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sabato 15 settembre 2018

PER L'ITALIA CHE NON HA PAURA







DOMENICA 30 SETTEMBRE, ore 14
ROMA, Piazza del Popolo


Scendiamo in piazza per costruire un’alternativa alla politica dell’odio, del declino, dell’isolamento e della paura. Scendiamo in piazza perché tante persone vogliono un Paese diverso: più giusto, più forte, più solidale, aperto al mondo e al futuro. Le paure e le preoccupazioni che hanno i cittadini vanno riconosciute e possono essere superate soltanto insieme; soltanto unendo le forze perché nessuno si senta solo. Scendiamo in piazza perché costruire questa alternativa democratica è il nostro impegno.

Vogliamo riorganizzare il campo delle forze progressiste, un progetto ampio, aperto a tutti i cittadini, le organizzazioni, le realtà sociali che credono nei valori dell’uguaglianza, della solidarietà, della multiculturalità, della scienza e di una crescita più giusta in coerenza con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Per questo dobbiamo ricostruire un progetto capace di animare le intelligenze, i sogni, le passioni, la fiducia nel futuro soprattutto dei giovani, delle ragazze e dei ragazzi che devono essere i protagonisti dei prossimi anni.

Ogni giorno che passa diventano sempre più evidenti i pericoli del governo giallo-verde, alla cui inaffidabilità gli italiani rischiano di pagare un prezzo molto alto.

Un “prezzo” economico perché le fatiche e i sacrifici di cittadini, famiglie e imprese sono messi a rischio dall’irresponsabilità di un esecutivo ideologico, nemico degli investimenti e dello sviluppo, piegato agli interessi di chi vuole un paese più debole ed esposto all’instabilità finanziaria.

Un “prezzo” sociale e culturale perché le politiche di questo Governo rischiano di alimentare divisioni e rancore nelle nostre comunità, a partire da chi è in difficoltà.

Dietro la propaganda e il clamore sui social, oltre lo sdoganamento del razzismo, le scelte di fondo di questo Governo portano a un impoverimento dei ceti medi e a un arricchimento di chi ha già di più, come accadrà con la flat tax.

La scuola ricomincia nel caos “vaccini” creando inquietudine nelle famiglie, in particolare quelle con bambini immunodepressi: siamo al fianco delle famiglie, degli insegnanti, dei presidi, dei medici e ribadiamo che sulla salute dei più piccoli non si scherza. Noi crediamo nella scienza e nel lavoro di medici e ricercatori, mentre il Governo asseconda fanatismi medioevali. Nello stesso tempo, ribadiamo l’urgenza di un rinnovato impegno educativo contro l’intolleranza proprio a partire dalle scuole.

In politica estera questo Governo simpatizza con Orban, Putin, Trump e con i nazionalisti di ogni provenienza e sceglie apertamente la linea della distruzione dell’Unione europea. Una scelta che rischia di indebolire drammaticamente il nostro paese perché gli interessi di tutti gli italiani, oggi e in futuro, si possono proteggere e promuovere soltanto dentro il progetto comunitario.

Lavoriamo per un’Europa che assicuri diritti comuni inviolabili: diritto al lavoro e a un reddito che consenta di vivere, diritto all’assistenza sanitaria, diritto all’istruzione e alla formazione, diritto alla sicurezza, diritto a respirare un’aria più pulita e mangiare un cibo più sano. Oltre l’ideologia dell’austerità che tanto male ha fatto in questi anni.

Noi non dimentichiamo che proprio l’Europa è nata per garantire pace e giustizia e fino a qui ha consentito a milioni di persone di vivere senza guerre e conflitti. Lo dobbiamo ricordare a maggior ragione ora, guardando anche ai conflitti aperti nel Mediterraneo a cominciare dalla preoccupante situazione in Libia.

L’Italia deve guidare il cambiamento europeo al pari degli altri grandi paesi fondatori, non può ridursi ad essere il teatro delle scorribande di altre potenze globali che hanno interesse a indebolire l’Europa.

L’Italia deve costruire una prospettiva di equità, di giustizia e di solidarietà, oltre le paure e il rancore.

