La rinascita “culturale” della destra. Tira una brutta aria in giro in Italia! Anche grazie alla vittoria nelle recenti amministrative il centrodestra sente di nuovo il profumo della rivincita, pur con le divisioni interne che vi sono, e con esso, in quanto strettamente legato, sta riemergendo tutto un mondo di “destri duri e puri”: non solo il gestore di quello stabilimento balneare a Chioggia, dichiaratamente fan di Mussolini, che andava perseguito per apologia di reato, ma anche una colonia per ragazzi, come dei novelli “balilla”, a Catania organizzata da Forza Nuova, nel silenzio generale, per non parlare di quel mondo fatto di turpiloqui, bassezze, porcherie varie che è diventata la “rete”, vero e proprio specchio del Paese, in cui sta prevalendo la logica aberrante del “mi faccio giustizia (magari insultando) da me”, una sorta di “deregulation culturale” assai preoccupante.. Il problema dei migranti, strumentalizzato ad arte, sta ormai lacerando il nostro tessuto sociale, al punto tale che sta emergendo, persino in settori dell’opinione pubblica che “guardano a sinistra”, un fondo di intolleranza , a volte anche con slogan più vicini ad una visione sovranista e razziale della destra che non al solidarismo sociale. Impressiona in questo periodo l’incapacità della sinistra nel suo frastagliato insieme nel riuscire a non dire una parola netta, nell’esprimere una posizione univoca che possa bilanciare la canea anti-populista ed anti-migrazione. Basta guardare sui motori di ricerca nei nostri computer per vedere come la fanno da padroni i siti di Libero, de Il Giornale e loro associati locali (tranne qualche doverosa eccezione, che resta però tale!) nel sottolineare episodi di reati veri o presunti a carico di stranieri ospiti nelle nostre strutture, per non dire delle critiche anche “oltre ogni limite di decenza” nei confronti della Presidente della Camera Boldrini, un vero e proprio bersaglio quotidiano ormai per le sue note idee sui migranti e sull’accoglienza; un sistematico fuoco di fila che tende sempre più a delegittimarla, quasi ad esorcizzare che possa essere lei e non Pisapia (che ha detto di non volersi candidare) a guidare questo schieramento di sinistra tutto ancora da costruire, ma che resta l’unica alternativa alla “destrizzazione” del Paese. Strano però che dal Pd non siano arrivate (o magari non son state sufficientemente pubblicizzate) parole inequivoche di sostegno e solidarietà alla 3° Carica della Stato! Nel nostro partito sembra invece è montato un disappunto nei confronti dei provvedimenti presi dal Ministro dell’Interno Minniti circa il comportamento ed il ruolo delle ONG nel soccorso in mare ai migranti, al punto che persino il Presidente Mattarella, nel timore di una crisi, è dovuto intervenire esplicitamente a difesa del Ministro. Perchè il problema esiste: da un lato l’obbligo “etico” (sgraditissimo alla Destra) di salvare vite umane “senza se e senza ma”, dall’altro non portare al collasso le strutture di accoglienza per quei nostri paesi e città che si sono adattati alla bisogna. Ora la situazione in Libia è tale, a quanto si legge, che i migranti eventualmente ivi trattenuti (quindi non fatti partire) vengono di fatto reclusi in una sorta di campi di concentramento (ma era già così all’epoca di Berlusconi e Gheddafi), cosa che dovrebbe allarmare la comunità internazionale che parla di difesa dei diritti umani. Ma ripeto, ormai sul tema dei profughi si giocherà la partita più grossa delle elezioni politiche nel 2018 e questo perché le forze in campo (quindi anche i “5 Stelle”) non hanno sostanzialmente altri argomenti su cui cercare il consenso elettorale. Il centrodestra infatti, che non è senza responsabilità nel quadro della situazione del Mediterraneo, su cos’altro potrebbe sperare per vincere le elezioni? Non certo sui temi economici, dato che fu proprio quel governo nel 2011 a portare l’Italia sull’orlo di un baratro come la Grecia! Quei grandi economisti ministri, quei liberisti illuminati come mai non erano riusciti a prevedere e ad offrire serie soluzioni a quella crisi che ha morso, ed in parte ancora morde, la carne viva del Paese? Quali le loro attuali ricette economiche per evitare che si ripetano analoghe situazioni? Sempre le solite che conosciamo, avendole imparate a memoria in questi 20 anni (“meno tasse alle imprese, più tagli allo Stato sociale..”)