Ora è finito sotto la scure dell'opposizione della giunta Brignolo, l'Assessore alla Cultura Massimo Cotto, accusato di avere un ritorno di immagine per il ruolo di direttore artistico (ruolo svolto gratuitamente e che fa risparmiare alla collettività circa €20.000 l'anno oltre ad attirare artisti di fama nazionale ed internazionale).
Prima di leggere lo sfogo, vi consigliamo di aprire la pagina wikipedia relativa al nostro "sconosciuto" Assessore Massimo Cotto:
wikipedia Massimo Cotto
Ecco di seguito la risposta e sfogo dell'Assessore Cotto come riportato dalla sezione di Asti de LaStampa.
Qualche giorno fa, gli organi di informazione hanno riportato correttamente il mio intervento in Consiglio nel quale annunciavo le mie dimissioni da direttore artistico di Astimusica e di Astiteatro, la chiusura di Akamu e la cancellazione di Rosebud. Ho sempre tenuto in considerazione le opinioni della minoranza, anche quando (come credo sia legittimo) le trovavo assurde. Non posso però sopportare gli ultimi attacchi del movimento 5 Stelle e dei consiglieri Anna Bosia e Clemente Elis Aceto, che mi accusano di conflitti di interesse. A nulla è servito ricordare che «un conflitto di interessi è una condizione che si verifica quando viene affidata un’alta responsabilità decisionale a un soggetto che abbia interessi personali o professionali in contrasto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in causa». Alla mia domanda: «Quali sarebbero gli interessi personali o professionali che mi riguardano?», mi è stato risposto: «Ritorno di immagine».
Ora, non posso accettare che qualcuno creda o voglia far credere che io possa utilizzare le manifestazioni astigiane per averne un ritorno di immagine. Quando il sindaco Brignolo mi offrì l’assessorato alla Cultura, pensai che avrei potuto mettere le mie amicizie, i rapporti personali, il prestigio e la credibilità a disposizione della città. In questi anni ho chiesto ai miei amici musicisti di venire ad Asti a cachet ridotto o addirittura gratuitamente. Tutti hanno accettato con piacere, ma hanno chiesto che fossi io a intervistarli. Fate un calcolo di tutte le serate organizzate da quando sono assessore, ci si renderà conto di quanto ho fatto risparmiare all’amministrazione. A questo prego di sommare le direzioni artistiche a titolo gratuito (solo per dare un’idea, il mio cachet da direttore artistico di Astimusica era pari a quello che guadagno in dieci mesi come assessore). Non pretendo di essere ringraziato dalla minoranza, però è inaccettabile che venga accusato di conflitto di interesse e di usare le manifestazioni astigiane per colorare la mia immagine. Questa è la ragione per cui sono costretto a cancellare Rosebud, manifestazione che ha portato ad Asti (a ingresso gratuito!) Pelù, Renga, Morgan, Vanoni, Platinette, Michielin e molti altri. Non è una ripicca: a disposizione ho 20 mila euro; se devo pagare un direttore artistico e un presentatore per le tre serate, ho già quasi finito il budget. Porterò Akamu altrove (abbiamo organizzato stage in nove regioni portando il nome di Asti ovunque), Astimusica si troverà un altro direttore artistico, mentre Astiteatro l’ha già trovato (14 mila euro per un biennale, che avremmo potuto risparmiare se avessimo assunto la direzione io e Gianluigi Porro, come annunciato mesi fa).
Suggerisco che il prossimo assessore alla Cultura sia un medico o un avvocato. Ma, vi chiedo, se un assessore lavora bene non ha comunque un ritorno di immagine anche se è medico o avvocato? Dov’è dunque il problema?
Che la cultura e l’arte siano sempre con noi.
Massimo Cotto
assessore comunale alla Cultura
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