianco; ed anche il caso della Gregoretti che il “Capitano” tenta di banalizzare, dicendo di aver difeso i confini (la nave in questione è militare: non sarebbe mai potuto partire un attacco all'Italia!), è causa di preoccupazione, ben sapendo che l' eventuale autorizzazione a procedere gli procurerà più di un'incertezza, in quanto il caso appare “giuridicamente fondato”. Non per nulla sembra di essere tornati ai non lontani tempi di Berlusconi, quando cioè i magistrati venivano attaccati e delegittimati; si riascoltano parole prive di fondamento costituzionale, che vogliono contrapporre il popolo (che vota e che darebbe ora la maggioranza a Salvini) ai giudici, i quali se avanzassero una qualsiasi azione nei di lui confronti, si collocherebbero “automaticamente” contro la volontà dei cittadini, quasi che il consenso elettorale sia un lavacro purificatore da ogni colpa o peccato. E' un cortocircuito pericoloso, su cui occorerebbe dire una parola definitiva (ma anche i Cinquestelle al riguardo sembrano silenziosi).
Il gesto del Papa.
Non vorrei che l'eco mondiale dell'immagine del Pontefice un po' adirato con la persona che gli aveva afferrato la mano, strattonandogliela, facesse passare in secondo piano le Sue parole pronunciate nell'Angelus del Primo dell'Anno, che la liturgia cattolica dedica a Maria Madre di Dio: avendo l'opportunità di parlare della donna, lo ha fatto come forse da tempo nessuno era riuscito, perlomeno con tanta intensità e profondità. Non solo la raccomandazione ad avere rispetto, ad evitarne lo sfruttamento del corpo a fini pubblicitari e di prostituzione, a fuggire ogni forma di violenza fisica e verbale (cose indubbiamente di enorme rilievo), ma con quel ricordare che “non c'è salvezza senza la donna e che la sua carne è la più nobile del mondo perchè concepisce e dà la vita, come fece appunto Maria” sono stati toccati vertici di elevata bellezza e spiritualità. Invece di irridere sui social quella reazione tutta “umana” (scacciare la mano della fedele), imitandone la scena con la sua compagna, Salvini avrebbe fatto bene a meditare quelle parole, dato che lui stesso aveva da poco volutamente ironizzato sugli esami orali della nuova ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, al concorso per Dirigenti Scolastici, dando la stura a prevedibili commenti sessisti, ovviamente coperti dall'anonimato della rete. Quando si semina vento si raccoglie tempesta, caro Salvini; anche questa citazione è del Vangelo..Ma la Borgonzoni, aspirante governatrice dell' Emilia-Romagna, che ha da dire al riguardo? E le altre donne della Lega? O l'adorazione del Capo è tale che tutto si copre, altrimenti si rischia di essere escluse da future candidature?
Buon Anno a tutti, di pace e di cose belle.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-82442971724533255532019-12-04T21:26:00.001+01:002019-12-04T21:26:02.561+01:00OSSERVATORIO DICEMBRE 2019<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp_FFiPN0AgZsir-SUkqf1GyVILb6YS-O151V64NvdCndbv64_NQwcVaIywROP9UqzQQ6wwkjzUHn4Avv6cAiiuvdIiHJnnpt24R2y-OplmBI5KDHilgFN51dX_sweoZHQ1OmBJLb1yC4/s1600/osservatorio-703136.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp_FFiPN0AgZsir-SUkqf1GyVILb6YS-O151V64NvdCndbv64_NQwcVaIywROP9UqzQQ6wwkjzUHn4Avv6cAiiuvdIiHJnnpt24R2y-OplmBI5KDHilgFN51dX_sweoZHQ1OmBJLb1yC4/s320/osservatorio-703136.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO
Sarà forse troppo semplistico dirlo, ma credo che il vero motivo delle forti polemiche (se non proprio del durissimo scontro) in atto sul Mes stia nelle prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna, vero spartiacque della presente legislatura e quindi dell'attuale governo. E' evidente che una vittoria del centrodestra a trazione salviniana avrà immediati contraccolpi nel Pd e di conseguenza nell'Esecutivo, nonostante i tentativi che verranno messi in atto per disinnnescare la violenta deflagrazione politica che sarà stata provocata (del tipo: ”non sono elezioni a carattere nazionale” o “il Governo è fuori dalla contesa”...). Salvini, dopo l'exploit in Umbria, in grossa parte scontato in partenza, è (era?) convinto di sbancare anche in Emilia-Romagna, di dare perciò il benservito a Conte, andare alle elezioni anticipate, vincerle a man bassa e reclamare i “pieni poteri”. Non ha previsto però (come peraltro nessuno finora) il fenomeno delle “sardine”, un movimento spontaneo, ma non apolitico, anzi con una precisa scelta di campo, vale a dire l'anti-sovranismo, che sta riempendo le piazze italiane e non solo, in nome di una politica diversa, di un linguaggio non intossicato, direi anche di un modo di essere basato sulla riflessione, su risposte ponderate, sulla non demonizzazione dell'avversario e del diverso. Non si tratta dunque della ripetizione delle piazze “grilline”, nelle quali era dominante l'aspetto “distruttivo” nei confronti della politica in generale, dalle cui ceneri ne sarebbe poi emersa una del tutto nuova, partecipativa tramite la rete, cui tutti potevano far parte tramite un “click” dalla propria casa o dall'ambiente di lavoro, in un contesto di trasparenza ed onestà...No, in questo caso (con le “sardine”) si tratta di altro, cioè di un movimento sì spontaneo, ma che riconosce la complessità ed al contempo