Caporalato, Martina: mai più schiavi nei campi

Diritti dei lavoratori e difesa del reddito degli agricoltori per noi sono parte della stessa battaglia

Radio Immagina

Radio Immagina
Immagina, la radio! Ci siamo dal 20 gennaio a partire dalle 8.00. Il numero whatsapp per intervenire e partecipare in diretta è ➡️342.1426902.

Iscriviti alla newsletter del pd piemonte.

Iscriviti alla newsletter del pd piemonte.
Clicca sull'immagine

venerdì 30 dicembre 2016

La progettualità paga. 100.000€ dal bando nazionale

L’assessore Marta Parodi 
«Potremmo già farcela entro la prossima primavera a trasferire gli uffici di piazza Roma, nella ex sede di corso Alfieri della Biblioteca Astense» spiega l’assessore alle Politiche giovanili, istruzione e lavoro, del Comune di Asti Marta Parodi. I fondi che consentiranno il trasferimento e l’allestimento dei nuovi locali «più grandi e consoni ad ospitare i servizi comunali rivolti ai ragazzi» precisa Parodi, derivano dal bando Comunementegiovane dell’Anci e dalla presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale, «grazie al quale - prosegue - abbiamo ottenuto un finanziamento di circa 100 mila euro, perché siamo arrivati undicesimi in graduatoria, su 200 progetti presentati a livello nazionale».
 
Figure professionali  
Così, il futuro Informagiovani si sposterà e avrà non solo nuovi uffici, ma anche «figure professionali specifiche - aggiunge Parodi - che accompagneranno la nascita di nuove idee imprenditoriali meritevoli e legate anche all’enogastronomia e al turismo, poiché in linea con il progetto Turismo e cultura su cui il Comune di Asti sta lavorando». 
 
I nuovi spazi di coworking pubblico prevedono otto postazioni lavorative con scrivanie, pc, collegamento a internet e stampanti, una sala riunioni, una sala multimediale e un’area relax. Chi potrà accedervi, gratuitamente fino a 31 luglio, sarà selezionato grazie a uno specifico concorso di idee e progetti del Comune di Asti, che scade il 20 gennaio 2017, disponibile sul sito web informagiovaniasti.it, al link notizie. Per partecipare si deve scaricare il bando, compilarlo e consegnarlo agli uffici dell’Informagiovani di piazza Roma. 
 
Partner del progetto 
Partner del progetto comunale di coworking, la cooperativa Orso, che si occupa di politiche attive del lavoro, le Scuole tecniche San Carlo «che stanno restaurando - afferma l’assessore - alcuni arredi provenienti da palazzo Ottolenghi, che saranno utilizzati nella nuova sede, mentre lo studio associato Fraternali Quattroccolo ha curato il progetto grafico dei nuovi locali destinati all’iniziativa».


mercoledì 28 dicembre 2016

Donazione organi, in Comune è possibile indicare la propria scelta



“Obiettivo è far incontrare due diritti, di un cittadino che vuole donare e di un cittadino che deve essere curato e non lo può essere che con quell’organo. Questo è il luogo delle Istituzioni”. È convincente l’intervento di Raffaele Potenza anestesista-rianimatore, del Coordinamento regionale delle donazioni e dei prelievi di organi e tessuti, abituato a confrontarsi professionalmente con le ragioni di chi non vuole perdere la speranza di tornare a una vita normale.
Anche la Città di Asti, da oggi si allinea così ai 145 Comuni in Piemonte, su 1206, che hanno già attivato la procedura. Un modello che piace ed è facilmente praticabile.
È una scelta in comune perché, come richiamato, è una conciliazione di diritti, ma è una scelta in Comune perché l’assenso o il diniego verrà richiesto quando ci si recherà all’Anagrafe, da maggiorenni, per rinnovare o farsi rilasciare la carta di identità.
Parlando di persone in condizioni di poter donare, solo un 5% delle persone ha dato un assenso formale espresso in vari modi, un 25% di persone ha lasciato una dichiarazione ai famigliari, ma il 70% non ha mai affrontato l’argomento. «Sette volte su dieci la famiglia ha un doppio trauma, della morte e di dover prendere una decisione. Un tabù che con questa iniziativa e l’aiuto di tutti si sta iniziando a smantellare».
A oggi 9.233 persone sono in attesa di trapianto 1.849.889 cittadini hanno espresso mediante registrazione alle Asl o presso i Comuni o iscrizione all’Aido il consenso alla donazione di organi.
Soddisfazione per la possibilità che l’Anagrafe potrà offrire è stata espressa dal sindaco e dall’assessore Maria Bagnadentro per una indicazione «che può salvare una vita. E anche se non è il primo dei nostri pensieri, forse, potrebbe farci vivere diversamente».


