Caporalato, Martina: mai più schiavi nei campi

Diritti dei lavoratori e difesa del reddito degli agricoltori per noi sono parte della stessa battaglia

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sabato 6 ottobre 2018

MANIFESTAZIONE PD a ROMA



MANIFESTAZIONE DEL 30/09
Con la partecipazione di un gruppo di iscritti e di semplici elettori la delegazione del PD di Asti, presenti ll
sottoscritto, ll segretario Provinciale ed il sindaco di S. Martino Alfieri, è intervenuta alla riuscitissima
manifestazione del 30 settembre a Roma organizzata dal Partito Democratico. "Per l'ltalia che non ha
paura" lo slogan con cui la Segreteria Nazionale ha voluto mobilitare il popolo di sinistra contro la
propaganda , le politiche e i comportamenti istituzionali delle forze politiche attualmente al governo.
La risposta alla convocazione è stata dawero impressionante : non mi pronuncio sul numero dei presenti,
ma Piazza del Popolo era stracolma di partecipanti che riempivano anche gli spazi delle 5 vie che vi
confluiscono.
Popolo festoso e con tanta voglia di partecipare: numerose volte ha scandito la parola d'ordine "Unità -
Unità" !!! sottolineando alcunipassaggideivariospitiintervenutisulpalco. Ospiti - quasi tutti in
rappresentanza della società civile - che hanno raccolto l'invito del Pd a manifestare sul palco i motivi della
propria opposizione a questo governo.
Tra gli interventidegliospiti miè rimasto impresso quello del minisindaco Pd del municipio della Val
Polcevera , tra i primi ad accorrere sul luogo del disastro, il quale ha criticato il governo perché il decreto
su Genova è molto lontano dalle esigenze deI territorio.
Quello del sacerdote di Milano che nel tempo ha messo a disposizione il proprio alloggio a più di mille
migranti potendo così zittire i sostenitori del refrain xenofobo : " vuoi fare il buono con i migranti, allora
prendili a casa tua".
Quello dell'awocatessa presidente di una associazione che promuove i diritticivili la quale ha sollecitato il
Partito ad opporsi in parlamento alla proposta di legge dell' oltranzista cattolico Pillon (lega).
Quello dell"operaio dell'llva diTaranto che ha attribuito alla Bellanova e Calenda (ex ministri PD) il merito
di aver trovato una faticosa mediazione nel conflitto tra diritto alla salute e salvaguardia del posto di
lavoro.
Mi è piaciuto l'intervento del sindaco PD di Rimini che è salito sul palco per denunciare la cancellazione da
parte di questo governo dei fondi ( L,6 rniliardi) stanziati dai nostri governi per la riqualificazione delle
periferie urbane. Anche Rimini è stata privata deifondi necessaria riqualificare la sua parte nord.
Come Asti - dico io e mi scuso per l'inciso - che ha perso 31 milioni. Però da parte del sindaco Rasero e dei
parlamentariastigiani Giaccone (legale Romano (5 stelle)sull'argomento silenzio ditomba. Diquesto loro
comportamento devono rispondere davanti alla pubblica opinione locale.
Nella successione degli interventi sul palco è stato inserito anche un intermezzo del comico Paolo Hendel
che ha suscitato molte ilarità ironizzando sui leghisti, igrillinie........ perché no suivecchi vizi della sinistra.
lnizia poi l'intervento del Segretario Martina durato circa 45 minuti. Un Martina, devo dire, che ha usato
toni ed argomenti adatti ad entrare in sintonia con una piazza cosi appassionata. Accenti ben diversi da
quelli pacati cui solitamente ricorre nelle dichiarazioni e/o interviste televisive. Un Martina insomma da
battaglia nei confronti del governo:
" I partiti di governo sono dei nazionalisti di destra pericolosi per il paese. Hanno un istinto illiberale,
antidemocratico, oscurantista."
