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domenica 26 novembre 2017

OSSERVATORIO NOVEMBRE 2017 2

L’OSSERVATORIO di Gianni Amendola. Caos a sinistra! E se fosse proprio il Rosatellum la vera motivazione del muro tuttora eretto tra Mdp-Art.1 ed il Pd? Probabilmente banalizzo, ma Giuliano Pisapia a tal proposito ha raccontato un episodio : un tassista che lo stava accompagnando gli aveva confidato che l’intenzione di votarlo era frenata dal fatto che l’eventuale non raggiungimento di Campo Progressista della soglia del 3% avrebbe significato comunque un voto a Renzi (per la mancanza del voto disgiunto), cosa che l’uomo evidentemente non gradiva. Ora, se come sembra alcune proiezioni danno la formazione di Bersani-Speranza da sola con più seggi rispetto a quanti ne avrebbe se si alleasse col Pd, si può avere un elemento in più di non poco conto da inserire nella riflessione generale (della serie: prima ci si conta e poi ci si parla). Resta però l’immagine complessiva di un mondo, dal Pd a sinistra, diviso, rancoroso e per questo assai poco seducente, anche se le motivazioni di tale distacco e conflittualità toccano spesso aspetti rilevanti, cui si può certo rispondere “ma dove eravate voi, cari amici e compagni, quando in Parlamento molte di queste leggi le avete votate?!”, limitandoci però ad una considerazione solo polemica, senza entrare nel merito. E il “merito” è che da tempo, da oltre un anno, ancor prima dello stesso referendum (che è stato più l’effetto che la causa di questa disaffezione) si è creata una frattura con tanta parte del mondo che guarda a sinistra come ad una speranza (con la lettera minuscola…). Su questo è mancato e manca tuttora una seria riflessione ed autocritica, come se l’elevato astensionismo di buona parte del nostro potenziale elettorato, fotografato dal “famoso” 37% dei votanti alle Regionali in Emilia Romagna e dell’abbandono di tanta gente dalle Feste dell’Unità (tanto per fare degli esempi), fosse stato frutto di una congiunzione astrale negativa e non conseguenza di precise scelte fatte in precedenza. Non solo, ma l’aver saltato ogni mediazione e l’aver voluto rivolgersi direttamente al popolo sono state espressione di un eccesso di personalizzazione del proprio ruolo e della concezione del partito, modellato ad immagine e somiglianza della Segreteria (quello che Ilvo Diamanti, sociologo ad Urbino, collaboratore de La Repubblica, chiama il PdR, partito di Renzi). In passato, sia nella DC che (soprattutto) nel PCI il segretario aveva una “centralità” direi quasi carismatica, ma aveva anche un ruolo di sintesi tra le varie anime del partito che erano chiamati a dirigere (e ce n’erano anche nel PCI di posizioni non sempre coincidenti…Ingrao ed Amendola ad esempio) e ne incarnava l’unità “sostanziale”. Forse quest’aspetto è stato sottovalutato o non considerato del tutto: a sinistra, ma anche nel cattolicesimo democratico, l’eccesiva personalizzazione dei ruoli fà fatica ad essere accettata, anzi viene vista come perniciosa se tende all’esclusione e marginalizzazione di chi non è perfettamente allineato. Pur nel suo “piccolo”, ma il famoso episodio del “Fassina chi?” non fu altro che l’evidenza di ciò che sto dicendo! Ora che la diaspora tra Pd ed i fuorusciti sembra ormai acquisita, rimandando ad un ipoteco “poi” post-elettorale ogni residuo barlume di dialogo, si materializza lo spettro di una debacle politica dalle conseguenze imprevedibili. Intanto, per quanto concerne le alleanze, quella data per scontata con il gruppo dei Radicali-Europeisti della Bonino non sembra al momento andare a buon fine, a motivo di una diversità di visione sul tema degli immigrati (a dire dei Radicali); qualora un tale accoro saltasse, che farà mai Pisapia, già in difficoltà per la posizione di Mdp-Art.1? La sua posizione, aperta e disponibile al dialogo col Pd, và ribadita: lui non accetterebbe di esserne una stampella, di fare cioè con il suo Campo Progressista una sommatoria di voti, anzi ha chiesto, come altri, una discontinuità, non solo per la guida di un eventuale governo, ma proprio in termini di proposte politiche ed un garante dell’alleanza (Prodi?). Dando per certo l’accordo col Pd ha sottolineato di aver ricevuto garanzie per un deciso cambio di passo già nella prossima Legge di Bilancio. Ma se il mettere in discussione alcune scelte che la maggioranza del partito ritiene “identitarie”, o se tutt’al più si facesse solo una “cosmesi”, del Jobs Act ad esempio o della Buona Scuola, che farà Pisapia? Proponendosi come federatore tra il mondo della sinistra (o parte di esso) che non vota più Pd ed il Pd stesso, che per ruolo e forza numerica non potrebbe che essere centrale in un’alleanza, sà bene che chi lo guarda con simpatia vuole una vera sterzata politica, non formale; qualora questa non si avverasse, o si cercasse di annacquarla, è probabile che il voto a Campo Progressista verrebbe meno, indebolendo così ulteriormente l’alleanza (e lo stesso Pd che perderebbe seggi che invece potrebbe riconquistare). Ecco perchè è necessario per il nostro partito non scoprirsi troppo a sinistra, anche se ciò riproporrebbe inevitabilmente quanto molti della maggioranza vedono come fumo negli occhi: la messa in discussione della leadership e delle leggi sul lavoro, sulla scuola, sulla politica sanitaria! Ognuno a partire da qui tiri le conclusioni che vuole, ma a me appare (un tale scenario) assai credibile ed incerto. L’unica possibilità perché si rimescolino le carte, nel senso di una possibile ricomposizione della frammentazione nella sinistra, si chiama Pietro Grasso, il quale per ora, in virtù del suo ruolo istituzionale, non si pronuncia, né sappiamo quanto la “moral suasion” di Romano Prodi, che si sta battendo per un discorso unitario, potrà indirizzarne le scelte. Se deciderà di porsi a capo dell’alleanza tra Mdp-Art.1, Possibile e Si, allora il quadro si definirà come detto or ora, altrimenti si aprirà uno scenario nuovo, ma sempre nel nome di una vera discontinuità politica (in ogni caso da questa non si scappa). Staremo a vedere, ma si spera di uscire presto da questa indeterminatezza!.. Perché non aprire al riguardo un confronto al nostro interno? Gianni Amendola