mercoledì 21 dicembre 2016

Assessore Massimo Cotto, un valore aggiunto per ASTI

Ora è finito sotto la scure dell'opposizione della giunta Brignolo, l'Assessore alla Cultura Massimo Cotto, accusato di avere un ritorno di immagine per il ruolo di direttore artistico (ruolo svolto gratuitamente e che fa risparmiare alla collettività circa €20.000 l'anno oltre ad attirare artisti di fama nazionale ed internazionale).
Prima di leggere lo sfogo, vi consigliamo di aprire la pagina wikipedia relativa al nostro "sconosciuto" Assessore Massimo Cotto:
wikipedia Massimo Cotto

Ecco di seguito la risposta e sfogo dell'Assessore Cotto come riportato dalla sezione di Asti de LaStampa.
Qualche giorno fa, gli organi di informazione hanno riportato correttamente il mio intervento in Consiglio nel quale annunciavo le mie dimissioni da direttore artistico di Astimusica e di Astiteatro, la chiusura di Akamu e la cancellazione di Rosebud. Ho sempre tenuto in considerazione le opinioni della minoranza, anche quando (come credo sia legittimo) le trovavo assurde. Non posso però sopportare gli ultimi attacchi del movimento 5 Stelle e dei consiglieri Anna Bosia e Clemente Elis Aceto, che mi accusano di conflitti di interesse. A nulla è servito ricordare che «un conflitto di interessi è una condizione che si verifica quando viene affidata un’alta responsabilità decisionale a un soggetto che abbia interessi personali o professionali in contrasto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in causa». Alla mia domanda: «Quali sarebbero gli interessi personali o professionali che mi riguardano?», mi è stato risposto: «Ritorno di immagine». Ora, non posso accettare che qualcuno creda o voglia far credere che io possa utilizzare le manifestazioni astigiane per averne un ritorno di immagine. Quando il sindaco Brignolo mi offrì l’assessorato alla Cultura, pensai che avrei potuto mettere le mie amicizie, i rapporti personali, il prestigio e la credibilità a disposizione della città. In questi anni ho chiesto ai miei amici musicisti di venire ad Asti a cachet ridotto o addirittura gratuitamente. Tutti hanno accettato con piacere, ma hanno chiesto che fossi io a intervistarli. Fate un calcolo di tutte le serate organizzate da quando sono assessore, ci si renderà conto di quanto ho fatto risparmiare all’amministrazione. A questo prego di sommare le direzioni artistiche a titolo gratuito (solo per dare un’idea, il mio cachet da direttore artistico di Astimusica era pari a quello che guadagno in dieci mesi come assessore). Non pretendo di essere ringraziato dalla minoranza, però è inaccettabile che venga accusato di conflitto di interesse e di usare le manifestazioni astigiane per colorare la mia immagine. Questa è la ragione per cui sono costretto a cancellare Rosebud, manifestazione che ha portato ad Asti (a ingresso gratuito!) Pelù, Renga, Morgan, Vanoni, Platinette, Michielin e molti altri. Non è una ripicca: a disposizione ho 20 mila euro; se devo pagare un direttore artistico e un presentatore per le tre serate, ho già quasi finito il budget. Porterò Akamu altrove (abbiamo organizzato stage in nove regioni portando il nome di Asti ovunque), Astimusica si troverà un altro direttore artistico, mentre Astiteatro l’ha già trovato (14 mila euro per un biennale, che avremmo potuto risparmiare se avessimo assunto la direzione io e Gianluigi Porro, come annunciato mesi fa). Suggerisco che il prossimo assessore alla Cultura sia un medico o un avvocato. Ma, vi chiedo, se un assessore lavora bene non ha comunque un ritorno di immagine anche se è medico o avvocato? Dov’è dunque il problema? Che la cultura e l’arte siano sempre con noi.
Massimo Cotto assessore comunale alla Cultura

venerdì 16 dicembre 2016

Il Comune di ASTI investe per la SICUREZZA dei cittadini

Sicurezza e telecamere “intelligenti”. Con 600 mila euro messi a disposizione dal governo per il piano periferie il Comune di ASTI installerà 22 telecamere intelligenti, capaci di leggere le targhe delle auto sospette, agli ingressi in città, che si aggiungeranno alle 21 già installate (zona sud-ovest della città) e alle 66 in corso di installazione nel centro urbano e alle 18 che sbarcheranno nelle frazioni.
Un ulteriore investimento da parte della giunta Brignolo per contribuire alla sicurezza dei cittadini.
Ricordiamo altri provvedimenti presi dalla giunta come il coinvolgimento della popolazione con la campagna "Apriamo gli occhi", il contributo a fondo perduto di 400€ per i condomini che installeranno gli «occhi elettronici», il contributo a fondo perduto di 400,00 euro anche ai negozianti e piccoli artigiani che installeranno telecamere di videosorveglianza e collaborazione con ASP per dotare i mezzi delle linee urbane, frazionali e studentesche, di un impianto di videosorveglianza.

