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lunedì 16 aprile 2018

DOCUMENTO RIASSUNTIVO DELLA DISCUSSIONE POLITICA SUL RISULTATO DELLE ELEZIONI DEL 4 MARZO 2018


Carissimi amici,
Con il seguente documento riteniamo, nel nostro piccolo, di dare un contributo alla discussione politica post – elettorale.
Cordiali saluti.
Il Coordinatore del Circolo di Asti
Mario Mortara
Circolo Pd Asti
Assemblea degli Iscritti di venerdì 16 marzo 2018
DOCUMENTO RIASSUNTIVO DELLA DISCUSSIONE POLITICA SUL RISULTATO DELLE ELEZIONI DEL 4 MARZO 2018 da estendere alle Direzioni Provinciali, Regionali e Nazionali.
Il risultato elettorale è stato molto negativo; una sconfitta inappellabile che apre inevitabilmente un percorso, di ripensamento, rifondazione e ripartenza del nostro partito.
In linea a quanto sta succedendo in tutto il mondo occidentale hanno prevalso le forze politiche con marcate tinte identitarie e con forte vocazione populista, che hanno cavalcato le paure degli italiani
proponendo ricette in gran parte non realizzabili. Fallisce anche il tentativo di proporre
un’alternativa “più a sinistra” del PD, che era alla base della scissione che si è verificata nel partito.
Se un partito come il nostro fondato su valori, ideali, principi universalmente riconosciuti, passa in
pochi anni dal 40% al 19%, dopo aver governato bene in un periodo di profonda crisi economica, è
perché è in atto un profondo stravolgimento della società, tanto da mettere in discussione le
consolidate ideologia di destra e sinistra sostituite con contrapposizioni, sovranisti/europeisti o
conservatori/riformatori. La maggioranza degli elettori ha visto nella Lega e nel M5S la via d’uscita
facile al soddisfacimento dei propri bisogni, attribuendo la responsabilità della crisi nazionale al Pd
e pertanto targandolo come un partito da rottamare e da sostituire con forze nuove. Sui candidati
delle forze politiche più votate si sono sentite tante affermazioni del tipo “sono giovani…puliti…
mettiamoli alla prova…tanto non abbiamo niente da perdere”.
Ciò non deve però indurci a NON fare una profonda riflessione sulla nostra proposta politica e per
questo abbiamo ritenuto giusto e democratico avviare un dibattito all’interno del nostro circolo e
trasmetterne i contenuti agli Organi del Partito.
La discussione in Assemblea è stata molto articolata e appassionata; sono emerse molte opinioni
sulle motivazioni della sconfitta che di seguito si riassumono:
- Dato il sistema elettorale era legittimo aspettarsi che i candidati del territorio conferissero un
valore aggiunto. Se questo in parte è vero per il nostro collegio dove il PD ha conseguito un
risultato migliore del dato nazionale ( ma non cosi determinate da consentire l’elezione di un
rappresentante del territorio) l’analisi del voto ci dice invece che hanno prevalso le logiche
Nazionali. Abbiamo fatto banchetti, incontri, diffuso capillarmente il nostro programma; i
nostri candidati all’uninominale erano persone stimate e molto conosciute per avere ben
operato nella loro esperienza politica; Angela Motta, che ringraziamo, si è spesa in decine di
incontri sul territorio proponendo ai cittadini un “patto” per portare le istanze del territorio al
governo Nazionale, eppure hanno prevalso candidati semi- sconosciuti.
- Il voto rileva una rivolta di consistenti masse di elettori contro i ‘vecchi’ partiti, colpevoli
( per quegli elettori) di non aver risolto problemi ormai annosi quali l’immigrazione, la
sicurezza, il lavoro, il futuro dei giovani, spesso costretti a emigrare. La polarizzazione del
voto (al nord Lega e al sud M5S) indicherebbe un diverso atteggiamento ‘geografico’
dell’elettorato, rivolto nel nord industrializzato a chiedere protezione dal mercato globale e
