Caporalato, Martina: mai più schiavi nei campi
Diritti dei lavoratori e difesa del reddito degli agricoltori per noi sono parte della stessa battaglia
lunedì 24 dicembre 2018
OSSERVATORIO DI NATALE
lunedì 17 dicembre 2018
ELEZIONE SEGRETARIO REGIONALE: I RISULTATI E IL COMMENTO DI SERGIO CHIAMPARINO
domenica 16 dicembre 2018
RISULTATI PRIMARIE PD PER IL SEGRETARIO REGIONALE AD ASTI E PROVINCIA
mercoledì 12 dicembre 2018
Primarie Segretario Regionale PD: dove si vota e quando
OSSERVATORIO 2 DICEMBRE 2018
sabato 1 dicembre 2018
venerdì 30 novembre 2018
OSSERVATORIO DICEMBRE 2018
L'OSSERVATORIO
L'approvazione del Decreto Sicurezza conferma la svolta autoritaria e anticostituzionale (viene rinnegato di fatto l'articolo 10) di questo Governo giallo-verde; soprattutto fà progressiva piazza pulita di quelle strutture territoriali legate all'accoglienza ed all'integrazione dei migranti, i cosiddetti Sprar che persino l'ONU ha indicato come modello, nonostante le implorazioni dei Sindaci di ogni colore politico (perchè quando si è sul territorio e si devono affrontare le problematiche concrete allora ci si rende conto della discrepanza tra gli slogan e la realtà vera). Ma tant'è: ai fini di un determinato consenso politico è vitale il mantenere tra la gente la “percezione” che l'insicurezza che oggi la pervade dipenda dai “diversi”, di colore e di cultura, e che il decreto in questione sarà la panacea che risolverà ogni ansia, restituendoci un Paese del tutto “bianco” (nel senso della razza), non più inquinato nei suoi modi di vita e nelle sua tradizioni da chi lo ha finora “invaso”, grazie al buonismo della sinistra. Il tutto ovviamente in vista delle elezioni europee che decideranno le sorti dell'attuale maggioranza e il destino dell'Italia. Quel che sorprende (ma fino ad un certo punto) è la sostanziale accondiscendenza dei Cinquestelle verso i contenuti beceri del Decreto, nonostante si fosse manifestata una crepa tra i loro parlamentari (una decina, forse più, che non ha preso parte alla votazione alla Camera, oltre al presidente Fico che non ha diretto le operazioni in Aula), “opportunamente” scavalcata con l'apposizione della fiducia, all'interno di uno scambio politico che consentirà l'approvazione del pacchetto Giustizia del ministro Bonafede, pur non del tutto digeribile per la Lega. I “grillini” (o “casaleggini”), a guardar bene i loro comportamenti, già all'indomani delle elezioni del 4 marzo, ma anche in campagna elettorale, hanno spesso detto tutto ed il contrario di tutto per prendere voti ovunque, in quanto il loro unico scopo era il governo del Paese, senza il quale avrebbero avuto non pochi contraccolpi al loro interno. La differenza sostanziale tra Salvini e Di Maio, loro capo politico, sta in questo: per Salvini il governo è “un mezzo” (i suoi desideri vanno dal diventare il futuro Presidente del Consiglio di un Gabinetto a sua immagine all'essere il leader di una maggioranza sovranista in Europa, magari modificando la Costituzioni, sia italiana sia europea), per Giggino invece è “il fine”, volendo puntare alla costruzione di un potere capillare basato sulla rete (che quindi dovrà portare al superamento del Parlamento) rafforzando il “cuore pulsante” del Movimento, vale a dire le piattaforme informatiche della Casaleggio Associati, per instaurare così un monopolio dell'informazione votato a sostenere l'azione governativa in modo pervasivo e persuasivo (al fine di mantenere e garantirsi il potere). Da qui nasce la contraddizione dei comportamenti pentastellati, anche rispetto a loro principi inizialmente declamati. La posizione sui migranti è lo specchio di quanto affermo, perchè se avessero accettato, in nome della solidarietà e di una capacità di saper integrare, l'immigrazione come valore umano e politico, avrebbero preso “percentuali da prefisso telefonico”, come pontificò qualche anno fa il loro santone condonato Beppe Grillo. E come si può arrivare al governo senza un forte consenso elettorale? In