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giovedì 28 dicembre 2017

OSSERVATORIO CAPODANNO 17-18

L’OSSERVATORIO. Le “fake opinions” di Giggino Di Maio. L’on. Luigi Di Maio è in tutto e per tutto l’emblema della fumosità dei “5 Stelle”, quella mancanza cioè di proposte di ampio respiro che danno una visione di Paese, evidenziata da un continuo esprimersi per “slogan”, ottimo per la rete, ma non in grado di reggere ad un serio ed attento dibattito nel merito (ed infatti almeno finora evita accuratamente i confronti televisivi, coprendo “queste fughe” nel nome di una radicale “alterità” del Movimento rispetto agli altri). Pure, costui è candidato alla Presidenza del Consiglio, scelto “on line” praticamente senza avversari (gli altri erano delle comparse utili alla bisogna, vale a dire a dare una parvenza di “confronto interno” tanto più falso quanto inutile, poichè Di Maio era già stato indicato a suo tempo dal padre-padrone dei Pentastellati, Beppe Grillo, quale futuro premier); ed in un partito (pardon, Movimento) di cui uno solo “ha la chiave”, e quindi il potere assoluto di decidere e nominare, se non si è “allineati e coperti con quanto da lui scelto si viene estromessi (facendo dire addio a promettenti carriere politiche). In questo suo volersi accreditare presso “ i piani alti del potere” (Confindustria, personalità del mondo economico e finanziario..) come affidabile, tranquillizzante, sta venendo meno allo spirito originario del Movimento stesso, forse meglio rappresentato da un Di Battista (dimissionario dal Parlamento) o da un Fico, assumendo le vesti di “un democristiano di vecchia scuola dorotea”; ciò però, a differenza di “quei” democristiani, non gli ha impedito, nel suo voler dare un colpo al cerchio (del Movimento) ed uno alla botte (del potere da conquistare), di dire cose francamente discutibili, seguite a volte da precipitose retromarce. Come interpretare infatti le sue ultime uscite circa le festività da salvaguardare, chiudendo i grandi magazzini nelle domeniche, poi quella sulle pensioni d’oro da tagliare per coprire, a suo dire, i guasti della legge Fornero e l’uscita eventuale dall’euro? Nel primo caso, quasi a rassicurare certo mondo cattolico, ha parlato di famiglie da tutelare e di sacralità del giorno di festa. Bene; solo che indipendentemente dalle personali convinzioni di ognuno, risulta assai difficile, “a buoi ormai scappati”, pensare ad una chiusura totale degli esercizi commerciali nei festivi. Certo, la materia non è nuova, se ne discute da tempo, ma và ovviamente regolarizzata all’interno dei contratti di lavoro del personale addetto (e su cui si deve vigilare), mentre si potrebbe concordare a livello locale i turni in cui un supermercato può rimanere aperto (ad esempio come si fà per le farmacie). Ma il vero problema per Di Maio e i Cinquestelle in realtà è che esiste al riguardo tutta la questione dell’e commerce, il commercio on line, che per un Movimento basato “sulla rete” e le sue piattaforme diventa questione di introiti, e non solo. Altro che la preoccupazione per le famiglie italiane! Sul tema delle pensioni d’oro poi, basti citare fonti più attendibili da quelle cui ha attinto il Nostro (o forse Spadafora, suo consigliere personale), quale il Centro Studi itinerari previdenziali, che ha già dimostrato come la cifra di 12 miliardi di risparmio dal taglio di certe pensioni sia irreale, ammenocchè non si vogliano colpire anche quelle da 2.000-2.500 E. Di Maio comunque, anche rispolverando una vecchia puntata di Porta a Porta nel 2013 in cui lo stesso Renzi, non ancora presidente del Consiglio, aveva citato la stessa cifra, non può per questo ritenerla credibile; vorrà dire che a sua volta anche Renzi aveva sbagliato (ma oggi non dice più certe cifre). Per quanto riguarda infine un’eventuale fuoruscita dall’euro, tramite consultazione popolare, và ricordato che la Costituzione non ammette referendum su temi economici e che uscire dalla moneta unica vuol dire uscire dall’Unione Europea (persino i britannici sembrano ripensarci…). Forse il terreno su cui incalzare i Cinquestelle è quello del fisco; non si è ancora sentita una parola sul tema, non si conosce quale sia la loro posizione. Evidentemente è un argomento da non toccare in campagna elettorale, o forse c’è un aspetto più “terra terra”, vale a dire il timore, come già ricordato in precedenti Osservatori, che possa emergere il rapporto col fisco di Beppe Grillo, che usufruì nel 2005 dal condono