" Sono ossessionati dalla ricerca del nemico invece di essere ossessionati dalla ricerca di una soluzione dei
problemi per tutti. Un paese non tiene se viene governato dall'odio. Non tiene se i ministri passano il loro
tempo ad insultare l'opposizione. Vergognatevi di aver dato degli assassini politici ai vostri awersari in un
paese in cui veri riformisti sono stati uccisi per aver voluto cambiarlo. Andate a studiare la storia."
Ancora : "Dovete essere all'altezza di questo Paese, non governando da un balcone con al di sotto la
claque dei parlamentari cinque stelle ad applaudire, scene da repubblica delle banane."
Poi l'attacco sulla manovra : " Siete ladri difuturo. Altroché manovra del popolo, truffa del popolo:
evasori condonati e giovani indebitati. Non c'è niente per chi lavora e paga le tasse. Zero per i giovani, zero
per le famiglie, zero per gli investimenti."
Rivolgendosi a Salvini : " Lega ladrona. Restituisci i 49 milioni ai contribuenti italiani. Altro che uno vale
uno. Un operaio non può restituire il suo debito in 80 anni".
Attacca pure i 5 stelle : Di Maio ha fatto da maggiordomo all'accordo tra Berlusconi e Salvini sulla RAl. Poi
rivolto al Presidente del Consiglio : " Chiedo a Conte, se c'è, di battere un colpo, di essere all'altezza del
ruolo che ricopre: io capisco solo che si è trasformato da awocato del popolo in awocato del suo
portavoce".
Tuttavia , a mio parere, le prese di posizione politiche più significative di tutto l'intervento di Martina sono
le esplicite richieste di dimissioni dei due ministri Tria e Toninelli : " Chi deve andare subito a casa è
Toninelliche ha promesso rivoluzioni e si presenta dopo 45 giorni con un decreto su Genova dove non c'è
nulla. Vergogna". Poi tocca a Tria, invitato a trarre le dovute conseguenze per il suo cedimento : " Se non
ha il coraggio di difendere le sue stesse posizioni sui conti, allora vada a casa".
Nelle conclusioni Martina ha owiamente esposto anche la sua visione delle problematiche del partito e
della politica in genere :
"lo voglio un congresso che si misuri sulle questioni prima che sulle persone. A 10 anni dalla nascita del Pd
dobbiamo rimettere al centro le idee. Una politica che sifa insierne, sennò prevarrà sempre il demagogo di
turno. Voglio uno sforzo, una nuova elaborazione su alcunitemi : dalla migrazione alla rivoluzione
tecnologica.
"C'è una gigantesca questione generazionale e deve essere la questione che ci sta più a cuore. O il PD sarà il
partito delle nuove generazioni o non c'e la farà."
" Noi combatteremo per una nuova Europa, non quella che c'é. E dobbiamo dirlo ad alta voce che non c'è
Italia fuori dall'Europa, perché l'ltalia fuori dall'Europa sarebbe magari succursale di qualche amico di
Salvini."
Martina dice di aver apprezzato le posizioni espresse recentemente da Corbyn sulle magagne del
capitalismo,
Algrido che si leva dalla piazza "Unità,Unità" Martina risponde che ha apprezzato lo slogan disegnato
sulle magliette di alcuni militanti: "Noi siamo somma non divisione".
Rivolge quindi l'appello finale alla piazza: " lo chiedo a tutti quelli che guardano sempre ai limiti del Pd di
alzare la voce, di scuotersi come abbiamo fatto noi. E'troppo importante la sfida. Questo partito è pronto
ad ascoltarvi, contribuite a costruire una alternativa, fate un passo avanti. Da questa piazza io voglio dire ai
tanti elettori di centrosinistra che il 4 marzo non ci hanno votato: abbiamo capito. Adesso però dateci una
mano, perché non possiamo permetter che l'ltalia in mano a questi folli vada a sbattere. Allora sì più unità,
meno arroganza, più ascolto. lo dico un partito di strada, fianco a fianco delle persone. "
ll coordinatore del Circolo Cittadino diAsti
Mario Mortara