altri termini, che farsene dei valori, che pure una parte del Movimento sente ma non può esprimere, pena l'esclusione ed il dileggio mediatico dei pasdaran dei “social” (lo zoccolo duro del consenso pentastellato), se poi non portano risultati elettorali adeguati alle attese? Lo stesso può dirsi per il condono; già alle ultime Regionali siciliane infatti l'allora premier “in pectore” Di Maio, prima del voto, parlò di “condono di necessità”; nessuno si stupisca quindi se nel recente decreto per Genova la “sua manina” abbia infiltrato quelle norme sulle case di Ischia! Il fine giustifica i mezzi, diceva Machiavelli, ma Giggino sembra incarnarne lo spirito più squisitamente opportunista! Sarà interessante invece vedere ora come si comporteranno i Cinquestelle a proposito della mancata firma al “Global compact of migration” (già oggetto di “question time” al Senato), lanciato dall'ONU nel 2016, sostenuto da Obama proprio per creare una sorta di linee guida per una migrazione “sicura, ordinata e regolare”, che Salvini, il quale vuole dominare l'intera questione dell'immigrazione, ha già dato per certa, smentendo clamorosamente il premier Conte, come certa è la non partecipazione nei prossimi 10 e 11 dicembre alla conferenza di Marrakech, che dovrebbe dare il via operativo al trattato. Ma vedrete che il Movimento si acconcerà alla bisogna; magari ci saranno prima delle prese di distanza, mediaticamente pompate, ma poi finirà comunque in un accordo con la Lega. Il governo, salvo sorprese sempre possibili, non cadrà ora a rigor di logica, tantomeno su queste questioni; Di Maio ha ben chiaro che avrà tutto da perdere, soprattutto sul piano personale, nella sua veste di leader. Chi glielo fà fare? Anche perchè un nuovo Governo nell'attuale Parlamento è possibile: il Centrodestra, con Salvini, ha i numeri; si tratterà solo di stabilire “bene” quale il ruolo del leader della Lega, ma la legislatura può andare avanti bene o male fino al termine naturale e in tal caso il Movimento avrebbe al suo interno pesanti ricadute (insieme all' “indotto” della Casaleggio Associati). E' una partita dunque troppo grande e decisiva per loro che non potrà essere persa sull'altare dell'immigrazione!
Circa poi il rapporto con l'Europa resta da chiedersi perchè la coppia dei vice-ministri abbia aspettato mesi per arrivare alla conclusione, peraltro non scontata viste le ultime dichiarazioni, di modificare i parametri della manovra finanziaria, facendo mantenere uno “spread” costantemente sopra 300 con relative conseguenze sul risparmio degli italiani (nonostante le opinioni al riguardo della sottosegretaria Castelli!!). Entrambi son convinti che le prossime elezioni europee modificheranno profondamente le istituzioni della Ue e stanno tirando la corda (sperando non si spezzi) fino a quella data. Ma c'è una ragione che distingue sul tema i contraenti del “contratto” di governo: mentre Salvini può abbozzare circa un'eventuale riduzione della quota 2.4%, in quanto il suo granaio elettorale s'ingrossa comunque con le questioni “migranti e sicurezza” (la flat tax è già sparita da tempo dal dibattito; rimane la “quota 100”), Di Maio non ha altre alternative al reddito di cittadinanza, per cui, se tale iniziativa non dovesse partire entro la data elettorale rischia non poco (con tutte le conseguenze sopra citate). Da qui il suo tentativo di tranquillizzare i grillini con la storia della stampa in corso di circa 6.000.000 di “card” per accedere al sussidio, dichiarando una cosa non vera perchè non c'è ancora ufficialmente una legge che la autorizzi (abbiamo poi saputo che saranno le Poste a farlo..quando sarà). Ma anche chi spera che la questione del lavoro nero nell'azienda paterna potrà incidere sulla tenuta del governo non si illuda: in fondo, pur trattandosi di cose non banali, non sembrano avere quello spessore necessario per mettere Giggino nell'angolo, anche se lui dovrebbe rinunciare, per correttezza, al 50% della sua compartecipazione nell'azienda!