Per queste ragioni diamo appuntamento a tutti coloro che credono in un Paese diverso per Domenica 30 settembre alle ore 14 a Roma a Piazza del Popolo.

Sarà il primo passo di una stagione di partecipazione e d’impegno. Con il PD e tanti altri. Per l’Italia, per il nostro futuro.

L'OSSERVATORIO SALUTA



Cari amici e compagni,
prima di spedirvi l'ultimo Osservatorio (ma qualcuno mi ha già chiesto di proseguire ad inviarlo anche se lontano da Asti) voglio rivolgervi un saluto, in quanto appunto tornerò nel Lazio, essendo ormai in pensione. Ringrazio in particolare coloro che hanno dimostrato stima (ricambiata) nei miei confronti; ho pensato di portare un contributo, come altri, ad un partito che aveva acceso molte speranze ed invece, sia a livello locale sia nazionale, pur con qualche segno di risveglio, sta pericolosamente rischiando di implodere. C'è bisogno di un Pd “nuovo” che torni a parlare il linguaggio della “sinistra”, che vuol dire lavoro, uguaglianza, solidarietà, pari opportunità, diritti e legalità e oggi direi anche difesa della Costituzione, delle Sue prerogative e garanzie, nonchè del Parlamento, perchè torni ad essere un luogo di vero dibattito, non pre-costituito, con persone elette dalla gente del collegio di provenienza, non più nominate a “tavolino”...
Sicuramente non mancheranno occasioni per rivederci.
Un abbraccio a tutti.

Gianni Amendola


L'OSSERVATORIO “SALUTA”.