giovedì 23 novembre 2017

Il PD in piazza Sabato 25 per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

In occasione della giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne tante sono le iniziative messe in campo per sottolineare l'impegno della nostra comunità a condannare e combattere comportamenti violenti, ostili e messe in atto da uomini frustrati dalla mente malata, incapaci di comportamenti corretti, rispettosi e consoni, incapaci di gestire rapporti che si trovano a vivere e a condividere con compagne, mogli, fidanzate, incuranti non solo della loro vita ma anche di figli inermi vittime innocenti e inconsapevoli costretti ad assistere a violenze orribili.
Anche il Partito Democratico sarà presente Sabato 25 Novembre dalle ore 15.30 Portici Anfossi ad Asti per testimoniare e condannare orribili e riluttanti violenze nella "Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne". I Cittadini sono invitati a lasciare una riflessione, un pensiero, una frase o anche solo una parola per far sentire lo SDEGNO a comportamenti inaccettabili e il SOSTEGNO alle Donne vittime di ABUSI e MALTRATTAMENTI che spesso perdono la VITA. Le Riflessioni, i Pensieri, le Frasi verranno raccolte e consegnate in un momento successivo a sostegno della lotta contro gli abusi e le violenze. L'AMORE non può tollerare alcuna forma di violenza! La CULTURA deve vincere la Violenza! Donne e Uomini del PD di Asti.

lunedì 20 novembre 2017

APERTURA sede PD Asti

Carissimi, a far data dal giorno 20 novembre 2017, per venire incontro a coloro che intendono rinnovare ancora la tessera del 2017 e per coloro che semplicemente vogliono avere informazioni circa l'attività del nostro partito o altro terremo aperta la sede con il seguente orario nei giorni lunedì mercoledì venerdì e sabato. lunedi dalle ore 16.30 alle ore 18.30 mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16.30 alle ore 18.30 venerdì dalle ore 16.30 alle ore 18.30 sabato dalle ore 10 alle ore 12 In caso di necessità potremmo essere disponibili anche in altri giorni o in altri orari previo accordo telefonico PARTITO DEMOCRATICO ASTI Sede: P.za Statuto, 1 – 14100 Asti Tel 0141/ 59 32 17 Mario Mortara Coordinatore cittadino