Invece la minaccia di morte (pare) indirizzata dai social ad un giornalista delle Iene, responsabili del servizio televisivo, è l'ulteriore conferma del degrado culturale in cui sta precipitando il Paese; l'intolleranza e l'odio (hate) che trasudano dalla rete (sulle cui basi grillini ed in parte la Lega hanno costruito le loro fortune elettorali) sono ormai la forma moderna dell'olio di ricino del Ventennio. Anche coloro che hanno votato Cinquestelle (e Lega) per rabbia, per ritorsione, per delusione verso una sinistra che si è parlata spesso addosso, o comunque verso una classe politica giudicata inadeguata a risolvere i problemi dell'Italia, molti di costoro dicevo non possono ora non prendere atto del pericoloso scivolamento cui stiamo assistendo, col prevalere di una “pancia” che chiede solo di essere saziata senza pensare al futuro (e questo sia sotto l'aspetto economico, sia sotto l'aspetto sociale e politico generale). Da qui la speranza che il Pd, unico potenziale baluardo a tale deriva, la smetta coi giochini tattici, la finisca di fare calcoli tipo “chi sta con chi”; propongano invece i candidati alla segreteria sin d'ora programmi ben delineati, almeno nelle linee generali, soprattutto mostrino la consapevolezza che o il Pd torna a parlare con le fasce più disagiate e con quel mondo delle professioni (Sanità, Suola, Ricerca, Università, Arte...) che ha sempre guardato “a sinistra” o rischierà di implodere, con Salvini padrone assoluto del campo.
Gianni Amendola
lunedì 26 novembre 2018
Candidati per la Segreteria Regionale del PD
martedì 20 novembre 2018
Servizio di ascolto e assistenza per i disabili ed i loro familiari
mercoledì 14 novembre 2018
OSSERVATORIO SPECIALE
L'OSSERVATORIO (numero speciale).
Le volgarità usate dai Pentastellati (in particolare Di Maio, Di Battista padre e figlio) dopo l'assoluzione della Raggi (“giornalisti pennivendoli”, “sciacalli”, “puttane dell'informazione”...) danno l'idea dell'infimo livello culturale (cultura intesa qui nel senso più ampio, come capacità di ascolto e dialogo che nasce dal sapere e non ne prescinde) di una parte importante dell'attuale classe dirigente e di una concezione anti-democratica dell'informazione. Senza entrare nel merito della sentenza (di cui và detto che riconoscere il fatto commesso, non ritenendolo comunque reato, getta da un lato un'ombra sulla capacità della sindaca di comprendere certe dinamiche nella gestione della “cosa comunale”, dall'altro, con l'affidarsi totalmente a Marra, definito a suo tempo da Di Maio “servitore dello Stato”, ma personaggio del sottobosco politico di Roma già in auge all'epoca di Alemanno, è come ammettere di non essere in grado di saper amministrare) non si può non segnalare come lo scontro mai così evidente tra la stampa e la comunicazione pentastellata, traino delle idee governative, stia portando alla demonizzazione di tutto ciò che è critica; pompando i “social”, che vomitano poi tutto il rancore e la volgarità nei confronti di coloro che si opporrebbero al “cambiamento”, si completa l'opera, dando l'idea che “i cittadini” siano allineati al governo contro la disinformazione delle varie testate giornalistiche, ovviamente al soldo di qualche potere forte. Compito della stampa è informare, certo in modo corretto ed equilibrato (nei toni); la verità è che chi nasce politicamente dal “V-day” ed alimenta il proprio consenso con l'uso frequente di “fake news” ha pochi titoli nel giudicare e di attribuire ad altri cose che sono già nel loro DNA. I grillini hanno peraltro uno spirito fortemente settario, non tollerano pareri difformi nemmeno al loro interno, pena l'espulsione; come potrebbero accogliere le critiche che salgono dai quotidiani? Essendo incapaci di un confronto (perchè “o si è con loro o contro di loro”) allora offendono.