l'importanza della “Politica”, cui non ci si può sottrarre ponendosi in una posizione di “alterità”, ma assumendosi delle responsabilità in prima persona. E' chiaro che se tutte le “sardine” in Emilia-Romagna, proprio per evitare il sovranismo di una destra che cancellerebbe totalmente una storia radicata, dove credenti e non credenti hanno costruito uno stile di dialogo, una visione condivisa del bene comune, decidessero di andare a votare, certamente non lo farebbero a favore di Salvini. Ebbene, questa nuova realtà, contro la quale si scagliano ovviamente i quotidiani della destra, da “Libero” al “Giornale”, dal “Tempo”, quotidiano di Roma, alla “Verità” di Belpietro, nonché i vari talk show televisivi, guardacaso quasi del tutto sulle reti berlusconiane, rischia di essere “pietra d'inciampo” per il Capitano e company. In gioco ci sono appunto la crisi di Governo e le elezioni anticipate, perchè l'Italia diventi come l'Ungheria e la Polonia. Come riprendere allora un'iniziativa che possa mettere all'angolo il Governo, secondo Salvini? Niente di meglio che il tema del Mes; in fondo l'uomo della strada cosa sà e soprattutto cosa capisce di un problema molto tecnico anche se centrale per l'Eurogruppo e quindi per l'Italia? E' ovvio che nei tg o nei dibattiti televisivi questo “uomo della strada” ascolterà i suoi politici di riferimento o quelli da cui si sente meno distante; basta pertanto una propaganda ossessiva con slogan accattivanti (tipo: “si attaccano i risparmi degli italiani per finanziare le banche tedesche” o “Conte ha mentito al Paese”...), tanto da titillare quel rancore magari represso, ma sempre presente, di tanti elettori verso l'Europa e trasformarlo (intanto in Emilia-Romagna) in voti per il centrodestra. Il Presidente del Consiglio ha fatto bene a ricordare nel suo intervento di fronte alle Camere (ricordo che Conte non è parlamentare) i vari passaggi nei Consigli dei Ministri del suo precedente governo “giallo-verde”, richiamando tutti, in primis i suoi ex vice-ministri, alla corresponsabilità della scelta; ma evidentemente l'importanza della partita (le elezioni anticipate) è tale che la Destra non mollerà l'osso di un millimetro e continuerà a sparare a palle incatenate, in quanto se non vincesse le prossime regionali (ci son anche quelle in Calabria) cosa le resterebbe a tal fine? Sperare che il Governo si decomponga autonomamente? Qui entra in ballo Di Maio, sempre più rabbuiato e sempre più contestato dal suo Movimento, che ormai da quasi 2 mesi non elegge nemmeno il capogruppo alla Camera. Giggino soffre perchè Salvini sta occupando l'area politica del “no all'Europa”, sobillata come detto da una propaganda continua e pervicace; in un momento in cui il crollo dei voti sembra inarrestabile, mettendo in discussione l'esistenza stessa del Movimento, il trovare spazi elettoralmente molto ghiotti già occupati, è per lui inaccettabile. Del resto, perchè Di Maio chiede “ora” lo slittamento della firma del Mes? Perchè chiede “ora” che la firma sia contestuale alla riforma bancaria europea? Non lo sapeva prima? E allora perchè non dirlo subito dopo gli accordi raggiunti dal ministro Tria? Ma è solo per l'imminenza della competizione elettorale emiliano-romagnola, che potrebbe segnare per i grillini un'ulteriore tracollo politico; l'eventuale “compensazione” del Pd infatti, che speriamo confermi la sua leadership regionale, creerebbe una situazione ancor più indigeribile per Giggino, in quanto i “democrat” a quel punto diventerebbero il perno centrale dell'alleanza governativa, imponendo la propria agenda. Una cosa devastante per il M5S, a partire da Di Battista, con cui Di Maio sta ricollegandosi, al fine di tornare alle origini e risvegliare la base. Ma ciò che i Pentastellati si rifiutano di accettare è che, stando al potere, si stanno trasformando di fatto in un partito come gli altri, attraversato da personalismi sempre più incontrollati (basti citare Barbara Lezzi, lo stesso Toninelli e altri, guardacaso proprio coloro che non sono stati confermati “ministri”), una cosa inconcepibile anni fa per il Movimento! Ma a mio avviso il vero problema è il non voler fare una scelta di campo tra “destra e sinistra” e continuare a definirsi “post-ideologico” (il movimento delle “sardine” sta invece confermando che la distinzione c'è!), la qual cosa appare ormai ai più una sorta di trucco per “stare comunque al potere” (una politica dei “due forni”, se vogliamo). Come già detto altre volte in precedenza i grillini “devono” essere al governo per poter esistere; essere relegati all'opposizione, senza una prospettiva immediata di potere, li condannerebbe pian piano all'irrilevanza e li spaccherebbe definitivamente. Di Maio quindi gioca una partita personale (sai che novità!), perchè solo tenendo in un modo o nell'altro unito il gruppo, che unito non è, può sperare di mantenere il suo ruolo; in caso contrario sarà il primo a pagare. Cosa farà un domani se la piattaforma Rousseau non lo confermasse tra gli eleggibili (essendo peraltro trascorse due legislature)? Questa è la partita in gioco, per lui ed i Pentastellati di cui è il capo politico! E allora: davvero pensiamo che ci tenga a stringere un'alleanza organica col Pd, mettendo a rischio il suo futuro politico?