Il PD dalla parte dei lavoratori

ITINERA non speculi sulla pelle dei lavoratori! Il Partito Democratico Astigiano è vicino e sostiene la battaglia dei lavoratori della ditta Itinera del cantiere di Asti. Pur consapevoli dell’impatto che il nuovo codice degli appalti avrà sulla ripartizione dei lavori di manutenzione della autostrade (si prevede infatti che l’ 80% dei lavori siano affidati in gara contro il 20% eseguibili direttamente dai concessionari rispetto al precedente 60%-40%), rifiutiamo il “ricatto” dell’azienda che minaccia licenziamenti se le percentuali non verranno modificate; una posizione che sa molto di pretesto per giustificare una riduzione di personale nel quadro di più ampie ristrutturazioni aziendali. Siamo certi che Itinera e gli altri concessionari abbiamo competenze e risorse per elaborare piani di ristrutturazione che non mettano al centro il licenziamento dei dipendenti, pertanto chiediamo loro ( e anche a tutte le altre aziende) di considerare i lavoratori come risorsa primaria non sacrificabile al primo intoppo, e di assumersi la loro parte di responsabilità sociale. Sul fronte della legge il PD non è stato a guardare; i senatori Stefano Esposito e Daniele Borioli hanno presentato un primo emendamento per modificare le quote in 60 e 40 (percentuali già previste a livello Europeo), che purtroppo non ha visto l’approvazione del Governo; gli stessi confidano comunque di arrivare ad una soluzione definitiva ripresentando l’emendamento alla camera. Solo per la cronaca, il M5S ha proposto di mettere a gara il 100% dei lavori, infischiandosene dei lavoratori. Partito Democratico Circolo di Asti

FASSINO : PD DAVVERO

Mercoledì 29 Novembre 2017, alle ore 21.00 presso la sala Platone del Comune di Asti, Piero Fassino presenterà il nuovo libro: PD DAVVERO. Un dialogo speciale tra uno dei fondatori del PD e il Presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte Alberto Sanigaglia. Vi aspettiamo numerosi. Partito Democratico- segreteria provinciale di Asti.

domenica 12 novembre 2017

Il Pd chiede il voto in consiglio contro i parcheggi a pagamento all’ospedale. “Comune silente, pronti a una raccolta firme”.