C'è da dire che questa esplosione di insulti e minacce nei confronti della stampa e dell'editoria tradisce tutta la loro difficoltà del momento, nonostante i sorrisi televisivi di Di Maio; la convivenza con la Lega si fa ogni giorno più complessa, ma soprattutto si sono sentiti spiazzati e giudicati da quella “piazza”, intesa come luogo di aggregazione spesso spontanea che và animandosi in varie parti d'Italia contro le scelte del Governo (dall'accoglienza dei migranti al “Sì TAV”) che credevano ormai loro dominio e questo dopo aver digerito i “rospi” dell' ILVA e della Tap che tanta base ha loro contestato. Niente di meglio allora che spostare l'obiettivo e dare, a beneficio dei tanti “beoni” dei social, un motivo per mantenere viva l'indignazione contro chi non è allineato. Il Governo comunque non cadrà ora perchè “al momento” non conviene nemmeno alla Lega; Salvini ne ha il timer e deciderà lui il come ed il quando. Se da un lato però il tempo, comunque scarso visti gli imminenti grandi appuntamenti elettorali del 2019, può favorire (se ben usato!) la ricostituzione di un'opposizione seria, dall'altro non potrà non consentire l'approvazione di leggi negative per la qualità della nostra democrazia, pure al di là della stessa manovra economica che l'Europa ci contesterà duramente. Penso principalmente al ruolo della Casaleggio Associati, vera “anima” del Movimento e della sua comunicazione, riconosciuta per decreto quale “fondazione” e quindi come tale in grado di essere oggetto e fonte di finanziamento. Non è solo per i 300 E mensili che i parlamentari grillini debbono versarle (ripeto: sono soldi pubblici; é come se dal nostro stipendio ci decurtassero sistematicamente 300 E a favore di un'azienda privata!) quanto per i finanziamenti per il “Fondo Blockchain”, una nuova tecnologia informatica, auspicata da tempo dallo stesso Casaleggio, utilizzata finora per le criptovalute, ma che può usata per creare applicazioni di intelligenza artificiale e di “Internet of Things”. Pare che anche l'Istituto Superiore di Sanità sia molto interessato alla cosa perchè renderebbe più trasparente il controllo dei dati sanitari (vaccinazioni ad esempio) e delle informazioni sulle varie patologie e ricerche. Il fatto però è che Casaleggio “è tutt'uno” col Movimento, quindi si pone un problema di un serio conflitto di interesse, pari almeno a quello di Berlusconi (contro cui i grillini hanno sempre tuonato); tra l'altro, poiché trattasi di soldi (45 milioni di Euro) stabiliti in finanziaria vuol dire che sono “nostri” (è come se i governi Berlusconi avessero destinato direttamente risorse pubbliche a Mediaset), il tutto ovviamente al fine di creare e mantenere consenso politico, anche alla luce del ruolo di consulenza per tante aziende che svolge la Casaleggio Associati! Tutti motivi in più questi per alimentare una costante opposizione al Governo attuale, mobilitando sui temi più caldi dell'agenda politica quelle piazze, come detto, che da tempo han voltato le spalle al Pd...Un nuovo partito lo si ricostruisce anche da qui..lo sappiamo!
Gianni Amendola
sabato 10 novembre 2018
OSSERVATORIO NOVEMBRE 2018
venerdì 2 novembre 2018
Sì TAV
venerdì 26 ottobre 2018
Elezioni Provinciali
Vista l'unica lista presentata per il rinnovo del consiglio provinciale astigiano, per cui tutti i dieci candidati saranno eletti, il Partito Democratico invita gli amministratori comunali a partecipare alle elezioni del prossimo 31 Ottobre anche se per la composizione della stessa lista non c'è stata la maggiore, possibile ed auspicata condivisione.
Pino Goria, Segretario Provinciale del Partito Democratico.
martedì 23 ottobre 2018
Regione Piemonte: gran lavoro per i cittadini piemontesi!
