Cari amici e compagni,
prima di spedirvi l'ultimo Osservatorio (ma qualcuno mi ha
già chiesto di proseguire ad inviarlo anche se lontano da Asti) voglio
rivolgervi un saluto, in quanto appunto tornerò nel Lazio, essendo ormai in
pensione. Ringrazio in particolare coloro che hanno dimostrato stima
(ricambiata) nei miei confronti; ho pensato di portare un contributo, come
altri, ad un partito che aveva acceso molte speranze ed invece, sia a livello
locale sia nazionale, pur con qualche segno di risveglio, sta pericolosamente
rischiando di implodere. C'è bisogno di un Pd “nuovo” che torni a parlare il
linguaggio della “sinistra”, che vuol dire lavoro, uguaglianza, solidarietà,
pari opportunità, diritti e legalità e oggi direi anche difesa della
Costituzione, delle Sue prerogative e garanzie, nonchè del Parlamento, perchè
torni ad essere un luogo di vero dibattito, non pre-costituito, con persone
elette dalla gente del collegio di provenienza, non più nominate a
“tavolino”...
Sicuramente non mancheranno occasioni per rivederci.
Un abbraccio a tutti.
Gianni Amendola
L'OSSERVATORIO “SALUTA”.
E' indubbio che il consenso che sostiene l'attuale governo
rimanga assai elevato, a mio avviso principalmente per due motivi: il primo,
piace la linea dura incarnata da Salvini sui migranti e contro l'Europa
“menefreghista” (ben oltre il 50% degli Italiani, secondo un recente sondaggio,
è d'accordo sulla chiusura dei porti), il secondo è la condivisione di
quell'atteggiamento, supportato da un apparato comunicativo imponente e
persuasivo, da “arrivano i nostri” dei Cinquestelle, percepito finalmente in
grado di far giustizia dei ladroni di Stato, dei privilegi dei politici e dei
cosiddetti “poteri forti”. Saranno i prossimi mesi a stabilire la durata di
questo Esecutivo, quando necessariamente si dovrà varare la Legge di Bilancio e
verranno al pettine, leggasi compatibilità di spesa, tutte le proposte fatte in
campagna elettorale, dalla flat tax al reddito di cittadinanza. C'è un punto
decisivo però: Salvini può far saltare il banco quando vuole (e le attuali
inchieste della Magistratura, dal sequestro dei migranti sulla Diciotti ai
milioni “scomparsi” della Lega, gli offriranno sicuramente il destro), andando
all'incasso di un consenso personale crescente, Giggino Di Maio no, perchè la
caduta di questo Governo avrà come conseguenza la fine del suo ruolo, sia se si
andrà alle elezioni anticipate (magari in concomitanza con le Europee), sia se
con l'attuale Parlamento (che però ha rapporti di forza ormai superati, secondo
i sondaggi, rispetto al “4 marzo” scorso) i Cinquestelle, in quanto primo
partito, riceveranno l'incarico di formare un nuovo Esecutivo (in tal caso ci
sarebbe Fico che esprime tutt'altra politica). Staremo a vedere; c'è da dire
comunque che il “Movimento” ha una linea ondivaga, dai vaccini all' “Europa”
(il voto contro Orban è stato solo un pretesto per distinguersi da Salvini che
li sta in parte oscurando), ma sa sfruttare sapientemente la “rete”. Poco o
nulla importa infatti ai suoi “followers” che ad esempio Rocco Casalino, vero
stratega della loro comunicazione, durante la Messa per le vittime del crollo
del ponte Morandi, invece di seguire con rispetto la celebrazione, che non era (non
è) una manifestazione di piazza ma di fede (per chi crede, ma come tale
doverosamente da non utilizzare per altre cose) si sia messo a smanettare sul
suo cellulare, voglioso di far sapere in tempo reale degli applausi con cui
erano stati accolti i parlamentari “5 Stelle” e dei fischi che avevano
accompagnato l'ingresso in chiesa dei politici pd. Per il rispetto dovuto al
dolore dei tanti genovesi presenti quel gesto è stato davvero una volgare
