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domenica 5 aprile 2020

OSSERVATORIO APRILE 2020

L'OSSERVATORIO (2/4/2020) E' netta ormai l'evidenza di come l'attuale emergenza sanitaria sia diventata il pretesto per una nuova, lunga e snervante campagna elettorale. Fra 4-5 mesi come si sà (data spostata per l'epidemia di coronavirus) si voterà per i Consigli Regionali di ben 6 regioni: Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia; come lasciarsi scappare un'occasione così per guadagnare consensi? Non si spiegherebbe altrimenti, come ho già sottolineato negli ultimi Osservatori, l'atteggiamento puntuale di contrapposizione ai decreti governativi, sia riguardo la gestione epidemiologico-sanitaria, sia riguardo la manovra economico-finanziaria che dovrà “rianimare” il Paese, in particolare da parte della “Lega per Salvini Presidente”. Sin dall'inizio dell'epidemia infatti furono proprio i quattro Presidenti di Regione del Nord (Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte) tutti leghisti a parte Cirio, a proporre la quarantena per i cinesi che arrivavano da noi (e non agli italiani che ritornavano dalla Cina!), sempre quindi con quella punta di discriminazione razziale, evidentemente gradita a quegli elettorati. Ci sono state poi le forti polemiche, al limite della rottura istituzionale, per la frase del premier Conte sul paziente 1 di Codogno, considerata dal presidente Fontana come un'offesa alla sanità lombarda (quando giorni prima il prof. Galli di Milano aveva espresso sostanzialmente lo stesso concetto, cioè di una gestione imperfetta di quella particolare situazione). Tutte cose, scusate, che avevamo già detto, che però è utile ora riassumere. Ma poi di nuovo: i continui rimbalzi di responsabilità, dalle mascherine mancanti alle chiusure delle attività produttive, caldeggiate (o fatto credere di aver caldeggiato) dal presidente lombardo che avrebbe trovato a suo dire poco ascolto dal Governo, poi le critiche alle attuali proposte economiche, ritenute insufficienti da tutto il Centrodestra (che però dimentica il grave debito pubblico del nostro Paese, cui anche i loro governi hanno contribuito non poco ad accrescere e che non consente stanziamenti più cospicui); e ancora: la scelta di Bertolaso (auguri di pronta guarigione!) imposta al Governo quale commissario per la Lombardia, in alternativa a Borrelli della Protezione Civile. E che dire inoltre dei toni usati dall'assessore alla Sanità lombarda Gallera circa il decreto della Ministra dell'Interno, sulla possibilità di poter far uscire i bambini con un adulto per brevi passeggiate? A parte le dichiarazioni allarmate, ma comunque “civili” di De Luca, governatore della Campania, per possibili fraintendimenti da parte della popolazione, non pare vi siano stati parole e accenti altrettanto polemici da parte di Presidenti di Regioni o altri assessori alla Sanità, anche di centrodestra...Ma quel che pare più pericoloso e più subdolo è il voler insinuare, da parte dei cantori del salvinismo (i vari Senaldi, Sallusti, Maglie..), l'idea di un'inadeguatezza del Governo nella gestione complessiva dell'emergenza, e quindi indirettamente della sua responsabilità delle morti che il coronavirus ha provocato. Su questo, che sarà il tema delle prosime campagne elettorali, bisognerà che le risposte, anche da parte del Pd, siano decise e chiare, in quanto si và a toccare un punto, come tutti ben capiamo, sensibilissimo nella coscienza collettiva del Paese. Del resto basti ascoltare le considerazioni di questi giornalisti nei vari talk show televisivi, di cui sono ospiti fissi, per rendersene conto: l'Italia non può essere ritenuta modello, dicono, per la gestione della pandemia, proprio a causa dell'elevato numero dei decessi, per i quali Salvini, sfruttando per l'ennesima volta in modo indecente la dimensione religiosa, ha recitato la preghiera cristiana de “L'eterno riposo” insieme con la D'Urso in diretta tv! Il fatto è che questo momento così drammatico per l'Italia sta creando una certa assonanza tra opinione pubblica e Governo, come capita in circostanze del genere; il Centrodestra, in particolare Salvini, non potendo arrivare all'appuntamento elettorale, che potrebbe “di slancio” confermare questo feeling verso il Governo (quantomeno una “non ostilità”), senza un protagonismo come al solito urlato deve trovare ad ogni costo visibilità e centralità. Ogni minimo pretesto allora riguardo il tema dell'emergenza sanitaria andrà “buttato in caciara” (come si dice a Roma), grazie alla stampa “amica”, al fine di intaccare questo crescente consenso verso Conte, mischiando il tutto nel calderone dell'insofferenza delle persone, che potrebbe comunque esplodere specie se l'epidemia durasse troppo, ma soprattutto se l'economia italiana dovesse far fatica a riprendersi, con tutti gli scenari che potranno aprirsi, e nel ricordo dei deceduti (che può fare consenso). E' solo una partita di puro potere quella che sta giocando la Lega, dopo la delusione delle elezioni Emilia-Romagna! Bisognerebbe invece, alla fine del periodo pandemico (che speriamo si stia pian piano avvicinando, alla luce degli ultimi dati) riflettere in maniera matura, seriamente quindi, su come la regionalizzazione della Sanità possa essere ancora proposta come un “modello organizzativo” efficiente o se andrà gradualmente superata, su quali siano con chiarezza le competenze da ridefinire dello Stato e quali delle Regioni, specie in momenti di emergenza sanitaria come la nostra; e ancora: riflettere su chi ha tardato a chiudere le attività economiche non essenziali nelle vallate bergamasche e bresciane, dove