Il Comune di ASTI investe per i nostri figli in sicurezza e cultura

Quasi 2 milioni e mezzo per le scuole.
Il Comune ha deliberato nuovi investimenti per rendere più sicure le scuole frequentate dai nostri figli e per continuare a dare respiro al mondo del lavoro astigiano.
Per le manutenzioni straordinarie “a pioggia” di tutti gli edifici scolastici (serramenti, impianti elettrici, etc ) verranno spesi 615.00 euro, cui si aggiungeranno: 115.000 euro per la ristrutturazione della scuola Oberdan di Portacomaro Stazione; 581.000 euro provenienti dal “Protocollo di Kioto” per la Baussano (nel 2018 si aggiungerà un altro milione); 510.000 euro per la Lina Borgo; 240.000 euro per gli spogliatoi della palestra della media Jona; 500.000 euro per aggiungere due sezioni e la nuova mensa alla materna Debenedetti e ancora 350.000 euro per la Pascoli (tutti finanziati dal Governo col Progetto Periferie).

Il Comune di Asti ha deciso di investire importanti risorse per le frazioni ed alcune zone della città.
 

Investimenti nelle frazioni.
Quasi 900 mila euro arriveranno alle frazioni: parte per completare il programma già deciso nel 2016 (piazza di Serravalle, ponte sul rio Navissano a Montegrosso Cinaglio, strada Crosa a Valmanera, piazza di Castiglione) e 350.000 euro per nuovi interventi: “decideremo con gli abitanti delle ventine come spendere queste risorse” precisa il sindaco.

Riqualificazione Ex Ferriere Ercole e viale Pilone. 
Con i fondi del “piano periferie”, complessivamente 7 milioni di euro, il comune ristrutturerà tra l’altro  la tettoia del parco Ferriere Ercole, realizzando una pedana sportiva coperta per basket e calcetto e rimetterà a nuovo viale Pilone e la sua pista ciclabile.


BIBLIOTECA
La giunta municipale ha approvato la nuova convenzione che regola i rapporti tra il Comune di Asti e la Fondazione della Biblioteca Astense Giorgio Faletti.
Grazie alla nuova convenzione aumenta il supporto del Comune che oltre al contributo economico annuale si accollerà anche tutte le spese di riscaldamento e delle altre utenze della nuova sede del Palazzo del Collegio.
Il rilancio della Biblioteca.
Con il trasferimento nei nuovi e più ampi locali si è offerto all’utenza un servizio migliore, ma dietro le quinte, si è registrato un grande sforzo per far tornare i conti
In particolare ha pesato la fuoriuscita dell’Amministrazione provinciale dalla compagine dei soci, a seguito della quale l’onere economico della Biblioteca è rimasto principalmente sulle spalle del Comune, unico socio fondatore, cui si aggiungono i contributi di Regione Piemonte e Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.
Il contributo del Comune.
Anche il contributo annuale del comune è sceso costantemente durante la scorsa amministrazione, passando dai 307.000 euro del 2008 ai 258.000 euro del 2011..
“A partire dal 2012 abbiamo invertito la rotta” spiegano il sindaco Fabrizio Brignolo e l’assessore alla cultura Massimo Cotto. A partire dal 2012 infatti è stato abbuonato il canone di affitto che negli anni precedenti la biblioteca pagava al Comune per oltre 30.000 euro. A partire dal 2013 il Comune ha iniziato a farsi carico del pagamento alla provincia per personale distaccato alla Biblioteca (50 mila euro) e da quando la Biblioteca si è trasferita nella nuova sede il Comune si fa anche carico delle utenze (luce, riscaldamento, etc.) per 40 mila euro all’anno.
A partire dal 2016 inoltre il Comune ha anche distaccato una persona a proprio carico che è andata a rinforzare l’organico della Biblioteca.
Complessivamente tra contributo diretto e indiretto il sostengo del Comune è salito, dai 258.000 euro del 2011 ai 370.00 euro del 2017.
Garanzia per il futuro.
Con la convenzione approvata ieri dalla Giunta si da garanzia di stabilità per il futuro, con l’impegno della Città a mantenere questo livello di contribuzione per i prossimi tre anni.
Mille libri.
A fine 2015 è stato anche deliberato dal Comune un contributo straordinario di 15.000 euro per l’acquisto, nel corso del 2016, di mille libri per rinnovare l’offerta ai lettori.
 

Le Tasse calano - Fatti, non parole!