? Nei prossimi mesi bisognerebbe insistere molto su questo aspetto, di una destra cioè poco affidabile sul piano dell’economia, visto che ripropongono stesse facce, stessi slogan, non sapendo ancora tra l’altro chi ne sarà di fatto la guida, se Berlusconi o Salvini, la cui personale prima preoccupazione, se andrà al governo, sarà di togliere la scorta a quel “rompiscatole” di Saviano (come dipendesse da Salvini una decisione del genere)! Per i “5 Stelle” il discorso cambia poco: sull’accoglienza ai migranti Beppe Grillo ha già detto, con un cinismo vergognoso, che poiché il tema è divisivo e trova ostilità tra la gente il Movimento non può esserne a favore perché altrimenti prenderebbe “percentuali da prefisso telefonico” (come dire: mi interessano solo i voti purchè si prendano, “non i valori”..). Non deve meravigliare allora che Di Maio e gli altri parlino del tema come Salvini e la Meloni.. Per il resto è sempre la stessa solfa: reddito di cittadinanza (anche ora alle elezioni siciliane, ma fossero state in Friuli avrebbero detto la stessa cosa…), lotta agli sprechi ed ai privilegi dei politici e con quei “tagli” finanziare le microimprese…Mai però che parlino di una seria riforma fiscale, in grado di far redistribuire il carico fiscale, abbassandone il peso. Forse perché su un tema del genere i “5 Stelle” prenderebbero ancora “percentuali da prefisso telefonico”? O più probabilmente per evitare che si finisca per parlare di Beppe Grillo quale evasore condonato proprio dal governo Berlusconi nel 2005, ma che si permette di pontificare sui soldi degli altri? E’ comunque la loro improvvisazione, quel parlare con toni assertivi (tipici di chi “bazzica” la rete), spacciando per verità notizie che han bisogno di verifiche e conferme, che mette angoscia, perché guidare un Paese (centrale nello scacchiere mediterraneo) non è uno scherzo e si fà fatica ad immaginare Di Maio guidare le delegazioni italiane nei vari consessi internazionali! Non si tratta di ironizzare su cosa abbia mai fatto nella vita il vice-presidente della Camera (non si sa), personaggio quanto mai ambiguo, presente in tutti i passaggi meno chiari delle breve storia politica dei Pentastellati (dal caso della sindaca di Quarto Cappuozzo liquidata dai suoi stessi compagni di partito, pardon di “movimento”, per sospetto voto di scambio che lo accusava di esserne stato a conoscenza insieme con l’altro campione Fico, a quello delle firme false in Sicilia fino alla nomina in Campidoglio di Marra, successivamente arrestato a Roma..); non di ironizzare dicevo quanto invece di capire su quali effettivi meriti “politici” si basa la sua nomina ormai scontata, perché è impensabile che chi, nella logica settaria del Movimento, venga indicato dal Capo Supremo non risulti poi eletto…Ma dov’è allora l’imparzialità della “rete” se il Capo prima dà indicazioni e poi si vota, peraltro, dopo le violazioni degli hacker, senza sapere ora quanto davvero regolari, dopo aver introdotto tra l’altra la furbesca e beffarda clausola contro eventuali parlamentari pentastellati intenzionati a concorrere per le primarie (contro Di Maio quindi), che non verrebbero rieletti in Parlamento in caso di sconfitta? (E poi parlano di trasparenza: non so in quali altri partiti si sia mai fatto così!!). E che dire del “futuro” Ministro degli Esteri Di Battista che pone sullo stesso piano il popolo insorto e Maduro in Venezuela (forse al riguardo la rete non si era ancora pronunciata e non sapeva che posizione avere, poverino!…), per non parlare di quali alleanze e del loro orientamento circa le questioni calde nel mondo, se andassero davvero al governo …E di nuovo: quale rapporto con l’Europa, si sta dentro o se ne esce? E l’Euro?...Tutte domandine da nulla come si vede.. Resta il Pd, il quale deve capire di ampliare lo sguardo a sinistra per costruire un polo articolato ma coeso negli obiettivi e nei metodi, un “polo” che torni a parlare alla gente (tanta) che non và a votare e se và non vota più Pd.. Essere consapevoli di questo ed agire fuori da risentimenti, da ripicche, da vendette nominalistiche sarebbe già un bel passo avanti.. Oggi davvero solo una rinnovata e consapevole forza di sinistra può iniziare a tamponare lo sfascio “etico” del Paese.. Gianni Amendola
Egle
4 anni fa
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