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sabato 15 settembre 2018

L'OSSERVATORIO SALUTA



Cari amici e compagni,
prima di spedirvi l'ultimo Osservatorio (ma qualcuno mi ha già chiesto di proseguire ad inviarlo anche se lontano da Asti) voglio rivolgervi un saluto, in quanto appunto tornerò nel Lazio, essendo ormai in pensione. Ringrazio in particolare coloro che hanno dimostrato stima (ricambiata) nei miei confronti; ho pensato di portare un contributo, come altri, ad un partito che aveva acceso molte speranze ed invece, sia a livello locale sia nazionale, pur con qualche segno di risveglio, sta pericolosamente rischiando di implodere. C'è bisogno di un Pd “nuovo” che torni a parlare il linguaggio della “sinistra”, che vuol dire lavoro, uguaglianza, solidarietà, pari opportunità, diritti e legalità e oggi direi anche difesa della Costituzione, delle Sue prerogative e garanzie, nonchè del Parlamento, perchè torni ad essere un luogo di vero dibattito, non pre-costituito, con persone elette dalla gente del collegio di provenienza, non più nominate a “tavolino”...
Sicuramente non mancheranno occasioni per rivederci.
Un abbraccio a tutti.

Gianni Amendola


L'OSSERVATORIO “SALUTA”.