pagliacciata; come dire “del loro dolore non m'importa, se non per il fatto che
può essere sfruttato per scopi politici” (!!). Qualcuno dei sostenitori dei
Pentastellati ha detto qualcosa su ciò?...Quando un partito nasce “on line”
l'informazione istantanea serve a mantenere ed a creare altro consenso ed ogni
“momento e modo son quelli giusti”, per usare uno slogan pubblicitario. Ciò che
conta per la Casaleggio Associati (a proposito, ma come si finanzia? Solo con i
300 E che ogni parlamentare grillino è “obbligato” a versare, dimenticando che
le paghe degli Onorevoli e dei Senatori sono denaro pubblico?) e la sua
comunicazione è che si trovi un nemico, un qualcuno o un qualcosa (un gruppo
imprenditoriale, un'azienda, un partito..) da indicare quale causa di un
problema, specie se và a toccare l'emotività della gente. Il crollo del ponte è
l'emblema di quanto affermo; è ovvio che la responsabilità sia di coloro che
avrebbero dovuto provvedere alla manutenzione, ma prendersela con la Soc.
Autostrade e con i Benetton, ricordando che furono i precedenti governi a
concedere loro la gestione (ma nel 2008, governo Berlusconi, il Pd si oppose,
mentre Salvini e la Lega dissero sì..), ha voluto significare, nell'ottica
pentastellata, una chiamata di correità di tutta la classe politica precedente,
quasi che del crollo dovessero portarne personale colpa Berlusconi, Monti,
Letta, Renzi, al fine di presentarsi loro immacolati al cospetto degli elettori
(cioè la “gente”), pronti a prendersela però coi poteri forti qualora la Soc.
Autostrade (difesa dalla Lega e da Salvini a tutt'oggi) non dovesse ricevere
quelle sanzioni auspicate da Di Maio e co., prima ancora che la Magistratura,
si badi bene, abbia espresso le sue sentenze, quasi che i grillini si
ritenessero depositari di un potere giudiziario “a parte”, in nome della rete.
Le responsabilità sono sempre personali e l'indagine sta facendo emergere una
catena di superficialità, di sottovalutazioni dei vari livelli tecnici chiamati
a valutare la stabilità del ponte stesso, tra i quali diversi tecnici del
ministero. Emerge dunque complessivamente da questa vicenda, da parte
dell'attuale classe dirigente, quasi come una cartina di tornasole, tutta una
concezione della politica, della ricerca del consenso, che lede non solo i
capisaldi costituzionali, che vogliono un rispetto ed un equilibrio dei Poteri,
ma anche il ruolo stesso delle Istituzioni che si vorrebbero servili alla
maggioranza (chiedere al riguardo al presidente della Liguria Toti ed al
Sindaco di Genova Bucci), a partire dal Parlamento ridotto ad un gruppo di
persone che leggono prima le notizie sui blog dei leaders e poi votano le
fiducie (è storia vecchia ma ancora attualissima)...Qui infatti si occupa lo
Stato (“chi vince fa quel che gli pare e non sopporta organi di controllo”), si
costringono alle dimissioni chi rappresenta istituzioni di garanzia, quindi
sganciate dai governi (vedasi il caso Nava), si offendono i Magistrati e on
line si insulta (Mattarella compreso) chiunque non si esprima secondo i canoni
e i desiderata della maggioranza. Ecco perchè è necessario ri-creare
un'opposizione seria nel Paese e questo non può farlo che il Pd, a condizione,
e qui sta il dramma, che prenda consapevolezza di essere minoranza e dunque
della necessità di un profondo capovolgimento delle politiche fin qui sostenute
(che pure qualche risultato lo han dato) e della classe dirigente “interna”. La
speranza che il Pd torni ad essere forte riferimento politico-sociale è
l'ultima a morire, ma ad oggi è richiesta davvero una grande fede!
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