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-61136070690601895152019-11-13T22:09:00.000+01:002019-11-13T22:09:40.352+01:00OSSERVATORIO NOVEMBRE 2019<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjBUZjQiG_3GxjVh-CXHtu3CD-9t1S5Fiy5Z37MgcourJpw0S1DahjWJc1Ji30HNFd3yqRSoymEqHhPmsF6ljwBDTah5966q9cYo6e7elqTxnk-Ot_Xi6U59haVZDbDv4iP7AiwwnawMM/s1600/osservatorio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjBUZjQiG_3GxjVh-CXHtu3CD-9t1S5Fiy5Z37MgcourJpw0S1DahjWJc1Ji30HNFd3yqRSoymEqHhPmsF6ljwBDTah5966q9cYo6e7elqTxnk-Ot_Xi6U59haVZDbDv4iP7AiwwnawMM/s320/osservatorio.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO
Il governo sta mostrando ahimè tutti i limiti già evidenti all'atto della sua formazione ma che si sperava potessero pian piano essere superati nell'ambito della prospettiva di una coalizione di lungo periodo, specie dopo la traumatica rottura tra Cinquestelle e Lega. Purtroppo il M5S sta rivelando la sua incapacità, direi strutturale, di uscire dai suoi schemi di “lettura” della realtà ed è in preda, come già ricordato su queste note, a contrasti interni molti forti con una progressiva delegittimazione del ruolo di Di Maio, il quale peraltro continua a rimanere dov'è, quasi che le sconfitte elettorali siano state solo occasionali incidenti di percorso. Il caso dell'ex-Ilva al riguardo è emblematico, perchè l'iniziale “no” allo scudo legale, diventato poi “sì” (prima della rottura con Salvini), ora è tornato (per i Pentastellati) di nuovo “no”, grazie all'emendamento della sen. Lezzi, uno delle frondiste anti-Giggino, probabilmente delusa dalla mancata riconferma a ministro (ma il Movimento non predicava il distacco dal potere, che è roba della casta?). Di Maio non ha potuto smentire di non essere più in grado di controllare i suoi e per quanto non abbia gradito si è allineato al “no” del suo gruppo senatoriale, minacciando il Pd a non forzare la mano sul tema! Ora il rischio del Partito Democratico è proprio l'essere identificato come la causa principale dell'incapacità dell' Esecutivo nel proporre un salto di qualità dell'azione politica; ciò che indigna è il sentire che la colpa della situazione dello stabilimento di Taranto sia solo del governo Conte 2, come se nel “Conte 1” i problemi fossero stati risolti. Dov'era Salvini quando Di Maio proclamava alla sua maniera l'aver chiuso l'annosa vertenza con l'ex-Ilva in pochi mesi? O davvero si vuol far credere (con le Regionali in Emilia-Romagna alle porte!) che con la Lega al governo le cose non sarebbero arrivate a questo punto? E cosa pensa allora il centro-destra dell' intervista a Repubblica rilasciata da Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, che con chiarezza dice che sarebbe meglio, al posto delle ipotizzate tasse su plastica ed auto aziendali, destinare al taglio del cuneo fiscale le risorse spese per il Reddito di Cittadinanza e per “quota 100”, vale a dire le riforme cardine del precedente governo giallo-verde? Che ne pensa la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini, la quale in un servizio del Tg ha detto che l' “attuale governo sta massacrando gli Italiani”, quando la manovra finanziaria non è stata ancora approvata, quindi è tuttora in atto quella dell' Esecutivo penta-leghista precedente? Occorrono risposte rapide e puntuali a queste insinuazioni, fatte solo a scopo elettorale! Certamente anche il Pd non è esente da responsabilità, in parte legate al non voler acuire troppo i contrasti coi Cinquestelle, pure dopo aver ingoiato diversi rospi tra cui il taglio “su due piedi” dei parlamentari, in parte ad una difficoltà ad esprimere una linea chiara ed inequivoca, pur al netto della scissione di Italia Viva. Ora che succederà? Bisognerebbe essere maghi per prevederlo... Sicuramente i casi di Taranto (peraltro una bellissima città!) e di Alitalia, due casi emblematici delle nostre difficoltà economiche, impongono un generale ripensamento della politica industriale, senza lasciarsi prendere dall' idea, finora fallimentare, dell' “italianità a tutti costi” (Berlusconi tentò col suo governo di difendere la compagnia di bandiera proprio in nome di ciò ed i risultati si son visti! Vero Salvini? Vero Bernini?), tanto più che abbiamo Fincantieri che compra Stx e Fiat che compra Crysler ed ora si allea con Peugeot (quindi, se in salute, anche le aziende italiane possono acquistare all'estero)...Ci si rende conto però che occorrerebbe un altro governo con un'altra maggioranza, al momento prospettive lontane.