E' indubbio che il consenso che sostiene l'attuale governo rimanga assai elevato, a mio avviso principalmente per due motivi: il primo, piace la linea dura incarnata da Salvini sui migranti e contro l'Europa “menefreghista” (ben oltre il 50% degli Italiani, secondo un recente sondaggio, è d'accordo sulla chiusura dei porti), il secondo è la condivisione di quell'atteggiamento, supportato da un apparato comunicativo imponente e persuasivo, da “arrivano i nostri” dei Cinquestelle, percepito finalmente in grado di far giustizia dei ladroni di Stato, dei privilegi dei politici e dei cosiddetti “poteri forti”. Saranno i prossimi mesi a stabilire la durata di questo Esecutivo, quando necessariamente si dovrà varare la Legge di Bilancio e verranno al pettine, leggasi compatibilità di spesa, tutte le proposte fatte in campagna elettorale, dalla flat tax al reddito di cittadinanza. C'è un punto decisivo però: Salvini può far saltare il banco quando vuole (e le attuali inchieste della Magistratura, dal sequestro dei migranti sulla Diciotti ai milioni “scomparsi” della Lega, gli offriranno sicuramente il destro), andando all'incasso di un consenso personale crescente, Giggino Di Maio no, perchè la caduta di questo Governo avrà come conseguenza la fine del suo ruolo, sia se si andrà alle elezioni anticipate (magari in concomitanza con le Europee), sia se con l'attuale Parlamento (che però ha rapporti di forza ormai superati, secondo i sondaggi, rispetto al “4 marzo” scorso) i Cinquestelle, in quanto primo partito, riceveranno l'incarico di formare un nuovo Esecutivo (in tal caso ci sarebbe Fico che esprime tutt'altra politica). Staremo a vedere; c'è da dire comunque che il “Movimento” ha una linea ondivaga, dai vaccini all' “Europa” (il voto contro Orban è stato solo un pretesto per distinguersi da Salvini che li sta in parte oscurando), ma sa sfruttare sapientemente la “rete”. Poco o nulla importa infatti ai suoi “followers” che ad esempio Rocco Casalino, vero stratega della loro comunicazione, durante la Messa per le vittime del crollo del ponte Morandi, invece di seguire con rispetto la celebrazione, che non era (non è) una manifestazione di piazza ma di fede (per chi crede, ma come tale doverosamente da non utilizzare per altre cose) si sia messo a smanettare sul suo cellulare, voglioso di far sapere in tempo reale degli applausi con cui erano stati accolti i parlamentari “5 Stelle” e dei fischi che avevano accompagnato l'ingresso in chiesa dei politici pd. Per il rispetto dovuto al dolore dei tanti genovesi presenti quel gesto è stato davvero una volgare pagliacciata; come dire “del loro dolore non m'importa, se non per il fatto che può essere sfruttato per scopi politici” (!!). Qualcuno dei sostenitori dei Pentastellati ha detto qualcosa su ciò?...Quando un partito nasce “on line” l'informazione istantanea serve a mantenere ed a creare altro consenso ed ogni “momento e modo son quelli giusti”, per usare uno slogan pubblicitario. Ciò che conta per la Casaleggio Associati (a proposito, ma come si finanzia? Solo con i 300 E che ogni parlamentare grillino è “obbligato” a versare, dimenticando che le paghe degli Onorevoli e dei Senatori sono denaro pubblico?) e la sua comunicazione è che si trovi un nemico, un qualcuno o un qualcosa (un gruppo imprenditoriale, un'azienda, un partito..) da indicare quale causa di un problema, specie se và a toccare l'emotività della gente. Il crollo del ponte è l'emblema di quanto affermo; è ovvio che la responsabilità sia di coloro che avrebbero dovuto provvedere alla manutenzione, ma prendersela con la Soc. Autostrade e con i Benetton, ricordando che furono i precedenti governi a concedere loro la gestione (ma nel 2008, governo Berlusconi, il Pd si oppose, mentre Salvini e la Lega dissero sì..), ha voluto significare, nell'ottica pentastellata, una chiamata di correità di tutta la classe politica precedente, quasi che del crollo dovessero portarne personale colpa Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, al fine di presentarsi loro immacolati al cospetto degli elettori (cioè la “gente”), pronti a prendersela però coi poteri forti qualora la Soc. Autostrade (difesa dalla Lega e da Salvini a tutt'oggi) non dovesse ricevere quelle sanzioni auspicate da Di Maio e co., prima ancora che la Magistratura, si badi bene, abbia espresso le sue sentenze, quasi che i grillini si ritenessero depositari di un potere giudiziario “a parte”, in nome della rete. Le responsabilità sono sempre personali e l'indagine sta facendo emergere una catena di superficialità, di sottovalutazioni dei vari livelli tecnici chiamati a valutare la stabilità del ponte stesso, tra i quali diversi tecnici del ministero. Emerge dunque complessivamente da questa vicenda, da parte dell'attuale classe dirigente, quasi come una cartina di tornasole, tutta una concezione della politica, della ricerca del consenso, che lede non solo i capisaldi costituzionali, che vogliono un rispetto ed un equilibrio dei Poteri, ma anche il ruolo stesso delle Istituzioni che si vorrebbero servili alla maggioranza (chiedere al riguardo al presidente della Liguria Toti ed al Sindaco di Genova Bucci), a partire dal Parlamento ridotto ad un gruppo di persone che leggono prima le notizie sui blog dei leaders e poi votano le fiducie (è storia vecchia ma ancora attualissima)...Qui infatti si occupa lo Stato (“chi vince fa quel che gli pare e non sopporta organi di controllo”), si costringono alle dimissioni chi rappresenta istituzioni di garanzia, quindi sganciate dai governi (vedasi il caso Nava), si offendono i Magistrati e on line si insulta (Mattarella compreso) chiunque non si esprima secondo i canoni e i desiderata della maggioranza. Ecco perchè è necessario ri-creare un'opposizione seria nel Paese e questo non può farlo che il Pd, a condizione, e qui sta il dramma, che prenda consapevolezza di essere minoranza e dunque della necessità di un profondo capovolgimento delle politiche fin qui sostenute (che pure qualche risultato lo han dato) e della classe dirigente “interna”. La speranza che il Pd torni ad essere forte riferimento politico-sociale è l'ultima a morire, ma ad oggi è richiesta davvero una grande fede!

                               Gianni Amendola

domenica 2 settembre 2018

La volontà non basta ad ultimare l'autostrada At-Cn