TASSA RIFIUTI
Per il secondo anno consecutivo scende la tassa rifiuti della Città di Asti.
Complessivamente la bolletta degli astigiani calerà dai 17.462.210 euro del 2015 ai 16.309.712 euro del 2017: una riduzione di 1.152.498 euro, che si farà sentire nelle tasche dei cittadini.
Il provvedimento è il frutto dell'emendamento proposto dal sindaco, approvato dal consiglio comunale, a una delle pratiche collegate con il bilancio 2017.
Buona parte del beneficio andrà agli utenti che, sempre più numerosi, chiedono lo sconto per l'esposizione volontaria dei cassonetti del porta a porta: lo sconto complessivo di cui hanno beneficiato i cittadini più "volenterosi" nel 2016 è stato di 817.115 euro e nel 2017 salirà a 1.117.483. Anche gli utenti che non beneficiano dello sconto per l'esposizione, comunque, avranno un beneficio significativo: per le utenze domestiche la riduzione, rispetto al 2015, sarà quasi del 4%; per negozi, uffici e attività produttive la riduzione sarà superiore al 5%. La riduzione è dovuta in parte al contenimento dei costi di raccolta rifiuti e pulizia strade dall'Asp con interventi di efficientamento e riorganizzazione interna, in parte alla riduzione dei costi di smaltimento da parte di Gaia. Giova anche la conclusione della gara con cui è stato individuato il nuovo socio di Gaia: l'offerta formulata da Iren per entrare nella nostra società prevede lo sconto le 3,79% sul costo di smaltimento dei rifiuti e questa voce si ribalta sulle bollette degli astigiani.