tombale del governo Berlusconi (che sperava di recuperare terreno in vista delle Politiche dell’anno successivo.. Poi si inventò il Porcellum per non far vincere Prodi…), ma che non ha restituito nulla allo Stato (almeno non si è al corrente di ciò) di quanto tolto ai cittadini con la sua evasione, salvo poi sparare a zero sui ladri di regime! Forse il punto è proprio questo, ma allora perché non incalzare Di Maio e i “5 Stelle” sul tema? Como 2: la vendetta Probabilmente è stato per riguadagnare la piazza all’attuale maggioranza, dopo la recente, riuscita manifestazione del centro-sinistra, mandando in tal modo il segnale che a Como la gente è con lui, che il sindaco della città lariana ha emesso per Natale un’ordinanza che non consentiva ai “barboni” ed a tutti “i senza fissa dimora” di sostare sotto i portici del centro e nelle piazze per ragioni di decoro urbano, in occasione delle festività che vedono, come in tutte le altre città, un continuo via-vai di persone. Come dire: noi siamo la destra e a noi queste situazioni, espressione di un disagio sociale, comunque disturbano, perché la visione di chi in qualche modo è ai margini della società “non è consona” alla qualità (elevata, evidentemente) della vita della gente “perbene”. Queste idee godono di molto credito in un’ampia fascia di elettorato di destra, che chiameremo “sovranista”, ma è possibile che anche in segmenti sociali (mi auguro assai più ristretti) che guardano a sinistra vi sia questo tipo di “sensibilità”. In Italia sono in particolare i Salvini, le Meloni a cavalcare questa onda di “emarginazione del diverso”, fino ad arrivare a propugnare anche il respingimento in mare, se necessario, dell’immigrato, pur al contempo parlando di “identità cristiana” da tutelare, rilanciando anche sui social loro personali immagini mentre acconciano il presepe. Resta da capire di quale identità cristiana si parli. Non è questa la sede per approfondire un discorso del genere, comunque molto serio, ma permettetemi di sottolineare, senza per questo erigermi a giudice della fede altrui, come sia diametralmente opposto al significato vero del Natale l’interpretazione strumentale che se ne dà, in nome di un’identità, di una “tradizione” (?) da tutelare verso qualcuno che sbarcando sulle nostre coste se ne approprierebbe fino a cancellarla. La nascita di Gesù, per chi crede, non è altro che questo: Dio si è incarnato per riunire l’umanità in unica fratellanza in nome dell’Amore (che non è certo il “volemose bene” pacioso e rassicurante, ma il “dare la vita per gli altri”); soprattutto la Sua presenza si coglie principalmente nell’immagine del povero (lo ha detto Lui stesso), nell’emarginato, in chi cerca casa (“per loro, Maria e Giuseppe, non vi era posto in albergo” è scritto nei Vangeli, quasi a significare che Cristo era già all’epoca emarginato dal mondo, inteso come mentalità “comune”…). Questa strumentalizzazione a fini di parte politica è indecente; finora il centrodestra aveva blandito il “mondo cattolico” in particolare con il finanziamento alle scuole private, al fine di garantirsi un bottino elettorale, compiacendo una certa parte di Gerarchia. Ora, con papa Francesco, ma già da prima, specie dopo gli scandali a fondo sessuale di Berlusconi, l’aria è cambiata. La Meloni faccia pure il suo presepe, da “alberista” si trasformi in “presepista”, come ha postato su Facebook recentemente, ma la smetta, e con lei Salvini e tutti quelli che reggono loro bordone, di parlare di cose di cui a quanto pare ignora il significato ed il valore. Lo “ius soli” poteva essere un banco di prova per mostrarsi una destra seria e credibile: non è stato così ed era scontato; del resto la consapevole truffa nei confronti della gente, il far creder cioè che lo ius soli volesse dire dare la cittadinanza a chiunque arrivi sulle nostre coste, è stata ben architettata, col supporto non indifferente delle tv dell’ex cavaliere Berlusconi (unico caso al mondo di macroscopico conflitto d’interessi in un Paese democratico). Che poi il Pd non sia stato in grado, forse distratto da altro, di controbattere e di imporsi a livello di Esecutivo, visto che è stato un Governo a forte trazione pd, questo ahimè è un dato di fatto, come pure disdicevole l’assenza dei 29 senatori il giorno in cui si doveva votare al Senato al riguardo. C’è da sperare ormai nella prossima legislatura; ma quale Governo ci sarà? Gianni Amendola N.B.: i precedenti Osservatori sono rintracciabili sul blog del partito

