L’OSSERVATORIO (speciale febbraio 2018) di Gianni Amendola. La “fake communication” che spesso caratterizza le campagne elettorali ha trovato (e troverà ancora) piena realizzazione dopo i fatti di Macerata, capitati proprio nel pieno della contesa politica. L’importante era (è) per Salvini e la Meloni spostare l’obiettivo dal bersaglio del fascista che ha sparato; nè ovviamente poteva mancare Berlusconi, il quale non può permettersi di lasciare al leader della Lega, suo competitor interno, il centro della polemica e della scena politica attuale. Abbiamo allora preso atto delle contorsioni di ragionamenti le più strane (secondo Forza Italia ad esempio lo sparatore apparterrebbe ad una forza politica non meglio identificata) o di frasi buttate nella mischia, al solo fine di evitare che si ponesse al centro il tema vero e preoccupante del risorgente “fascismo”, quantomeno del riemergere di quel mondo mai scomparso nel Paese, ma finora mai così evidente specie dopo i successi elettorali del centrodestra nelle ultime Amministrative (l’humus adatto per ricrearsi), avuti grazie all’appoggio nei ballottaggi dei Cinquestelle (ovviamente ricambiati a Roma e a Torino) ed i cui più recenti inquietanti segnali sono stati l’interruzione a Como dell’incontro sui migranti, da parte di un gruppo di estrema destra comunque qualificatosi tale, l’assalto di Forza Nuova alla sede de “La Repubblica” a Roma, per non dire del gestore dello stabilimento balneare di Chioggia, che aveva fatto pubblica dichiarazione a favore del Ventennio. E’ chiaro che il Centrodestra sia in forte imbarazzo; niente di meglio allora che tirar fuori la “fola” dell’esasperazione della gente che può rischiare di armare, come è avvenuto, la mano di qualcuno contro i migranti, ritenuti troppi e delinquenti. La Meloni, la più in difficoltà ovviamente, ha pensato bene di coinvolgere Mattarella nella polemica (appunto, spostare il bersaglio), rimproverandolo con livore rancoroso di non aver espresso pubblicamente il cordoglio alla famiglia per l’orrenda fine di Pamela, la ragazza di Macerata poi tagliata in due. E ancora, la Meloni ha parlato come Salvini dell’inquietudine sempre crescente della gente nei confronti dei migranti, attribuendone la colpa alla Sinistra che li ha accolti invece che respingerli o espellerli. Perché ho detto “fola”? Che ci siano tante persone con un senso di disagio, se non proprio di rifiuto del “diverso” è un dato, ma ciò non deve in alcun modo giustificare fatti come quello di Macerata; sarebbe come dire che poiché c’è (o c’è stata) la crisi economica e molta gente ha perso il lavoro o il potere di acquisto del proprio salario, si può “comprendere” se qualcuno và a rapinare un gioielliere o un appartamento! Spetta alla Politica dare risposte; il Centrodestra, che ha la paternità della Legge Bossi-Fini tuttora vigente, cosa ha fatto per migliorare l’accoglienza o per progetti di integrazione? Qualcosa forse, ma fu Berlusconi a varare una grande sanatoria, legalizzando circa un milione di clandestini (cito Massimo D’Alema). Dov’erano Salvini e la Meloni all’epoca? Proprio Berlusconi, che non poteva non dire la sua per le ragioni suddette, parlando di “bomba sociale” ha aumentato la quota degli immigrati da espellere, 600.000, vale a dire 100.000 in più di quelli indicati dal leader leghista, quasi a far capire chi comanda in quell’alleanza.. ,senza spiegare peraltro “come” espellerli e quanto costerebbe farlo (ammesso e non concesso che siano vere quelle le cifre..)! Ma tant’è; è fin troppo evidente il timore che i fatti di Macerata possano dare una svolta diversa da quello che sembra l’andamento dei sondaggi, anche se finora, ancora a botta calda pare di no. Ma non c’è molto da sperare al riguardo, perché c’è in tanta parte del Paese la sensazione che la situazione stia sfuggendo di mano, pur se le cifre ufficiali dell’ISTAT parlano di una diminuzione sensibile dei reati (compresi quelli commessi da stranieri). In questo contesto la posizione dei Cinquestelle rimane furbescamente in “stand by”; “non commentiamo i fatti di Macerata per evitare strumentalizzazioni”, ha subito dichiarato l’anodino Di Maio, a differenza di Fico che si è espresso contro quell’atto e la cultura ideologica che lo ha sotteso. La verità è che dovendo prendere voti a destra e a manca l’aspirante premier pentastellato non può esprimere una posizione chiara: deve capire prima come vanno i sondaggi e poi accodarsi. Gli và ricordato, invece, che proferire battute del tipo “c’è chi si è arricchito con gli sbarchi” (ovviamente per lui il Pd), che la nostra Costituzione, di cui i Cinquestelle si son fatti strenui difensori all’epoca dello scorso referendum, è profondamente anti-fascista; se poi Giggino (che lo ha detto sì in una recente intervista, ma deve ribadirlo sempre, specie ora) reputasse che il pronunciarsi in modo netto sull’antifascismo rischi di alienargli voti in uscita da destra o, ancor peggio, di minare l’ipotesi sempre in piedi di un governo “con chi ci sta” (e gli unici sarebbero proprio la Meloni e Salvini!), allora getti la maschera e parli “in modo trasparente” alla gente! E gli si ribatta che anche nella Sanità ad esempio o negli appalti pubblici c’è chi cerca di arricchirsi: dovremo allora per questo ridimensionare gli ospedali, acquistare meno farmaci o non costruire più nulla tra case, ferrovie, ponti..? Ma come parla costui? E’ chiaro che è la Politica, come dicevo, a creare le condizioni (legislative e soprattutto culturali…) per perché la corruzione abbia un freno…Forse bisognerebbe che Di Maio guardi un più in casa propria, dove non pare proprio si brilli per chiarezza e trasparenza, a cominciare da Roma, dove tra l’altro potrebbe essere inquisito anche lui per la vicenda di Marra. Certo il problema degli immigrati esiste; soprattutto, come ha ricordato il sindaco di Macerata, è il vedere tanti di questi ragazzi di colore magari in giro senza far nulla, forse perché usciti dal programma di integrazione, rischiando di finire a delinquere, a generare inquietudine. E’ qui probabilmente il punto “debole” della questione; occorre allora rinforzare tali iniziative, crearne di nuove, finanziate (conviene ricordarlo sempre) dai fondi dell’Unione Europea, anche coinvolgendo (perché no?) tanti nostri giovani in cerca di occupazione, ma che hanno titoli (conoscenza delle lingue o laurea in Scienza delle Comunicazioni, e non solo..). Potrebbe essere una ulteriore risposta seria e dignitosa per il nostro Stato al problema dei migranti e della loro integrazione ..Ma non aspettiamoci che a proporre ciò (o altro) sia il Centrodestra. Gianni Amendola
Don Nino
6 anni fa
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