L'Osservatorio (tutto ciò che c'è da sapere sulla politica italiana) - Dicembre

Referendum e crisi di Governo. Ora che sappiamo come è finita il 4 dicembre resta da chiedersi quale partito ci ritroveremo e quale il quadro politico generale. Credo che la personalizzazione che Renzi ha dato sin dall’inizio al referendum sia stata non l’unica, ma certamente la più importante, causa della sconfitta. Avvertiamo tutti il forte rischio di una lacerazione più profonda del Pd, una tentazione di arrivare, col prossimo congresso fra pochi mesi ormai, ad una resa dei conti che porterà solo ulteriori danni al partito, alla sinistra in generale ed al Paese. Che la minoranza avrebbe votato “No” era noto; pensare di far pagare ad essa il conto della sconfitta sarebbe però miope e controproducente, perché di fronte al 60% di “No” bisogna prendere atto della scollatura tra Paese e Governo, specie, stando ai dati estrapolati, dai giovani “under 35” e dal mondo della scuola (col quale è necessaria una “riparazione”: i docenti in particolare sono amareggiati e delusi dalla “Buona Scuola”, checchè se ne dica..). Col senno di poi si può affermare che forse se Renzi ed il partito fossero stati più lungimiranti avrebbero potuto costituire una commissione (Napolitano appena rieletto ne aveva caldeggiata una, poi dimessasi con la caduta di Letta) composta sia da parlamentari sia da “qualche professorone”, in modo che una volta arrivata la proposta di riforma in Parlamento, sarebbe apparsa nei fatti il frutto di un lavoro “super partes”, avrebbe dato l’idea di una più vasta intesa, di un sentire più ampio intorno ad essa; non una Costituzione “di partito” quindi, come poi di fatto è stata percepita, ma di un Paese intero. “Drogato” politicamente dal voto delle Europee (il famoso 40,8%), Renzi ha invece voluto giocare una partita personale, sottovalutando le stesse obiezioni nel merito di personalità che pure si erano espresse per il “Sì”, magari turandosi il naso, le quali non hanno mancato di notare le incompletezze, le parti poco chiare dell’impianto della riforma stessa. La “fretta” di concludere e di portare la gente al referendum (poiché in Parlamento non si raggiungeva la maggioranza dei 2/3, come previsto dall’art. 138), unita alla volontà, rimasta una costante dell’agire renziano, di saltare ogni mediazione, politica, sindacale, culturale, lo ha spinto ad arrivare fino in fondo, salvo poi dichiarare in extremis la revisione dell’Italicum e della composizione del Senato (il “lodo Chiti”), quando ormai era troppo tardi. Ora che è nato il governo Gentiloni è necessario che il partito ritrovi quella sostanziale unità senza la quale si farà solo danno al Paese, considerando le alternative “che non ci sono”! Non ci si può consolare col fatto che se il “No” ha un unico sconfitto non ha però un vincitore solo, ma tanti, ognuno però assai diverso (per cultura, per storia) dagli altri, al punto che è difficile ipotizzare che da quel 60% anti-riforma possa nascere una visione politica “nuova” nei metodi e nei contenuti, fino ad arrivare ad una aggregazione armoniosa di Governo. Già il Presidente dell’ANPI, Carlo Smuraglia, ha ribadito che il suo “No” e quello dell’associazione che rappresenta è stato, come per tanti altri del resto, un’opposizione al cambiamento della Carta Costituzionale vigente, non certo, come vorrebbero ”5 Stelle, Fratelli d’Italia e Lega, una richiesta di elezioni anticipate. Io credo che la situazione interna al Pd, ed all’esterno nel Paese, vada decantata; il nuovo Governo che ha appena avuto la fiducia dovrà essere tale, non un “governicchio”, in grado cioè di onorare gli impegni presi con l’Europa, ma anche coi Sindacati (è tempo di contratti), coi risparmiatori, con la gente terremotata, coi “senza lavoro” e con i precari (nonostante il Jobs Act), col mondo della scuola, pur nella consapevolezza che entro un anno comunque si andrà a votare. I “5 Stelle” ignorano la Costituzione che pure dicono di aver difeso. Poche parole sui “5 Stelle” (come pure sulla Lega di Salvini e su Fratelli d’Italia) che in questo passaggio “costituzionale” del nuovo Governo in cerca della fiducia, hanno minacciato “Aventini” vari (fuoruscite dalle aule parlamentari), continuando a straparlare di elettori traditi, di istituzioni ormai allo sbando . Il loro linguaggio, durante il dibattito sulla fiducia, è stato davvero becero, offensivo oltre ogni dire; và bene l’opposizione dura e pura, ma qui siamo al degrado morale. Non sanno che un vero rinnovamento passa anche per uno stile non formale ma sostanziale, espressione cioè di un’educazione personale, di un’etica del comportamento che nasce sempre dal rispetto degli altri? Capisco che sul web un linguaggio così non attirerebbe, ma questo significa che chi non la pensa come loro è destinato ad essere insultato! Non sanno che ai parlamentari, specie con incarichi istituzionali, è richiesto un “decoro” comportamentale? Circa le loro posizioni su temi centrali della politica poi è bene stendere un velo! Il “costituzionalista” Di Battista (una sorta di “Zagrebelski de noantri”, scusandomi in questo con l’esimio professore per l’accostamento comunque solo scherzoso) ha recentemente dichiarato di voler sottoporre la permanenza nel sistema dell’Euro agli Italiani tramite un referendum; altri suoi compagni di partito (anzi di “non partito”), all’indomani della Brexit avevano dichiarato di voler uscire dall’Euro pur rimanendo in Europa. Come ciò sia possibile non si sà e ad ogni modo vorrebbe significare l’uscita dall’Europa o la marginalizzazione dell’Italia nel contesto continentale (ammesso e non concesso che si possano indire referendum su temi economici, visto che l’attuale nostra Costituzione non li prevede!..). Quale la posizione del Movimento al riguardo? Ognuno come sempre in ordine sparso, considerando le diverse provenienze dei suoi parlamentari e di dei sostenitori sulla rete, o il loro capo (Grillo) che nessuno ha eletto, nemmeno con elezioni primarie, deciderà per tutti, come del resto pare abbia detto (“deciderò io la linea”) a proposito dell’immigrazione, caldeggiando il rimpatrio per i clandestini, senza aver mai pronunciato parole di umano apprezzamento per l’opera del Governo, impegnato “solo contro tutti” nell’opera di salvataggio e di accoglienza, volendo contendere una fetta di elettorato alla Lega? E gli aspiranti ministro degli Esteri Di Battista (rieccolo) ed Primo Ministro Di Maio, entrambi “in pectore”, sono sulla stessa linea? E sulla politica estera? Quale il rapporto con Putin, guardato con una certa simpatia dai Pentastellati, nonostante la guerra in Siria? Inveire contro il nuovo nascente Governo, parlando di tradimento del popolo che in maggioranza ha bocciato Renzi costituisce inoltre una prova di “ignoranza (nel senso di ignorare) costituzionale”. La legittimità ad un Governo in Italia, a “Costituzione vigente”, la dà il Parlamento: Gentiloni ha avuto i numeri per cui il suo sarà un Governo a tutti gli effetti. I cittadini, tanto evocati con enfasi nella campagna referendaria, eleggono i parlamentari, i quali danno o meno la fiducia al Presidente del Consiglio, scelto dal Capo dello Stato (non dai cittadini stessi!!!). Così funziona! Che dire allora? Che l’interesse del Movimento 5 Stelle era di far cadere Renzi, non la tutela della Costituzione che mostrano se non di non conoscere, quantomeno di ignorare. E lo steso dicasi per la Lega e Fratelli d’Italia, ai quali và ricordato di aver fatto parte integrante di un alleanza di governo (Berlusconi) che ha portato l’Italia sull’orlo del tracollo economico, che aveva favorito la nascita di Credieuronord, la banca della Lega, finita male come sappiamo (con la storia di Fiorani che vide coinvolto anche Fazio, ex governatore della Banca d’Italia) e che poi aveva “comprato”, una volta perse le elezioni del 2006, alcuni senatori per far cadere Prodi. Perché Salvini parlava, in campagna elettorale, di una Costituzione che impedisse i cambi di casacca, ma non disse niente quando a farli era Berlusconi? E ha dimenticato Credieuronord? E oggi che anche loro alimentano nella gente l’idea di istituzioni come una combriccola in mano a pochi avventurieri, è questo che vogliono per far crescere il Paese?
L’OSSERVATORIO, di Gianni Amendola

domenica 11 dicembre 2016

IMU, ad Asti è la più bassa d'Italia

Come riportato dal rapporto del centro studi nazionale della UIL, ad Asti si paga la tassa sulla seconda casa più bassa, con un costo medio totale di 580 euro all'anno
"È un piccolo motivo di orgoglio vedere che Asti mantiene la tassa sulla casa e sugli immobili più bassa d'Italia e che in cinque anni non abbiamo aumentato le tariffe: sono le più bassi d'Italia anche le tariffe dei bus e le più basse del Piemonte quelle di mense e asili" commenta il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo.
Nella classifica dei costi più contenuti la nostra città precede Gorizia con 582, Catanzaro con 659 euro, Crotone con 672 euro, Sondrio con 674 euro.
Le più care d'Italia sono invece Roma con 2.064 euro medi, Milano, con 2.040 euro,  Bologna con 2.038, Genova con 1.775 euro e Torino con 1.745 euro.