ASP: cosa sta succedendo?




Ci sorprende, e non poco, il silenzio di Forza Italia e della Lega sulle ultime vicende Astigiane; tanto erano presenti sui media con proposte, promesse e propositi in campagna elettorale,  quanto sono ora assenti nel commentare o prendere posizione sulle ultime sconcertanti vicende che stanno interessando Asp e non solo.
Pare strano che, soprattutto Forza italia, non abbia alcunchè da dire in ordine alle dimissioni del suo coordinatore cittadino,  Andrea Marengo da Vice Presidente di Asp e alle motivazioni, dallo stesso addotte: “non c’erano più gli stessi obiettivi condivisi con il Comune”.  Nessun  commento sulla controreplica dei Soci privati, neanche da parte della Lega,  che attraverso l’intervista di Romano  smentiscono le affermazioni di Negro sul presunta impossibilità di incidere da parte della parte pubblica  confermando che le dimissioni sarebbero imputabili alla sfiducia avuta dal Sindaco.  Non sono certo questioni di poco conto, da minimizzare come ha fatto il Sindaco (stile che si ripete per tutte le questioni che non riguardano il Palio), e meriterebbero approfondimenti anche da parte di queste forze politiche che hanno avuto la fiducia dei cittadini e proprio per questo meritano più rispetto. Tutti gli indizi tuttavia portano a pensare che proprio nella  maggioranza consigliare ci siano molti imbarazzi  nei confronti di un Sindaco che sembra amministrare in solitudine, e che di conseguenza stiano a venendo a mancare proprio i presupposti che sono alla base di una efficace amministrazione.  Un'altra testimonianza della confusione in cui versa la maggioranza, deriva ancora dalle affermazioni  di Romano   che  si starebbe lavorando al progetto  dei parcheggi sotto Piazza Alfieri e ridiscutendo il teleriscaldamento;  è possibile che  due opere importanti e vitali per la città vengano pubblicamente alla luce in questo modo? Se non ci fossero state le dimissioni quando, il Sindaco, avrebbe pensato di avviare un confronto in Consiglio Comunale e con la popolazione? Sia chiaro che noi non siamo pregiudizialmente contrari a progetti di sviluppo della città, ma quando questi sono così importanti richiedono  la massima condivisione; invece tutto avviene nelle segrete stanze in barba al famoso slogan “Sindaco anche tu”.
Ebbene su tutti questi argomenti ci piacerebbe conoscere la posizione di Forza Italia e Lega, ma ci piacerebbe anche sapere cosa ne pensa Galvagno della fusione di ATL Asti con Alba, lui che ha fatto una battaglia sulla famosa provincia del vino “ Langhe, Roero e Monferrato”,  e stiamo aspettando dall’On.  Giacone ancora una sua presa di posizione sui fondi periferie che mancheranno ad Asti e sulla nomina del suo sostituto in Giunta.

Mortara Mario
Partito Democratico Circolo di Asti

sabato 15 settembre 2018

PER L'ITALIA CHE NON HA PAURA







DOMENICA 30 SETTEMBRE, ore 14
ROMA, Piazza del Popolo


Scendiamo in piazza per costruire un’alternativa alla politica dell’odio, del declino, dell’isolamento e della paura. Scendiamo in piazza perché tante persone vogliono un Paese diverso: più giusto, più forte, più solidale, aperto al mondo e al futuro. Le paure e le preoccupazioni che hanno i cittadini vanno riconosciute e possono essere superate soltanto insieme; soltanto unendo le forze perché nessuno si senta solo. Scendiamo in piazza perché costruire questa alternativa democratica è il nostro impegno.

Vogliamo riorganizzare il campo delle forze progressiste, un progetto ampio, aperto a tutti i cittadini, le organizzazioni, le realtà sociali che credono nei valori dell’uguaglianza, della solidarietà, della multiculturalità, della scienza e di una crescita più giusta in coerenza con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Per questo dobbiamo ricostruire un progetto capace di animare le intelligenze, i sogni, le passioni, la fiducia nel futuro soprattutto dei giovani, delle ragazze e dei ragazzi che devono essere i protagonisti dei prossimi anni.

Ogni giorno che passa diventano sempre più evidenti i pericoli del governo giallo-verde, alla cui inaffidabilità gli italiani rischiano di pagare un prezzo molto alto.

Un “prezzo” economico perché le fatiche e i sacrifici di cittadini, famiglie e imprese sono messi a rischio dall’irresponsabilità di un esecutivo ideologico, nemico degli investimenti e dello sviluppo, piegato agli interessi di chi vuole un paese più debole ed esposto all’instabilità finanziaria.

Un “prezzo” sociale e culturale perché le politiche di questo Governo rischiano di alimentare divisioni e rancore nelle nostre comunità, a partire da chi è in difficoltà.

Dietro la propaganda e il clamore sui social, oltre lo sdoganamento del razzismo, le scelte di fondo di questo Governo portano a un impoverimento dei ceti medi e a un arricchimento di chi ha già di più, come accadrà con la flat tax.

La scuola ricomincia nel caos “vaccini” creando inquietudine nelle famiglie, in particolare quelle con bambini immunodepressi: siamo al fianco delle famiglie, degli insegnanti, dei presidi, dei medici e ribadiamo che sulla salute dei più piccoli non si scherza. Noi crediamo nella scienza e nel lavoro di medici e ricercatori, mentre il Governo asseconda fanatismi medioevali. Nello stesso tempo, ribadiamo l’urgenza di un rinnovato impegno educativo contro l’intolleranza proprio a partire dalle scuole.

In politica estera questo Governo simpatizza con Orban, Putin, Trump e con i nazionalisti di ogni provenienza e sceglie apertamente la linea della distruzione dell’Unione europea. Una scelta che rischia di indebolire drammaticamente il nostro paese perché gli interessi di tutti gli italiani, oggi e in futuro, si possono proteggere e promuovere soltanto dentro il progetto comunitario.