Restiamo Umani: Manifestazione contro il razzismo
mercoledì 17 ottobre 2018
CONCORSO PIAZZA CAMPO DEL PALIO
giovedì 11 ottobre 2018
PD incontra gli abitanti di Villaggio Bellavista
Ecco la verità sulle dimissioni all'ASP
Sanità Piemontese: Piano delle cronicità
ELEZIONI PROVINCIALI
lunedì 8 ottobre 2018
OSSERVATORIO OTTOBRE 2018
sabato 6 ottobre 2018
APERTURA SEDE PD Circolo di Asti
MANIFESTAZIONE PD a ROMA
Con la partecipazione di un gruppo di iscritti e di semplici elettori la delegazione del PD di Asti, presenti ll
sottoscritto, ll segretario Provinciale ed il sindaco di S. Martino Alfieri, è intervenuta alla riuscitissima
manifestazione del 30 settembre a Roma organizzata dal Partito Democratico. "Per l'ltalia che non ha
paura" lo slogan con cui la Segreteria Nazionale ha voluto mobilitare il popolo di sinistra contro la
propaganda , le politiche e i comportamenti istituzionali delle forze politiche attualmente al governo.
La risposta alla convocazione è stata dawero impressionante : non mi pronuncio sul numero dei presenti,
ma Piazza del Popolo era stracolma di partecipanti che riempivano anche gli spazi delle 5 vie che vi
confluiscono.
Popolo festoso e con tanta voglia di partecipare: numerose volte ha scandito la parola d'ordine "Unità -
Unità" !!! sottolineando alcunipassaggideivariospitiintervenutisulpalco. Ospiti - quasi tutti in
rappresentanza della società civile - che hanno raccolto l'invito del Pd a manifestare sul palco i motivi della
propria opposizione a questo governo.
Tra gli interventidegliospiti miè rimasto impresso quello del minisindaco Pd del municipio della Val
Polcevera , tra i primi ad accorrere sul luogo del disastro, il quale ha criticato il governo perché il decreto
su Genova è molto lontano dalle esigenze deI territorio.
Quello del sacerdote di Milano che nel tempo ha messo a disposizione il proprio alloggio a più di mille
migranti potendo così zittire i sostenitori del refrain xenofobo : " vuoi fare il buono con i migranti, allora
prendili a casa tua".
Quello dell'awocatessa presidente di una associazione che promuove i diritticivili la quale ha sollecitato il
Partito ad opporsi in parlamento alla proposta di legge dell' oltranzista cattolico Pillon (lega).
Quello dell"operaio dell'llva diTaranto che ha attribuito alla Bellanova e Calenda (ex ministri PD) il merito
di aver trovato una faticosa mediazione nel conflitto tra diritto alla salute e salvaguardia del posto di
lavoro.
Mi è piaciuto l'intervento del sindaco PD di Rimini che è salito sul palco per denunciare la cancellazione da
parte di questo governo dei fondi ( L,6 rniliardi) stanziati dai nostri governi per la riqualificazione delle
periferie urbane. Anche Rimini è stata privata deifondi necessaria riqualificare la sua parte nord.
Come Asti - dico io e mi scuso per l'inciso - che ha perso 31 milioni. Però da parte del sindaco Rasero e dei
parlamentariastigiani Giaccone (legale Romano (5 stelle)sull'argomento silenzio ditomba. Diquesto loro
comportamento devono rispondere davanti alla pubblica opinione locale.
Nella successione degli interventi sul palco è stato inserito anche un intermezzo del comico Paolo Hendel
che ha suscitato molte ilarità ironizzando sui leghisti, igrillinie........ perché no suivecchi vizi della sinistra.
lnizia poi l'intervento del Segretario Martina durato circa 45 minuti. Un Martina, devo dire, che ha usato
toni ed argomenti adatti ad entrare in sintonia con una piazza cosi appassionata. Accenti ben diversi da
quelli pacati cui solitamente ricorre nelle dichiarazioni e/o interviste televisive. Un Martina insomma da
battaglia nei confronti del governo:
" I partiti di governo sono dei nazionalisti di destra pericolosi per il paese. Hanno un istinto illiberale,
antidemocratico, oscurantista."
