L’OSSERVATORIO.
A Como l’unità della sinistra.
La splendida manifestazione di Como (cui purtroppo non son riuscito a prender parte) è stata una bella e condivisa iniziativa del Pd che se ha mostrato da un lato finalmente una sinistra unita, quando in gioco valori condivisi, dall’altro la interessata titubanza del centrodestra e dei Pentastellati nei confronti del tema in questione (l’antifascismo), che ha fatto emergere ancor più la loro visione della politica, intesa non come luogo dei valori e delle idee, quanto di un potere da raggiungere ad ogni costo (pensiero peraltro da cui anche a sinistra non si è del tutto immuni…). Le motivazioni alla non partecipazione addotte da Di Maio, pare dopo un primo iniziale “sì”, confermano ancora una volta che i “5 Stelle” non guardano i contenuti, ma “se quei contenuti” possano tornare utili o meno per avere voti. Come per l’immigrazione: Grillo disse che qualora il Movimento avesse accettato la linea dell’accoglienza avrebbe avuto percentuali da prefisso telefonico! In altre parole, non conta “l’idea”, vale solo il tornaconto elettorale! E questi sarebbero gli innovatori ed i moralizzatori della politica? Il loro “no” è stato dettato solo dal fatto che l’iniziativa della giornata comasca fosse nata dal Pd e quindi un’eventuale partecipazione sarebbe apparsa come la legittimazione dell’avversario da abbattere ad ogni costo! A misurare l’abissale distanza da questa strumentale e perciò immatura posizione, rispetto ad una visione “alta” della politica, basti ricordare a Di Maio e co. (che forse non erano ancora nati… Beppe Grillo invece sì) quando di fronte al rischio che la democrazia italiana stava correndo col terrorismo rosso (dopo l’assassinio di Aldo Moro) i comunisti ed i democristiani, e non solo, manifestarono insieme, pure con qualche “mal di pancia” a sinistra. Ma quelle erano persone che avevano un “senso dello Stato e delle istituzioni”, nato proprio dalla lotta antifascista che aveva visto spesso “gomito a gomito” compagni e democristiani (all’epoca detti anche “forchettoni”). Oggi invece, come il sindaco di Como, non si và in piazza in quanto manifestazione di partito! Mi si dirà che il paragone col periodo degli anni di piombo è eccessivo; in questo momento i rischi per la democrazia non sono a quel livello. Ma è il sentore che qualcosa stia mutando, in Italia come in Europa, e che certi fenomeni politici, quale il fascismo, siano cominciati anche così, con le intimidazioni, a dover scuotere le coscienze ed a far alzare il livello di guardia!...Del resto, tornando alla manifestazione di Como, perché non accordarsi, scegliendo poi di parteciparvi, a condizione che non vi fossero comizi dei “politici” (che non vi sono stati) e senza bandiere, proprio come fosse una iniziativa della “sola” società civile? Il problema è che non si voleva proprio partecipare! Ma se dei “5 Stelle” abbiam detto, per il centrodestra la questione và a toccare un nervo più che scoperto, perché una certa parte di quei voti arriva proprio dalle formazioni estreme. A Berlusconi, che non ha mai avuto la statura di uno statista, non si puo’ chiedere una cosa che rifiuterebbe comunque, per il timore di non vincere: non accettare nella coalizione chi si ispira al fascismo! Non si può certo ahimè pretendere da lui un comportamento alla Chirac, che rifiutò nel ’97 l’alleanza con Le Pen (il padre), con la quale avrebbe potuto vincere le Presidenziali francese, proprio per l’incompatibilità della sua visione politica con quella dei lepenisti ; infatti perse le elezioni a vantaggio di Jospin. Ma stiam parlando di “altre persone”, di “altra concezione della politica”!…L’alzare la testa, come negli ultimi tempi, da parte delle formazioni di estrema destra nasce dalla percezione di un cambiamento di clima politico, che le vittorie del centrodestra alle amministrative ha acuito e rinforzato, per cui si sentono legittimate a certi comportamenti, quali l’attacco al quotidiano “la Repubblica”, perché sanno di avere dietro le spalle un “humus” culturale e politico nuovo, un terreno cioè in cui possono tornare a prosperare. Basterà ancora il famoso “ghe pensi mì” ad emarginare il fenomeno, tanto più se il centrodestra dovesse vincere le prossime Politiche? Personalmente ho dei dubbi, ma Berlusconi và incalzato su questo senza sosta! Ricordiamoci però che nelle periferie, non da ora, i movimenti neofascisti stanno occupando un vuoto lasciato dalla sinistra; ora organizzano associazioni per ragazzi (per l’indottrinamento), offrendo loro al contempo la possibilità di un “servizio sociale” a sostegno della fasce più disagiate (tipo il fare la spesa per le persone anziane e portarla al loro domicilio, o la distribuzione di generi alimentari, di “lauriana” memoria), unendo quindi politica e azione e aiutando questi più giovani a riscoprire una nuova identità; giovani che tra qualche anno subentreranno ai più “anziani”, garantendo il ricambio e l’ingrossamento delle fila! Quale la risposta concreta da dare? Non è un fenomeno passeggero!
Gianni Amendola
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