E' indubbio che il consenso che sostiene l'attuale governo rimanga assai elevato, a mio avviso principalmente per due motivi: il primo, piace la linea dura incarnata da Salvini sui migranti e contro l'Europa “menefreghista” (ben oltre il 50% degli Italiani, secondo un recente sondaggio, è d'accordo sulla chiusura dei porti), il secondo è la condivisione di quell'atteggiamento, supportato da un apparato comunicativo imponente e persuasivo, da “arrivano i nostri” dei Cinquestelle, percepito finalmente in grado di far giustizia dei ladroni di Stato, dei privilegi dei politici e dei cosiddetti “poteri forti”. Saranno i prossimi mesi a stabilire la durata di questo Esecutivo, quando necessariamente si dovrà varare la Legge di Bilancio e verranno al pettine, leggasi compatibilità di spesa, tutte le proposte fatte in campagna elettorale, dalla flat tax al reddito di cittadinanza. C'è un punto decisivo però: Salvini può far saltare il banco quando vuole (e le attuali inchieste della Magistratura, dal sequestro dei migranti sulla Diciotti ai milioni “scomparsi” della Lega, gli offriranno sicuramente il destro), andando all'incasso di un consenso personale crescente, Giggino Di Maio no, perchè la caduta di questo Governo avrà come conseguenza la fine del suo ruolo, sia se si andrà alle elezioni anticipate (magari in concomitanza con le Europee), sia se con l'attuale Parlamento (che però ha rapporti di forza ormai superati, secondo i sondaggi, rispetto al “4 marzo” scorso) i Cinquestelle, in quanto primo partito, riceveranno l'incarico di formare un nuovo Esecutivo (in tal caso ci sarebbe Fico che esprime tutt'altra politica). Staremo a vedere; c'è da dire comunque che il “Movimento” ha una linea ondivaga, dai vaccini all' “Europa” (il voto contro Orban è stato solo un pretesto per distinguersi da Salvini che li sta in parte oscurando), ma sa sfruttare sapientemente la “rete”. Poco o nulla importa infatti ai suoi “followers” che ad esempio Rocco Casalino, vero stratega della loro comunicazione, durante la Messa per le vittime del crollo del ponte Morandi, invece di seguire con rispetto la celebrazione, che non era (non è) una manifestazione di piazza ma di fede (per chi crede, ma come tale doverosamente da non utilizzare per altre cose) si sia messo a smanettare sul suo cellulare, voglioso di far sapere in tempo reale degli applausi con cui erano stati accolti i parlamentari “5 Stelle” e dei fischi che avevano accompagnato l'ingresso in chiesa dei politici pd. Per il rispetto dovuto al dolore dei tanti genovesi presenti quel gesto è stato davvero una volgare pagliacciata; come dire “del loro dolore non m'importa, se non per il fatto che può essere sfruttato per scopi politici” (!!). Qualcuno dei sostenitori dei Pentastellati ha detto qualcosa su ciò?...Quando un partito nasce “on line” l'informazione istantanea serve a mantenere ed a creare altro consenso ed ogni “momento e modo son quelli giusti”, per usare uno slogan pubblicitario. Ciò che conta per la Casaleggio Associati (a proposito, ma come si finanzia? Solo con i 300 E che ogni parlamentare grillino è “obbligato” a versare, dimenticando che le paghe degli Onorevoli e dei Senatori sono denaro pubblico?) e la sua comunicazione è che si trovi un nemico, un qualcuno o un qualcosa (un gruppo imprenditoriale, un'azienda, un partito..) da indicare quale causa di un problema, specie se và a toccare l'emotività della gente. Il crollo del ponte è l'emblema di quanto affermo; è ovvio che la responsabilità sia di coloro che avrebbero dovuto provvedere alla manutenzione, ma prendersela con la Soc. Autostrade e con i Benetton, ricordando che furono i precedenti governi a concedere loro la gestione (ma nel 2008, governo Berlusconi, il Pd si oppose, mentre Salvini e la Lega dissero sì..), ha voluto significare, nell'ottica pentastellata, una chiamata di correità di tutta la classe politica precedente, quasi che del crollo dovessero portarne personale colpa Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, al fine di presentarsi loro immacolati al cospetto degli elettori (cioè la “gente”), pronti a prendersela però coi poteri forti qualora la Soc. Autostrade (difesa dalla Lega e da Salvini a tutt'oggi) non dovesse ricevere quelle sanzioni auspicate da Di Maio e co., prima ancora che la Magistratura, si badi bene, abbia espresso le sue sentenze, quasi che i grillini si ritenessero depositari di un potere giudiziario “a parte”, in nome della rete. Le responsabilità sono sempre personali e l'indagine sta facendo emergere una catena di superficialità, di sottovalutazioni dei vari livelli tecnici chiamati a valutare la stabilità del ponte stesso, tra i quali diversi tecnici del ministero. Emerge dunque complessivamente da questa vicenda, da parte dell'attuale classe dirigente, quasi come una cartina di tornasole, tutta una concezione della politica, della ricerca del consenso, che lede non solo i capisaldi costituzionali, che vogliono un rispetto ed un equilibrio dei Poteri, ma anche il ruolo stesso delle Istituzioni che si vorrebbero servili alla maggioranza (chiedere al riguardo al presidente della Liguria Toti ed al Sindaco di Genova Bucci), a partire dal Parlamento ridotto ad un gruppo di persone che leggono prima le notizie sui blog dei leaders e poi votano le fiducie (è storia vecchia ma ancora attualissima)...Qui infatti si occupa lo Stato (“chi vince fa quel che gli pare e non sopporta organi di controllo”), si costringono alle dimissioni chi rappresenta istituzioni di garanzia, quindi sganciate dai governi (vedasi il caso Nava), si offendono i Magistrati e on line si insulta (Mattarella compreso) chiunque non si esprima secondo i canoni e i desiderata della maggioranza. Ecco perchè è necessario ri-creare un'opposizione seria nel Paese e questo non può farlo che il Pd, a condizione, e qui sta il dramma, che prenda consapevolezza di essere minoranza e dunque della necessità di un profondo capovolgimento delle politiche fin qui sostenute (che pure qualche risultato lo han dato) e della classe dirigente “interna”. La speranza che il Pd torni ad essere forte riferimento politico-sociale è l'ultima a morire, ma ad oggi è richiesta davvero una grande fede!

                               Gianni Amendola

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