Il Pd chiede il voto in consiglio contro i parcheggi a pagamento all’ospedale. “Comune silente, pronti a una raccolta firme”. Apprendiamo dagli organi d’informazione che l’ASL avrebbe intenzione di rendere onerosi i parcheggi sotterranei dell’Ospedale, giustificando il provvedimento con la necessità di ricavare fondi per realizzare le opere di manutenzione e per gestire meglio la struttura, inclusi provvedimenti per meglio garantire la sicurezza. A oggi si sono levate alcune voci in città a difesa della gratuità dei parcheggi dell’ospedale, ma non si è avuta ancora una presa di posizione chiara del sindaco e del Comune: per questo il Gruppo Consigliare del Pd ha in animo di presentare un ordine del giorno per sollecitare la maggioranza e la giunta ad assumere una posizione decisa e per chiedere una votazione in aula che impegni il Sindaco ad attivarsi presso L’ASL. Il Partito Democratico sostiene che il parcheggio debba rimanere gratuito per non gravare gli utenti dell’ospedale di costi aggiuntivi e rende evidente che l’eventuale tariffazione dello spazio sotterraneo determinerebbe nuovamente il congestionamento degli stalli a raso nelle vie circostanti con grave danno per i residenti della zona. Le somme indicate dall’Asl per la ristrutturazione sono assai modeste: si parla, infatti, di circa duecento cinquanta mila euro che si tradurrebbero in una rata di mutuo di circa venti mila euro, somma che pare accessibile se rapportata al bilancio dell’Asl di Asti che supera abbondantemente 500 milioni di euro l’anno. Nè pare accettabile la pretesa di finanziare, con gli introiti del parcheggio, l’adozione di misure di sicurezza. Il problema della sicurezza indubbiamente esiste, ma le contromisure non devono essere fatte ricadere sulle tasche dei cittadini, tanto più che la maggioranza comunale ne fece, in campagna elettorale una bandiera che ora aspettiamo si trasformi in atti concreti. Pertanto, non si giustifica quest’ulteriore “tassa” sui cittadini astigiani. Inoltre, in una visione più ampia del problema parcheggi/traffico/servizi ospedalieri si sollecita: 1) L’Asl di implementare quanto prima possibile sistemi di prenotazione esami, ritiro referti e quanto altro possibile, che permettano l’utilizzo del telefono o dei sistemi informatici (per esempio non sarebbe possibile inviare i referti tramite posta elettronica?). 2) La Giunta Comunale di intensificare i trasporti pubblici. Siamo convinti che entrambe i provvedimenti possano, a tendere, decongestionare traffico e parcheggi in zona Ospedale con beneficio di tutti. La raccolta firme. L’assemblea degli iscritti del Circolo Cittadino di Asti, riunita dopo il congresso che ha eletto il nuovo segretario e il nuovo coordinamento cittadino, ha deciso di lanciare una petizione attraverso la piattaforma Change.org, intitolata “NO AL PAGAMENTO DEI PARCHEGGI SOTTERRANEI ALL’OSPEDALE DI ASTI”, e se il progetto di rendere a pagamento i parcheggi dell’ospedale non sarà prontamente abbandonato, procederà anche alla raccolta di firme tra i cittadini con modalità da definire. Partito Democratico Circolo Cittadino di Asti