Lavoriamo per un’Europa che assicuri diritti comuni inviolabili: diritto al lavoro e a un reddito che consenta di vivere, diritto all’assistenza sanitaria, diritto all’istruzione e alla formazione, diritto alla sicurezza, diritto a respirare un’aria più pulita e mangiare un cibo più sano. Oltre l’ideologia dell’austerità che tanto male ha fatto in questi anni.

Noi non dimentichiamo che proprio l’Europa è nata per garantire pace e giustizia e fino a qui ha consentito a milioni di persone di vivere senza guerre e conflitti. Lo dobbiamo ricordare a maggior ragione ora, guardando anche ai conflitti aperti nel Mediterraneo a cominciare dalla preoccupante situazione in Libia.

L’Italia deve guidare il cambiamento europeo al pari degli altri grandi paesi fondatori, non può ridursi ad essere il teatro delle scorribande di altre potenze globali che hanno interesse a indebolire l’Europa.

L’Italia deve costruire una prospettiva di equità, di giustizia e di solidarietà, oltre le paure e il rancore.

Per queste ragioni diamo appuntamento a tutti coloro che credono in un Paese diverso per Domenica 30 settembre alle ore 14 a Roma a Piazza del Popolo.

Sarà il primo passo di una stagione di partecipazione e d’impegno. Con il PD e tanti altri. Per l’Italia, per il nostro futuro.

L'OSSERVATORIO SALUTA



Cari amici e compagni,
prima di spedirvi l'ultimo Osservatorio (ma qualcuno mi ha già chiesto di proseguire ad inviarlo anche se lontano da Asti) voglio rivolgervi un saluto, in quanto appunto tornerò nel Lazio, essendo ormai in pensione. Ringrazio in particolare coloro che hanno dimostrato stima (ricambiata) nei miei confronti; ho pensato di portare un contributo, come altri, ad un partito che aveva acceso molte speranze ed invece, sia a livello locale sia nazionale, pur con qualche segno di risveglio, sta pericolosamente rischiando di implodere. C'è bisogno di un Pd “nuovo” che torni a parlare il linguaggio della “sinistra”, che vuol dire lavoro, uguaglianza, solidarietà, pari opportunità, diritti e legalità e oggi direi anche difesa della Costituzione, delle Sue prerogative e garanzie, nonchè del Parlamento, perchè torni ad essere un luogo di vero dibattito, non pre-costituito, con persone elette dalla gente del collegio di provenienza, non più nominate a “tavolino”...
Sicuramente non mancheranno occasioni per rivederci.
Un abbraccio a tutti.

Gianni Amendola


L'OSSERVATORIO “SALUTA”.