Una considerazione circa il voto in Emilia-Romagna, ora che Italia Viva ha ufficializzato la non presentazione di proprie liste. Si spera che gli “italo-vivaisti” (si chiamano così?) nelle urne non facciano mancare il sostegno a Bonaccini (almeno a lui!) e magari qualcuno di loro anche al Pd. Il prossimo appuntamento nazionale del partito a Bologna, si spera, ridia slancio e soprattutto ri-motivazioni ad un elettorato che ultimamente ha girato in parte le spalle alla sinistra. E chiedere agli emiliani e romagnoli se davvero vogliono farsi governare dalla Bergonzoni (quindi da Salvini), dopo l'atteggiamento della Lega (e del centrodestra) in Parlamento sulla Commissione Segre, dopo il silenzio sulle parole e gli atti (il negare i soldi ad uno studente per un viaggio ad Auschwitz perchè iniziativa “a senso unico”!) del sindaco di Predappio, dopo l'assenza di commenti (di Salvini e centrodestra tutto) sulla cena ad Ascoli Piceno in occasione della data della marcia su Roma, cui hanno preso parte diversi esponenti del centrodestra locali e nazionali; e ancora, dopo gli inquietanti segnali che provengono dall'incendio a Roma della libreria antifascista “Pecora elettrica” e poi di un locale adiacente, il cui proprietario aveva espresso solidarietà. Per non parlare dell'ormai ostentato orgoglio nel definirsi di estrema destra, ormai non solo nelle curve degli stadi..Questo quadro, che troverebbe ulteriore legittimazione nel nostro Paese da una vittoria di Salvini alle prossime Regionali, contrasta radicalmente con la storia e la cultura anche politica degli emiliani-romagnoli...Risvegliamola se necessario questa coscienza!...
Abbiamo taciuto finora circa le “oscurità” della Lega salviniana, a partire dagli ormai famosi 49 milioni di finanziamento, non si sa dove finiti, per arrivare ai rapporti economici con la Russia (Russiagate), su cui continua il silenzio del Capitano, ed ora anche al caso dell'acquisto di “300.000 E in bond” di ArcelorMittal nel 2013, rivenduti pare due anni dopo, quando per la legge sul finanziamento dei partiti del 2012 sono vietati investimenti in Borsa se non su titoli italiani o paesi europei; per non dire ancora della trasferta dell'on. Rixi a Londra (probabilmente i dirigenti dell'azienda si fidavano di più della Lega rispetto ai Cinquestelle, per cui è verosimile che vi potessero essere interlocuzioni più dirette con Salvini e co.), poco prima che la multinazionale franco-indiana minacciasse l'abbandono di Taranto in caso fosse saltato lo scudo legale...Non facciamo dietrologie, ma cose da chiarire ce ne sono: si può chiedere a Salvini di farlo in maniera esauriente prima delle Regionali in Emilia-Romagna? O no?
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La signora Zanrosso, 68 anni di Bologna, è stata una “hater” di Mattarella e ora ha implorato il magistrato che l'ha interrogata, per vilipendio al Presidente della Repubblica, di potergli chiedere scusa, anche in ginocchio. Il fatto risale allo scorso anno, all' atto della formazione del governo giallo-verde, quando Mattarella pose il veto alla nomina di Paolo Savona a ministro per le sue dichiarazioni anti-euro e per un piano B (l'uscita dalla moneta). Di Maio, ancora preso dall'euforia della vittoria alle urne, ne propose l'impeachment, presto smentito il giorno dopo! Le dichiarazioni della signora meritano però una sottolineatura perchè, cito testualmente, “c'era un clima molto caldo, in cui gli animi erano surriscaldati da alcuni parlamentari del M5S di cui ero simpatizzante. Mi sono lasciata contagiare stupidamente da questi fatti...”. Ora, che una donna anziana ma attiva, amante a suo dire della pittura e degli animali, madre e nonna, bolognese, quindi di una città dove la politica è quasi pane quotidiano, scenda a quel livello di insulti verso la più alta garanzia istituzionale la dice lunga sulla pervasività del messaggio on line con cui i Cinquestelle, ma non solo, cercavano il consenso, caricando o peggio sovraccaricando i toni, e di come molta gente, animata anche da una “giusta” rabbia verso l'inconcludenza di tanta politica, abbia perso allora, fors'anche oggi, una capacità critica e una “serenità” di valutazioni. La pacatezza non è arrendevolezza o scarsa incisività, ma certo che tra i toni di uno Zingaretti e quelli di un Salvini la differenza si nota: il primo ragiona e cerca di offrire soluzioni (condivisibili o meno, come per tutti), l'altro “urla” i problemi senza offrire risposte vere, chiedendo agli elettori proprio perchè urlante, mostrando il petto all'Europa ed ai migranti, di affidargli i pieni poteri... La versione strillona, spaccona e sovranista del “ghe pensi mi”! Potremo dire che il “salvinismo è la fase suprema del berlusconismo”?