Sconto per i comodati e i canoni concordati.
Due le novità a cui fare attenzione: quest'anno bisogna tener conto della riduzione del 50% di Imu e Tasi per gli immobili concessi in comodato ai figli (o ai genitori) e dello sconto del 25% per le seconde case date in affitto con canone concordato.

giovedì 8 dicembre 2016

Il Natale ad Asti


































Il Natale astigiano s’illumina d’arte: le «Luci d’artista» non sono soltanto la decorazione delle feste, ma forme e colori di un museo a cielo aperto. Le «Luci» sono la prima tappa di «Asti. A Natale il mese delle meraviglie» calendario di eventi tra musica, ballo, teatro, luna park, sport, mercatini, cinema, solidarietà. Oltre 20 gli appuntamenti, coordinati dal settore Cultura e nati dalla collaborazione tra gli assessorati Cultura, Commercio, Manifestazioni, Sport, Istruzione. «Perché dicembre è un mese atipico del calendario – ha detto l’assessore Massimo Cotto – è il tempo sospeso dei bambini che diventano ancora più bambini, e dei grandi che tornano bambini». Ecco perché «Il mese delle meraviglie» propone occasioni di festa per tutti, senza limiti di età, con un programma culturale senza esclusioni, dal cinema al ballo.

I più piccoli
Con Antonio Catalano, il Natale dei più piccoli sarà il “Luna park delle meraviglie”: nel cortile di palazzo Ottolenghi, dal 16 dicembre, saranno allestite la “Giostra di Cesenatico” (è la giostra cui è dedicata una delle “Favole al telefono” di Rodari) e la “Giostra delle meraviglie”: dipinta e ambientata da Catalano è dedicata a Rodari con aeroplano, moto, macchina, ma anche libri per scoprire storie e filastrocche. E ancora: padiglioni delle meraviglie, percorsi d’arte, “Cappella delle meraviglie”, laboratori e visite guidate negli spazi del Magopovero. Nel tendone che verrà allestito in piazza San Secondo, mercatino di solidarietà degli studenti (17 dicembre) e cori delle scuole (dal 19 al 22). A palazzo Mazzetti, domenica i bimbi saranno accolti dalla “Magica casa di Babbo Natale”. E ancora: con i paracadutisti, Babbo Natale arriverà dal cielo al campo scuola di via Gerbi, mentre il “Natale sui pattini” sarà al palazzetto e Rodolfo La Renna racconterà il Natale in Biblioteca.
Spettacoli
Musica, teatro e danza all’Alfieri, dal 13 dicembre al 1° gennaio, con Banda Cotti e concerto di Santa Cecilia, Alpini e il concerto degli auguri, serata gospel, balletto di Mosca, Gelindo. Musica anche con il concerto di Natale in San Secondo.

Legge "Dopo di Noi"


