Continua la battaglia del consigliere regionale Pd Mauro Laus al fianco delle associazioni di volontariato e delle organizzazioni del settore socio-sanitario, oggi protagoniste di un presidio davanti a Palazzo Lascaris per promuovere i diritti delle persone non autosufficienti.
«E’ scandaloso che le famiglie dei malati e i volontari cui esse si affidano siano costretti a tornare ciclicamente in piazza per mendicare cure e assistenza dovuti loro per legge. Sulla giunta Cota e sul suo disinteresse nei confronti dei 30mila piemontesi non autosufficienti in lista d’attesa grava ormai ogni sorta di pronunciamento sfavorevole: per due volte il Tar ha bocciato i provvedimenti di questa Regione in materia, invitando il governo di centrodestra a invertire la rotta. E altrettanto netto è stato di recente il parere del difensore civico regionale, che a più riprese ha avallato le lamentele di chi si era rivolto al suo ufficio per ottenere giustizia. Ma Cota e il suo assessore alla Sanità continuano a fare spallucce e a temporeggiare, per questo chiederò ai colleghi di opposizione e di maggioranza che hanno a cuore il problema di votare una mozione con la quale venga introdotto il diritto di tribuna per le associazioni e il difensore civico: il governo regionale dovrà almeno mostrare il coraggio della verità in pubblico e giustificare le sue scelte in tema di servizi socio-sanitari».
Laus intende mutuare l’esperienza di alcuni Paesi d’Europa, come Spagna e Danimarca, dove è consuetudine che il difensore civico abbia uno spazio pubblico per rappresentare le situazioni da lui affrontate e confrontarsi con i governanti.
«Bisogna che la giunta venga allo scoperto e la smetta di rimandare a domani problemi che nel frattempo hanno assunto carattere d’urgenza: mentre le asl rispediscono al mittente le richieste per nuovi inserimenti nelle Rsa, nonostante i chiari pronunciamenti della giustizia amministrativa sulla illegittimità delle liste d’attesa, l’assessore in aula ci fa sapere che è stato attivato un nuovo tavolo di lavoro sul tema il quale produrrà l’ennesimo documento, già in tardo di alcuni giorni. Insomma, l’ennesima presa in giro. Nemmeno una parola invece sulla quantificazione delle risorse a garanzia della continuità delle cure in regime di residenzialità e semi-residenzialità. Non va meglio sul fronte della assistenza a domicilio, dove le famiglie dei malati denunciano la difficoltà a incassare gli assegni di cura e gli ispettori del Tavolo Massicci confermano che il numero di piemontesi anziani assistiti in casa è inferiore all’atteso: per tutta risposta la giunta sta studiando un sistema per allargare la platea di quanti contribuiscono a pagare di tasca propria i servizi, più contribuenti insomma per prestazioni che non vengono erogate nei tempi e nei modi previsti».
Don Nino
6 anni fa
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