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-12271011996684114452019-10-30T21:48:00.003+01:002019-10-30T21:48:41.204+01:00OSSERVATORIO OTTOBRE 2019 SPECIALE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s1600/osservatorio-780028.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOEBLqWetNKiCkDKMtRSqYB4GIdtlL2WTHtMQK_OtByyQpyzu7U-Hdeov7_ifBcOlS6bFKHDvS59Of88hoIsT7rblZLvaRIJPEgjfS-Y00ho1gguBO5n4fymuFm1JLR53u0__ATwGajJk/s320/osservatorio-780028.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO.
La sconfitta in Umbria era ampiamente prevista; anche se da sempre regione “rossa” c'erano stati da tempo segnali di ribaltone politico. Già nel 2014 infatti, l'anno del Pd al 40%, Perugia era andata ad appannaggio del centrodestra, poi nelle successive tornate amministrative locali è toccato a Foligno, Todi, Terni...L'ex presidente di Regione, Bruno Brancalente (1995-2000), che è anche docente universitario di Statistica Economica, ha detto che l'Umbria “è quella tra le regioni italiane ad aver recuperato meno dalla crisi del 2008; da allora è iniziata quella disaffezione politica per cui Salvini pian piano è diventato il leader più votato fino al punto che la regione è la quarta in Italia per penetrazione leghista, dopo Veneto, Lombardia e Friuli”. Se questa è la cornice c'è da sottolineare come l'alleanza giallo-rossa, appena costituitasi, ha avuto un solo mese per presentarsi, mentre Salvini batteva la regione palmo a palmo già da molto tempo. Ma tale notazione, seppur vera, da sola non può bastare a giustificare una sconfitta così pesante nei numeri; resta sempre da chiedersi perchè anche lì, nella regione “cuore” dell'Italia, il Pd abbia perso progressivamente il contatto con la sua gente, né può sufficiente prendere atto che se tutto sommato “ha tenuto” (più o meno nelle percentuali accreditate dai sondaggi a livello nazionale), altrettanto non può dirsi degli alleati pentastellati, ancora in caduta libera (magari se avessero mantenuto la stessa percentuale delle Europee, il distacco sarebbe stato inferiore). Vero è che Zingaretti ci ha messo la faccia, ma è solo da marzo il Segretario di un Pd che ad agosto si è trovato nella condizione, dietro pressioni provenienti da vari ambienti culturali, economici e religiosi, a dover farsi carico (non ad ogni costo) del governo del Paese assieme ad una forza, tuttora maggioritaria in Parlamento, ma assai lontana da una visione istituzionale, che continua a richiamarsi a parole d'ordine e a slogan da trasformare in leggi e che nel suo credo ha il superamento del Parlamento stesso. Non penso sia stata colpa della manovra economica questa debacle elettorale dell'alleanza; in fondo nell'anno in cui è stato al Governo Salvini le tasse sono diminuite? Non mi pare...Certo, mi risulta incomprensibile il motivo per cui non è stato spiegato con chiarezza, come ha fatto recentemente Tito Boeri, che la “quota 100”, che cesserà nel 2022, produrrà poi uno scalone pensionistico di 6 anni, per cui (per fare un esempio) vi sarà notevole differenza tra un nato nel dicembre '61 ed uno nato nel gennaio '62, dunque entrambi sessantenni e con 40 anni lavorativi! Forse perchè i Cinquestelle hanno cercato di difendere il loro operato nel governo precedente (per poter poi dire che il Pd si è dovuto piegare al loro programma) e pertanto, in nome della nuova alleanza, non si poteva toccare questo tasto? Ora, io credo che, piaccia o meno, il governo dovrà andar avanti per coerenza, si spera con minore conflittualità e con una maggiore radicale incisività; ovvio che non può dare le dimissioni solo perchè la coalizione che lo sorregge ha perso in Umbria: sarebbe come dire che ad ogni tornata elettorale (ed in Italia ce ne son tante), qualora un risultato sia penalizzante, qualunque Esecutivo in carica deve dimettersi! In America, nelle elezioni di “mid term”, molto spesso i Presidenti eletti 2 anni prima perdono la maggioranza al Congresso, ma non per questo danno le dimissioni. Così pure in Germania con le elezioni nei lander, o in Francia o in Gran Bretagna..Da noi la palla passerà ora ai grillini, cioè a Di Maio, ormai contestatissimo all'interno del Movimento, il quale, non avendo mai “amato” veramente questa alleanza col Pd, ha già detto che non può funzionare, almeno a livello territoriale. Ma il presidente Mattarella, gli stessi Conte e Zingaretti, hanno dichiarato che la caduta dell'Esecutivo giallo-rosso (dal “no” sui territori” al “no” al governo il passo è breve!) significherà elezioni anticipate. I Cinquestelle le vogliono? E Italia Viva di Renzi? Non credo, verrebbe infatti meno il motivo fondamentale per cui è nata questa coalizione! Sostituire Conte? E con