giovedì 9 novembre 2017

OSSERVATORIO Novembre 2017

L’OSSERVATORIO. La crisi del pd. Il risultato delle Amministrative siciliane non lascia adito a dubbi: il partito è in forte crisi di rappresentanza e l’imminenza delle “Politiche” (pare nel marzo 2018) rende tutto ciò ancor più drammatico. Né può consolare il fatto che la somma dei voti conseguiti da Micari e da Claudio Fava porti ad un 25% circa non distante dal 26.70% dei “5 Stelle”, che pure ritengono di aver vinto, e che solo grazie al voto disgiunto (si calcolano 100.000 voti “piddini”) Cancelleri abbia potuto conseguire il 34% ed oltre (poi sicuramente ci sono stati anche alcuni del Pd che hanno preferito votare invece Musumeci). Non c’è da esserne confortati dicevo, quanto fortemente arrabbiati per la fine che sta facendo il nostro partito, incapace ormai di intercettare quel bisogno di rinnovamento nei metodi di governo e nelle scelte politiche che pure sembrava incarnare sin dalla sua ufficiale formazione. Ora il tempo stringe e se non si vuole consegnare il Paese ad una destra molto brava a “fare cartello” elettorale, ma divisa su Europa, euro, politica estera (chi guarda a Trump chi a Putin) e sulla leadership (Salvini? Tajani? Gianni Letta?), problema di non poco conto, o all’inconcludenza un po’ spocchiosa dei Pentastellati, capaci sì di raccogliere consenso (che sembra rimanere sostanzialmente stabile) quale forza anti-casta (quella degli altri ovviamente, non certo la loro), ma inadeguati nel governo quotidiano, tra l’altro con una questione molto seria che potrebbe emergere nei prossimi giorni e mesi, vale a dire il rapporto coltivato dal “Movimento” con la Russia di Putin ed col suo sistema di “hackeraggio”, in grado di interferire come si è visto nelle scelte elettorali di altri Stati. Ne hanno forse beneficiato anche loro? Il fatto è, tornando al Pd, che ora bisogna fare scelte precise: o ci si allea (non certo con Alfano, pure escluso dal parlamento siciliano) guardando a sinistra o si rischia l’isolamento e la personalizzazione (la “macronizzazione”) della campagna elettorale, con tutto ciò che inevitabilmente ne conseguirà. Non è facile la scelta, ma si impone, ammenocchè e da una parte e dall’altra (Pd e area di sinistra) non si voglia giocare al “muoia Sansone con tutti i Filistei”, in modo da “saltare” la prossima legislatura che molti pensano avere vita breve, organizzando nel frattempo la rivincita successiva. Il nodo della leadership nel centrosinistra và risolto presto, perché un’alleanza, che non può essere una somma elettorale come quelle del centrodestra (con buona pace di Toti, presidente della Liguria), necessita di una visione condivisa il più possibile dei problemi e delle soluzioni da proporre; significa in ultima analisi, come già detto altre volte, rivedere, ri-aggiustare alcune leggi quali il Jobs Act, la Buona Scuola, che in gran parte ci hanno massacrato elettoralmente, alcune cose “serie” quale la tassazione sulla prima casa, ma soprattutto riproporre un’idea di Paese, quale ruolo giocare cioè nel Mediterraneo, con i cambiamenti in corso in Medio Oriente, in Politica Estera specie nei confronti di “nazioni emergenti” da tempo come la Cina, l’India, e in Europa, per arrivare al “come” restituire credibilità ed efficienza ad un Stato (l’Italia) che costringe ancora molti giovani a cercare adeguato lavoro e reddito in altre parti d’Europa e del mondo, ove evidentemente i loro titoli e le loro qualità vengono valorizzati e riconosciuti immediatamente! Questi dovrebbero essere i nodi su cui trovare una convergenza in termini di analisi e di proposte; ma temo che il dibattito circa la leadership rischia di far perdere di vista tali obiettivi e farci arrivare “ansanti” all’appuntamento elettorale (che potrebbe segnare una debacle per il Pd). La cultura del “passo indietro o di lato” dovrebbe far parte dell’habitus di un politico, specie se “statista”, il capire cioè quando la realtà chiama ad una lettura di essa che non si è più in grado di interpretare; di fronte a questo si può reagire in due modi: provare a giocarsi il tutto per tutto, nella convinzione che le sconfitte siano frutto di congiure più o meno preparate, o si prende atto di aver esaurito un tempo e ci si fà da parte. Renzi è legittimamente il Segretario del Pd dopo le “primarie” di aprile e per Statuto, in caso di vittoria elettorale, diventerebbe anche Primo Ministro; io credo che in generale sia da rivedere questa identificazione automatica dei ruoli perché si sta andando ormai, non solo in Italia, verso un eccesso di personalizzazione del potere, con le strutture dei partiti modellate ad immagine dei leaders di turno. Inevitabile, mi si dirà! In parte sì, il fatto però è che quando si è costretti a cambiare leadership, per il normale corso della politica, chi subentra viene visto da chi rimane della precedente maggioranza “come un intruso” (se vogliamo, è successo un po’ così anche a Renzi all’inizio…), alimentando voglie di immediata rivalsa. Credo che un dibattito del genere andrebbe comunque portato avanti, insieme ad una valutazione della crisi “della democrazia” quale sistema rappresentativo, ora percepito meno adeguato alla comprensione dei bisogni della gente, il che spiega l’elevato astensionismo non solo nostrano e l’emergere in Europa di fazioni estremistiche di destra. Per evitare (o quantomeno ridurre al minimo) il rischio di fratture interne bisognerebbe tornare ad un “partito di tutti”, certo con una maggioranza ed una minoranza, ma in modo che il successo eventualmente conseguito non sia solo appannaggio del leader e dei suoi accoliti, ma condiviso… Troppo semplicistico? Forse, ma temo proprio che il Pd oggi non sia certo così. Gianni Amendola

DOPO DI NOI

Venerdì 17 Novembre alle ore 16, in Via Grandi 6 ( di fianco al Teatro Alfieri) presso la sala EVENTI GENERALI ITALIA ad Asti, si svolgerà il dibattito sulla legge DOPO DI NOI. Un'importantissima legge voluta dal PD che ha l'obiettivo di non lasciare nessun disabile da solo. Interverranno l'Assessore regionale alle Politiche sociali del Piemonte AUGUSTO FERRARI e la consigliera regionale del Piemonte ANGELA MOTTA. Vi aspettiamo numerosi!