L'OSSERVATORIO La proposta di Massimo Cacciari di aprire il prossimo congresso del Pd (dopo le Regionali in Emilia) alle “Sardine” mi pare del tutto condivisibile; è vero che la presenza nelle piazze di tale movimento sta a mostrare plasticamente la crisi della rappresentanza della sinistra (non solo), ma proprio per questo accogliere in piena dignità coloro che han fatto una precisa scelta di campo (l'anti-sovranismo e l'antifascismo), che stanno modificando il linguaggio della politica, rilanciando il rispetto della complessità della stessa e della competenza, soprattutto ri-valorizzando la “presenza fisica” nelle piazze per l'ascolto diretto (superando così il totem della rete) mi sembra un'azione seria e responsabile. Non si tratta di mettere cappello sul movimento quanto invece di assimilarne le domande e le proposte, in una sorta di reciproca fecondazione. Il fatto che buona parte della Direzione sia apparsa finora piuttosto reticente al riguardo (secondo Cacciari) rende l'idea della difficoltà ad accettare una sfida del genere; forse perchè si tratta di dare pieno riconoscimento politico a persone certamente orientate a sinistra, ma non catalogabili nelle categorie classiche in cui i partiti spesso si caratterizzano al loro interno. Zingaretti al contrario pare ben disposto e come segretario potrà giocare al meglio le sue carte. Staremo a vedere. Ora, nell'attesa delle Regionali in Emilia-Romagna ed in Calabria, il Pd deve cercare di rimarcare la sua azione all'interno del Governo, iniziando dal tema della prescrizione. Partita delicata per gli equilibri interni all'Esecutivo perchè da sempre bandiera dei Cinquestelle; ma se si è d'accordo sull'eliminarne l'uso distorto, come si è visto all'epoca del Cavaliere e delle leggi “ad personam”, è difficile accettare il passaggio (quanto costituzionale?) dalla “presunzione d'innocenza”, fondamento dell'esercizio della nostra giurisdizione, alla “presunzione di colpevolezza”. Ma si sà i Pentastellati sono entrati in Parlamento “a scopo punitivo”, per cui il taglio dei parlamentari e appunto la sospensione della prescrizione dopo il I° grado rappresentano quell' humus di anti-politica su cui hanno inizialmente costruito gran parte del loro consenso. Ora che si avvicina un nuovo appuntamento elettorale su certi punti non cederanno (per il momento..). Il caso Salvini e la tenuta del Governo. Non si sà ancora se il Parlamento voterà per l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso della Gregoretti (analogo a quello della Diciotti); è indubbio però che sul caso si sta giocando una partita che non potrà non incidere sull'azione del Governo. C'è da notare come tale situazione avvenga in un momento di profonda crisi del M5S che ha già visto tre senatori passare con la Lega, diversi fuorusciti verso il Gruppo Misto, tra i quali l'ex-ministro Fioramonti, ed ora l'espulsione di Paragone...La ragione vera, che nessuno tra i transfughi pentastellati ammetterà mai, è che la crisi di consenso dei grillini, unita alla riduzione del numero dei parlamentari, costerà il posto a tanti di loro che pertanto si affrettano a cambiare bandiera. Forse non sarà l'unico motivo, ma sicuramente ha una parte preponderante. Stare in politica piace, non c'è bisogno di dirlo...e non solo per la visibilità personale che si acquista! Del resto, di cosa dovrebbero vergognarsi coloro che son passati con Salvini? Son stati insieme al governo, lo hanno difeso in nome della collegialità per il caso della nave Diciotti, hanno condiviso, quantomeno non hanno eccepito nulla, l'impianto delle Leggi Sicurezza; per qual motivo ora (questi transfughi grillini) dovrebbero sentire il peso di un disonore per il cambio di casacca? Anche Di Maio non è che abbia brillato per coerenza finora, anzi; le sue giravolte sono ormai note! Lui si muove sempre nell'ottica della convenienza personale identificandola con quella di partito (pardon “Movimento”) che vuole portare di volta in volta su temi in grado di lucrare voti; l'annuncio del “sì” al procedimento verso Salvini è per lui comunque un'arrampicata sugli specchi, in quanto come vice-presidente del Consiglio non poteva ignorare le posizioni del suo corrispettivo leghista. E' che ora Di Maio sente l' ”odore del sangue”, con Salvini in difficoltà, e cerca di prendersi la sua rivincita. Ciò che ho detto per Di Maio, circa il caso della Gregoretti, vale anche per il presidente del Consiglio che Zingaretti ha recentemente lodato, rafforzandone l'immagine. Si può sostenere che Conte, nel precedente governo, è stato soprattutto un notaio, “schiacciato” com'era tra Lega e Cinquestelle che lo avevano indicato Premier. E' dopo l'esito delle Europee, e principalmente dopo la crisi estiva