lunedì 18 dicembre 2017

OSSERVATORIO DICEMBRE 2017


L’OSSERVATORIO.

A Como l’unità della sinistra.

La splendida manifestazione di Como (cui purtroppo non son riuscito a prender parte) è stata una bella e condivisa iniziativa del Pd che se ha mostrato da un lato finalmente una sinistra unita, quando in gioco valori condivisi, dall’altro la interessata titubanza del centrodestra e dei Pentastellati nei confronti del tema in questione (l’antifascismo), che ha fatto emergere ancor più la loro visione della politica, intesa non come luogo dei valori e delle idee, quanto di un potere da raggiungere ad ogni costo (pensiero peraltro da cui anche a sinistra non si è del tutto immuni…). Le motivazioni alla non partecipazione addotte da Di Maio, pare dopo un primo iniziale “sì”, confermano ancora una volta che i “5 Stelle” non guardano i contenuti, ma “se quei contenuti” possano tornare utili o meno per avere voti. Come per l’immigrazione: Grillo disse che qualora il Movimento avesse accettato la linea dell’accoglienza avrebbe avuto percentuali da prefisso telefonico! In altre parole, non conta “l’idea”, vale solo il tornaconto elettorale! E questi sarebbero gli innovatori ed i moralizzatori della politica? Il loro “no” è stato dettato solo dal fatto che l’iniziativa della giornata comasca fosse nata dal Pd e quindi un’eventuale partecipazione sarebbe apparsa come la legittimazione dell’avversario da abbattere ad ogni costo! A misurare l’abissale distanza da questa strumentale e perciò immatura posizione, rispetto ad una visione “alta” della politica, basti ricordare a Di Maio e co. (che forse non erano ancora nati… Beppe Grillo invece sì) quando di fronte al rischio che la democrazia italiana stava correndo col terrorismo rosso (dopo l’assassinio di Aldo Moro) i comunisti ed i democristiani, e non solo, manifestarono insieme, pure con qualche “mal di pancia” a sinistra. Ma quelle erano persone che avevano un “senso dello Stato e delle istituzioni”, nato proprio dalla lotta antifascista che aveva visto spesso “gomito a gomito” compagni e democristiani (all’epoca detti anche “forchettoni”). Oggi invece, come il sindaco di Como, non si và in piazza in quanto manifestazione di partito! Mi si dirà che il paragone col periodo degli anni di piombo è eccessivo; in questo momento i rischi per la democrazia non sono a quel livello. Ma è il sentore che qualcosa stia mutando, in Italia come in Europa, e che certi fenomeni politici, quale il fascismo, siano cominciati anche così, con le intimidazioni, a dover scuotere le coscienze ed a far alzare il livello di guardia!...Del resto, tornando alla manifestazione di Como, perché non accordarsi, scegliendo poi di parteciparvi, a condizione che non vi fossero comizi dei “politici” (che non vi sono stati) e senza bandiere, proprio come fosse una iniziativa della “sola” società civile? Il problema è che non si voleva proprio partecipare! Ma se dei “5 Stelle” abbiam detto, per il centrodestra la questione và a toccare un nervo più che scoperto, perché una certa parte di quei voti arriva proprio dalle formazioni estreme. A Berlusconi, che non ha mai avuto la statura di uno statista, non si puo’ chiedere una cosa che rifiuterebbe comunque, per il timore di non vincere: non accettare nella coalizione chi si ispira al fascismo! Non si può certo ahimè pretendere da lui un comportamento alla Chirac, che rifiutò nel ’97 l’alleanza con Le Pen (il padre), con la quale avrebbe potuto vincere le Presidenziali francese, proprio per l’incompatibilità della sua visione politica con quella dei lepenisti ; infatti perse le elezioni a vantaggio di Jospin. Ma stiam parlando di “altre persone”, di “altra concezione della politica”!…L’alzare la testa, come negli ultimi tempi, da parte delle formazioni di estrema destra nasce dalla percezione di un cambiamento di clima politico, che le vittorie del centrodestra alle amministrative ha acuito e rinforzato, per cui si sentono legittimate a certi comportamenti, quali l’attacco al quotidiano “la Repubblica”, perché sanno di avere dietro le spalle un “humus” culturale e politico nuovo, un terreno cioè in cui possono tornare a prosperare. Basterà ancora il famoso “ghe pensi mì” ad emarginare il fenomeno, tanto più se il centrodestra dovesse vincere le prossime Politiche? Personalmente ho dei dubbi, ma Berlusconi và incalzato su questo senza sosta! Ricordiamoci però che nelle periferie, non da ora, i movimenti neofascisti stanno occupando un vuoto lasciato dalla sinistra; ora organizzano associazioni per ragazzi (per l’indottrinamento), offrendo loro al contempo la possibilità di un “servizio sociale” a sostegno della fasce più disagiate (tipo il fare la spesa per le persone anziane e portarla al loro domicilio, o la distribuzione di generi alimentari, di “lauriana” memoria), unendo quindi politica e azione e aiutando questi più giovani a riscoprire una nuova identità; giovani che tra qualche anno subentreranno ai più “anziani”, garantendo il ricambio e l’ingrossamento delle fila! Quale la risposta concreta da dare? Non è un fenomeno passeggero!

