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mercoledì 26 agosto 2020

OSSERVATORIO LUGLIO 2020

L'OSSERVATORIO (7/7/2020) La notizia riportata giorni fa dal quotidiano “Il Giornale” circa l'ipotesi di Di Maio premier al posto di Conte (forse non solo una boutade), per consentire ai “5 Stelle” di compattarsi attorno al governo, prima che ridere ha fatto pensare alle difficoltà attuali dell'Esecutivo, condizionato sempre più dalla spaccatura in seno ai grillini, L'approvazione “salvo intese” (ma che vuol dire questa formula?) del “decreto Semplificazione” dovrebbe aver posto fine a tali illazioni; è davvero difficile credere che il Pd possa aver auspicato ed auspicare, anche quale “extrema ratio”, una soluzione del genere. Franceschini del resto ha recentemente ribadito che “Conte non è in discussione”. Il problema del Governo sta dunque nell'assoluta incertezza circa un possibile salto di qualità del Movimento nella sua azione politica e nel persistere della logica di “bandierine da piantare”, che sta provocando colpevoli ritardi in alcune decisioni fondamentali, prima fra tutti l'utilizzo del MES; a tal riguardo l'intervista a Repubblica del vice-presidente grillino del Parlamento europeo Castaldo ha mostrato una rigidità di pensiero senza alcuna revisione francamente incredibile, come se dell'Europa, sui temi economici, non vi sia mai da fidarsi. Resta il fatto che ogni importante questione (ILVA, Autostrade, Scuola..) diventa fonte di divisione dei Pentastellati, vittime dei loro stessi slogan e dell'incapacità di vedere la politica per quel che è (o dovrebbe essere), vale a dire il dover fare delle scelte nell'interesse generale, cercando se occorre un compromesso “alto”, il che sottende capacità di ascolto e messa in discussione di ogni posizione dogmatica. E' purtroppo vero però che il prezzo più alto della stasi dell'azione di governo lo pagherà il Pd; d'altra parte è difficile spingere come fà Zingaretti nel prendere decisioni, sapendo che l'Esecutivo può cadere il giorno dopo, per la fuoruscita di tanti grillini che farebbero mancare i numeri al Senato. Come se ne esce? Attendere settembre (ad elezioni regionali concluse, guardacaso...) per non scegliere ora il MES, magari a favore del Recovery Fund, può essere tardivo e deleterio per l'economia del Paese! Le contraddizioni del Movimento stanno arrivando al pettine: il non aver mai scelto se essere “di destra o di sinistra”, per poter prendere voti da tutti, contando sulla rabbia della gente verso la politica, sta producendo solo inazione e attaccamento al potere, e non sarà certo l'eventuale nomina di Di Battista a capo politico a placare le acque. I grillini devono capire che la scissione per quanto dolorosa sarà inevitabile perchè le differenze di visione tra loro sono profonde; del resto come mai tanti fuorusciti si sono trasferiti nella Lega? E quale legame può esserci stato tra costoro e persone come il presidente della Camera Fico (tanto per fare un esempio e per capirci)? Vien da sé che se il collante iniziale era appunto la rabbia delle gente, e dunque l'idea di un Movimento in grado di creare una sorta di palingenesi della politica, nel momento delle scelte concrete ognuno và dove politicamente “lo porta il cuore”: ecco perciò i fuorusciti, in maggioranza tornati a destra. E comunque i Cinquestelle devono dare risposte su tante questioni cruciali: rafforzamento della democrazia parlamentare (quindi anche il tema della rappresentanza, acuito dal prossimo referendum sul taglio dei parlamentari) o ancora il “mito” della democrazia diretta con un click, dove grazie a “poche centinaia di voti on line” ci si può ritrovare presidente della Camera o ministro? Quale politica estera, dallo scacchiere del Mediterraneo, con Turchi e Russi ad aver preso dominio, alla Cina, all'equidistanza tra Stati Uniti e Russia, dopo aver quivi cercato contatti con le varie piattaforme che pare abbiano avuto ruoli importanti nel condizionare le campagne elettorali di altri Paesi? E quale posizione sull'Europa, dopo essere passati dal “no” al “ni” (campagna elettorale del 2018) e poi al “si”, ma con la richiesta, una volta vinte le elezioni, di impeachment per Mattarella, reo di aver posto il veto alla nomina a ministro di Paolo Savona, fautore (pare) di un piano B per uscire dall'euro (quindi quel “sì” non era sincero)? E poi ancora: quali politiche del Lavoro, specie ora dopo il semi-fallimento (non sono io a dirlo) del reddito di cittadinanza e dei “navigator”? I grillini non si divideranno, non subito almeno; peraltro che rapporto ci sarà con la Casaleggio Associati se il Movimento si frantumasse in diversi rivoli? E poi: a qual titolo Davide Casaleggio ha appena incontrato il presidente del Consiglio? Come capo di un partito o come “sponsor” politico? Non esiste allora un conflitto di interessi (vero Di Battista?)