chi? Con Draghi? Non lo credo nemmeno. Il destino di Di Maio però si lega in modo netto alla durata della presente legislatura: se la base pentastellata lo sfiduciasse potrebbe succedergli Fico, ma è il Presidente della Camera. La conferma di Giggino invece potrebbe assumere per loro aspetti laceranti; il fatto è che l' “anomalia” del Movimento, aggregatosi on line, non prevede un congresso in cui confrontare linee politiche diverse, quindi una maggioranza ed una minoranza. Tutto è deciso “altrove” con Grillo ma soprattutto con Casaleggio, il quale ha bisogno da par suo di un Movimento al potere, per far crescere la sua azienda (e quindi il proprio fatturato); allo stesso modo, configurando un conflitto d'interessi evidente e irrisolto, il Movimento ha bisogno di una “Casaleggio Associati” per poter vivere, in tutti i sensi, politicamente. In questa situazione cosa dice Grillo? E Casaleggio? Ma c'è una domanda che i grillini non possono più eludere, vale a dire: come mai nonostante il reddito di cittadinanza, il taglio dei parlamentari, le manette agli evasori, il consenso sta franando sempre più? A mio avviso, benchè esista un populismo diffuso, è perchè la gente prima o poi si accorge che queste “bandierine” identitarie non fanno una visione politica; tra l'altro i Cinquestelle hanno frequentemente oscillato intorno a questioni chiave (l'Europa, la politica industriale, con tutte le grosse vertenze non risolte..). Ma se poi, ad esempio, al taglio dei parlamentari non si accompagnano riforme incisive nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità, a che serve? A dire che si è combattuta la casta? Dopo un po' la gente ti volta le spalle! Il Movimento, con tutta la sua struttura, è in grado ora di “diventare un'altra cosa”? E chi potrebbe farlo uscire dal guado da loro stessi creato? Ancora Grillo o Casaleggio? O lo stesso Conte? Sono domande che richiedono risposte “a breve”, visto l'incalzare delle situazioni, non solo italiane...Il tutto necessariamente si riflette sul Pd, che paradossalmente sembra star meglio, in quanto c'è un consenso che sale poco alla volta (non dimentichiamo che senza la scissione dei renziani la percentuale sarebbe salita almeno di un paio di punti), ma ovviamente non dimenticando che in Umbria si è perso comunque il 13%, c'è da ricostruire una linea politica che parli al Paese, opposta al populismo; compito improbo poiché esiste un'onda lunga che non si infrangerà presto. Ma questa capacità di rivolgersi a chi più è in difficoltà non potrà che tradursi in presenza capillare sui territori, nelle periferie; il partito lì soprattutto, in quei luoghi di disagio, deve offrire la sua alternativa al salvinismo, offrendo spazi e momenti di aggregazione, insieme con quelle realtà del mondo cattolico e non solo, con iniziative “continue” che possono andare, chesso', dal doposcuola per i bambini ad eventi di dibattito su temi politici, sapendo parlare un linguaggio comprensibile che arrivi al cuore delle persone. Ci vorrà del tempo probabilmente, ma è come arare un terreno e gettarvi il seme: dopo un po' cresce la pianta! Occorre però nel frattempo ripensare il modo di essere dei circoli: bisogna aprire ai contributi di chi, pur non iscritto, vuole impegnarsi, creare occasioni di dibattito e di studio (non vorrei essere autoreferenziale, ma quando facevo parte del Comitato Garanti, insieme a figure quali Francesco Porcellana ed il senatore Giovanni Saracco, si organizzò una serie di incontri sulla Costituzione, che via via raccolse un uditorio crescente, in orari feriali pomeridiani, di circa una trentina di iscritti...), insomma un ruolo di “formazione”. Una parola infine su Italia Viva. E' del tutto evidente che Renzi fa' ora la sua partita contro il Pd e Zingaretti in particolare; al di là della valutazione di opportunità circa la “foto di Narni” la sua assenza era una mossa calcolata. Ben sapendo che comunque la sconfitta era scontata, ha voluto eclissarsi, quasi a tirarsi fuori per avere buon gioco a criticare quei protagonisti e acquisire così, dal suo punto di vista, un'autorevolezza maggiore nell'imporre la linea al Governo. Ma ormai Renzi porterà avanti la sua idea di partito macroniano; potrà a livello locale allearsi col Pd, come farà in Emilia e certamente in Toscana, ma la fisionomia di Italia Viva sarà quella di un partito centrista, aperto da Forza Italia, ormai in disarmo, ai futuri fuorusciti dal Pd, come spera. Il suo problema è che l'andare ora alle elezioni anticipate sarebbe letale, quindi non potrà tirare la corda più di tanto; ma l'idea di far cadere Conte per dare a Di Maio la leadership del Governo mi sembra del tutto improponibile...Staremo a vedere.