Gianni Amendola

lunedì 11 dicembre 2017

Reddito d'inclusione 14 Dicembre


Il Circolo Cittadino del Partito Democratico si mobilita per il Reddito D’inclusione, programmando una serie di incontri nei quartieri della Città per spiegarne contenuti e modalità di accesso.

Il primo incontro è previsto per giovedì prossimo, 14 dicembre alle 18, nel salone della Parrocchia di San Domenico Savio in via Alfonso Tosi, 30. A parlarne Angela Motta, Mario Mortara e Piero Vercelli.

“Il Reddito d’Inclusione, introdotto dal Governo del Pd, è la prima misura concreta di contrasto alla povertà assoluta e segna un’importante svolta delle politiche sociali nazionali – affermano i portavoce dei circolo astigiano – L’iniziativa del 14 dicembre si inquadra in una più ampia riorganizzazione del Circolo cittadino, ripensandolo come centro di aggregazione di iscritti e simpatizzanti e anche come strumento di collegamento con i cittadini. In questo senso abbiamo già stilato un calendario di aperture settimanali della sede di Piazza statuto, 1, dove un gruppo di volontari stanno mettendo a disposizione il loro tempo per ascoltare i cittadini, per aiutarli nelle questioni pratiche, dar loro assistenza nei più svariati modi, con la precisazione che non vuole essere un’iniziativa concorrente di Caf o centri servizi, ma solo un punto di informazione in più a servizio dei cittadini”.

Informazioni al numero 0141 593217 o alla mail partitodemocratico.circoloasti@gmail.com.

mercoledì 6 dicembre 2017

PD contro il Fascismo

In occasione della manifestazione nazionale "E questo è il fiore" di sabato 9 dicembre a Como il PD del Piemonte organizza un trasferimento GRATUITO in bus. È possibile usufruire del servizio di trasferimento in bus Torino-Como, messo a disposizione da PD Piemonte: - sabato 9 dicembre 2017, h. 7.30 – Partenza da Torino, in Corso San Martino angolo Piazza XVIII dicembre di fronte all’ICEBLUE bar a Torino (ripartenza da Como alle ore 14,00) Il servizio è GRATUITO, fino ad esaurimento posti. Prenotazione obbligatoria. Vi chiediamo di mandarci la vostra adesione rispondendo a questa mail (INFO@PDPIEMONTE.IT) entro le ore 14.00 di giovedì 7 dicembre, indicando Nome e Cognome, cellulare.