E' indubbio che il consenso che sostiene l'attuale governo rimanga assai elevato, a mio avviso principalmente per due motivi: il primo, piace la linea dura incarnata da Salvini sui migranti e contro l'Europa “menefreghista” (ben oltre il 50% degli Italiani, secondo un recente sondaggio, è d'accordo sulla chiusura dei porti), il secondo è la condivisione di quell'atteggiamento, supportato da un apparato comunicativo imponente e persuasivo, da “arrivano i nostri” dei Cinquestelle, percepito finalmente in grado di far giustizia dei ladroni di Stato, dei privilegi dei politici e dei cosiddetti “poteri forti”. Saranno i prossimi mesi a stabilire la durata di questo Esecutivo, quando necessariamente si dovrà varare la Legge di Bilancio e verranno al pettine, leggasi compatibilità di spesa, tutte le proposte fatte in campagna elettorale, dalla flat tax al reddito di cittadinanza. C'è un punto decisivo però: Salvini può far saltare il banco quando vuole (e le attuali inchieste della Magistratura, dal sequestro dei migranti sulla Diciotti ai milioni “scomparsi” della Lega, gli offriranno sicuramente il destro), andando all'incasso di un consenso personale crescente, Giggino Di Maio no, perchè la caduta di questo Governo avrà come conseguenza la fine del suo ruolo, sia se si andrà alle elezioni anticipate (magari in concomitanza con le Europee), sia se con l'attuale Parlamento (che però ha rapporti di forza ormai superati, secondo i sondaggi, rispetto al “4 marzo” scorso) i Cinquestelle, in quanto primo partito, riceveranno l'incarico di formare un nuovo Esecutivo (in tal caso ci sarebbe Fico che esprime tutt'altra politica). Staremo a vedere; c'è da dire comunque che il “Movimento” ha una linea ondivaga, dai vaccini all' “Europa” (il voto contro Orban è stato solo un pretesto per distinguersi da Salvini che li sta in parte oscurando), ma sa sfruttare sapientemente la “rete”. Poco o nulla importa infatti ai suoi “followers” che ad esempio Rocco Casalino, vero stratega della loro comunicazione, durante la Messa per le vittime del crollo del ponte Morandi, invece di seguire con rispetto la celebrazione, che non era (non è) una manifestazione di piazza ma di fede (per chi crede, ma come tale doverosamente da non utilizzare per altre cose) si sia messo a smanettare sul suo cellulare, voglioso di far sapere in tempo reale degli applausi con cui erano stati accolti i parlamentari “5 Stelle” e dei fischi che avevano accompagnato l'ingresso in chiesa dei politici pd. Per il rispetto dovuto al dolore dei tanti genovesi presenti quel gesto è stato davvero una volgare pagliacciata; come dire “del loro dolore non m'importa, se non per il fatto che può essere sfruttato per scopi politici” (!!). Qualcuno dei sostenitori dei Pentastellati ha detto qualcosa su ciò?...Quando un partito nasce “on line” l'informazione istantanea serve a mantenere ed a creare altro consenso ed ogni “momento e modo son quelli giusti”, per usare uno slogan pubblicitario. Ciò che conta per la Casaleggio Associati (a proposito, ma come si finanzia? Solo con i 300 E che ogni parlamentare grillino è “obbligato” a versare, dimenticando che le paghe degli Onorevoli e dei Senatori sono denaro pubblico?) e la sua comunicazione è che si trovi un nemico, un qualcuno o un qualcosa (un gruppo imprenditoriale, un'azienda, un partito..) da indicare quale causa di un problema, specie se và a toccare l'emotività della gente. Il crollo del ponte è l'emblema di quanto affermo; è ovvio che la responsabilità sia di coloro che avrebbero dovuto provvedere alla manutenzione, ma prendersela con la Soc. Autostrade e con i Benetton, ricordando che furono i precedenti governi a concedere loro la gestione (ma nel 2008, governo Berlusconi, il Pd si oppose, mentre Salvini e la Lega dissero sì..), ha voluto significare, nell'ottica pentastellata, una chiamata di correità di tutta la classe politica precedente, quasi che del crollo dovessero portarne personale colpa Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, al fine di presentarsi loro immacolati al cospetto degli elettori (cioè la “gente”), pronti a prendersela però coi poteri forti qualora la Soc. Autostrade (difesa dalla Lega e da Salvini a tutt'oggi) non dovesse ricevere quelle sanzioni auspicate da Di Maio e co., prima ancora che la Magistratura, si badi bene, abbia espresso le sue sentenze, quasi che i grillini si ritenessero depositari di un potere giudiziario “a parte”, in nome della rete. Le responsabilità sono sempre personali e l'indagine sta facendo emergere una catena di superficialità, di sottovalutazioni dei vari livelli tecnici chiamati a valutare la stabilità del ponte stesso, tra i quali diversi tecnici del ministero. Emerge dunque complessivamente da questa vicenda, da parte dell'attuale classe dirigente, quasi come una cartina di tornasole, tutta una concezione della politica, della ricerca del consenso, che lede non solo i capisaldi costituzionali, che vogliono un rispetto ed un equilibrio dei Poteri, ma anche il ruolo stesso delle Istituzioni che si vorrebbero servili alla maggioranza (chiedere al riguardo al presidente della Liguria Toti ed al Sindaco di Genova Bucci), a partire dal Parlamento ridotto ad un gruppo di persone che leggono prima le notizie sui blog dei leaders e poi votano le fiducie (è storia vecchia ma ancora attualissima)...Qui infatti si occupa lo Stato (“chi vince fa quel che gli pare e non sopporta organi di controllo”), si costringono alle dimissioni chi rappresenta istituzioni di garanzia, quindi sganciate dai governi (vedasi il caso Nava), si offendono i Magistrati e on line si insulta (Mattarella compreso) chiunque non si esprima secondo i canoni e i desiderata della maggioranza. Ecco perchè è necessario ri-creare un'opposizione seria nel Paese e questo non può farlo che il Pd, a condizione, e qui sta il dramma, che prenda consapevolezza di essere minoranza e dunque della necessità di un profondo capovolgimento delle politiche fin qui sostenute (che pure qualche risultato lo han dato) e della classe dirigente “interna”. La speranza che il Pd torni ad essere forte riferimento politico-sociale è l'ultima a morire, ma ad oggi è richiesta davvero una grande fede!

                               Gianni Amendola

domenica 2 settembre 2018

La volontà non basta ad ultimare l'autostrada At-Cn