L’OSSERVATORIO, di Gianni Amendola. Il morbillo e…i “5 Stelle”. La nuova epidemia di morbillo (230% dei casi in più!), che ha toccato in particolare Piemonte, Toscana, Lazio e Lombardia, nasce dal fatto che ormai si vaccinano molti di meno, non solo per questa malattia, ma anche per le altre per le quali esiste l’obbligo (siamo scesi < 95% della popolazione vaccinabile!). Purtroppo, le “bufale” on line, le affermazioni senza un’ attenta verifica che vengono fatte passare come verità, stanno lasciando il segno. E la comunità pagherà questo prezzo; il morbillo non è patologia “semplice”, dura nella sua fase acuta almeno una settimana e può complicarsi dal punto di vista respiratorio. Sono giornate in meno di lavoro (per chi lo contrae da giovane adulto o per un genitore che deve assistere il bambino a casa) e di cure in più. A livello politico chi ha da sempre tenuto una linea di forte ostilità in generale alla pratica vaccinale è stato il Movimento 5 Stelle; la scandalosa battaglia che, con in testa il “grande costituzionalista” Di Battista, fu condotta contro la senatrice Capua, scienziata di fama, rea secondo loro di “trafficare in virus” per ricavarne un utile personale, ne è stata una delle dimostrazioni più eclatanti. Assolta completamente dopo 2 anni, nel 2016, la senatrice, disgustata, è volata in Florida dove dirige un centro di ricerche virologiche, pare sul virus Zika. C’è nell’atteggiamento dei grillini una sorta di preconcetta malevolenza nei confronti della società, per cui tutto è o può essere corrotto, anche nell’ambito della salute, come se vivessimo immersi in una fanghiglia permanente, senza renderci conto che c’è chi “ci mangia” sempre (in ogni cosa). Ora, non è che nella Sanità o in altri ambiti non esista la corruzione (basti leggere le cronache più recenti), ma è il sostenere che i vaccini (quelli facoltativi, ma per tanti anche gli “obbligatori”) vengono proposti per la “pressione” delle aziende farmaceutiche che devono lucrarci ad ogni costo che è assurdo. I vaccini hanno liberato l’umanità da tanti flagelli (pensiamo al vaiolo, per il quale, ed il sottoscritto è tra quelli, ci si è vaccinati fino al ‘77 per la precisione), poi non più perché eradicato, come da OMS, nel 1980. Il bello è che non compare mai un ripensamento, un chiedere scusa agli offesi (ne sa qualcosa la dott.ssa Capua), no! La legge della “rete” sentenzia e i frequentatori acritici la bevono! D’altra parte per chi vive di “rete” e cerca di opporsi ad ogni forma di controllo (legittimo) sulle “fake news”, non può farsi certo carico di certe conseguenze, se ciò magari può tornare utile in chiave elettorale! La politica…e i “5 Stelle”. L’assalto all’Ufficio di Presidenza della Camera compiuto giorni fa a Montecitorio dai deputati “5 Stelle”, dopo che la Camera aveva approvato le nuove norme (su proposta Pd) sugli stipendi dei parlamentari (un’irruzione mai compiuta in passato, nemmeno negli anni “caldi” ‘70-‘80), mentre al di fuori un manipolo di militanti grillini, arringati dal “costituzionalista” Di Maio, loro candidato alla Presidenza del Consiglio, gridava la propria rabbia verso il Parlamento “autoreferenziale” e “castale”, sta a testimoniare ancora una volta l’incapacità del Movimento a rapportarsi col mondo, perché o “si fa come dicono loro” oppure si è “nemici in tutto e per tutto”. Che le norme approvate possano essere migliorate è vero, ma che non rappresentino comunque un deciso passo avanti è altrettanto innegabile. Il fatto è che, come già in un precedente Osservatorio avevo sottolineato, i “5 Stelle” su un tema così fortemente identitario, non possono apporre la firma su una proposta diversa dalla loro perché significherebbe ammettere l’esistenza in Parlamento di partiti in grado di esprimere una linea di forte discontinuità con il passato; e ciò per loro è inaccettabile, in quanto “solo