Gianni Amendola
La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-20344910241914286862019-10-20T19:23:00.002+02:002019-10-20T19:27:10.194+02:00L'ARTE DI AMMINISTRARE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh8fyDCl1WvSIYavCvciE6Umz4Ih9HorpYrd7gaTFqnJelCzM-hjCuBKEm9vRrjevCXZVAyJD3tPxysIRiZAZrEYZA_2syP5guj7lopK2rrcuvq2GcsYkzsomdI5bVQQUB1G5WDqcZHp0/s1600/9Novembre.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh8fyDCl1WvSIYavCvciE6Umz4Ih9HorpYrd7gaTFqnJelCzM-hjCuBKEm9vRrjevCXZVAyJD3tPxysIRiZAZrEYZA_2syP5guj7lopK2rrcuvq2GcsYkzsomdI5bVQQUB1G5WDqcZHp0/s320/9Novembre.jpg" width="320" /></a></div>
Il corso di formazione si svolgerà sabato 26 ottobre e sabato 9 novembre 2019, dalle ore 9 alle ore 13 ad Asti, presso il Polo Universitario Rita-Levi Montalcini. Quota di iscrizione: 10,00 euro.<br />
L’ARTE DI AMMINISTRARE 2019<br />
Qui di seguito il link per iscriverti direttamente online:<br />
<a href="http://bit.ly/314uq81" target="_blank">http://bit.ly/314uq81</a><br />
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lasciando i riferimenti ed indicando la/le date in cui intendete partecipare.La redazionehttp://www.blogger.com/profile/14128001668826712064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-507842882243792102.post-32692882981497192202019-10-14T19:07:00.004+02:002019-10-14T19:07:44.094+02:00OSSERVATORIO OTTOBRE 2019<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjBUZjQiG_3GxjVh-CXHtu3CD-9t1S5Fiy5Z37MgcourJpw0S1DahjWJc1Ji30HNFd3yqRSoymEqHhPmsF6ljwBDTah5966q9cYo6e7elqTxnk-Ot_Xi6U59haVZDbDv4iP7AiwwnawMM/s1600/osservatorio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjBUZjQiG_3GxjVh-CXHtu3CD-9t1S5Fiy5Z37MgcourJpw0S1DahjWJc1Ji30HNFd3yqRSoymEqHhPmsF6ljwBDTah5966q9cYo6e7elqTxnk-Ot_Xi6U59haVZDbDv4iP7AiwwnawMM/s320/osservatorio.jpg" width="320" height="206" data-original-width="620" data-original-height="400" /></a></div>
L'OSSERVATORIO
La riduzione del numero dei parlamentari viene salutata come una vittoria di Di Maio, ma era scontata in quanto c'erano già state 3 letture alle Camere e se non fosse caduto il governo precedente sarebbe stata approvata insieme con la Lega. Era naturale che all'atto della formazione del “Conte-bis” i Cinquestelle avrebbero innalzato questa loro bandiera; a quel punto, una volta accettato il riassetto istituzionale che tale riduzione comporta, non poteva che esserci il via libera. Quello che invece và fatto, da parte del Pd e non solo, è stroncare immediatamente la retorica dei grillini circa il risparmio economico, che secondo le stime di Cottarelli ad esempio varrebbe lo 0.07% della spesa pubblica; non può essere accettata questa motivazione, è propagandistica e fuorviante. Tra l'altro è anche doveroso chiarire, in tv, nei giornali, sui social, che il taglio dei parlamentari non ha nulla a che fare con la “casta”, perchè il loro numero era stato stabilito in sede costituzionale, con qualche “aggiustatina” successiva sulla spinta dei maggiori partiti dell'epoca (Dc e PCI) che avevano interesse, in quanto partiti di massa, a limitare l'estensione dei collegi. Il numero di 945, tra onorevoli e senatori, risale quindi ad almeno 50 anni fa; cosa c'entra la casta? E' ovvio che la crisi del 2008, da cui non siamo ancora completamente usciti, l'immagine di una politica incapace, se non di risolvere, quantomeno di saper cogliere le istanze della gente, i pessimi esempi di coloro che sia a livello nazionale sia a livello regionale han mostrato come l' “essere in politica” era soprattutto un modo per arricchirsi, tutto ciò ha creato quel profondo malcontento che i grillini hanno cavalcato e portato “così com'era” in Parlamento. Solo che ai Pentastellati è mancata finora la capacità di orientare questo rancore verso il Palazzo, dandogli uno sbocco politico-istituzionale; sin dall'inizio si sono presentati come anti-sistema senza indicarne uno diverso, se non il sogno della democrazia diretta, con i click da casa. Il taglio dei parlamentari risponde a questa logica “punitiva” per cui è bene tagliare per ridurre “gli sprechi” della politica e restituire ai cittadini i soldi risparmiati, come un risarcimento