Dopo di noi”, finalmente è legge.
 La Camera dei deputati, il 14 giugno 2016, ha definitivamente approvato la legge in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare, più comunemente conosciuta come legge sul “Dopo di noi”. Questa legge introduce misure che tutelano i disabili gravi non solo nel periodo di vita successivo alla scomparsa dei genitori (dopo di noi), ma già durante l'esistenza in vita dei genitori attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata (durante noi). La legge prevede anche un Fondo che finanzierà, tra gli altri, lo sviluppo di programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile delle persone disabili. Per la prima volta vengono stanziate risorse strutturali per politiche di aiuto concreto e misure integrate che mettono la persona disabile al centro di un progetto individuale.
Non si tratta quindi di uno spot e le risorse messe in campo per il triennio (2016-2018) sono complessivamente 270 milioni, tra il Fondo e le agevolazioni fiscali. Nelle parole della relatrice Elena Carnevali (PD) «questa legge si rivolge alle persone, si preoccupa di assicurare un futuro durante l’esistenza dei genitori, riconoscendo il diritto all’autodeterminazione.
Lo Stato si assume una responsabilità pubblica nelle pratiche sociali, una responsabilità in capo principalmente alle regioni e agli enti locali, in attesa di quella modifica del Titolo V contenuta nella riforma costituzionale, che riporta a rango dell’interesse nazionale le politiche sociali» Il provvedimento deve essere inquadrato nel contesto normativo riferibile ai diritti delle persone con disabilità, in attuazione dei principi stabiliti dalla Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Inoltre, nel rispetto delle competenze in tema di assistenza assegnate dalla Riforma del Titolo V ai diversi livelli di governo, il provvedimento si limita a delineare il quadro di obiettivi da raggiungere in maniera uniforme sul territorio nazionale, che sarà poi diversamente declinato nelle varie realtà regionali.
I destinatari delle misure di assistenza 
I destinatari del provvedimento in esame sono le persone con disabilità grave – non dovuta al naturale invecchiamento o a patologie legate alla senilità – prive di sostegno familiare, a causa della mancanza di entrambi i genitori o perchè gli stessi non sono in grado di fornire un adeguato sostegno genitoriale. Tali misure, volte anche ad evitare il ricovero in istituti, devono essere sempre prese nell’interesse superiore della persona disabile e sono adottate, in vista del venir meno del sostegno familiare, attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l'esistenza in vita dei genitori. Nella predisposizione del progetto individuale sono coinvolti tutti i soggetti interessati, nel rispetto della volontà del disabile, ove possibile, dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi. Restano comunque salvi i livelli essenziali di assistenza e gli altri benefici previsti dalla legislazione vigente in favore delle persone disabili.
Modalità di determinazione delle misure di assistenza
La legge in esame disciplina le modalità di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni nel campo sociale da garantire su tutto il territorio nazionale (art. 117, comma 2, lettera m, Cost.) in favore dei destinatari del provvedimento. Tale definizione avviene nell'ambito del procedimento di cui all'articolo 13 del D.Lgs n. 68/2011 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) che ha rimesso alla legge statale la determinazione dei livelli essenziali di assistenza da garantire sul territorio nazionale nelle materie diverse dalla sanità, prendendo a riferimento macroaree di intervento e stabilendo per ciascuna macroarea i costi e i fabbisogni standard nonché le metodologie di monitoraggio e di valutazione dell'efficienza e dell'appropriatezza dei sevizi offerti. Viene stabilito che nelle more del completamento del procedimento di cui al citato articolo 13, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata, da emanarsi entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, vengano definiti gli obbiettivi di servizio da erogare ai soggetti di cui all'articolo 1 nei limiti delle risorse disponibili a valere sul Fondo, su cui si dirà subito dopo. Viene comunque previsto che le Regioni e le Province autonome assicurino, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'assistenza sanitaria e sociale alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, anche mediante l'integrazione tra le relative prestazioni e la collaborazione con i comuni. Per questo esse, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia e dei vincoli di finanza pubblica, garantiscono, nell'ambito territoriale di competenza, i macrolivelli di assistenza ospedaliera, di assistenza territoriale e di prevenzione, riferibili ai LEA in ambito sanitario. La legge ha l'importante obiettivo di tendere alla deistituzionalizzazione, andando a finanziare esperienze innovative di residenzialità, come soluzioni alloggiative di tipo familiare e di co-housing. Il diritto dei disabili all’assistenza è un diritto esigibile, è un livello essenziale, che va costruito nel suo contenuto attraverso gli obiettivi di servizio. 
Il nuovo fondo: una dotazione da 184,4 milioni
Al fine di adottare le misure previste, viene istituito il Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave e disabili prive del sostegno familiare, con una dotazione di 90 milioni di euro per l'anno 2016, 38,3 milioni di euro per l'anno 2017 e 56,1 milioni di euro annui a decorrere dal 2018. Importante è l’art. 9 “Disposizioni finanziarie” che garantisce la strutturalità delle risorse economiche e consente di convogliare gli eventuali “risparmi”, previsti per la copertura finanziaria destinata alla detraibilità delle polizze assicurative e le agevolazioni fiscali per gli istituti giuridici, al Fondo di cui art 3. Il Fondo è ripartito tra le Regioni ed è destinato all'attuazione degli obbiettivi di servizio e, in particolare, ad attivare e potenziare programmi ed interventi volti a favorire percorsi di deistituzionalizzazione, e di supporto alla domiciliarità in abitazioni o gruppi appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare e che tengano conto anche delle migliori opportunità offerte dalle nuove tecnologie, al fine di impedire l'isolamento delle persone con disabilità; a realizzare ove necessario e, comunque, in via residuale, nel superiore interesse delle