Da un'intervista alla Nuova Provincia: Passata la mano al nuovo sindaco Maurizio Rasero, il primo cittadino uscente Fabrizio Brignolo ha parlato dei cinque anni trascorsi in municipio, delle cose fatte, delle cose ancora da fare, di cosa ha funzionato e di cosa non ha funzionato nella sua amministrazione. Brignolo ha raccontato la sua “amministrazione” con la tranquillità di chi ormai non ha più responsabilità dirette della città e sul suo governo. Perché hai deciso di non candidarti? Mi sono reso conto che altri cinque anni di impegno quasi totale a fare il sindaco, ruolo che ho svolto al meglio delle mie capacità, avrebbe comportato molto probabilmente la chiusura del mio studio da avvocato. La scelta, quindi, è stata un po’ obbligata. E poi la candidatura del sindaco uscente, che per tutta la legislatura ha avuto l’opposizione di quelle liste di sinistra con cui, se si fosse ricandidato, avrebbe dovuto dialogare, abbiamo ritenuto fosse una strada ancora più negativa. Scognamiglio, Aceto e Bosia seduti al banco di opposizione per quasi tutta la legislatura avrebbero avuto più difficoltà ancora ad accettare il mio nome per una eventuale lista unitaria di centrosinistra. Quindi la divisione della sinistra non può essere ricondotta alla tua non candidatura? Assolutamente no, non sono così importante. Con me l’unità della sinistra sarebbe stata ancora più difficile. Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nella tua amministrazione? Partendo dalle cose positive, credo che dopo questi cinque anni un cittadino esterno la prima cosa che può percepire venendo ad Asti è che la nostra città comincia ad essere una città turistica e una città d’arte. Cinque anni fa questo aspetto era totalmente assente. Oggi con l’apertura dei palazzi storici, con un po’ di azioni promozionali che sono state fatte, con il progetto vino e cultura, con il raduno dei Bersaglieri, poi quello degli Alpini, cominciamo a credere che questo aspetto del turismo e della cultura possa essere una risorsa importante per la città e cominciano a crederlo anche gli astigiani. Autobus e verde pubblico. Poi oggi possiamo tranquillamente vedere che abbiamo gli autobus un po’ meno scassati rispetto a cinque anni fa, abbiamo più telecamere di sorveglianza, abbiamo i led quindi più luci per strada. Poi abbiamo rimesso in sesto il settore dei lavori pubblici e delle manutenzioni. Se oggi facciamo un giro nei parchi possiamo facilmente vedere che sono sistemati molto meglio rispetto a cinque anni fa. Si poteva fare ancora di più, ma oggi non ho più vergogna ad entrare in un parco pubblico, come invece avevo prima. Insomma, abbiamo fatto crescere la città pur con pochi soldi a disposizione. Gli edifici scolastici. Il lavoro più grosso che abbiamo fatto è quello con le scuole. Un lavoro che si vede poco ma che è stato molto efficace per la messa in sicurezza delle strutture. Per quanto concerne l’ambiente abbiamo trovato una situazione di totale incertezza e oggi siamo messi in una situazione in cui Asti non conoscerà più il problema rifiuti perché ci siamo alleati con chi l’inceneritore ce l’ha già. L’Asp è passata dall’aver utili border line ad oggi che è stata messa in condizione di dare buoni profitti al Comune. Queste sono le cose positive. Quali sono invece le cose negative, quelle che rifaresti diversamente se tornassi indietro? Qualcuno ha detto la comunicazione, condividi? Abbiamo fatto comunicati stampa continuamente, non abbiamo mai fatto mancare l’informazione agli organi di stampa. Non abbiamo mai fatto venire meno la nostra presenza sul territorio. Noi siamo andati in tutte le frazioni almeno tre o quattro volte. Abbiamo cercato la comunicazione diretta attraverso riunioni annunciate dai manifesti. Non so cosa sia mancato, anche se mi rendo conto che a volte i cittadini non hanno capito cosa abbiamo fatto. Ma quali potevano essere le forme aggiuntive della comunicazione? Voi giornalisti siete stati molto corretti e non avete mai fatto mancare l’informazione. Quindi tu dici che la comunicazione non è mancata, è