loro” possono cambiare le cose al riguardo perché questa è la “mission (o una delle mission) per cui sono entrati in Parlamento ed anche perché firmando leggi non proprie vuol dire “mettersi sullo stesso piano degli altri”: dove sarebbe pertanto la loro radicale diversità? Il vero problema dei Pentastellati è che hanno questi temi identitari, ma non hanno per il resto una linea politica chiara su nulla; anche la legge di iniziativa costituzionale che dovrebbe secondo loro consentire la celebrazione di un referendum sull’Euro è stata di fatto superata, dopo la grande enfasi iniziale, proprio dal Grande Capo in persona Beppe Grillo con la proposta della moneta fiscale, già avanzata anni fa da “Micromega” ma poi abbandonata, in quanto comunque le ripercussioni in Europa sarebbero pesanti, tanto più se la crescita italiana dovesse essere sotto il 3%, cifra al momento improbabile (si può salire ragionevolmente all’ 1.5-2%, per ben che vada), e sempre con il fardello del debito pubblico. Ci sono già esperienze in Italia, la Sardex, ma anche in Baviera e pare in Catalogna, ma l’esperienza dice che una cosa del genere và bene in ambito piccolo e circoscritto. Chi li capisce questi grillini!! Ma il tema su cui il Movimento vuole costruire un’immagine “credibile” è la politica estera; l’essersi schierati con Putin li espone però pericolosamente, alla luce dei fatti di queste ore con l’arresto dei giovani dissidenti (per non dire della dell’alleanza dei russi con Assad); cosa hanno da dire al riguardo? Solidarizzano con gli arrestati o no? E con l’attuale succedersi degli eventi, non credono che una dichiarazione politica che impegni tutto il Movimento al riguardo, senza bizantinismi, sia doverosa? Ma tanto non lo faranno... Lasciamo stare poi il ricordo recente del loro incredibile riposizionamento nel Parlamento Europeo, una cosa schizofrenica, prima col passaggio repentino al gruppo dei “Liberali”, poi, non voluti da questi per le posizioni anti-europee del Movimento, in 48 ore son tornati all’ovile, a far cioè comunella politica con Farage, leader anti-europeista! E questi dovranno guidare il Paese? Le uscite di Poletti. Non so se sia meglio giocare a calcetto o presentare curriculum, ma non è molto serio buttarla in battuta, su un tema cioè per il quale i giovani in Italia pagano un prezzo ancora elevato in termini di qualificazione umana e professionale e di programmazione del loro futuro. Il ministro Poletti, non nuovo a queste uscite un po’ “stravaganti” (la precedente riguardava quei giovani, appunto, che se ne vanno all’estero perchè l’Italia non offre loro alcuna possibilità) deve stare però ben attento a queste recidive di comportamento, in quanto crea disagio e scoramento nel Governo e nel Paese. Ad un ministro del Lavoro si deve chiedere invece di adoperarsi a che i curriculum, nella ricerca del lavoro, valgano molto di più di una partita di calcetto e di fare in modo, quanto prima, che anche in Italia accada finalmente quel che altrove è (pare) pressocchè nella norma, vale a dire chi ha titoli merita di essere subito assunto. Non è possibile infatti vedere giovani usciti dalle Università, e magari praticato stages formativi, presentare i loro curriculumi senza ricevere risposta alcuna (oppure chi risponde è quasi sempre per comunicare la non accettazione della domanda!), quando con gli stessi titoli ed esperienze vieni assunto in un’azienda in Europa! Queste cose succedono tuttora; bisogna allora dare una svolta vera a questo Paese, non a chiacchiere, se non vogliamo che i nostri giovani siano costretti ad emigrare o a rimanere in un eterno precariato. Poi non ci si lamenti se il 4 dicembre scorso l’80% di loro ha voltato le spalle al Governo ed a chi lo guidava…Altro che ”è meglio il calcetto”! Gianni Amendola
Don Nino
6 anni fa
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