sociale. Ai Cinquestelle non è mai interessato il discorso della rappresentatività e dei collegi elettorali, perchè o avrebbero dovuto desistere dal progetto (del taglio) oppure avrebbero dovuto inserirlo all'interno di un riassetto costituzionale (che avrebbe richiesto un confronto continuo con le altre forze politiche), ma in entrambi i casi non vi sarebbe stato “l'incasso” immediato (la bandierina da piantare), e questo per la loro logica e mentalità non avrebbero mai potuto permetterselo. In linea di principio una riduzione del numero dei parlamentari non è un fatto negativo; lo è invece questa logica che la sottende, che lancia il messaggio di una politica come cosa sporca che ha bisogno dei essere purificata dai giustizieri eletti dal popolo.
La prudenza di cui viene rimproverato Zingaretti, che si vorrebbe più puntuale nel ribadire, sostenere e difendere i punti fermi del partito (ius culturae, rimozione dei “decreti sicurezza”, apertura dei porti anche alle Ong...) è legata sicuramente al tentativo di stabilire coi grillini un rapporto sempre più organico, ad iniziare dalle prossime Regionali in Umbria. Anche se l'alleanza col Movimento non mi entusiasma personalmente và ricordato che alla base delle sconfitte nelle scorse Amministrative, dai Comuni persi alle Regioni poi passate al Centrodestra, c'è sempre stato, pur se non sancito da alcun patto scritto, un fluire di voti, nei ballottaggi, dall'elettorato pentastellato al Centrodestra e viceversa (come nel caso di Roma), solo in chiave anti-Pd. Si possono spiegare diversamente le vittorie della Appendino e della Raggi? Il che comunque non esime il Pd dalle proprie responsabilità...Staremo a vedere, come sempre, ma al riguardo i segnali dai territori non sono incoraggianti; nel Lazio ad esempio i grillini forse voteranno una mozione di sfiducia verso Zingaretti (il quale come si sa non ha la maggioranza assoluta) e si è pure costituito un gruppo on line di dissidenti pentastellati “Mai col Pd”...
Abbiamo già detto che la navigazione del Governo non sarà tranquillissima, ma credo sia compito di Conte, che non è più il garante di un contratto (un modo elegante, per l'esultanza dei gonzi sulla rete, per dire che ogni contraente portava avanti le specifiche priorità, al di fuori da una visione d'insieme) quanto il primo responsabile di un programma che ambisce ad essere di legislatura, a richiamare soprattutto i grillini (Di Maio sostanzialmente) ad evitare i toni di parte, a parlare sempre di scelte di governo e non del Movimento, a dire allo stesso ministro degli Esteri di non tenere incontri coi propri parlamentari nei locali della Farnesina, quasi a rimarcare proprie diversità, di evitare “balconi” cui affacciarsi e gridare “abbiamo abolito la povertà”...Non è un contratto, questo, col Pd! Si aggiungano inoltre i sommovimenti interni ai Cinquestelle, tra i quali la figura del loro capo politico non sembra godere di credito assoluto; iniziano ad esserci cambi di casacca, oltre alla (finora) mancata nomina, per mancanza di voti necessari, dei capigruppo di Camera e Senato. Adesso però si è aggiunta la questione assai scivolosa del “Russiagate” che coinvolge Giuseppe (i) Conte, tanto più che la direzione del Copasir è appena andata al leghista Volpi, il quale avrà tutto l'interesse a “far cuocere il premier a fuoco lento”...Vedemo...!
Il tesseramento del Pd invece sembra stia andando bene; speriamo che la “convention” sulle Idee a novembre dia un ulteriore e più definito profilo al partito; nel frattempo si torni ad incontrare la gente nei territori: siamo di fatto l'unico baluardo per evitare la deriva nazional-sovranista. E i fatti che accadono nel mondo, ma anche nella nostra Europa a partire dall'attentato di Halle in Germania, ormai dimostrano che non si tratta più di azioni singole di qualche “disturbato”, ma di chi si ritiene l'avanguardia di un movimento più esteso legittimato a tal fine, che potremo definire la “fase suprema” di questo sentire politico (il nazional-sovranismo appunto)!..Con tutto quello che può oggi significare.
Gianni Amendola
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