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venerdì 26 aprile 2013

Fiorio risponde a Pensabene e La Matina

"Ho letto gli interventi di Giovanni Pensabene e Maurizio La Matina riguardo alla mie dichiarazioni circa la rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica. Al netto delle ironie e delle provocazioni che capisco, la domanda di fondo che pongono in modo polemico è “perché non hai/avete votato Rodotà’?”. Sono convinto che non sia stato spiegato a sufficienza, mi accorgo che anche quando abbiamo ed ho tentato è apparso difficile da comprendere. Ci riprovo. Dopo la figura indecente su Prodi all’interno del PD si è cercato di verificare laicamente tutte le possibilità. Anche quella di votare Rodotà. Ci si è resi conti che i voti non c’erano.

Se si fosse andati alla conta Cancellieri contro Rodotà il Pd si sarebbe diviso a metà e il risultato sarebbe stata l’elezione della Cancellieri, su cui convergevano Pdl, Lega e Monti. Mi si obietterà “è un disastro che il Pd si divida su queste cose”. Sì, lo è. Ma che la situazione fosse difficile lo si era capito dal voto su Prodi e che, con un segretario dimissionario, non ci fosse tenuta nel nostro gruppo era evidente a tutti. Questa la ragione meno politica; forse Maurizio La Matina continuerà a giudicarla “ipocrita”, io invece continuo a ritenerla basata su dati oggettivi e credo che la politica debba avere a che fare anche con la spiacevolezza del dato oggettivo e numerico. In politica, come in tutte le cose della vita, ci vuole il cuore, la fantasia, il coraggio, ma anche il cervello e la ragione.

Esiste una seconda motivazione però, più politica e per me anche più seria. Il Presidente della Repubblica è il custode e garante della Costituzione. Non deve essere “nostro” né scelto con accordi sottobanco, deve saper garantire il rispetto di quella Costituzione nata dalla Resistenza e dall’antifascismo. Grillo -e spesso anche i suoi parlamentari- in questi giorni e in questi mesi ha ripetutamente contestato, aggredito, offeso quella Costituzione. Lo fa quando auspica la scomparsa dei partiti (art.49), quando rifiuta il confronto, insulta e allontana i giornalisti (art.21), quando contesta il principio della democrazia rappresentativa e su mille altre questioni.

Da parte di Stefano Rodotà mi aspettavo una presa di distanza netta e chiara dalle dichiarazioni fatte dagli esponenti politici e dal movimento che lo candidavano. Non capisco perché una persona delle sue idee e della sua formazione politica, giuridica e culturale, potesse diventare candidato grillino per la massima autorità della Repubblica. Il Movimento 5 Stelle, come è noto, vuole abbattere l’intera architettura costituzionale esistente, considera l’Europa una parola vuota e pericolosa, ritiene che i partiti e tutti quelli che vi aderiscono siano ladri da mandare in galera o a casa “a calci nel culo”.

Chiudo rispondendo a Giovanni Pensabene che sintetizza il mio percorso politico anche in passaggi a me inediti, rassicurandolo che il voto per il Capo dello Stato ha poco a che fare con il mio destino politico e ammettendo la mia mancanza di visione politica probabilmente in suo possesso, non riesco a comprenderne il nesso."

Massimo Fiorio, parlamentare

domenica 21 aprile 2013

"Vendesi ospedali", il Pd dice no

La Giunta Regionale vuole vendere ad un fondo immobiliare gli ospedali, i poliambulatori e tutte le altre strutture sanitarie che vengono utilizzate per erogare servizi. Il fondo sarebbe posseduto per il 60% dalla Regione Piemonte e, per la rimanente parte, da altri investitori. La scelta della Giunta Regionale è palesemente motivata dall'esigenza di fare cassa.
Una volta ceduti gli ospedali, le Aziende Sanitarie Regionali affitterebbero dal fondo immobiliare gli immobili. Quello che oggi potrebbe apparire come positivo per la Regione rischia, invece, di essere nel futuro un ulteriore peso economico per i bilanci delle Aziende Sanitarie Regionali perchè la società di gestione del Fondo erogherebbe anche i servizi di gestione degli ospedali. Peraltro, vendendo gli ospedali la Regione non potrà beneficiare dei contributi statali per ristrutturare gli stessi e in Piemonte la vetustà degli ospedali è molto elevata. Inoltre, occorre ricordare le fallimentari esperienze, in seguito ad operazioni similari, fatte su beni dello Stato in uso presso uffici decentrati del Ministero o altri Enti.
La maggior parte degli ospedali piemontesi sono stati costruiti dalle comunità locali, grazie a contributi dei benefattori e all'impegno di moltissimi cittadini, che ancora oggi raccolgono fondi per migliorare ambienti e attrezzature. L'ospedale è un bene comune e non può essere privatizzato per fare cassa. Contro questo progetto invitiamo i cittadini del Piemonte a firmare la petizione "Sanità bene comune".