persone con disabilità grave, interventi di permanenza temporanea in una soluzione abitativa extra familiare per far fronte ad eventuali situazioni di emergenza nel rispetto della volontà delle persone con disabilità grave, ove possibile, dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi; realizzare interventi innovativi di residenzialità volti alla creazione di strutture e soluzioni alloggiative di tipo familiare e di co-housing; sviluppare programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile dei disabili gravi. In attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, al finanziamento dei programmi e degli interventi citati possono concorrere le Regioni, gli Enti locali, gli organismi del terzo settore nonché gli altri soggetti di diritto privato. Deve essere sottolineata la rilevanza dell'istituzione del predetto Fondo, un «contenitore» che è possibile alimentare con la compartecipazione delle Regioni, degli Enti locali, dei soggetti del Terzo settore, di famiglie che si associano, di soggetti di diritto privato con comprovata esperienza nel settore e che, per le attività di programmazione, prevede il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità. E’ un’importante innovazione della legge nel campo del sociale, poiché, in materia di assistenza, è l'incrocio fra risorse pubbliche e risorse private, che insieme contribuiscono a creare servizi efficaci e di qualità. Il provvedimento potenzia, poi, la detraibilità delle spese sostenute per le polizze assicurative finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave, con l'incremento della somma dei premi per assicurazioni versati per rischi di morte che si può detrarre da 530 a 750 euro per anno di imposta. Esenzioni e agevolazioni tributarie
Il provvedimento disciplina le esenzioni e le agevolazioni tributarie per i seguenti negozi giuridici, destinati in favore di disabili gravi:
• costituzione di trust;
• costituzione di vincoli di destinazione di beni immobili o di beni mobili iscritti in pubblici registri, mediante atto in forma pubblica, ai sensi dell'art. 2645-ter del codice civile (con conseguente limitazione dell'impiego dei beni conferiti e dei loro frutti per il solo scopo sottostante il vincolo);
• costituzione di fondi speciali, composti da beni sottoposti a vincolo di destinazione e disciplinati con contratto di affidamento fiduciario. L'affidatario può essere anche un'organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS), che operi prevalentemente nel settore della beneficenza. Tali atti non devono essere assoggettati ad imposta di successione e donazione, evitando così che il pagamento dei tributi possa ridurre in modo considerevole le risorse da destinare allo scopo che il provvedimento si prefigge. Viene inoltre specificato che le esenzioni e le agevolazioni sono ammesse a condizione che il negozio giuridico persegua come finalità esclusiva (espressamente indicata nell'atto) l'inclusione sociale, la cura e l'assistenza di uno o più disabili gravi beneficiari. Sono poi stabilite le ulteriori condizioni che devono sussistere, congiuntamente, per fruire delle esenzioni ed agevolazioni. Oltre a prevedere l'esenzione dall'imposta sulle successioni e sulle donazioni, è stabilita l'applicazione in misura fissa delle imposte di registro, quando, a seguito della premorienza della persona con disabilità rispetto ai soggetti che hanno istituito il trust o stipulato fondi speciali e tutti gli altri istituti previsti, i beni e i diritti vengano trasferiti a favore di questi ultimi. Si intende tutelare in questo modo i familiari della persona con disabilità in caso di premorienza del disabile, evitando che la retrocessione dei beni possa subire un prelievo fiscale che contrasterebbe palesemente con le finalità della norma. Resta ferma l'imposta sulle successioni e donazioni per i trasferimenti – alla morte del beneficiario – dei beni e di diritti reali in favore di altri soggetti, diversi da quelli che abbiano stipulato il negozio giuridico; in tal caso, l'imposta è applicata facendo riferimento all'eventuale rapporto di parentela o di coniugio intercorrente tra disponente, fiduciante e destinatari del patrimonio residuo. Questa precisazione si è resa necessaria per evitare che, al momento di scioglimento del trust o della cessazione del contratto di affidamento fiduciario, possano essere realizzate successioni in esenzione di imposta, ogni qual volta tra i soggetti beneficiari sia presente un soggetto disabile. In sostanza, una volta venuto meno il bisogno di assistenza della persona con disabilità, sarà possibile trasferire a terzi il patrimonio, assoggettandolo a tassazione secondo i criteri ordinari. Le modalità di attuazione della predette disposizioni sono demandate ad un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.  
Campagne informative e monitoraggio
Sono previste campagne informative a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri per diffondere la conoscenza delle disposizioni di cui alla presente legge e delle altre forme di sostegno pubblico previste per le persone con disabilità grave, e la trasmissione annuale, da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali di una relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni in materia di assistenza ai disabili gravi privi di sostegno familiare.  
Copertura finanziaria
Per la prima volta vengono stanziate risorse strutturali destinate ad una legge sul “dopo di noi” che costruisce già oggi “durante il noi”, con politiche di aiuto concreto e misure integrate che mettono la persona disabile al centro di un progetto individuale. Le risorse messe in campo per il triennio (2016-2018) sono complessivamente 270 milioni: 184,4 milioni alimentano il Fondo pubblico destinato all’attuazione degli obiettivi di servizio e 86 milioni di minori entrate per le detrazioni e le esenzioni e agevolazioni fiscali. Inoltre, è stata introdotta una clausola di salvaguardia che prevede che le risorse non utilizzate confluiscono nel Fondo pubblico. In dettaglio, le minori entrate derivanti dall’attuazione delle norme relative alle agevolazioni fiscali (artt. 5 e 6 della legge) ammontano complessivamente a 51,958 milioni di euro per il 2017 e 34,050 milioni di euro a decorrere dal 2018. Le eventuali risorse che dovessero risultare strutturalmente non occorrenti alla copertura delle minori entrate confluiscono nel Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave e disabili prive del sostegno familiare.