? Una forza politica seria non può mai prescindere da un'autocritica su ciò che non si è realizzato e su ciò che l'elettorato non ha capito (finora non si è udita una sola parola al riguardo nei Cinquestelle!). Resta comprensibile allora la difficoltà del Pd ad accettare le contraddizioni del suo attuale principale partner di governo e i ricatti, pena la rottura dell'alleanza di governo, di un Movimento che non può, non sa o non vuole prendere decisioni su questioni importanti (ad esempio: la cancellazione dei decreti sicurezza che loro hanno sottoscritto nel precedente governo con Salvini), sia per non scoprirsi a destra, sia perchè l'incombenza di una divisione viene percepita immediatamente ogni volta che vengono toccati determinati temi. Voglio fare in conclusione alcune riflessioni sul tema referendario: io personalmente credo che voterò contro il taglio dei parlamentari; un tema del genere non può essere affrontato come una “punizione” da parte dei “giusti” chiamati dal popolo a perseguire i “ cattivi”. Perchè di questo si tratta; il tutto nasce appunto dall'idea, in buona parte ahimè comunque meritata, della politica come “cosa sporca” a prescindere, autoreferenziale, per cui meritevole di essere severamente castigata. I Cinquestelle non ha mai pensato minimamente al problema del ridisegno dei collegi elettorali e del rischio di una riduzione della rappresentanza che penalizzerebbe le regioni più piccole. Il Pd nella prospettiva di un'alleanza col Movimento ha posto (e per questo ha sottoscritto l'accordo di governo) determinate condizioni che però sono lungi dall'essere realizzate. Questo referendum poi non avrà bisogno di quorum, per cui se anche andassero a votare 10 persone sarebbe valido, basta avere un voto in più degli altri! Proprio su misura dei Cinquestelle dunque che temevano l'astensionismo, ma ”dovevano” ad ogni costo vincerlo per segnare in modo indelebile, insieme al taglio dei vitalizi, la politica italiana e sventolarne lo scalpo ai propri elettori. Io voterò contro la riduzione dei parlamentari perchè un tema del genere, non nuovo peraltro, avrebbe meritato un confronto sereno e maturo sulla natura delle nostre istituzioni e quindi su come far crescere la qualità della nostra democrazia; anche il discorso sui risparmi e quindi sulle restituzioni ai cittadini (come amano dire i grillini come un mantra) regge solo come slogan accattivante. I risparmi sarebbero comunque minimi; ma allora, dato che sono così sensibili sul tema dei soldi, come mai nel precedente governo hanno avallato vergognosamente la dilazione ad 89 anni per la restituzione allo stato dei 49 milioni della Lega di Salvini? Non erano soldi per i cittadini quelli? O in nome del potere si accetta tutto? E Di Battista, “grillino, ma non stupido”, dov'era? Distratto dai reportage dal Centro America?...Capisco che sollevare ora una questione del genere da parte del Pd significherebbe la fine del governo Conte, ma a livello di base, di semplici cittadini, nelle discussioni di politica che si hanno con amici, colleghi, parenti, al bar, al lavoro, a casa, tale riferimento, anche per rinfrescare la memoria corta di tanta gente, andrebbe fatto. Il Pd però dovrebbe raccomandare ai Pentastellati di tenere comunque i toni bassi se dovessero vincere il referendum; non più piazzate o affacci dal balcone gridando “onestà, onestà”. Ma col calo dei consensi che stanno avendo, i grillini cercheranno di capitalizzare mediaticamente la faccenda, magari per coprire la loro probabile sconfitta alle Regionali, visto che al momento preferiscano andar da soli piuttosto che in alleanza col Pd; col ringraziamento di Salvini e Meloni...Chissà..con loro (per i Cinquestelle) un domani si vedrà!

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