stata efficace? No, no! non dico questo. Mi rendo conto che i cittadini conoscevano solo qualcosa di quanto stavamo facendo, non avevano un’idea complessiva del nostro progetto. Però non so quale poteva essere lo strumento comunicativo aggiuntivo che avremmo potuto adottare per essere più efficaci. Ho sempre cercato di essere molto presente tra la gente. Avevo mediamente tre appuntamenti al giorno con la gente, anche solo per inaugurare negozi o altro. Poi sul mio profilo facebook ho sempre ribaltato tutte le iniziative che abbiamo concretizzato. Comunque, qual è la tua recriminazione di questi cinque anni? Dovessi dire che c’è qualcosa che ritengo un errore non c’è. Sbagli ne abbiamo fatti, questo è comprensibile, ma nulla che poi non sia stato corretto in corso d’opera, aggiustato o modificato se ci accorgevamo che stava prendendo una strada non positiva. L’unica spina che sento di avere nel fianco sono gli archi davanti alla palestra di corso Alba, che ora comunque, abbiamo posto le basi per rimuoverli e sistemarli altrove. Quegli archi hanno peggiorato quell’angolo di città ed ora verranno sistemati al campo di atletica leggera, dove verranno utilizzati per fare una tettoia di copertura. E il Teleriscaldamento non è una spina nel fianco? No. Siamo arrivati a tre o quattro mesi dalle elezioni quando ogni decisione presa sarebbe stata reversibile. Se la decisione avessimo dovuto prenderla un anno e mezzo prima, come era preventivato, probabilmente non l’avrei ritirata, ma a tre mesi dalle elezioni, comunque, tutto poteva essere cambiato quindi era inutile portarlo avanti. Il mio vero rammarico è quello di non essere riuscito a portare a termine diversi progetti proprio per la lentezza della macchina burocratica. Per farla muovere ci voglio mesi e mesi, a volte anni per cui tante cose rimangono ferme non per tua volontà o incapacità, ma per il tempo che occorre per metterle in pista e realizzarle. Il teleriscaldamento ha avuto un’opposizione fortissima e secondo me ingiustificata, perché il progetto avrebbe portato solo ricadute positive, per quelle che erano le risultanze degli organi preposti alla valutazione del progetto. Altri progetti non realizzati? Avrei voluto portare a termine l’assegnazione della palazzina comando dell’università. C’era stato un privato che si era fatto avanti, poi un po’ per la lentezza burocratica, un po’ perché si era spaventato per le reazioni di una parte della città, ha lasciato perdere. L’arazzeria Scassa non è stata trasferita in centro città, come io avrei voluto. Sarebbe stata una cosa buona per la città, nell’ottica proprio della città turistica, da visitare. Non è stata fatta per il contesto cittadino ostile. Ma tutto ciò è l’effetto di questo particolare momento storico. Quindici anni fa feci l’assessore e quindi ho potuto constatare come si poteva governare allora. Oggi le condizioni di amministrazione sono peggiorate rispetto ad allora. Mi pare di capire che tu sia soddisfatto di quanto hai realizzato... Si, sono soddisfatto perché di più non potevo fare. Ho dedicato il cento per cento del mio tempo ad amministrare. Danni grossi non ne abbiamo fatti, abbiamo risolto molti dei problemi che c’erano. Per la vita di una città cinque anni sono pochi. Certi progetti non riesci neppure ad avviarli. Cosa lascerai in eredità a Maurizio Rasero? Lascio il progetto vino e cultura che ritengo positivo per far percepire la città come una città di turismo e cultura. Poi sulle periferie abbiamo avuto finanziamenti che andranno portati avanti. Lascio progetti ben avviati cheIL sindaco potrebbe proseguire, almeno in questa prima parte del suo mandato. Intanto metterà in piedi progetti nuovi che, per il tempo, potranno vedere la luce solo tra qualche anno. Anche il nostro progetto sulle scuole può essere portato avanti, come anche la mia idea di togliere i sacchetti di immondizia dalla città, che noi abbiamo realizzato in modo sperimentale in un paio di quartieri con ottimi risultati.
Don Nino
6 anni fa
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