il contagio ha assunto proporzioni inusitate o ancora su chi doveva decidere il numero dei tamponi (il Veneto ad esempio ne ha eseguiti di più in proporzione, avendo meno abitanti della Lombardia...), o su chi avrebbe dovuto garantire, il più possibile, la protezione per i medici di famiglia che hanno pagato prezzi assai alti in termini di vite, pure al di là dell'impressionante velocità di diffusione dell'infezione che ha sorpreso tutto il mondo scientifico. Ma poi in ultimo iniziare tutti, maggioranza ed opposizione, una matura riflessione, quindi “seria” non sloganistica, sull'evasione fiscale, alla luce delle enormi difficoltà in cui il Personale degli ospedali, spesso al di sotto degli organici, si è trovato per la carenza dei respiratori e del materiale di protezione. Ora, che in Italia da anni si sia portata avanti una politica di tagli di uomini, posti letto e mezzi nella Sanità lo sappiamo tutti; molti di questi sono stati ritenuti necessari per carenza di fondi statali. Allora: o ci si impegna tutti a definire una riforma fiscale che riduca in modo significativo l'evasione e l'elusione o vorrà dire che anche l'impegno ed il sacrificio di tanti medici ed infermieri (e pazienti) sarà stato vano. Purtroppo ancora una volta, al riguardo, i Cinquestelle si ostinano a proporre il taglio degli stipendi dei parlamentari (e a difendere ora il presidente dell'INPS Tridico, messo lì da Di Maio, nonostante il guasto al sistema informatico dell'Ente...Una volta i grillini avrebbero chiesto le dimissioni spontanee in un caso del genere, ma ora sono una casta e si autodifendono!), con l'intento evidente di riguadagnare qualche consenso; è proprio difficile per loro uscire dallo schema mentale della politica quale “luogo o modo per fare soldi” che pertanto và punita, come se di essa non ne avessimo tutti bisogno (“tutto è politica”, si diceva) e non necessitasse di persone (si spera sempre di elevato livello etico-culturale) che ci si dedichino a tempo pieno, quasi fosse un sacerdozio. La consapevolezza di una nuova volontà al servizio del bene comune è ciò che ci si attenderebbe da una classe politica seria, alla fine della pandemia, perchè senza una nuova solidarietà sociale il Paese non si risolleverà; sarà fondamentale redistribuire la ricchezza e allargare non restringere lo Stato sociale! Ma sarà possibile un confronto del genere nell'imminenza delle prossime elezioni regionali? Infine un breve commento su Orban e la sua richiesta di “pieni poteri”, salutala con favore da Salvini. C'è chi, di fronte allo scandalo manifestato in Italia ed in Europa, vorrebbe dimostrare che anche da noi esiste una situazione di fatto simile all'Ungheria, in quanto il Governo, nell'ambito dell'emergenza sanitaria, assume decisioni in solitaria, scavalcando il Parlamento. Ora, è possibile che in un momento dove certe decisioni si tendano ad accentrarsi naturalmente, si dia l'idea di un ruolo marginale delle Camere, ma sia Conte sia i segretari dei partiti della maggioranza non hanno mai chiesto forti ruoli decisionali; inoltre, rispetto ad Orban, non si perseguono né le forze di opposizione né si attenta alla libertà di stampa. Il premier ungherese per di più ha chiesto pieni poteri per un periodo indeterminato, cosa che getta più di un'inquietudine tra le forze democratiche in Europa. Ma poi proprio Salvini e i suoi seguaci si permettono di fare ora un paragone col Parlamento italiano, a loro dire “bypassato, quando fu col governo di Centrodestra con Berlusconi Primo Ministro che si stava di fatto arrivando ad una delegittimazione delle Camere che dovevano essere, secondo la “costituzione berlusconiana”, la cassa di risonanza dell'Esecutivo? Chi non ricorda le sue “uscite” circa l'inutilità della presenza di tanti parlamentari quando sarbbe bastato il voto finale dei solo capogruppi? O l'invito, piuttosto maschilista, rivolto tramite bigliettini alle onorevoli di Forza Italia perchè andassero pure a fare shopping, abbandonando le sedute in corso, tanto a votare sarebbero rimasti gli altri? Non ricordo all'epoca particolari sussulti democratico-parlamentaristi di Salvini e di altri della Lega! Senza dimenticare, per tornare all'oggi, che proprio grazie ai sovranisti che ad esempio il premier olandese Rutte può guidare il Governo; come pensare che la destra anti-europea accetti di parlare di solidarietà tra Stati, visto che la loro idea è quella di uscirne o rifondarla su basi nazionalistiche? E che dire ancora di Orban che si è sempre rifiutato di accettare quote di migranti, danneggiando anche il nostro Paese? Che gioisca pure Salvini dei pieni poteri di Orban; in Italia non credo sarà così facile, ma la guardia deve restare alta, dando alla gente le risposte che servono per restituire dignità al Paese! Gianni Amendola

mercoledì 1 aprile 2020

Lutto nel Partito Democratico di Asti e Provincia

Il partito Democratico di Asti e Provincia si raccoglie attorno alla famiglia di Giovanni Saracco in questo momento di dolore e di lutto. Giovanni, uomo di grandi valori, appassionato al suo lavoro di architetto, già consigliere provinciale, Sindaco di Villafranca d'Asti fu dall'Aprile del 1996 Senatore dell'Ulivo. Giovanni Saracco sarà ricordato per la sua umanità, per il suo spessore politico ed istituzionale, per essere stato esempio di una politica raffinata, garbata e sempre aperta al dialogo e al confronto. Ci mancheranno i suoi contributi puntuali, i suoi sorrisi, i suoi consigli. Buon viaggio Giovanni.
In ricordo del suo grande impegno riportiamo il link del sua ultima riflessione comparsa sul blog "Spigolature":
http://giovannisaracco.blogspot.com/