dai rischi derivanti dall’immigrazione incontrollata, e nel sud una vera e propria rivolta
contro le classi dominanti locali e nazionali di tutti i partiti, e la richiesta di assistenza
(salario di garanzia) indice di sfiducia nella capacità della politica di rispondere ai problemi
da tempo sul tappeto.
- Il Pd, in questa tornata elettorale, è stato vissuto come rappresentante dell’élite di potere,
dunque responsabile di un presente insoddisfacente che va superato.
- Il voto del 4 marzo rappresenta una ‘mozione di sfiducia’ nella politica tradizionale e al
contempo della ricerca di nuovi protagonisti.
- Una parte considerevole del corpo elettorale si orienta non leggendo i programmi, ma
vedendo TV e frequentando i social. Lega e M5S si sono dimostrati molto efficaci a
comunicare. Gran parte dell’informazione ha avuto un atteggiamento largamente
antigovernativo che ha influenzato, negativamente per il Pd, l’elettorato. Va detto però che
comunicare un progetto a medio/lungo termine e la visione per il paese che noi abbiamo
(unico partito ad averla) è ben più difficile che farlo con slogan semplicisti che parlano alla
“pancia” degli elettori.
- Per troppo tempo sono state sottovalutate le fake news ed è stato un errore non aver
approvato una legge di contrasto alle stesse. Non siamo riusciti a comunicare efficacemente
gli ottimi risultati ottenuti dai nostri governi in tema di lavoro e diritti.
- Le divisioni interne, le contrapposizioni tra correnti hanno rappresentato un fattore di
debolezza.
- Il radicamento nei centri storici e la perdita di elettori nelle periferie ci dicono che troppo
poco è stato fatto nei confronti dei ceti più deboli.
La totalità dei presenti ha indicato nell’opposizione l’unica scelta possibile per il PD e per un
periodo non breve, al fine di rielaborare strategia politica ed efficaci strumenti di presenza e
di azione nella società civile.
Abbiamo individuato fra le priorità assolute i problemi del lavoro, della povertà dei ceti più deboli,
così come riteniamo fondamentale cercare un rinnovato dialogo con la gente per ascoltarne
esigenze, bisogni, aspettative, preoccupazioni.
Non dobbiamo rinunciare ai nostri principi per inseguire i populisti, dobbiamo continuare a batterci
pei i diritti, contro ogni forma di delinquenza e di corruzione, per meritocrazia, contro i privilegi,
per sane politiche sulla crescita, perseverando nell’obiettivo di costruire una società, moderna e
giusta.
Dobbiamo batterci contro i populismi anche rimettendo al centro della vita pubblica i cittadini,
agevolandone la partecipazione nella costruzione delle riforme.
Per concludere tutti gli iscritti del Circolo Pd di Asti tutti hanno infine convenuto sulla necessità e
l’urgenza di avviare dalla base una riflessione autentica, libera, partecipata e ascoltata dai vertici del
partito, senza timore di esprimere posizioni anche diverse (ma nel merito e non fra ‘correnti’
cristallizzate), fra le quali fare poi sintesi in sede congressuale.
Si vuole insomma un congresso, quando questo si farà, fondato non sulla ‘conta’ ma su un dibattito
vero e aperto anche a personalità e “intelligenze” non iscritte ma organiche alla nostra area politica,
dal quale deve uscire una nuova idea di partito per il rilancio della sinistra e delle forze progressiste
in Italia.
Pertanto, l’Assemblea chiede al PD Provinciale di farsi carico della richiesta di un dibattito aperto e
franco a tutti i livelli, anche stimolando le altre federazioni provinciali del Piemonte e il PD
regionale.
Per parte sua, la Segreteria cittadina invierà il presente verbale agli Organi politici Nazionali e alle
strutture omologhe delle altre province piemontesi.
Il Circolo Cittadino di Asti
Asti, 5.4.2017

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