" Sono ossessionati dalla ricerca del nemico invece di essere ossessionati dalla ricerca di una soluzione dei
problemi per tutti. Un paese non tiene se viene governato dall'odio. Non tiene se i ministri passano il loro
tempo ad insultare l'opposizione. Vergognatevi di aver dato degli assassini politici ai vostri awersari in un
paese in cui veri riformisti sono stati uccisi per aver voluto cambiarlo. Andate a studiare la storia."
Ancora : "Dovete essere all'altezza di questo Paese, non governando da un balcone con al di sotto la
claque dei parlamentari cinque stelle ad applaudire, scene da repubblica delle banane."
Poi l'attacco sulla manovra : " Siete ladri difuturo. Altroché manovra del popolo, truffa del popolo:
evasori condonati e giovani indebitati. Non c'è niente per chi lavora e paga le tasse. Zero per i giovani, zero
per le famiglie, zero per gli investimenti."
Rivolgendosi a Salvini : " Lega ladrona. Restituisci i 49 milioni ai contribuenti italiani. Altro che uno vale
uno. Un operaio non può restituire il suo debito in 80 anni".
Attacca pure i 5 stelle : Di Maio ha fatto da maggiordomo all'accordo tra Berlusconi e Salvini sulla RAl. Poi
rivolto al Presidente del Consiglio : " Chiedo a Conte, se c'è, di battere un colpo, di essere all'altezza del
ruolo che ricopre: io capisco solo che si è trasformato da awocato del popolo in awocato del suo
portavoce".
Tuttavia , a mio parere, le prese di posizione politiche più significative di tutto l'intervento di Martina sono
le esplicite richieste di dimissioni dei due ministri Tria e Toninelli : " Chi deve andare subito a casa è
Toninelliche ha promesso rivoluzioni e si presenta dopo 45 giorni con un decreto su Genova dove non c'è
nulla. Vergogna". Poi tocca a Tria, invitato a trarre le dovute conseguenze per il suo cedimento : " Se non
ha il coraggio di difendere le sue stesse posizioni sui conti, allora vada a casa".
Nelle conclusioni Martina ha owiamente esposto anche la sua visione delle problematiche del partito e
della politica in genere :
"lo voglio un congresso che si misuri sulle questioni prima che sulle persone. A 10 anni dalla nascita del Pd
dobbiamo rimettere al centro le idee. Una politica che sifa insierne, sennò prevarrà sempre il demagogo di
turno. Voglio uno sforzo, una nuova elaborazione su alcunitemi : dalla migrazione alla rivoluzione
tecnologica.
"C'è una gigantesca questione generazionale e deve essere la questione che ci sta più a cuore. O il PD sarà il
partito delle nuove generazioni o non c'e la farà."
" Noi combatteremo per una nuova Europa, non quella che c'é. E dobbiamo dirlo ad alta voce che non c'è
Italia fuori dall'Europa, perché l'ltalia fuori dall'Europa sarebbe magari succursale di qualche amico di
Salvini."
Martina dice di aver apprezzato le posizioni espresse recentemente da Corbyn sulle magagne del
capitalismo,
Algrido che si leva dalla piazza "Unità,Unità" Martina risponde che ha apprezzato lo slogan disegnato
sulle magliette di alcuni militanti: "Noi siamo somma non divisione".
Rivolge quindi l'appello finale alla piazza: " lo chiedo a tutti quelli che guardano sempre ai limiti del Pd di
alzare la voce, di scuotersi come abbiamo fatto noi. E'troppo importante la sfida. Questo partito è pronto
ad ascoltarvi, contribuite a costruire una alternativa, fate un passo avanti. Da questa piazza io voglio dire ai
tanti elettori di centrosinistra che il 4 marzo non ci hanno votato: abbiamo capito. Adesso però dateci una
mano, perché non possiamo permetter che l'ltalia in mano a questi folli vada a sbattere. Allora sì più unità,
meno arroganza, più ascolto. lo dico un partito di strada, fianco a fianco delle persone. "
ll coordinatore del Circolo Cittadino diAsti
Mario Mortara