Lo sciacallaggio sul terremoto. Ha proprio ragione Stefano Folli, giornalista de “la Repubblica”, quando afferma nel suo editoriale di ieri (20/1) che sul terremoto e sulle nevicate che si accaniscono su quelle popolazioni il Paese sta perdendo quel minimo di coesione nazionale che stava faticosamente delineandosi dopo il 4 dicembre. Le opposizioni, nell’imminenza peraltro della sentenza della Consulta sul sistema elettorale, che potrebbe preludere ad un’accelerata verso le elezioni anticipate, non avendo altri argomenti, cominciano a parlare di ritardi nei soccorsi, addossandone la responsabilità “ovviamente” al Governo. Al riguardo però alcuni Sindaci dei centri coinvolti, in primis quello di Amatrice, hanno subito smorzato ogni polemica, partita da altri loro colleghi “primi cittadini”, su vere o presunte lentezze della macchina dei soccorsi. Ora, come sempre accade, avvicinandosi appuntamenti elettorali, si sguainano gli spadoni e le lingue, anche quelle arrugginite, diventano taglienti come lame. Non si tratta di difendere obbligatoriamente il Governo, o meglio la Protezione Civile, cui comunque bisogna dar atto di un impegno nell’affrontare difficoltà ben al di sopra di ogni ragionevole pensiero, visto il “combinato disposto” terremoto-maxi-nevicata, tenendo conto che trattasi di zone montagnose con paesi spesso ad unico accesso stradale, tutti bloccati come si è visto dalle abbondanti nevicate, quanto invece di capire quale senso dello Stato e della solidarietà abbiano gli autori, assai interessati, di tali dichiarazioni sempre al di sopra delle righe, nei toni e nei modi. Ora è il tempo della collaborazione solidale, del sedersi tutti intorno ad un tavolo e di programmare, insieme col Governo, le strategie possibili per la ripresa economico-sociale di quelle Regioni. Si preferisce invece (Salvini!) insultare Vasco Errani che pure, da Presidente dell’Emilia Romagna, aveva ben operato in occasione del locale terremoto; ci si è messo persino Bertolaso, esprimendo giudizi pesanti nei confronti di Curcio, Capo della Protezione Civile. L’ipotesi di un dividendo elettorale da sfruttare su quanto sta accadendo in quelle zone ha ottenebrato quel poco di lucidità e quel minimo (si può certo dire così) di coscienza critica presenti in alcuni dei protagonisti della vita politica italiana, i quali come detto, non avendo altri argomenti per proporsi quale alternativa, non sanno far altro che cavalcare l’emozionalità delle situazioni, condendo il tutto con l’insulto, assai gradito di questi tempi, per lucrare voti! Non mancano in questo contesto i “5 Stelle”, presi ormai dalla “foia” delle elezioni politiche da vincere ad ogni costo, pena la loro progressiva insignificanza nel tempo, per cui qualsiasi cosa possa tornar utile per raggranellare voti và bene, senza star troppo a sottilizzare: in questo momento i ritardi veri o presunti dei soccorsi è un argomento che tira? Bene, lo si deve cavalcare, senza valutare se davvero tali ritardi ci sono stati e se dovuti a negligenze o ad oggettive difficoltà organizzative! A Salvini e Bertolaso si può ricordare il terremoto de L’Aquila, con “qualcuno” che già rideva sotto le coperte quella notte stessa, pensando ai lucrosi affari della ricostruzione! Dov’era Salvini quando quel signore rideva? E qualcuno ricorda una sua posizione dura e critica nei confronti di quel tale? E Bertolaso? Ma c’era la Lega al governo all’epoca: come si poteva sputare nel piatto dove si stava mangiando? A Grillo bisognerebbe ricordare, pur riconoscendo la volontà appena espressa di abbassare il tono delle polemiche sui soccorsi, che o i “5 Stelle” portano una novità in termini di proposte e di “stile” politico, ed allora si possono ascoltare, oppure diventano “addendi” da sommare inevitabilmente ad “altri urlatori” del variegato pollaio politico-parlamentare italiano, peraltro col supporto di una struttura “web”, dove puoi spararle come ti pare. Purtroppo, l’ennesima infelicissima uscita di Di Maio (sempre lui!), dopo la liberazione dalla enorme slavina che ha travolto l’albergo Rigopiano dei primi “sepolti vivi”, circa il fatto che “gli eroi sono quelli che salvano i bambini non le banche” (testuale) è la testimonianza pura di una voglia di speculare ad ogni costo, del desiderio di non sprecare l’occasione così drammatica di un terremoto sotto una eccezionale nevicata per una ricerca del consenso, del tentativo di “ricordare” alla pubblica opinione, esaltata dal salvataggio dei bambini, quindi poco propensa alle polemiche create ad ogni costo, che sì ci sono gli eroiche salvano, ma chi ci guida è il Governo “delle banche”, quasi ad esorcizzare l’idea che l’apprezzamento per l’opera della Protezione Civile si trasformi in benevolenza verso il Governo stesso (come capita in momenti del genere)… Perché Di Maio, Grillo e Casaleggio non si fanno invece promotori di una raccolta di fondi, coinvolgendo “i 40.000” della rete, quelli chiamati a ratificare l’accordo con i Liberali in Europa, poi disdetto il giorno dopo? Se ognuno di questi 40.000 donasse 100 E (finchè non ci sarà il referendum proposto dai “5 Stelle” sarà l’euro la nostra moneta!) si arriverebbe a 4.000.000 di Euro (circa 8 miliardi di una volta, quando ritorneremo alla lira…….!), una cifra forse insufficiente ma significativa che avrebbe molto più valore, per i terremotati, delle polemiche ad arte sui ritardi! O no? Rimane comunque, e non tanto sullo sfondo, il problema della gestione del territorio e delle strade, in particolare quelle di montagna. La responsabilità è dei Comuni (molto spesso piccoli, ma che devono gestire anche 70-80 Km di rete viaria difficoltosa) o delle Province, di fatto confermate dopo il referendum del 4 dicembre? E i fondi?... Sono “semplici” domande, per ora messe temporaneamente nell’angolo, ma che torneranno prepotentemente in prima linea, tanto più dopo la portata degli eventi di questi giorni. Ci consola però il fatto che queste drammatiche vicende stanno facendo emergere il “meglio” del nostro Paese, non solo per la capacità, l’impegno e la dedizione di tanti volontari dal Nord e dal Sud (che non prendono un soldo!) verso chi vive un profondo disagio, ma anche per la gente stessa toccata da questi dolorosissimi fatti: un dolore sempre composto, mai una polemica “fuori posto” (lamentare eventuali disagi è normale e doveroso, non polemica), un manifestare voglia di ricominciare, dimostrando attaccamento alla terra…Questa Italia merita ben di più di qualche ciarlatano che và in tv ad insultare o a spararle grosse solo per lucrare voti. Che qualcuno da oggi in avanti lo ricordi; forse solo così la politica può davvero pensare di rinnovarsi. Gianni Amendola
Don Nino
6 anni fa
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