provocata da Salvini, che Conte ha assunto un ruolo più autonomo, mostrando anche diverse doti di mediatore; iscriverlo nel perimetro della sinistra vuol dire obbligare Di Maio ad una scelta di campo, in quanto difficilmente il capo pentastellato potrebbe misconoscerlo, avendolo lui stesso proposto prima a Salvini (Conte 1), dopo al Pd, quale “conditio sine qua non” per la formazione dell'Esecutivo (Conte 2). Ma è una scelta che Giggino comunque non farà, lo ha già detto: il M5S dovrà essere sempre l'ago della bilancia, il che vuol dire stare al Governo o con la Lega o con il Pd, a seconda della convenienza del momento. Ma soprattutto per lui è l'unico modo per rimanere “capo politico”: fare una scelta di campo vorrebbe dire accettare di non essere più il leader in caso di sconfitta dell'alleanza all'interno della quale ci si è schierati; tra l'altro, con un Movimento diviso e lacerato, il rischio che la piattaforma Rousseau possa non confermarlo (presentandogli il conto) sarebbe a quel punto molto alto. Poi certo, è assai probabile che Grillo e Casaleggio troveranno gabole per cui chi ha rivestito ruoli di rilievo verrà escluso dal giudizio della piattaforma stessa, garantendogli la permanenza “a vita” nella politica...Vedremo, ma se sarà così, anche altri parlamentari 5 Stelle importanti reclameranno lo stesso trattamento; si formerà allora una casta di intoccabili, proprio il contrario di quello che i grillini han sempre predicato! Tornando a Salvini, si noti come abbia forse moderato un po' i toni, ma certamente inizia a soffrire la sua situazione personale. I fondi in nero presi dalla Russia, di cui è accusato, i 49 milioni di Euro spariti, che verranno addebitati alla “bad company” della neonata Lega per Salvini, come sancito dal recente congresso ultrarapido alla vigilia di Natale, vale a dire la “vecchia” Lega Nord, restano tutte spine nel fianco; ed anche il caso della Gregoretti che il “Capitano” tenta di banalizzare, dicendo di aver difeso i confini (la nave in questione è militare: non sarebbe mai potuto partire un attacco all'Italia!), è causa di preoccupazione, ben sapendo che l' eventuale autorizzazione a procedere gli procurerà più di un'incertezza, in quanto il caso appare “giuridicamente fondato”. Non per nulla sembra di essere tornati ai non lontani tempi di Berlusconi, quando cioè i magistrati venivano attaccati e delegittimati; si riascoltano parole prive di fondamento costituzionale, che vogliono contrapporre il popolo (che vota e che darebbe ora la maggioranza a Salvini) ai giudici, i quali se avanzassero una qualsiasi azione nei di lui confronti, si collocherebbero “automaticamente” contro la volontà dei cittadini, quasi che il consenso elettorale sia un lavacro purificatore da ogni colpa o peccato. E' un cortocircuito pericoloso, su cui occorerebbe dire una parola definitiva (ma anche i Cinquestelle al riguardo sembrano silenziosi). Il gesto del Papa. Non vorrei che l'eco mondiale dell'immagine del Pontefice un po' adirato con la persona che gli aveva afferrato la mano, strattonandogliela, facesse passare in secondo piano le Sue parole pronunciate nell'Angelus del Primo dell'Anno, che la liturgia cattolica dedica a Maria Madre di Dio: avendo l'opportunità di parlare della donna, lo ha fatto come forse da tempo nessuno era riuscito, perlomeno con tanta intensità e profondità. Non solo la raccomandazione ad avere rispetto, ad evitarne lo sfruttamento del corpo a fini pubblicitari e di prostituzione, a fuggire ogni forma di violenza fisica e verbale (cose indubbiamente di enorme rilievo), ma con quel ricordare che “non c'è salvezza senza la donna e che la sua carne è la più nobile del mondo perchè concepisce e dà la vita, come fece appunto Maria” sono stati toccati vertici di elevata bellezza e spiritualità. Invece di irridere sui social quella reazione tutta “umana” (scacciare la mano della fedele), imitandone la scena con la sua compagna, Salvini avrebbe fatto bene a meditare quelle parole, dato che lui stesso aveva da poco volutamente ironizzato sugli esami orali della nuova ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, al concorso per Dirigenti Scolastici, dando la stura a prevedibili commenti sessisti, ovviamente coperti dall'anonimato della rete. Quando si semina vento si raccoglie tempesta, caro Salvini; anche questa citazione è del Vangelo..Ma la Borgonzoni, aspirante governatrice dell' Emilia-Romagna, che ha da dire al riguardo? E le altre donne della Lega? O l'adorazione del Capo è tale che tutto si copre, altrimenti si rischia di essere escluse da future candidature? Buon Anno a tutti, di pace e di cose belle. Gianni Amendola
Don Nino
6 anni fa
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