domenica 3 dicembre 2017

REDDITO D'INCLUSIONE

Beneficio per famiglie con minori, disabili e donne in gravidanza Il beneficio che in prima battuta riguarderà le famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e over 55 disoccupati avrà un tetto di 534 euro al mese (6.408 l’anno). Il REI, scrive l’Inps, viene concesso ai nuclei familiari in condizione di povertà, potrà essere erogato per un massimo di 18 mesi ed essere rinnovato per non più di 12 mesi solo dopo che siano passati sei mesi dal godimento della prestazione. La famiglia beneficiaria del REI deve attenersi al progetto personalizzato a pena di decurtazione o decadenza dalla prestazione (a seconda di quanto volte non ci si presenti alla convocazione). Il REI è incompatibile con la fruizione della Naspi o di altri ammortizzatori sociali da parte di qualsiasi componente della famiglia. Il nucleo familiare deve avere un valore di Isee in corso di validità non superiore a 6.000 euro e un valore dell’Isre (indicatore reddituale dell’Isee) a fini REI non superiore a 3.000 euro. Oltre alla casa di abitazione non si potrà avere un patrimonio immobiliare superiore a 20.000 euro e uno mobiliare superiore a 10.000 euro (in caso di tre componenti).
Possono chiedere il reddito di inclusione i cittadini dell’Unione europea o gli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno purché risiedano in Italia in via continuativa da almeno due anni al momento di presentazione della domanda. Importo massimo a 534 euro mensili L’importo del beneficio è in prima applicazione pari al massimo a 534 euro mensili (in caso di almeno cinque componenti) ma potrebbe aumentare l’anno prossimo a fronte di risorse ulteriori che dovrebbero essere stanziate nella legge di bilancio fino a 540 euro. Il beneficio economico è erogato – dice l’Inps – per il tramite della carta acquisti ridenominata carta REI che consente anche prelievi di contante entro la metà dell’importo massimo attribuito. La carta viene concessa dalle poste. La domanda dovrà essere presentata presso i comuni o altri punti di accesso indentificati dai comuni stessi. Reddito di Inclusione 1 Inps verifica i requisiti entro cinque giorni I comuni daranno le informazioni contenute nelle domande all’Inps entro 15 giorni dalla ricezione della domanda. L’Inps verifica le condizioni del possesso dei requisiti entro cinque giorni. In caso di esito positivo l’istituto riconosce il REI a condizione che sia firmato il progetto personalizzato. Scarica qui la domanda di Reddito di Inclusione Per ulteriori approfondimenti “Via libera al Reddito di inclusione, una misura contro la povertà” e la Legge delega per la lotta alla povertà.

In lutto per la morte di Luciano Nattino

COMUNICATO Il Segretario Provinciale Astigiano comunica che chi vorrà unirsi al Partito Democratico per rendere omaggio a Luciano Nattino potrà ritrovarsi davanti al cimitero di Asti lunedì 4 dicembre alle ore 16. Il Commiato si svolgerà al tempio Crematorio a partire dalle ore 16.20.

RENZI ad ASTI

“Sogno 100mila posti nel servizio civile”. Durante il primo tratto del viaggio in Piemonte Renzi ha affrontato i temi del servizio civile durante l’incontro con una decina di ragazzi impegnati nella coop sociale “Il Buon Seme”, al termine del quale ha detto di sognare un servizio civile da centomila posti. “Ascoltiamo alcune storie dalle quali tireremo fuori idee per il futuro – ha spiegato Renzi – in particolare sul servizio civile universale obbligatorio, come funziona oggi e in collegamento col terzo settore. Noi pensiamo che accanto ai bonus, agli 80 euro, accanto al bonus 18enni e a quello per la formazione ci debbano essere delle richieste da fare ai ragazzi. C’è una stagione dei diritti e una dei doveri. È questo caratterizzerà la proposta del Pd nelle prossime settimane e mesi. Come farla, mi piace l’idea di costruirla coi ragazzi”. “Ora – ha poi aggiunto Renzi – siamo a 50 mila posti, cioè abbiamo triplicare quello che c’era prima. Nel mio sogno, l’obiettivo è 100 mila”.